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Il segmento testuale La I G F è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 175

Brano: [...]r lo sterminio ad Auschwitz, usai lo Zyklon B. Un altro passo avanti rispetto a Treblinka fu questo: costruimmo le nostre camere a gas in modo da ospitarvi 2.000 persone alla volta, mentre a Treblinka le

10 camere a gas potevano ospitarne solo 200 ciascuna ».

Le camere a gps e i forni crematori, eseguiti secondo le vedute di Hoess e le raccomandazioni di Eichmann, furono rapidamente costruiti dalle imprese tedesche Topf und Soehne ed Huta. La I.G.F. assicurò la fornitura del gas.

Le prime prove con Io Zyklon B furono eseguite il 3.1.1941 su prigionieri di guerra sovietici e su detenuti malati: 850 di essi furono gassati, non essendo ancora ultimati gli impianti in costruzione, nelle cantine del blocco 11.

I nuovi impianti furono eretti a Birkenau, nelle immediate vicinanze di Auschwitz, e venne costruito appositamente un binario di raccordo ferroviario, onde permettere ai convogli carichi di deportati di giungere fin quasi all'ingresso delle Camere a gas. Le azioni speciali ebbero inizio alla fine del 1942. Qominciarono ad affluir[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 268

Brano: [...]el Consiglio generale dell'economia del Reich, cioè dell’organismo nel quale erano presenti i maggiori esponenti del capitalismo germanico, da von Thyssen a Krupp al latifondista Herbert Backe al banchiere Schroeder e che aveva la funzione di coordinare per conto del regime i piani dell’economia di guerra. Nel volgere di un quinquennio il processo di concentrazione attuato nell’industria e nella finanza tedesche all’ombra dei piani nazisti portò la I.G.F. alle dimensioni di un autentico colosso monopolistico che nel 1938 (nel quadro del « piano quadriennale » elaborato per preparare il Paese ai suoi impegni bellici) dominava interamente la produzione di materie sintetiche e di prodotti farmaceutici. È stato calcolato che, per sostenere con gli opportuni favori politici il processo che doveva portarla al controllo del settore in soli due anni, la direzione centrale dell’azienda (senza contare le dipendenze) abbia messo a disposizione dei capi nazisti una somma pari a 84 milioni di marchi.

Nel 1943, al culmine della sua espansione, fra produ[...]

[...]incarichi di primo piano nell’apparato economico statale: Cari Krauch, presidente del Consiglio d’amministrazione della società, fu nominato così membro del Consiglio economico presso l’Alto Comando della Wehrmacht, col compito di sovraintendere a tutti gli aspetti

generali della produzione chimica; egli ebbe inoltre la carica di direttore del Servizio del Reich per lo sviluppo economico. Otto Ambros, membro del Consiglio d’amministrazione della I.G.F., fu designato a dirigere la Commissione speciale per le « sostanze chimiche di guerra >r, e divenne poi commissario per il « piano quadriennale », ottenendo infine anche la direzione della « Commissione centrale delle polveri ed esplosivi » presso il ministero della Guerra.

Dal 1935 in poi la I.G.F. ebbe un proprio « ufficio speciale » di collegamento con la Wehrmacht. Subito dopo la capitolazione della Francia (giugno 1940) il monopolio tedesco cominciò a predisporre i propri piani per assorbire tutte le industrie europee del settore chimico e, a tale fine, presentò al governo nazista gli elenchi delle fabbriche francesi, inglesi e sovietiche che lo interessavano in particolare. In previsione del sistematico saccheggio dei territori invasi fondò apposite società, vere e proprie associazioni tecnicamente predisposte per la depredazione, come YAEG Ostlandwerk GmbH, per i territori dell’E[...]

[...]ò apposite società, vere e proprie associazioni tecnicamente predisposte per la depredazione, come YAEG Ostlandwerk GmbH, per i territori dell’Est. Con altre imprese e banche tedesche, si fece inoltre promotore del cosiddetto « Circolo degli amici del fìeichsfuhrer S.S. Himmler », al quale i grandi industriali e finanzieri tedeschi decisero di passare 1 milione di marchi all’anno per le sue « esigenze particolari ».

L’industria della morte

La I.G.F. fu inoltre la più importante beneficiaria dell’« industria della morte » attuata dai nazisti nei campi di deportazione (v.). Fin dall’inizio l’azienda impiegò i deportati co

L’ingegnere capo della I.G. Farbenindustrie Max Faust discute con Himmler durante un'ispezione al campo di Auschwitz (1941)

me mano d’opera schiavistica, sottoponendoli a un regime di sfruttamento fisico che annientava i più forti nel giro di pochi mesi. Ad Auschwitz (v.) essa impiantò fabbriche di gomma sintetica nelle quali furono costretti a lavorare decine di migliaia di deportati di ogni nazione d’Europa e di [...]

[...], ossia i cristalli di cianuro da introdurre ideile apposite apparecchiature dell fi « camere a gas » costruite nei cafnpi di sterminio per l’eliminazionè in massa degli ebrei e dei detenuti politici. Il brevetto fu poi sfruttato attraverso le società Tesch und Stabenov di Amburgo e Degesch di Dessau, le quali vendettero rispettivamente una media di 2 e 0,75 tonnellate di questo prodotto al mese.

Stime ufficiali attestano che dal 1932 al 1943 la I.G.F. ebbe profitti crescenti così distribuiti: 1932, 48 milioni di marchi; 1937, 231 milioni di marchi; 1939, 363 milioni di marchi; 1943, 822 milioni di marchi. Dal 1938 al 1942 il capitale azionario passò da 720 a 1.400 milioni di marchi; le riserve ufficiali di bilancio aumentarono da 292,3 milioni a 440,2 milioni di marchi.

La ripresa del dopoguerra

Dopo la sconfitta del Terzo Reich e malgrado gli impegni contratti nell’ambito dell’alleanza antinazista, gli angloamericani finanziarono la ripresa dell’industria tedesca, rinsaldando i legami con essa. La I.G.F. si trasformò in Farbenfabri[...]

[...]lioni di marchi; 1943, 822 milioni di marchi. Dal 1938 al 1942 il capitale azionario passò da 720 a 1.400 milioni di marchi; le riserve ufficiali di bilancio aumentarono da 292,3 milioni a 440,2 milioni di marchi.

La ripresa del dopoguerra

Dopo la sconfitta del Terzo Reich e malgrado gli impegni contratti nell’ambito dell’alleanza antinazista, gli angloamericani finanziarono la ripresa dell’industria tedesca, rinsaldando i legami con essa. La I.G.F. si trasformò in Farbenfabriken Bayer AG Leverkusen, articolata nei tre complessi Bas F., Bayer e Hoechst. Nel 1963 quest’ultima società, da sola, dichiarò un attivo di 144 milioni di marchi e distribuì agli azionisti un dividendo del 18%. Gli antichi dirigenti della I.G.F. tornarono ai loro posti di responsabilità, sia aH’interno dell’azienda che negli organi direttivi delle grandi associazioni economiche della Germania di Bonn. Il monopolio ha riattivato anche la sua produzione di materiali bellici: a parte i carburanti per reattori e missili, oggi produce gas tossici per conto dell’esercito degli Stati Uniti (attraverso la filiale americana Chemagro Corporation di Kansas City) e altri ritrovati, da impiegare in una eventuale guerra batteriologica. Queste attività fanno capo a esponenti della ex I.G.F. già condannati per le loro responsabilità come nazisti. F[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La I G F, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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