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Il segmento testuale La Galileo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 467

Brano: Galileo, Officine

ta furono gli operai di Rifredi e della Galileo che parteciparono in modo massiccio anche allo sciopero nazionale dei metallurgici nel marzo 1920.

Durante il movimento dell’occupazione delle fabbriche gli operai di Rifredi e della Galileo espressero una profonda carica rivoluzionaria e si staccarono dall’influenza dei riformisti che, del resto, col sorgere delle difficoltà e delineandosi il fallimento del movimento, perdevano ogni fiducia da parte dei lavoratori. In quell’occasione, tutte le maestranze della Galileo, a eccezione di 3 ingegneri e di 8 tecnici e impiegati, parteciparono all’occupazione dello stabilimento, rimanendo aH’interno e continuando regolarmente il lavoro.

Il 18.9.1920 La Difesa, organo della Federazione provinciale socialista di Firenze, polemizzando col riformista Filippo Turati scriveva: « Dopo una visita fatta alle belle maestranze in lotta di un'officina così progredita come la Galileo di Firenze si ha ben ragione di sperare che qualunque difficoltà sarà facilmente superata, cosi dal punto di vista tecnico come da quello rivoluzionario ».

La Galileo fu l’ultima delle fabbriche fiorentine a essere abbandonata dai lavoratori. Tre degli impiegati che erano stati più attivi nei giorni dell'occupazione, furono licenziati. Seguirono, a questi, licenziamenti più massicci e la Commissione interna impiegatizia cessò praticamente di funzionare. Dal novembre 1920 al gennaio 1921 vennero licenziati anche numerosi operai e le maestranze furono costrette, come altrove, alla difensiva. Sin dalla costituzione del Partito comunista, vi aderirono numerosi membri della Comissione interna, tra cui il segretario, l’operaio Franchi. La Galileo assunse così, a[...]

[...]nei giorni dell'occupazione, furono licenziati. Seguirono, a questi, licenziamenti più massicci e la Commissione interna impiegatizia cessò praticamente di funzionare. Dal novembre 1920 al gennaio 1921 vennero licenziati anche numerosi operai e le maestranze furono costrette, come altrove, alla difensiva. Sin dalla costituzione del Partito comunista, vi aderirono numerosi membri della Comissione interna, tra cui il segretario, l’operaio Franchi. La Galileo assunse così, all’inizio del 1921, la funzione di avanguardia della^classe operaia fiorentina, il che indusse gli industriali di Firenze, durante la crisi economica di quell’anno, a colpire in primo luogo i lavoratori di questa fabbrica, proclamando la serrata.

La mattina del 14 marzo, recandosi al lavoro, «gli operai trovarono i cancelli sbarrati e affisso un comunicato che diceva: « La Società Galileo, di fronte allo stato di disordine che da tempo perdura e si aggrava nei suoi stabilimenti e che col deprimere della produzione annienta le risorse della società e ne ferisce il credito fin[...]

[...]ere della produzione annienta le risorse della società e ne ferisce il credito finanziario, si trova nell'estrema necessità di procedere alla chiusura dell’officina. Tutto il personale è licenziato. Con altro avviso di imminente affissione verranno indicati il giorno, l’ora, Il luogo e le modalità di liquidazione dei diritti economici dei licenziati, a norma del vigente regolamento del contratto d'impiego ».

Contro il fascismo

La serrata alla Galileo coincideva con la più vasta offensiva padronale che, in Toscana, portò alla chiusura di 9 stabilimenti e al licenziamento di 8.997 operai.

Intanto lo squadrismo fascista divampava, con assalti e devastazioni alle sedi delle organizzazioni proletarie. Alla violenza si accompagnava un’opera propagandistica volta a demoralizzare gli operai.

Il settimanale La Riscossa del 19.3.1921 riportava uno dei volantini allora diffusi, in cui era detto: « La Galileo è chiusa, è un fatto che fa pensare seriamente, è un fatto doloroso. Per la produzione e l’industria nazionale, e anche per la disoccupaz[...]

[...]oincideva con la più vasta offensiva padronale che, in Toscana, portò alla chiusura di 9 stabilimenti e al licenziamento di 8.997 operai.

Intanto lo squadrismo fascista divampava, con assalti e devastazioni alle sedi delle organizzazioni proletarie. Alla violenza si accompagnava un’opera propagandistica volta a demoralizzare gli operai.

Il settimanale La Riscossa del 19.3.1921 riportava uno dei volantini allora diffusi, in cui era detto: « La Galileo è chiusa, è un fatto che fa pensare seriamente, è un fatto doloroso. Per la produzione e l’industria nazionale, e anche per la disoccupazione. Ai signori operai, però, diciamo sinceramente, a viso aperto: la colpa è esclusivamente vostra. Avete sempre cercato di minare la produzione, mentre dovevate vedere che solamente da essa dipendeva il vostro progredimento sociale ed economico. Avete sempre dato ragione alle balle che i vostri organizzatori, per il proprio benessere, vi introducevano nel cranio. Oggi raccoglietene i frutti. Ma forse il ravvedimento non è mai tardo. Mettetevi in testa di [...]

[...]economico. Avete sempre dato ragione alle balle che i vostri organizzatori, per il proprio benessere, vi introducevano nel cranio. Oggi raccoglietene i frutti. Ma forse il ravvedimento non è mai tardo. Mettetevi in testa di lavorare, lavorare e lavorare. Col lavoro starete bene; senza lavorare siete giunti al risultato di oggi ».

In seguito le Officine furono parzialmente riaperte e ripresero anche le lotte in difesa dei salari. Gli operai della Galileo parteciparono ancora, abbastanza compatti, allo sciopero generale dell’agosto 1922. Dopo l’avvento del fascismo al potere, le condizioni degli operai della Galileo si fecero ancora più pesanti, per l’impossibilità .di contrastare la volontà padronale. Non mancarono tuttavia episodi che testimoniano la presenza dell’avanguardia di classe che agiva nella clandestinità. Tra i fiorentini condannati dal Tribunale speciale durante il ventennio fascista, non pochi furono gli operai della Galileo. Nel marzo 1943, in occasione dei grandi scioperi di Torino e Milano, alla Galileo, alla Pignone, alla De Micheli vennero diffusi manifestini che chiamavano ad aderire all’agitazione contro la guerra. Nell 'officina nacque un certo fermento: i più coraggiosi tentarono di fermare le macchine, ma lo sciopero non riuscì. Alcuni comunisti, tra i quali Elio Chianesi (v:), vennero individuati come autori dei manifestini e deferiti al Tribunale speciale.

Il 26.7.1943, all'indomani della caduta di Mussolini, Fosco Frizzi, Baracchi, Gino Tagliaferri e altri antifascisti si portarono davanti alla fabbrica in viale Morgagni con l’intenzione di parlare agli operai, ma

lo stabilim[...]

[...]materiali pregiati che i tedeschi avrebbero voluto asportare in grande quantità.

Fu perfino organizzata aH’interno dello stabilimento una fabbricazione clandestina di macchinette accendisigari che poi venivano poste in vendita al mercato nero. Il denaro ricavato da questa attività veniva versato ai partigiani per l’acquisto di armi e provvigioni. Quando i tedeschi prospettarono la necessità di trasferire al Nord la mano d’opera, gli operai della Galileo scesero in agitazione contro il trasferimento e, infatti, il 96 per cento rifiutò di trasferirsi.

Alcuni reparti scesero in sciopero, nel gennaio 1944, per rivendicazioni solo apparentemente economiche; nel frattempo si preparava lo sciopero generale del marzo. L’organizzazione dello sciopero generale fu curata a Firenze da un Comitato segreto di agitazione, a livello provinciale, composto da Mario Fabiani, Alfredo Mazzoni (operaio della Galileo) e Leo Negro. Gli operai della Galileo, con quelli della Pignone, del Gas, óeU’Arrigoni, della Manifattura Tabacchi e di alcuni altri stabilimenti, parteciparono poi compatti a quella lotta. Particolarmente preziosa fu l’opera dell’ingegner Gianfranco Musco che, tra l'altro, riuscì a conquistare alla causa antifascista un altro dirigente dell’officina, l'ingegner Gamondi. Grazie all'appoggio di Gamondi poterono essere assunti dalla Galileo numerosi giovani chiamati alle armi e che, in tal modo, ottennero l'esonero dal servizio militare.

Dal maggio 1944, con l'avanzata degli Alleati, la situazione nelle Offi

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La Galileo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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