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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 564

Brano: Appendice

aveva condannato nel 1864 il liberalismo come eresia).

A bloccare questa ventata di rinnovamento fu l’enciclica di Pio X « Pascendi » contro il movimento modernista, considerato foriero di gravi errori dogmatici e morali. Nella Fuci si scontrarono così l’anima più culturale e quella più praticapastorale, maggiormente propensa al lavoro nel sociale lasciando perdere le dispute teologiche. Prevalse questa seconda. A decretare il silenzio su questioni filosofiche fu

lo stesso padre Agostino Gemelli, che impose a tutti gli universitari una linea di rigoroso tomismo (cioè la filosofia perennis direttamente dedotta dal pensiero di san Tommaso d’Aquino).

Ma la natura federativa della Fuci non permetteva un rigido controllo su persone e idee. Per questo non si spensero mai spazi e tempi per una riflessione diversa. Infatti l'attività della Fuci si sostanziava in dibattiti, seminari, convegni, conferenze, che i fucini vivevano riunendosi in assemblee e congressi periodici.

La F.U.C.I. e il fascismo

Particolarmente illuminata fu negli anni 191012 la presidenza di Francesco Luigi Ferrari (v.), un laico che avrebbe dato filo da torcere al regime fascista come esponente del Partito Popolare di don Luigi Sturzo. Alla vigilia della Prima guerra mondiale la Fuci, dopo un tentennamento filonazionalista condannò questo atteggiamento. Al termine della guerra, tra i gruppi della Fuci si segnalò per vivacità a Brescia (v.) quello della “Fionda”, tra le fila del quale erano personaggi della tempra di padre Bevilacqua e di Ludovico e Giovan Battista Montini (v. Paolo VI).

Molti fucini confluirono nel P.P.I., tra questi Giuseppe Spataro (v.), presidente tra il 1920 e il 1922. Ma l’inclinazione politica della Fuci nel dopoguerra fu bruscamente interrotta dall'avanzare del fascismo, che si sarebbe di lì a pochi anni scontrato con l’Azione cattolica (v.) e l'intera Chiesa italiana.

All'interno della Fuci prevalse ancora una volta la linea più moderata (meno politica e meno vivace). Ma ormai lo scontro tra Fuci e Gruppi universitari fascisti (v. G.U.F.) era una realtà. Dal congresso bolognese del 1925 a tutto il 1933 la Fuci fu bersaglio quasi quotidiano delle intimidazioni e delle violenze fasciste, anche se i fucini non erano tutti dichiaratamente antifa

scisti.

Su questioni di diplomazia con il regime caddero le teste di assistenti spirituali quali don Giandomenico Pini, don Luigi Pistelli e infine lo stesso Montini. Il 1925 fu anche l'anno in cui papa Ratti (Pio XI) decretò la revisione degli statuti dell'Azione cattolica in una struttura ancor più gerarchica e controllata nelle ramificazioni. Anche i presidenti nazionali della Fuci, fino a quel momento eletti democraticamente dai gruppi, da allora i[...]

[...]ciste, anche se i fucini non erano tutti dichiaratamente antifa

scisti.

Su questioni di diplomazia con il regime caddero le teste di assistenti spirituali quali don Giandomenico Pini, don Luigi Pistelli e infine lo stesso Montini. Il 1925 fu anche l'anno in cui papa Ratti (Pio XI) decretò la revisione degli statuti dell'Azione cattolica in una struttura ancor più gerarchica e controllata nelle ramificazioni. Anche i presidenti nazionali della Fuci, fino a quel momento eletti democraticamente dai gruppi, da allora in poi vennero scelti dal Romano Pontefice.

Il maggior legame tra Fuci e giunta dell'A.c. non mise al riparo i fucini dalle vessazioni fasciste. La via della Fuci sembrava tuttavia segnata: ripiegarsi sulla formazione spirituale e culturale, l'unica che concedesse spazi di libertà non controllati dal regime e dalla stessa gerarchia ecclesiastica (almeno fino a un certo punto).

Per l'intera cattolicità italiana una data spartiacque fu senz’altro il

1929, anno della stipula dei Patti Lateranensi (v.) che ponevano termine a una cinquantennale ferita: la questione romana, cioè l'esproprio dello Stato del Vaticano con la breccia di Porta Pia nel 1870. I cattolici italiani poterono tirare un sospiro di sollievo e molti sottoscrissero il giudizio su Mussolini “uomo della Provvidenza”, ma al coro de[...]

[...]tiacque fu senz’altro il

1929, anno della stipula dei Patti Lateranensi (v.) che ponevano termine a una cinquantennale ferita: la questione romana, cioè l'esproprio dello Stato del Vaticano con la breccia di Porta Pia nel 1870. I cattolici italiani poterono tirare un sospiro di sollievo e molti sottoscrissero il giudizio su Mussolini “uomo della Provvidenza”, ma al coro dei consensi non si associò più di un fucino, tra cui i vertici stessi della federazione, che ogni giorno sperimentavano nelle università la prassi dei Guf e sapevano fin troppo bene di qual tenore fosse l'ideologia che cementava gli ordini dell’uomo della Provvidenza.

Non si può dire che i fucini manifestassero dichiaratamente il loro dissenso, ma nella corrispondenza privata tra loro o con esponenti ex fucini del P.P.I. in esilio molti di essi esprimevano assai chiaramente i loro dubbi e pericoli insiti nel l'aver vincolato l'opera apostolica della chiesa, concordandola con il cavalier Benito. Essi dimostravano, come scriverà lo storico Nicola Antonetti, « di voler[...]

[...]onenti ex fucini del P.P.I. in esilio molti di essi esprimevano assai chiaramente i loro dubbi e pericoli insiti nel l'aver vincolato l'opera apostolica della chiesa, concordandola con il cavalier Benito. Essi dimostravano, come scriverà lo storico Nicola Antonetti, « di volersi giovare solo della lettera delle garanzie concordatarie » e di essere invece riluttanti nei confronti « dello spirito che ha animato la attuazione » dei Patti stessi.

La Fuci ufficiale mostrò anche nei fatti di rifiutare la protezione del regime, consapevole che la posta in gioco era il vasto campo dell’educazione giovanile e, nella fattispecie, quello dell’educazione universitaria delle generazioni che sarebbero diventate classe dirigente. La Fuci avvertiva l'inconciliabilità tra pedagogia cristiana e pedagogia

fascista, intrisa com'era quest'ultima di retorica statolatria, di violenza e di culto paganeggiante della natura.

Queste tensioni raggiunsero l'apice nel 1931, quando (a soli tre anni dal Concordato) si ebbe la chiusura delle associazioni cattoliche da parte del regime e lo scontro tra fascismo e Azione cattolica divenne manifesto anche ai più ottimisti sostenitori della ritrovata unità fra trono e altare. L’accordo del 3.9. 1931, che sanciva il compromesso, significò per la Fuci la riduzione di ogni gruppo a gruppo “d[...]

[...]'ultima di retorica statolatria, di violenza e di culto paganeggiante della natura.

Queste tensioni raggiunsero l'apice nel 1931, quando (a soli tre anni dal Concordato) si ebbe la chiusura delle associazioni cattoliche da parte del regime e lo scontro tra fascismo e Azione cattolica divenne manifesto anche ai più ottimisti sostenitori della ritrovata unità fra trono e altare. L’accordo del 3.9. 1931, che sanciva il compromesso, significò per la Fuci la riduzione di ogni gruppo a gruppo “diocesano”, sotto il vigile controllo del vescovo, ma significò anche il riconoscimento della Federazione stessa che, unica nel suo genere, non chiuse i battenti. Così, negli anni ’30, la Fuci fu di fatto l’unica oasi dove potesse maturare in Italia un fermento di pensiero cattolico democratico e potesse esprimersi una leggera voce di dissenso rispetto al trionfalismo della nascente società di massa.

Ad alimentare un’apertura verso tematiche qualitativamente nuove intervenne la diffusione, tra le fila fucine, delle opere del vivace cattolicesimo francese. Tra queste, l’opera del filosofo Jacques Maritain, del quale lo stesso Montini aveva tradotto già nel 1927 I tre riformatori (cioè i pilastri della cultura moderna: Lutero, Cartesio, Rousseau), mentre il fucino Dorè per la Card. Ferrari di Roma traduceva II primato del spirituale.

Era il Maritain che usciva dalla fase antimoderna per aprirsi alla comprensione, seppure in chiave tomista, della filosofia contemporanea. L’altra opera che circolava dattiloscritta tra i fucini era Umanesimo integrale, del 1936, testo sul quale si formò buona parte della generazione che, nel dopoguerra, avrebbe preso le redini del Paese. In quegli stessi anni, organo della Fuci era diventato il foglio Azione Fucina, cui partecipavano, con loro scritti, personalità quali i teologi Congar, Sertillanges e Clérissac. Le tematiche che andavano via via affermandosi erano quelle tipiche intracattoliche del rinnovamento liturgico, del movimento ecumenico, dello studio della teologia e delle Scritture, del rinnovamento del l'ecclesiologia verso un’idea di comunione e di sacramento. Erano i germi che, negli anni ’50, avrebbero fatto maturare a papa Giovanni XXIII l’idea di un Concilio.

Sul piano più propriamente politico passava l’idea di una rifondazione della società [...]

[...] di una rifondazione della società che evitasse Scilla (cioè il liberalismo materialista e capitalistico) e Cariddi (il comuniSmo marxista ateo e altrettanto materialista), riaffermando al tempo stesso

I esigenza di una convivenza democratica fondata sul primato della coscienza e del rispetto della persona umana. Valori e discorsi non propriamente omogenei con l’ideologia fascista.

Nel 1933, a opera di ex fucini, tra cui Igino Righetti, dalla Fuci nacque il Movimento laureati di Azione cat

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 547

Brano: [...]ducibili). In certi periodi raggiunse tirature di 12.000 copie e continuò ad apparire regolarmente tino al febbraio 1935.

Ad “Avanguardia” si aggiunsero dal 1927 vari altri giornali prodotti clandestinamente da gruppi di giovani, per lo più a diffusione locale: Il Galletto Rosso (v.), Il Fanciullo Proletario (v.), Caserma (v.), Giovin Guardia (v.) a Milano, Il Goliardo Rosso (prodotto da un gruppo di studenti universitari comunisti a Torino), La Fiaccola a Genova, Gioventù Rossa a Novara, La Voce della Gioventù a Biella, La Recluta nel Veneto, e altri ancora. Dal 1927 al 1943 non vi sarà anno giudiziario che non vedrà processati e pesantemente colpiti dal Tribunale speciale giovani diffusori di “Avanguardia” e delle altre pubblicazioni ricordate (v. Giornali antifascisti).

Per citare un significativo esempio, il 12.11. 1927 due fidanzati ventenni venivano condannati a 18 anni di reclusione ciascuno per diffusione di stampa clandestina (v. Graziano Marino è Rossetti Giorgina). Quanto alla durezza delle carcerazioni, basti ricordare l[...]

[...]icordate (v. Giornali antifascisti).

Per citare un significativo esempio, il 12.11. 1927 due fidanzati ventenni venivano condannati a 18 anni di reclusione ciascuno per diffusione di stampa clandestina (v. Graziano Marino è Rossetti Giorgina). Quanto alla durezza delle carcerazioni, basti ricordare la morte di alcuni giovani comunisti in stato di arresto o di reclusione: Berardo D’Antonio (v.), Gastone Sozzi (v.), Egidio Proverà e altri.

Alla fine del 1927 si tenne clandestinamente la II Conferenza della F.G.C.I., nella quale si denunciò che, in 6 anni di vita dell’organizzazione, ben 3.000 giovani comunisti erano stati rinchiusi in carcere o mandati al confino. Oltre 2.000 attivisti erano stati costretti a espatriare e si trovavano sparsi per il mondo nell’emigrazione. Nel maggio 1927 gli iscritti erano circa 3.000. La Conferenza esaminò il lavoro compiuto in un anno di completa illegalità e ribadì l’orientamento a promuovere l’attività per estendere l’organizzazione fra i giovani operai nelle officine e anche fra i giovani contadini, dato che “Avanguardia” veniva diffusa in un numero di copie[...]

[...] e si trovavano sparsi per il mondo nell’emigrazione. Nel maggio 1927 gli iscritti erano circa 3.000. La Conferenza esaminò il lavoro compiuto in un anno di completa illegalità e ribadì l’orientamento a promuovere l’attività per estendere l’organizzazione fra i giovani operai nelle officine e anche fra i giovani contadini, dato che “Avanguardia” veniva diffusa in un numero di copie di 5 o 6 volte superiore rispetto al numero degli iscritti.

Alla fine del 1927 gli iscritti alla F.G.C.I. erano ulteriormente diminuiti e nel corso dell’anno i diri

genti giovanili erano stati fra i più bersagliati dalla polizia fascista: 829 gii arrestati, di cui 47 condannati dal Tribunale speciale a complessivi 352 anni di reclusione. A Torino era stata scoperta la sede centrale della F.G.C.I. ed erano stati catturati vari dirigenti.

La “svolta” (192832)

Fin dal 1923 era emerso tra i dirigenti dei giovani il biellese Pietro Secchia (v.) membro del Comitato centrale e segretario della Federazione milanese della F.G.C.I., poi di quella torinese. Collaborando in Milano alla “Voce della Gioventù”, egli si era trovato in piena sintonia con Longo, sia nella fase “bordighiana” che nel distacco dal leader napoletano avvenuto nel 1925 al Congresso di Lione. Pur aderendo in generale alle posizioni di Gramsci, Longo e Secchia criticavano la « eccessiva fiducia nella legalità costituzionale » dimostrata dal nuovo gruppo dirigente del P.C.d’I. (GramsciTascaTogliatti) e, nel 1926, essi videro nella drastica involuzione totalitaria del governo fascista la piena conferma della validità del loro giudizio.

Nel novembre 1926 Longo sfuggì all’arresto grazie al fatto che si trovava a Mosca, essendo stato designato rappresentante della F.G.C.I. nell’Esecutivo [...]

[...]alle posizioni di Gramsci, Longo e Secchia criticavano la « eccessiva fiducia nella legalità costituzionale » dimostrata dal nuovo gruppo dirigente del P.C.d’I. (GramsciTascaTogliatti) e, nel 1926, essi videro nella drastica involuzione totalitaria del governo fascista la piena conferma della validità del loro giudizio.

Nel novembre 1926 Longo sfuggì all’arresto grazie al fatto che si trovava a Mosca, essendo stato designato rappresentante della F.G.C.I. nell’Esecutivo del K.I.M., mentre Secchia era in patria e, avendo finito da poco di scontare 10 mesi di carcere, non esitò a passare nella clandestinità. All’indomani dell’entrata in vigore delle Leggi eccezionali i due si trovarono a condurre insieme la lotta alla testa dell'organizzazione giovanile: Longo si stabilì a Parigi, come responsabile del Centro estero della F.G.C.I., mentre Secchia rimase in Italia divenendo il principale organizzatore della rete clandestina della Federazione giovanile (di cui Dozza era sempre ufficialmente il segretario). Viaggiando da una città all’altra sotto lo pseudonimo di Botte (dal nome di Ottavio Bottecchia, un popolare campione ciclista ucciso dagli squadristi nel 1927), con straordinario dinamismo Secchia mise in piedi un’efficiente organizzazione e, in piena intesa con Longo, le impresse grande slancio sia sul piano propagandistico sia preparando i giovani ad affrontare il fascismo anche con le armi.

Quest’ultimo orientamento non era però in linea con le posizioni allora dominanti nella Terza Internazionale guidata da Buch[...]

[...]cchia, un popolare campione ciclista ucciso dagli squadristi nel 1927), con straordinario dinamismo Secchia mise in piedi un’efficiente organizzazione e, in piena intesa con Longo, le impresse grande slancio sia sul piano propagandistico sia preparando i giovani ad affrontare il fascismo anche con le armi.

Quest’ultimo orientamento non era però in linea con le posizioni allora dominanti nella Terza Internazionale guidata da Bucharin (v.) e, alla fine del 1927, venne criticato da

Togliatti (rimasto con Tasca a dirigere il vertice del partito, essendo Gramsci in carcere) come espressione di un « estremismo di sinistra » e di un residuale « bordighismo ». Nondimeno nel gennaio

1928, dopo la Conferenza di Basilea (v.), dati i suoi indiscussi meriti Secchia venne nominato segretario della F.G.C.I. in sostituzione di Dozza passato al lavoro di partito.

Con la successiva vittoria di Stalin (v.) su Bucharin, nel 1929 si ebbe nell’internazionale una “svolta” e la linea combattiva adottata dai giovani non fu più criticata, anzi venne adottata dall’intero partito.

La F.G.C.I., che già da tempo andava proponendo di formare gruppi armati di « giovani arditi antifascisti », in occasione del Primo Maggio 1929 suggerì su “Avanguardia” di « marciare in squadre di giovani nelle strade per rompere i vetri dei caffè lussuosi e la testa dei signori nei bar ». Agli operai dava analoghe istruzioni: « Rompete i vetri delle officine, sabotate la produzione, bastonate i padroni, i direttori di officina, i capi fascisti ». In occasione del Primo Maggio 1930 parlerà di « alba della guerra civile ».

Per costituire un Centro interno della F.G.C.I. furono stanziati fondi (5[...]

[...]ione del Primo Maggio 1929 suggerì su “Avanguardia” di « marciare in squadre di giovani nelle strade per rompere i vetri dei caffè lussuosi e la testa dei signori nei bar ». Agli operai dava analoghe istruzioni: « Rompete i vetri delle officine, sabotate la produzione, bastonate i padroni, i direttori di officina, i capi fascisti ». In occasione del Primo Maggio 1930 parlerà di « alba della guerra civile ».

Per costituire un Centro interno della F.G.C.I. furono stanziati fondi (50.000 lire) e per meglio organizzare le lotte furono inviati in Italia numerosi giovani funzionari, ma gran parte di essi caddero nella rete della polizia fascista insieme a centinaia di attivisti mobilitati nelle varie provincie. Nel solo anno 1931 si avranno 151 « minori » processati dal Tribunale speciale (su 854 processati complessivi, di cui 699 erano gli adulti e 4 le donne), ma il numero dei “giovani” era assai superiore a quello dei minorenni. Fra i caduti era lo stesso Secchia, arrestato a Torino nell’aprile 1931 e condannato nel dicembre a oltre 17 an[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 66

Brano: [...]rono clandestinamente a Milano (tra loro vi erano comunisti, socialisti e sindacalisti indipendenti), per sconfessare l’arbitraria decisione dei riformisti e per rivolgere un appello ai lavoratori, affermando che la C.G.L continuava, sotto una nuova direzione, a vivere e a combattere contro il fascismo. Il nuovo organismo dirigente si rivolse anche ad Amsterdam per essere riconosciuto come legittimo rappresentante della C.G.L., ma i dirigenti della F.S.I. ne rifiutarono il riconoscimento. Quantunque la C.G.L. pubblicasse clandestinamente il giornale confederale Battaglie Sindacali, sviluppasse in Italia una intensa attività di agitazione, organizzasse scioperi contro il padronato e il fascismo, Amsterdam preferì riconoscere come unici e validi rappresentanti della C.G.L. Bruno Buozzi e alcuni altri sindacalisti riformisti in esilio a Parigi. Nel luglio 1929 i dirigenti della C.G.L. operante in Italia decisero così di organizzare a Marsiglia una conferenza, alla quale parteciparono, in maggioranza, delegati venuti clandestinamente dall’Ita[...]

[...]la C.G.L. operante in Italia decisero così di organizzare a Marsiglia una conferenza, alla quale parteciparono, in maggioranza, delegati venuti clandestinamente dall’Italia. Preso atto deM’impossibilità di ottenere il riconoscimento da parte di Amsterdam, la conferenza, richiamandosi anche alla lontana mozione di Livorno, decise di preparare l’adesione della C.G.L. alla I.S.R., ciò che avvenne dopo una successiva conferenza tenutasi a Zurigo.

La F.S.I., il fascismo e la guerra

L’atteggiamento della F.S.I. nei confronti del fascismo e della guerra non può certo essere definito di aperta opposizione, e tanto meno di lotta. Infatti Amsterdam si rifiutò sempre di riconoscere e sostenere i sindacati di ispirazione socialista che operavano clandestinamente in Italia e lottavano contro il fascismo. Quando, nel 1933, Hitler conquistò il potere, i dirìgenti dei sindacati tedeschi aderenti alla F.S.i. decisero di abbandonare l'Internazionale, consumando così un atto di gratuito servilismo verso il nazismo, che non varrà a salvare il movimento operaio tedesco, e neppure le loro persone (infatti quasi tutti i dirigenti sindacali vennero inviati nei campi di concentramento). Neppure allora partì mai da Amsterdam una sola parola di biasimo o di condanna del na

zismo, che suonasse incoraggiamento a coloro che intendevano continuare la lotta contro di esso; come pure non si levò mai un appello ai lavoratori, per incitarli alla lotta contro l’aggressione fascista in Etiopia, o contro l’in[...]

[...]mento). Neppure allora partì mai da Amsterdam una sola parola di biasimo o di condanna del na

zismo, che suonasse incoraggiamento a coloro che intendevano continuare la lotta contro di esso; come pure non si levò mai un appello ai lavoratori, per incitarli alla lotta contro l’aggressione fascista in Etiopia, o contro l’intervento nazifascista in Spagna, o contro l’invasione dell’Austria, poi della Cecoslovacchia, e così via.

All’interno della F.S.I. si vennero però via via formando correnti di sinistra le quali, a un certo momento, parteciparono ad azioni unitarie contro il fascismo e contro la guerra; e, in seguito, anche alla resistenza armata. Questa graduale evoluzione creò le condizioni per giungere, nel febbraio 1945, a una conferenza sindacale unitaria a Londra, che gettò le basi di un’unica Federazione Sindacale Mondiale (v.). Dopo la capitolazione della Germania nazista, si tenne infatti a Parigi (25.9.1945) il primo congresso costitutivo della F.S.M. che, aH’unanimità, ne approvò il programma. Di conseguenza, l’Internazion[...]

[...]i, a un certo momento, parteciparono ad azioni unitarie contro il fascismo e contro la guerra; e, in seguito, anche alla resistenza armata. Questa graduale evoluzione creò le condizioni per giungere, nel febbraio 1945, a una conferenza sindacale unitaria a Londra, che gettò le basi di un’unica Federazione Sindacale Mondiale (v.). Dopo la capitolazione della Germania nazista, si tenne infatti a Parigi (25.9.1945) il primo congresso costitutivo della F.S.M. che, aH’unanimità, ne approvò il programma. Di conseguenza, l’Internazionale di Amsterdam dovette sciogliersi.

La realizzata unità del movimento sindacale non durò però a lungo; la rottura del fronte antifascista internazionale e l’inizio della guerra fredda ebbero deleterie conseguenze anche in questo campo. L’azione scissionista venne condotta soprattutto dalle grandi organizzazioni sindacali americane (Federazione Americana del Lavoro e C.I.O.) e dalle Trade Uniohs britanniche. La F.A.L., che mai aveva voluto aderire alla F.S.M., cominciò ad attaccarla daH’esterno, in Francia, in I[...]

[...]mma. Di conseguenza, l’Internazionale di Amsterdam dovette sciogliersi.

La realizzata unità del movimento sindacale non durò però a lungo; la rottura del fronte antifascista internazionale e l’inizio della guerra fredda ebbero deleterie conseguenze anche in questo campo. L’azione scissionista venne condotta soprattutto dalle grandi organizzazioni sindacali americane (Federazione Americana del Lavoro e C.I.O.) e dalle Trade Uniohs britanniche. La F.A.L., che mai aveva voluto aderire alla F.S.M., cominciò ad attaccarla daH’esterno, in Francia, in Italia, neH’America Latina e altrove, per provocare defezioni. Il C.I.O. e le T.U. operavano invece all’interno degli organi centrali della F.S.M., minandone l’efficienza. Dopo aver inutilmente tentato di fare approvare dalla F.S.M. il piano Marshall (v.), di fronte al fallimento di questa loro iniziativa e di altre analoghe, gli inglesi proposero all’esecutivo, nel gennaio 1949, di sospendere l’attività della F.S.M., in « attesa di una situazione più favorevole ». Respinta questa proposta dall’esecutivo, le T.U., il C.I.O. e le N.V.V. olandesi abbandonarono la F.S.M.. Nel dicembre 1949 le suddette organizzazioni hanno dato vita, a Londra, a una Confederazione Internazionale dei Sindacati Liberi (C.I.S.L.), cui hanno aderito anche le organizzazioni sindacali scissioniste degli altri paesi.

C.Gh.

Anarchici

Il movimento anarchico, che esercitò una forte influenza sulle prime forme di organizzazione del movimento operaio in Italia, è legato principalmente ai nomi di Michele Bakunin, Carlo Cafiero, Andrea Costa, Errico Mal atesta, F. Saverio Merlino e Pietro Gori (si vedano le rispettive voci). Il movimento appare in Italia verso la fine degli an[...]

[...]i (C.I.S.L.), cui hanno aderito anche le organizzazioni sindacali scissioniste degli altri paesi.

C.Gh.

Anarchici

Il movimento anarchico, che esercitò una forte influenza sulle prime forme di organizzazione del movimento operaio in Italia, è legato principalmente ai nomi di Michele Bakunin, Carlo Cafiero, Andrea Costa, Errico Mal atesta, F. Saverio Merlino e Pietro Gori (si vedano le rispettive voci). Il movimento appare in Italia verso la fine degli anni sessanta del secolo scorso, trovando nelle plebi rurali più arretrate la naturale base sociale della propria affermazione. La prima organizzazione anarchica italiana fu l'Alleanza Internazionale della Democrazia Socialista, fondata da Bakunin nel 1868, e nell agosto del 1872 sorse a Rimini la Federazione Italiana dell’Associazione dei Lavoratori, che si dichiarò indipendente dal Consiglio di Londra della I Internazionale. II mese successivo, al Congresso de L’Aja, l’Internazionale espulse gli anarchici, per l’azione disgregatrice da essi condotta nelle file del movimento operaio.

I principi dell’anarchismo

G(f anarchici negano che vi sia una classe più rivoluzionaria di un’altra, giacché chiunque lotti per liberarsi dallo sfruttamento economico e dall’oppressione politica o religiosa è rivoluzionario allo stesso titolo. Non soltanto nel secolo scorso, ma

Errico Malatesta
[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 558

Brano: [...].

F.I.V.L.

Federazione italiana volontari della libertà. Associazione costituita da partigiani di orientamento democristiano e liberale, le cui correnti si staccarono dall’A.N.P.I. (v.) in occasione del primo Congresso nazionale della stessa (Roma, dicembre 1947) per dare vita a una Federazione separata.

Fondata a Milano il 22.3.1948 e riconosciuta Ente Morale con decreto del Presidente della Repubblica n. 430 del 16.4.1948, attualmente la F.I.V.L. annovera 31 Associazioni, di cui 27 a carattere provinciale, 2 regionali e 2 nazionali, costituite da partigiani, patrioti, combattenti della campagna di liberazione e reduci dai campi di deportazione, aventi tutte uno Statuto non contrastante con quello federale che definisce la F.I.V.L. come « organizzazione politica, non partitica» (art. 3). Compito fondamentale della Federazione è « salvaguardare lo spirito della Resistenza, valorizzandone il patrimonio morale, mantenendo fede agli ideali di libertà, di democrazia, di giustizia e di civiltà propugnati nella lotta di liberazione ». Sono organi della Federazione il Consiglio federale, la Giunta esecu

tiva, la Presidenza, il Collegio sindacale. La F.I.V.L. ha pubblicato due quindicinali: Patria e Libertà (direttore responsabile Gino De Sanctis) ed Europa Libera (direttore responsabile Aurelio Ferrando Scrivia), nonché varie opere sulla Resistenza.

I presidenti della F.I.V.L.

Nel 1948 venne eletto presidente della Federazione il generale Raffaele Cadorna (v.) che nel 1960, nel momento in cui stava per dare il suo voto al Senato in appoggio al governo di centrodestra Tambroni (v.), coerentemente si dimise dalla presidenza dell’associazione partigiana.

Subentrò al Cadorna Enrico Mattei (v.), già capo riconosciuto delle formazioni partigiane della D.C., che mantenne l’incarico fino al giorno della sua tragica scomparsa (ottobre 1962). Gli subentrò il liberale Mario Argenton (v.), durante la cui presidenza (196366) la F.I.V.L., attraverso il suo quindicinale, svolse una efficiente campagna in favore dell’[...]

[...]nel momento in cui stava per dare il suo voto al Senato in appoggio al governo di centrodestra Tambroni (v.), coerentemente si dimise dalla presidenza dell’associazione partigiana.

Subentrò al Cadorna Enrico Mattei (v.), già capo riconosciuto delle formazioni partigiane della D.C., che mantenne l’incarico fino al giorno della sua tragica scomparsa (ottobre 1962). Gli subentrò il liberale Mario Argenton (v.), durante la cui presidenza (196366) la F.I.V.L., attraverso il suo quindicinale, svolse una efficiente campagna in favore dell’unità europea e rilanciò i circoli giovanili “Europa Libera”.

Nel 1966 venne eletto presidente la Medaglia d’oro Aurelio Ferrando (v.) che, fondatore della F.I.V.L. con Mattei e segretario della stessa dal 1948, ne sarà presidente dal 1966 al 1972 e poi vicepresidente accanto al democristiano Paolo Emilio Taviani (v.) che già presiedeva il Circolo di cultura milanese “Giancarlo Puecher” (196677). Eletto presidente nel maggio 1972, il noto studioso e statista ligure è tuttora alla testa della F.I.V.L., da lui guidata durante le vicende politiche di quest’ultimo quindicennio con spirito unitario nei confronti delle altre organizzazioni della Resistenza italiana.

Flamini, Giulio Cesare

Ufficiale dell’Esercito.

Ferito in combattimento e mutilato, I'8.9.1943 si trovava degente in un ospedale militare. Datosi alla macchia nel Trentino, dai primi di ottobre al febbraio 1944 organizzò un servizio di informazioni militari collegato a C. Lodovico Ragghianti del Partito d’Azione, finché fu catturato dai tedeschi che lo internarono a Fossoli.

Successivamente fu destinato alla depor[...]

[...]nviato dal C.L.N.A.I. a Brescia come capo di stato maggiore delle forze partigiane locali. Svolse tale ruolo fino alla liberazione della città e, nel luglio 1945, riprese servizio nell’Esercito.

Fior, Silvio

N. a Merano (Bolzano) il 19.4.1903; tipografo.

Figlio di un muratore ed esponente sindacale socialista trasferitosi nel

1913 a Vienna, aderì all’organizzazione giovanile del Partito socialista austriaco.

Rientrato nel 1919 con la famiglia a Trento (dove il padre Silvio era stato eletto deputato del P.S.I.), lavorò presso varie tipografie a Trento e a Bolzano. Nel 1924 aderì al Partito comunista. Svolgeva intanto anche lavoro sindacale nella Federazione italiana dei lavoratori del libro e continuò tale attività fino al 1926, quando per non rimanere vittima di aggressioni fasciste, assai virulente in quelle province di nuova annessione all’Italia, tornò a Vienna.

Nella capitale austriaca lavorò presso la tipografia del quotidiano socialista “Worwàrts”, mantenendosi in contatto con il Centro estero del P.C.d’I., del cui apparato clandestino entrò a far parte nel 1932. Fu quindi inviato a Mosca a frequentare l’Università leninista e lavorò poi come traduttore presso la Tipografia internazionale. Qualche anno dopo passò in Francia, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 552

Brano: Appendice
mo luogo) e preoccupazioni sulla natura esclusivamente propagandistica del Partito socialista, destinate a riproporsi nell’immediato dopoguerra.
Il dibattito sul problema del rapporto tra socialismo e cultura metteva capo, in questo senso, a una discussione più generale sul carattere e sulla fisionomia del partito rivoluzionario, sulla sua strategia e sui suoi legami di massa. L’“estremismo economicista” di Bordiga e raopportunismo culturista” di Tasca rappresentavano le due facce di una comune riflessione, appena avviata in quegli anni, sulle possibili strade di rinnovamento del socialismo italiano. Allorché, con lo scoppio della guerra mondiale, nell’estate del 1914 i partiti operai dei paesi coinvolti nel conflitto votarono i crediti di guerra insieme ai rispettivi governi nazionali, la Seconda Internazionale (v.) precipitò in una irreversibile crisi, ma in quel contesto il P.S.[...]

[...]e potuto disporre di dieci mesi di neutralità e il non essere stato costretto alla scelta drammatica e repentina imposta ai socialisti dei paesi entrati in guerra nell'agosto del '14 » (G.M. Il socialismo nella storia d’Italia, Bari, Laterza, 1970, pag. 390).
Fra le ragioni di fondo che concorsero nella relativa compattezza del P.S.I. contro la guerra, un posto particolare deve essere riservato alla tradizione antimilitarista che in particolare la Federazione giovanile aveva trasmesso e diffuso in tutto il corpo militante socialista, fino a farla diventare parte integrante di un patrimonio di memoria storica comune.
Non mancarono nemmeno nella F. G.S.I. defezioni clamorose, come quella del segretario politico della Federazione Lido Caiani che seguì Benito Mussolini al “Popolo d'Italia”, ma si trattava di posizioni isolate: solo nella sezione giovanile di Milano si raccolse una minoranza favorevole all'entrata in guerra dell’Italia e che, verso la fine di novembre del 1914, uscì dall'organizzazione per costituire un Fascio d'azione interventista. Tra i casi di dissidenza interventista furono quelli di un membro del C.C. della Fe
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AMEDEO CATANESI
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Cartolina commemorativa per il segretario della F.G.S.I.
Amedeo Catanesi caduto in guerra nel luglio 1917
derazione toscana e uno del C.C. del circolo di Alessandria. Votarono invece mozioni antimussoliniane le sezioni di Sampierdarena, Imola, Ravenna, Faenza, Siena, San Giovanni Valdarno, Napoli, Sassari, Castelfiorentino, Catania, Forlì, Alessandria, Pistoia, Rovigo, Osimo. Il 6 dicembre il Circolo giovanile di Roma chiese l’espulsione del Caiani, ma si opposero i circoli di Reggio Emilia, Schio, Cremona. Il Comitato nazionale della F.G.S.I. riunito il 12 dicembre respingerà la proposta di espulsione e accetterà le dimissioni di Caiani d[...]

[...] nel luglio 1917
derazione toscana e uno del C.C. del circolo di Alessandria. Votarono invece mozioni antimussoliniane le sezioni di Sampierdarena, Imola, Ravenna, Faenza, Siena, San Giovanni Valdarno, Napoli, Sassari, Castelfiorentino, Catania, Forlì, Alessandria, Pistoia, Rovigo, Osimo. Il 6 dicembre il Circolo giovanile di Roma chiese l’espulsione del Caiani, ma si opposero i circoli di Reggio Emilia, Schio, Cremona. Il Comitato nazionale della F.G.S.I. riunito il 12 dicembre respingerà la proposta di espulsione e accetterà le dimissioni di Caiani dalla carica di segretario politico. Il Comitato nazionale della F.G.S.I., riunitosi a Bologna il 25.10.1914, approvò all’unanimità l’ordine del giorno presentato da Bordiga, « ritenendo che il movimento socialista debba seguitare ad ispirarsi alle direttive di avversione ideale e pratica ad ogni guerra »».
Prima guerra mondiale
Con l’entrata in guerra, gli spazi di iniziativa politica si restrinsero drasticamente. “L'Avanguardia” fu imbiancata all'80% dalla censura e ogni manifestazione di dissidenza venne duramente repressa. Il 10.9. 1916 due terzi dei membri del Comitato nazionale della F.G.S.I. furono arrestati mentre si stavano stampando clandestiname[...]

[...]iorno presentato da Bordiga, « ritenendo che il movimento socialista debba seguitare ad ispirarsi alle direttive di avversione ideale e pratica ad ogni guerra »».
Prima guerra mondiale
Con l’entrata in guerra, gli spazi di iniziativa politica si restrinsero drasticamente. “L'Avanguardia” fu imbiancata all'80% dalla censura e ogni manifestazione di dissidenza venne duramente repressa. Il 10.9. 1916 due terzi dei membri del Comitato nazionale della F.G.S.I. furono arrestati mentre si stavano stampando clandestinamente 4.000 volantini dedicati a promuovere una giornata Internazionale di lotta per la pace. Al processo, svolto per di
rettissima nel novembre dello stesso anno, risultò evidente il tentativo del governo di trovare all’interno del paese un capro espiatorio per giustificare gli insuccessi militari registrati al fronte e Italo Toscani, direttore dell’"Avanguardia” fu condannato a 6 anni di reclusione.
La F.G.S.I. riuscì comunque a collaborare attivamente al processo di rifondazione dell'Intemazionale giovanile che lo stesso Leni[...]

[...]ati mentre si stavano stampando clandestinamente 4.000 volantini dedicati a promuovere una giornata Internazionale di lotta per la pace. Al processo, svolto per di
rettissima nel novembre dello stesso anno, risultò evidente il tentativo del governo di trovare all’interno del paese un capro espiatorio per giustificare gli insuccessi militari registrati al fronte e Italo Toscani, direttore dell’"Avanguardia” fu condannato a 6 anni di reclusione.
La F.G.S.I. riuscì comunque a collaborare attivamente al processo di rifondazione dell'Intemazionale giovanile che lo stesso Lenin seguiva con attenzione. Con la conferenza internazionale della Pasqua 1915 questa forza non irrilevante (circa
56.000 affiliati nelle diverse regioni d'Europa) iniziò a muovere i primi passi: fu nominato un Bureau con sede a Zurigo (presieduto dal segretario danese Willy Munzenberg) e venne pubblicata la rivista “Jugendlnternationale” con tiratura di
70.000 copie e con edizioni in lingua tedesca, danese, italiana.
Gli anni di guerra spostarono progressivamente a sin[...]

[...] iniziò a muovere i primi passi: fu nominato un Bureau con sede a Zurigo (presieduto dal segretario danese Willy Munzenberg) e venne pubblicata la rivista “Jugendlnternationale” con tiratura di
70.000 copie e con edizioni in lingua tedesca, danese, italiana.
Gli anni di guerra spostarono progressivamente a sinistra il baricentro dell’organizzazione giovanile e l’influenza di Bordiga divenne sempre più forte. L'8.4.1917 il Comitato nazionale della F.G.S.I. decise di compilare una “Memoria” per la Direzione del P.S.I.. Firmato dall’allora segretario politico Nicola Cilla, il documento muoveva da due constatazioni di fondo: quefla della divisione di fatto del Partito socialista in « due mentalità opposte » (una collaborazionista e una anticollaborazionista) e quella della sostanziale e conseguente paralisi del partito, quindi rivolgeva alla Direzione del P.S.I. un appello a prendere apertamente la testa del movimento spontaneo di opposizione alla guerra:
« A tale fine noi ci permettiamo di prospettare il seguente programma di orientamento[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 550

Brano: Appendice

la gioventù ha aggravato gli errori del Partito. Annebbiamento della funzione della gioventù operaia e lavoratrice. Tendenze opportunistiche'! ntellettualistiche che hanno preso il sopravvento nel nostro lavoro giovanile. Mancanza di un lavoro educativo democratico dei giovani comunisti e simpatizzanti ».

Da parte sua, il segretario Negarville confermerà, ammettendo esplicitamente di aver incoraggiato una « tendenza liquidazionista » della F.G.C.I. (da P. Spriano, cit, pp. 25455).

Allorché, nell'agosto 1938, il Comitato centrale del P.C.d’I. venne sciolto di fatto dall'Internazionale, il processo di dissoluzione della F.G.C.I. in quanto organizzazione centralizzata era cosa compiuta. Nel 1936, a rappresentare il partito nella F.G. C.l. era stato chiamato Emilio Sereni (v.) che nel 1937, durante un suo viaggio a Mosca, fu addirittura arrestato e condannato a morte. Potè scampare all’esecuzione, ma venne poi escluso dall'apparato.

Nel 1938, in una relazione ufficiale di Giuseppe Berti, responsabile della nuova segreteria del P.C.d’I., la situazione della gioventù veniva giudicata « molto grave » e Sereni accusato di aver presentato al K.I.M. una situazione della F.G.C.I. ottimistica, « che non corrispondeva alla realtà ».

Secondo Berti, « il solo quadro giovanile che si fa vivo ogni tanto è Aldo (Giosuè Casati) di Milano, che però è legato a degli elementi sospetti e quindi non ce ne possiamo servire [...] si dice che ci siano degli studenti a tendenze genericamente antifasciste, non abbiamo notizie di altro ». E Berti concludeva: « In realtà, bisognerà cominciare ex novo il lavoro per quanto concerne la Federazione giovanile » (P. Spriano, cit., p. 284).

Le successive vicende internazionali, l’invasione della Francia e la diaspora dei superstiti[...]

[...].G.C.I. ottimistica, « che non corrispondeva alla realtà ».

Secondo Berti, « il solo quadro giovanile che si fa vivo ogni tanto è Aldo (Giosuè Casati) di Milano, che però è legato a degli elementi sospetti e quindi non ce ne possiamo servire [...] si dice che ci siano degli studenti a tendenze genericamente antifasciste, non abbiamo notizie di altro ». E Berti concludeva: « In realtà, bisognerà cominciare ex novo il lavoro per quanto concerne la Federazione giovanile » (P. Spriano, cit., p. 284).

Le successive vicende internazionali, l’invasione della Francia e la diaspora dei superstiti dirigenti dell’emigrazione comunista italiana resero irreversibile il processo di dissoluzione di ciò che restava della F.G.C.I.. Allorché, il 15.5.1943, con

lo scioglimento del Comintern, sparì automaticamente anche il K.I.M., di cui la F.G.C.I. era la Sezione italiana, venne formalizzata un’estinzione che, nei fatti, risaliva a diversi anni prima.

La situazione in Italia

Mentre la F.G.C.I. andava estinguendosi, la situazione italiana era in movimento e ricca di fermenti. Dall’inizio della Seconda guerra mondiale gruppi di giovani operavano autonomamente “fuori” del fascismo e in opposizione al regime (v.

Antifascismo giovanile organizzato). Tra questi non mancavano certo quelli di ispirazione comunista, ma a differenza di altre forze che cercarono subito un’articolazione su scala nazionale, come ad esempio il Movimento liberalsocialista (v.), le repressioni subite, la mentalità settaria e le tradizionali modalità organizzative del partito impedivano ai comunisti di co[...]

[...]romani, ma altri ne erano sorti a Padova per iniziativa di Eugenio Curiel (v.), a Milano intorno al movimento artisticoculturale di Corrente (v.) e nella Marsica (v.), per non parlare dei tanti giovani individualmente impegnati a vari livelli, in diverse provincie, nel lavoro clandestino di partito.

Dopo I'8.9.1943, durante la Guerra di liberazione, nelle regioni del Nord occupate dai tedeschi i dirigenti comunisti rinunciarono a ricostituire la F.G.C.I. e decisero di dar vita invece (novembre 1943) al Fronte della Gioventù (v.), organizzazione unitaria di tutti i giovani antifascisti dei partiti aderenti al Comitato di liberazione nazionale.

Nel giugno 1944, appena liberata Roma, per decisione di Togliatti fu costituito nella Capitale il Movimento giovanile comunista che ebbe come primo dirigente Enrico Berlinguer. Nel luglio 1945 questo movi

mento verrà sciolto e i suoi aderenti confluiranno nel Fronte della Gioventù che, però, a sua volta, si estinguerà nel 1948, anche in seguito alla defezione dei giovani liberali e democrist[...]

[...]ma, per decisione di Togliatti fu costituito nella Capitale il Movimento giovanile comunista che ebbe come primo dirigente Enrico Berlinguer. Nel luglio 1945 questo movi

mento verrà sciolto e i suoi aderenti confluiranno nel Fronte della Gioventù che, però, a sua volta, si estinguerà nel 1948, anche in seguito alla defezione dei giovani liberali e democristiani (1947).

Nel marzo 1949 il Comitato centrale del P.C.I. deciderà di ricostituire la Federazione giovanile comunista italiana che, nell'aprile 1950, terrà a Livorno il suo Congresso costitutivo, denominato XII Congresso per stabilire un rapporto di continuità con la vecchia Federazione.

Enrico Berlinguer, designato segretario della nuova F.G.C.I., nella sua relazione introduttiva potrà annunciare: « Il nostro Centro nazionale è arrivato a distribuire 418.890 tessere [...] e gli iscritti sono raggruppati in 6.371 sezioni e 9.178 cellule » (Cfr. Enrico Berlinguer, Collana “Documenti”, Edizioni l’Unità S.p.A., Roma 1985, p, 43),

G.Mag. E.Ni.

Federazione giovanile sociali[...]

[...]6.371 sezioni e 9.178 cellule » (Cfr. Enrico Berlinguer, Collana “Documenti”, Edizioni l’Unità S.p.A., Roma 1985, p, 43),

G.Mag. E.Ni.

Federazione giovanile socialista italiana

F.G.S.I. Organizzazione politica costituita il 25.3.1907 e sciolta di fatto dalle Leggi eccezionali fasciste del novembre 1926. Gran parte di essa si era peraltro trasformata, fin dal gennaio 1921, in Federazione giovanile comunista d'Italia (v.).

Origini

La F.G.S.I. nacque da una scissione

Membri di un circolo del Movimento giovanile comunista di Tivoli (Roma) durante una manifestazione del 1944

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550



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 305

Brano: Federzoni, Luigi

dogli armi e altri cospicui aiuti nel miraggio di condizionarlo a sinistra; le sue navi batterono la bandiera rossa della Reggenza del Carnaro. Nel gennaio 1920, in concomitanza con lo sciopero generale dei ferrovieri, tre navi controllate dalla Federazione si tennero nelle acque di Ancona per sostenere attesi moti insurrezionali concordati tra Giuli etti, D’Annunzio e l’anarchico Errico Malatesta.

L'appoggio alla Rivoluzione sovietica

La F.N.L.M., nella quale militavano anche numerosi anarchici, appoggiò d’altra parte la Russia Sovietica nei primi anni dopo la Rivoluzione, tra l’altro dirottando su Fiume (settembre 1919) la nave Persia con un carico d’armi originariamente destinato agli eserciti bianchi. Nel maggio 1920 partecipò ufficialmente al cosiddetto Convegno Rosso per la difesa della Russia dei Soviet (a quella iniziativa presero parte il Sindacato Ferrovieri, la C.G.I.L., I’U.S.l. il P.S.I., VUnione Comunista Anarchica, il P.R.I., VAvanti! e Umanità Nuova). Nello stesso mese di maggio i lavoratori aderenti alla Federaz[...]

[...] l’altro dirottando su Fiume (settembre 1919) la nave Persia con un carico d’armi originariamente destinato agli eserciti bianchi. Nel maggio 1920 partecipò ufficialmente al cosiddetto Convegno Rosso per la difesa della Russia dei Soviet (a quella iniziativa presero parte il Sindacato Ferrovieri, la C.G.I.L., I’U.S.l. il P.S.I., VUnione Comunista Anarchica, il P.R.I., VAvanti! e Umanità Nuova). Nello stesso mese di maggio i lavoratori aderenti alla Federazione del Mare bloccarono nel porto di Genova una nave russa controllata dai controrivoluzionari e, a Taranto, quattro rimorchiatori destinati a partire per la Romania. Nel giugno furono fermati il piroscafo P. Calvi e la nave russa Produgol, battente bandiera zarista, proveniente dall’Inghilterra. Nel settembre

1920, durante l’occupazione delle fabbriche (v.), la Federazione sequestrò di fatto la nave zarista Rodosti, ancorata nel porto di Genova, mettendola a disposizione del governo sovietico.

Nel marzo 1921 i lavoratori del mare sostennero con la loro lotta lo sciopero della fame iniziato da Malatesta che si trovava in carcere dall’ottobre precedente. Quando si ebbe l'eccidio del Teatro Diana (v.) che fornì un pretesto alla repressione contro le tendenze anarchiche, la F.N.L.M. venne coinvolta nella speculazione autoritaria: le grandi compagnie di navigazione e le società armatoriali, prontamente schieratesi con il fascismo « a difesa dell’ordine », misero in atto azioni di rivalsa, il cui fine non era altro che di restaurare le antiche condizioni di sfruttamento nel settore.

Sotto il fascismo

Alla vigilia della marcia su Roma, uno degli elementi della tattica di Mussolini fu di tenere neutrali i lavoratori marittimi e di non perde

re in D’Annunzio — che ne costituiva, con la F.N.L.M., il tramite — un alleato. Altro elemento fu quel

lo di non porr[...]

[...]nie di navigazione e le società armatoriali, prontamente schieratesi con il fascismo « a difesa dell’ordine », misero in atto azioni di rivalsa, il cui fine non era altro che di restaurare le antiche condizioni di sfruttamento nel settore.

Sotto il fascismo

Alla vigilia della marcia su Roma, uno degli elementi della tattica di Mussolini fu di tenere neutrali i lavoratori marittimi e di non perde

re in D’Annunzio — che ne costituiva, con la F.N.L.M., il tramite — un alleato. Altro elemento fu quel

lo di non porre subito in modo troppo scoperto il rapporto fascismocapitale, per cui potesse rimanere la possibilità di una mediazione tra gli armatori e le organizzazioni « sindacali » fasciste. Cominciò così, da parte della F.N.L.M., lo sforzo per sopravvivere senza essere completamente assorbita dal sindacalismo fascista. Di qui, alterne vicende: « concordato » con il fascismo (16.10.1922), peraltro denunciato dagli armatori; attacchi violenti degli armatori che non esitarono a tentare l’eliminazione fisica dell’incomodo Giulietti (spedizione punitiva del settembre 1922); patto tra armatori e fascismo (1923); reazione accorta del fascismo che, in sede di governo, fece passare il patto dell’ottobre 1922 (nonostante che questo contemplasse anche lo scioglimento delle corporazioni marinare care agli armatori) e, sot[...]

[...]re 1922); patto tra armatori e fascismo (1923); reazione accorta del fascismo che, in sede di governo, fece passare il patto dell’ottobre 1922 (nonostante che questo contemplasse anche lo scioglimento delle corporazioni marinare care agli armatori) e, sotto la spinta di D’Annunzio, abolizione del retrivo regolamento organico sul personale (maggio 1923).

Ciononostante la posizione della

F.N.L.M. risultava solo in apparenza solida, in quanto la Federazione aveva dovuto pagare al fascismo un alto prezzo, distaccandosi dalle forze di classe che, nel marzo 1922, avevano dato vita alla Alleanza del lavoro (v.). E lo stesso D’Annunzio, che pure amava atteggiarsi a « pacificatore supremo », ben poche garanzie offriva di fronte alle insidie degli armatori. Di fatto, la posizione della F.N.L.M. venne già compromessa dalle vicende del cosiddetto Patto marinaro (giugno 1923), accordo sindacale teatralmente proposto dal D’Annunzio come tentativo di « pacificazione » tra armatori e gente di mare: e precipitò definitivamente quando alcuni funzionari dissidenti, capeggiati da certo Poggi e marciando sotto la protezione di D’Annunzio, assaltarono l’assemblea marinara (2.1.1924) e s’impossessarono, d’accordo con i fascisti e malgrado un referendum dei marittimi favorevole al Giulietti e al suo Comitato di difesa, della direzione della F.N.L.M. e della Cooperativa marinara « Garibaldi[...]

[...]indacale teatralmente proposto dal D’Annunzio come tentativo di « pacificazione » tra armatori e gente di mare: e precipitò definitivamente quando alcuni funzionari dissidenti, capeggiati da certo Poggi e marciando sotto la protezione di D’Annunzio, assaltarono l’assemblea marinara (2.1.1924) e s’impossessarono, d’accordo con i fascisti e malgrado un referendum dei marittimi favorevole al Giulietti e al suo Comitato di difesa, della direzione della F.N.L.M. e della Cooperativa marinara « Garibaldi » (v.). Dal 2.2.1924 all'11 marzo, squadre d’azione pavesate colla dannunziana « Orsa maggiore » stroncarono le manifestazioni di solidarietà con Giulietti e assaltarono a varie riprese l’abitazione romana del parlamentare. Alla fine lo stesso D’Annunzio, comprendendo come il tanto sbandierato Patto marinaro si fosse risolto in una ■ beffa marina », accennò a riaccostarsi al Giulietti, ma

dopo la « fetida ruina » del delitto Matteotti (v.) il « Vate » preferì ritirarsi a « cinquemila metri ».

Da quel momento la F.N.L.M. fu impedita di funzionare. Nel 1926 Giulietti e altri dirigenti furono arrestati per presunte irregolarità amministrative sui fondi della Federazione: in realtà si trattava di una scoperta manovra dell'Associazione marinara fascista che mirava a impossessarsi di quei fondi. Il processo si concluse, nel 1927, con l’assoluzione del capitano Giulietti « che non aveva agito — dice la sentenza — per lucro personale » (tuttavia egli fu inviato al confino, in Sardegna e poi in Lucania). Soltanto dopo la Guerra di liberazione la F.N.L.M. potè essere liberamente ricostituita.

A.Pa.

Federzoni, Luigi

N. a Bologna il 27.9.1878, m. a Roma il 24.1.1967. Laureato in lettere aH’Università di Bologna, si dedicò al giornalismo. Collaborò al « Resto del Carlino » e al « Giornale d’Italia » con articoli politici e di critica letteraria, firmandosi con l’anagramma Giulio De Frenzi.

Capo nazionalista

Trasferitosi a Roma, nel settembre 1910, insieme a Francesco Coppola, Enrico Corradi ni, Roberto Forges Davanzati e Maurizio Maraviglia fondò {'Associazione Nazionalista (v.), partecipando in seguito alla redazione della [...]

[...] per la concessione di colonie in Africa.

Con il generale Armando Diaz, l’ammiraglio Thaon di Revel e il gene^ rale Citta, Federzoni fu tra coloro che consigliarono il re a non op« porsi alla marcia su Roma e a non proclamare lo stato d’assedio il 28. 10.1922. Dopo la presa del potere, Mussolini gli affidò il ministero delle Colonie, carica che Federzoni tenne fino al 16.6.1924. Operò da allora a sostegno del fascismo, promuovendo tra l’altro la fusione tra nazionalisti e fascisti nel febbraio 1923.

305



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 324

Brano: 1

F.I.A.P.

lano nell’autunno del 1949, per iniziativa di ex partigiani democratici e in seguito alla scissione delle forze della Resistenza, avvenuta un anno avanti (v. A.N.P.I.).

Si raccolgono intorno alla Federazione, presieduta da Ferruccio Farri, partigiani, patrioti, ex internati nei campi di deportazione nazisti, uomini dell’antifascismo e della Resistenza che ispirano la loro attività ai principi che sono stati a fondamento della lotta di liberazione nazionale.

Nello Statuto sociale è sancito: « Nello spirito della lotta di Liberazione, la F.I.A.P. riconosce quale suo fondamento la fede nella libertà incompatibile con ogni regime totalitario, dichiarando la propria opposizione ad ogni tentativo, anche mascherato, di manomissione di qualunque parte del regime democratico; assumendo a proprio impegno la difesa della Costituzione repubblicana, riconosce quali obiettivi fondamentali della politica generale del Paese la realizzazione del progresso sociale e la difesa della pace ».

Tra i suoi compiti d’ordine pratico e di carattere fondamentale, figurano l’assistenza e la tutela morale degli ^aderenti e dei partigiani in genere, nonché delle famiglie dei Caduti nella, lotta [...]

[...]nosce quali obiettivi fondamentali della politica generale del Paese la realizzazione del progresso sociale e la difesa della pace ».

Tra i suoi compiti d’ordine pratico e di carattere fondamentale, figurano l’assistenza e la tutela morale degli ^aderenti e dei partigiani in genere, nonché delle famiglie dei Caduti nella, lotta di liberazione e lo sviluppo degli studi storici relativi a quest’ultima.

Con i suoi più qualificati esponenti, alla fine del 1949 la F.I.A.P. contribuì validamente alla fondazione dell'istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (v.).

Il compito di raccogliere documenti, testimonianze, carte biografiche e autobiografiche, e utili notizie sulla nostra storia più recente è sollecitato a tutti gli aderenti della F.I.A.P., perché si facciano anche promotori di una ricerca attenta. La esatta conoscenza delle vicende della lotta armata è considerata fondamentale per far meglio intendere, soprattutto alle giovani generazioni, la reale portata degli eventi resistenziali e, nel contempo, per dare una chiara e obiettiva impostazione alla storiografia della Resistenza.

La F.I.A.P. non ha mai perduto di vista questi principi, neppure negli anni più difficili dell’assestamento democratico, impegnandosi sempre per la impostazione unitaria più ampia possibile delle numerose manifestazioni di quegli anni (Torino

1955 Roma 1956). Anche la nascita del Comitato nazionale della Resistenza (1959) e del Consiglio nazionale federativo della Resistenza (1960) ha visto la F.I.A.P. promotrice con l’A.N.P.I. e su posizioni fer

mamente unitarie. Tali organismi avrebbero poi contribuito non soltanto a intraprendere iniziative reducistiche, ma anche a respingere validamente il tentativo autoritario e i rigurgiti fascisti del 1960.

Dal 1963 la F.I.A.P. ha ottenuto il riconoscimento ufficiale della propria personalità giuridica (D. del P.R. 2215 del 20.11.1963), ciò che le ha permesso di meglio svolgere la propria azione nel Comitato nazionale del Ventesimo della Resistenza e nel paese, attraverso gli Istituti provinciali e regionali della Resistenza, nelle Università e nelle manifestazioni più significative a ricordo della Guerra di liberazione. Nel 1963 la Federazione ha anche iniziato una serie di pubblicazioni: Quaderni della F.I.A.P., a carattere saltuario; e, dal gennaio 1969, il mensile Lettera ai compagni, che è il suo organo ufficiale.

Dirigenti della F.I.A.P. sono attualmente:

Ferruccio Parri, Presidente onorario; Comitato di presidenza: Francesco Al berti ni, Enzo Enriques Agnoletti, Piero Caleffi, Pasquale Schiano; Segretario nazionale: Lamberto Mercuri;

Giunta nazionale: Riccardo Endrizzi (Trento); Vittorio PeUizzi (Reggio Emilia); Franco Belle{ e Ennio Pacchioni (Modena) ; Ferdinando Burlando (Torino) ; Nuto Revelli (Cuneo) ; Renzo Biondo (Venezia) ; Franco Feltrin e Antonio Frasson (Padova) ; Leonida Calamida e Guido BerseIJini (Milano); Tristano Codignola e Carlo L. Ragghianti (Firenze) ; Ugo La Malfa (Roma); Giuliano Vassali (R[...]

[...] Nuto Revelli (Cuneo) ; Renzo Biondo (Venezia) ; Franco Feltrin e Antonio Frasson (Padova) ; Leonida Calamida e Guido BerseIJini (Milano); Tristano Codignola e Carlo L. Ragghianti (Firenze) ; Ugo La Malfa (Roma); Giuliano Vassali (Roma); Bruno Casadei e Bruno Angeletti (Forlì); Dino Del Prete (Napoli); Renato Oldoini (La

Il primo stabilimento FIAT (Torino, 1900)

Spezia) ; Antonio Garbar io (Genova) ; Riccardo Cerulli (Teramo). Naturalmente la F.I.A.P. sviluppa le proprie attività in collaborazione con le altre associazioni della Resistenza (buoni sono i rapporti con l’A.N.P.I. da oltre quindici anni) e con quelle che si richiamano alla Guerra di liberazione.

L.Mer.

FIAT

Fabbrica Italiana Automobili Torino. Massima impresa industriale italiana per numero di dipendenti e fatturato lordo, con posizione di rilievo in campo mondiale. Fu fondata a Torino l’11.7.1899 per iniziativa di un gruppo di aristocratici, di borghesi facoltosi e di tecnici, uniti dalla passione per il nuovo mezzo di locomozione, allora alle sue prime esperi[...]

[...] con quelle che si richiamano alla Guerra di liberazione.

L.Mer.

FIAT

Fabbrica Italiana Automobili Torino. Massima impresa industriale italiana per numero di dipendenti e fatturato lordo, con posizione di rilievo in campo mondiale. Fu fondata a Torino l’11.7.1899 per iniziativa di un gruppo di aristocratici, di borghesi facoltosi e di tecnici, uniti dalla passione per il nuovo mezzo di locomozione, allora alle sue prime esperienze, e dalla felice intuizione delle grandi possibilità di sviluppo economico legate al suo diffondersi. Giovanni Ceirano, meccanico di biciclette e successivamente progettista d’automobili, cedette al gruppo promotore i propri brevetti e progetti e anche la ragione sociale. Finanziati dal banchiere svizzero Deslex e con una diretta partecipazione azionaria, i soci costituirono una società anonima con capitale di 800.000 lire, presidente Luigi Scarafiotti, vicepresidente il conte Emanuele Cacherano di Bricherasio, consiglieri d’amministrazione Giovanni Ceirano, Roberto Bisca retti di Ruffia e Giovanni Agnel[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 355

Brano: [...]. Maestra elementare nelle scuole rurali di Velletri, poi direttrice didattica, in giovanissima età si avvicinò al movimento femminile democratico. Nel 1910 si iscrisse al Partito socialista e in questo militò attivamente insieme al suo compagno Augusto Mammuccari, popolare dirigente socialista di Roma e del Lazio (m. il 20.9.1918), partecipando alle lotte contro la guerra e alle agitazioni del primo dopoguerra, subendo arresti e persecuzioni. Alla fondazione del Partito comunista (1921) vi aderì, continuando nelle sue file la lotta antifascista anche dopo le leggi eccezionali del 1926. Essendosi sempre rifiutata di iscriversi al sindacato magistrale fascista, di salutare « romanamente » e di farsi propagandista del fascismo verso i suoi allievi, nel 1928 il Governatorato di Roma la esonerò dall’insegnamento nelle scuole della Capitale per « incompatibilità politica ».

Arrestata nel 1933 per aver svolto propaganda comunista, trascorse 1 anno nelle carceri di Roma e di Perugia, quindi fu assegnata per 5 anni al confino nelle isole di Po[...]

[...] col suo carro più volte colpito, alla testa di pochi altri superstiti si lanciava nuovamente sul nemico nel disperato tentativo di interdirgli la via alla Capitale. Cadeva colpito a morte da una granata ».

F.I.R.

Federazione Internazionale dei Resistenti. Fondata dal Congresso internazionale degli ex partigiani, perseguitati politici antifascisti e internati nei campi di concentramento nazisti, tenutosi a Vienna dal 30 giugno al 3.7.1951, la federazione raggruppa gli appartenenti a circa 50 organizzazioni nazionali diffuse in 20 paesi europei e in Israele. Gli scopi deH’organizzazione sono:

a) mantenere tra i propri aderenti

10 spirito unitario che aveva caratterizzato la lotta antifascista, affinché continuino a operare per la difesa dell'indipendenza dei rispettivi paesi, della libertà e della pace di tutto il mondo;

b) lottare attivamente contro ogni discriminazione razzile, politica, filosofica o religiosa e contro la rinascita del fascismo e del nazismo, sotto qualsiasi forma essi si presentino; .

c) tenere vivo il[...]

[...]ario che aveva caratterizzato la lotta antifascista, affinché continuino a operare per la difesa dell'indipendenza dei rispettivi paesi, della libertà e della pace di tutto il mondo;

b) lottare attivamente contro ogni discriminazione razzile, politica, filosofica o religiosa e contro la rinascita del fascismo e del nazismo, sotto qualsiasi forma essi si presentino; .

c) tenere vivo il ricordo dei martiri della Resistenza, farne conosce, re la funzione storica.

La F.I.R. ha come organi dirigenti

11 Consiglio generale, il Comitato direttivo e la Segreteria, eletti dal Congresso. Il più recente congresso, il sesto, si è tenuto a Venezia dal 14 al 16.11.1969. Il senatore italiano Ari aldo Banfi vi è stato rieletto presidente e l’ex deputato francese Jean Toujas, segretario generale. Alla direzione della Federazione sono numerosi ex partigiani e antifascisti italiani; tra gli altri, il senatore Umberto Terracini (vicepresidente) , Giuseppe Gaddi (Segretario) , Giulio Mazzon, Fausto Nitti, Lino Zocchi, Luigi Anderlini, Celso Ghini, Ettore Gallo, Roberto Vatteroni.

Tra le principali iniziative promosse

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 391

Brano: [...]uito deportato in Germania. Fonteno, in questa giornata, è stata perquisita e saccheggiata in tre ondate successive da fascisti e repubblichini ».

Il 31.12.1944 i fascisti, nuovamente risaliti, incendiarono altre stalle. Arrestarono due contadini (Santo Plebani e Felice RUggeri), li portarono al cimitero e li fucilarono, dopo averli accusati di avere ospitato i partigiani nelle loro stalle. Nello stesso giorno furono arrestati tre patrioti della famiglia Pasinetli che, tradotti nelle carceri di Lovere, furono sottoposti a duri maltrattamenti.

Dopo la Liberazione, sulla piazza di Fonteno è stata murata urla lapide con l’epigrafe: « Nel luogo ove l’invasore nazista/ e l’oppressore fascista ./ vennero cacciati J dall’eroismo partigiano / il 31 agosto 1944 / a riconoscimento del contributo / di sacrifici e di sangue / dato dalla popolazione di Fonteno / per la lotta di Liberazione nazionale / i Garibaldini della 53a Brigata " Garibaldi " ».

G.Br.

F.O.P.L

Federazione operai poligrafici italiani. Dopo l’accordo di Palazzo Vidoni [...]

[...] popolazione di Fonteno / per la lotta di Liberazione nazionale / i Garibaldini della 53a Brigata " Garibaldi " ».

G.Br.

F.O.P.L

Federazione operai poligrafici italiani. Dopo l’accordo di Palazzo Vidoni e la successiva chiusura delle principali sedi della Confederazione generale del lavoro (v.), la vita sindacale italiana fu paralizzata. L’unica organizzazione operaia che godette ancora per qualche tempo di una certa libertà d’azione fu la Federazione del Libro.

Anche se furono nominati d’ufficio commissari fascisti accanto ai dirigenti della Federazione stessa, dei suoi Consorzi e delle Sezioni (alcuni di essi, di ferma fede antifascista, diedero immediatamente le dimissioni, come Enea Alberti, presidente della Federazione, nominato vicecommissario della Sezione bolognese), fu possibile tenere un convegno, a Torino, dal 22 al 24.2. 1926. Qui, nell’ingenua speranza di salvare sia la Federazione del Libro che la Cassa Mutua, la maggioranza votò la mozione proposta dal segretario Tomaso Bruno (di cui va detto che, nonostante tutto, non era fascista) di adesione alle Corporazioni, invano respinta dalla minoranza che aveva presentato una mozione contestativa.

Chiuso quel convegno, la minoranza dei tipografi, assieme ai rappresentanti dei legatori, dei litografi e degli zincograti (che non facevano parte della Federazione del Libro), si riunì il 25 febbraio a Milano, nella sede della C.G.L. e, valendosi deH'art. 12 del Codice Rocco che legittimava come «società di fatto » (ponendole sotto il controllo dell’autorità di pubblica sicurezza) le associazioni non riconosciute, diede vita alla F.O.P.l. e ne approvò

10 statuto provvisorio.

11 Comitato direttivo nazionale [Ferruccio Spai taccia, segretario; Ange

lo Riga ritini, Carlo Ton e Giuseppe Vai rappresentanti per i legatori; Giovanni Chiesa, Aurelio Fantozzi e Aristide Lommi per i tipografi; Carlo Campolonghi, Pietro Guastoni e Annibaie Rossi per i litografi; >Aftilio Ciocca e Aldo Toniatti per i fotoincisori; e Goffredo Petrarca per l’Italia Meridionale) agiva in accordo con le categorie interessate dell’Internazionale sindacale di Berna, soprattutto per difendere l'autonomia dell’azione mutualistica. Per figurare esa[...]

[...]anni Chiesa, Aurelio Fantozzi e Aristide Lommi per i tipografi; Carlo Campolonghi, Pietro Guastoni e Annibaie Rossi per i litografi; >Aftilio Ciocca e Aldo Toniatti per i fotoincisori; e Goffredo Petrarca per l’Italia Meridionale) agiva in accordo con le categorie interessate dell’Internazionale sindacale di Berna, soprattutto per difendere l'autonomia dell’azione mutualistica. Per figurare esattori di una assicurazione straniera, i dirigenti della F.O.P.l.; crearono un organismo mutualistico [F.I.T.I.L.), dipendente dalla Federazione Internazionale, eh,e cominciò a funzionare con il pagamento dei primi sussidi il 23.10.1926. La F.O.P.l. riuscì così a riunire le categorie grafiche in una sola organizzazione, libera, anche se iri qualche caso condannata alla clandestinità; e, nonostante le violenze a cui furono sottoposti molti dei suoi animatori, procedette nella propria azione con largo consenso. Per esempio a Bologna, dietro l’impulso dato dal fiduciario Duilio Codrignani e per la collaborazione disinteressata del professor Giuseppe Borgata, fu possibile avere un ottimo servizio ambulatoriale.

Il decreto di scioglimento di tutte le organizzazioni non fasciste, emanato il 5.11.1926, dopo l’attentato contro Mussolin[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La F, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---fascismo <---italiana <---fascista <---fasciste <---fascisti <---socialista <---comunisti <---La F G <---P.S.I. <---antifascisti <---comunista <---italiani <---socialisti <---C.G.L. <---Comitato centrale <---F.G.C.I. <---F.G.S.I. <---K.I.M. <---La F I <---P.C.I. <---Partito comunista <---antifascista <---d'Italia <---italiano <---riformisti <---A.N.P.I. <---C.L.N. <---Errico Malatesta <---F.S.I. <---Giuseppe Berti <---La F S <---Storia <---collaborazionista <---estremismo <---nazismo <---nazista <---nazisti <---sindacalisti <---A.I. <---Adriano Olivetti <---Amedeo Catanesi <---Antonio Frasson <---Aristide Lommi <---Aurelio Fantozzi <---Aurelio Ferrando Scrivia <---Benedetto Croce <---Brigata S <---Brigata S A P <---Bruno Buozzi <---C.C. <---C.G.I.L. <---C.G.L <---C.I.O. <---C.I.S.L. <---C.L.N.A.I. <---Cadorna Enrico Mattei <---Carlo Cafiero <---Carlo L <---Carlo L Ragghianti <---Carta del lavoro <---Cassa Mutua <---Centro interno <---Codice Rocco <---Conferenza di Basilea <---Consiglio di Londra <---Convegno Rosso <---D.C. <---Didattica <---Dino Del Prete <---Diritto <---Egidio Proverà <---Emanuele Cacherano di Bricherasio <---Enrico Berlinguer <---Ente Morale <---Enzo Enriques Agnoletti <---Ettore Gallo <---Eugenio Curiel <---F.A.I. <---F.A.L. <---F.G. <---F.I.A.P. <---F.I.R. <---F.I.T.I.L. <---F.I.V.L. <---F.N.L.M. <---F.O.P.L <---F.S.M. <---F.U.C.I. <---FIAT <---Federazione Anarchica Italiana <---Federazione Anarchici Italiana <---Federazione Lido Caiani <---Federazione Sindacale Mondiale <---Federazione del Libro <---Federazione del Mare <---Ferdinando Burlando <---Ferruccio Parri <---Fiaccola a Genova <---Filosofia <---Fisica <---Flaminio di Roma <---Francesco Luigi Ferrari <---G.M. <---G.S.I. <---G.U.F. <---Galletto Rosso <---Gino De Marchi <---Gino De Sanctis <---Giovan Battista Montini <---Giovanni Ceirano <---Giovanni XXIII <---Gioventù Rossa a Novara <---Gioventù a Biella <---Giulio Cesare <---Giulio De Frenzi <---Giuseppe Di Vittorio <---Giuseppe Gaddi <---Giuseppe Spataro <---Giuseppe Vai <---Goffredo Petrarca <---Governatorato di Roma <---Graziano Marino <---I.S.R. <---Idea Nazionale <---Il C <---Il C I <---Il Fanciullo Proletario <---Il Galletto Rosso <---Il Goliardo Rosso <---Il garibaldino <---Internazionale dei Resistenti <---Internazionale dei Sindacati Liberi <---Italiana Automobili Torino <---J.A <---Jacques Maritain <---Jaurès Busoni <---La C <---La C G <---La Critica <---La F A L <---La F N <---La F O <---La F U <---La Fiaccola <---La Recluta <---La Voce <---La prima <---Lamberto Mercuri <---Leo Lambertini <---Leonida Calamida <---Limmeri di Pietransieri <---Lino Zocchi <---Lodovico Ragghianti del Partito <---Lorenzo Danesi <---Luigi Longo <---Luigi Sturzo <---M.B.M. <---Maurizio Maraviglia <---Medicina <---Militare di Lubiana <---N.V.V. <---Olivetti a San Giorgio Canavese <---Ordine Nuovo <---P.C. <---P.P.I. <---P.R. <---P.R.I. <---P.S.I <---Paolo E <---Paolo VI <---Parigi nel Congresso <---Pedagogia <---Pedagogia cristiana <---Piero Caleffi <---Pio X <---Porta San Paolo <---Pratica <---Prato di Resia <---Primo Maggio <---Recluta nel Veneto <---Reggenza del Carnaro <---Renzo Biondo <---Resto del Carlino <---Retorica <---Riccardo Cerulli <---Riccardo Endrizzi <---Roberto Bisca <---Roberto Forges Davanzati <---Rossetti Giorgina <---Russia Sovietica <---Russia dei Soviet <---S.A.P. <---San Demetrio <---San Giorgio <---San Giovanni Valdarno <---San Paolo <---Saverio Merlino <---Seconda Internazionale <---Secondino Tranquilli <---Stato del Vaticano <---Storiografia <---T.U. <---Teologia <---Trasferitosi a Roma <---Ugo Fedeli <---Ugo La Malfa <---Umanità Nuova <---Umberto Cumar <---Val di Non <---alimentaristi <---anarchismo <---anticollaborazionista <---antifascismo <---antifasciste <---antimilitarista <---antimussoliniane <---astensionisti <---attivisti <---bordighiana <---bordighiani <---bruciano <---carristi <---cattolicesimo <---classista <---cristiana <---culturista <---d'Europa <---dannunziana <---dell'Associazione <---dell'Azione <---dell'Intemazionale <---democristiani <---democristiano <---dinamismo <---dinovisti <---ecclesiologia <---economicista <---eroismo <---facciano <---filonazionalista <---ghismo <---ideologia <---interventista <---italiane <---leninista <---liberalismo <---liberalsocialista <---liquidazionista <---marxista <---materialista <---modernista <---nazifascista <---nazionalista <---nazionalisti <---niste <---ottimisti <---propagandista <---raopportunismo <---riformista <---scissionista <---scisti <---servilismo <---settarismo <---siano <---sindacalismo <---socialfascisti <---socialismo <---squadristi <---taliana <---teologia <---teologiche <---terventiste <---tomismo <---tomista <---trionfalismo <---zarista <---zismo