Brano: [...]rono clandestinamente a Milano (tra loro vi erano comunisti, socialisti e sindacalisti indipendenti), per sconfessare l’arbitraria decisione dei riformisti e per rivolgere un appello ai lavoratori, affermando che la C.G.L continuava, sotto una nuova direzione, a vivere e a combattere contro il fascismo. Il nuovo organismo dirigente si rivolse anche ad Amsterdam per essere riconosciuto come legittimo rappresentante della C.G.L., ma i dirigenti della F.S.I. ne rifiutarono il riconoscimento. Quantunque la C.G.L. pubblicasse clandestinamente il giornale confederale Battaglie Sindacali, sviluppasse in Italia una intensa attività di agitazione, organizzasse scioperi contro il padronato e il fascismo, Amsterdam preferì riconoscere come unici e validi rappresentanti della C.G.L. Bruno Buozzi e alcuni altri sindacalisti riformisti in esilio a Parigi. Nel luglio 1929 i dirigenti della C.G.L. operante in Italia decisero così di organizzare a Marsiglia una conferenza, alla quale parteciparono, in maggioranza, delegati venuti clandestinamente dall’Itali[...]
[...]la C.G.L. operante in Italia decisero così di organizzare a Marsiglia una conferenza, alla quale parteciparono, in maggioranza, delegati venuti clandestinamente dall’Italia. Preso atto deM’impossibilità di ottenere il riconoscimento da parte di Amsterdam, la conferenza, richiamandosi anche alla lontana mozione di Livorno, decise di preparare l’adesione della C.G.L. alla I.S.R., ciò che avvenne dopo una successiva conferenza tenutasi a Zurigo.
La F.S.I., il fascismo e la guerra
L’atteggiamento della F.S.I. nei confronti del fascismo e della guerra non può certo essere definito di aperta opposizione, e tanto meno di lotta. Infatti Amsterdam si rifiutò sempre di riconoscere e sostenere i sindacati di ispirazione socialista che operavano clandestinamente in Italia e lottavano contro il fascismo. Quando, nel 1933, Hitler conquistò il potere, i dirìgenti dei sindacati tedeschi aderenti alla F.S.i. decisero di abbandonare l'Internazionale, consumando così un atto di gratuito servilismo verso il nazismo, che non varrà a salvare il movimento operaio tedesco, e neppure le loro persone (infatti quasi tutti i dirigenti sindacali vennero inviati nei campi di concentramento). Neppure allora partì mai da Amsterdam una sola parola di biasimo o di condanna del na
zismo, che suonasse incoraggiamento a coloro che intendevano continuare la lotta contro di esso; come pure non si levò mai un appello ai lavoratori, per incitarli alla lotta contro l’aggressione fascista in Etiopia, o contro l’inte[...]
[...]mento). Neppure allora partì mai da Amsterdam una sola parola di biasimo o di condanna del na
zismo, che suonasse incoraggiamento a coloro che intendevano continuare la lotta contro di esso; come pure non si levò mai un appello ai lavoratori, per incitarli alla lotta contro l’aggressione fascista in Etiopia, o contro l’intervento nazifascista in Spagna, o contro l’invasione dell’Austria, poi della Cecoslovacchia, e così via.
All’interno della F.S.I. si vennero però via via formando correnti di sinistra le quali, a un certo momento, parteciparono ad azioni unitarie contro il fascismo e contro la guerra; e, in seguito, anche alla resistenza armata. Questa graduale evoluzione creò le condizioni per giungere, nel febbraio 1945, a una conferenza sindacale unitaria a Londra, che gettò le basi di un’unica Federazione Sindacale Mondiale (v.). Dopo la capitolazione della Germania nazista, si tenne infatti a Parigi (25.9.1945) il primo congresso costitutivo della F.S.M. che, aH’unanimità, ne approvò il programma. Di conseguenza, l’Internazional[...]
[...]i, a un certo momento, parteciparono ad azioni unitarie contro il fascismo e contro la guerra; e, in seguito, anche alla resistenza armata. Questa graduale evoluzione creò le condizioni per giungere, nel febbraio 1945, a una conferenza sindacale unitaria a Londra, che gettò le basi di un’unica Federazione Sindacale Mondiale (v.). Dopo la capitolazione della Germania nazista, si tenne infatti a Parigi (25.9.1945) il primo congresso costitutivo della F.S.M. che, aH’unanimità, ne approvò il programma. Di conseguenza, l’Internazionale di Amsterdam dovette sciogliersi.
La realizzata unità del movimento sindacale non durò però a lungo; la rottura del fronte antifascista internazionale e l’inizio della guerra fredda ebbero deleterie conseguenze anche in questo campo. L’azione scissionista venne condotta soprattutto dalle grandi organizzazioni sindacali americane (Federazione Americana del Lavoro e C.I.O.) e dalle Trade Uniohs britanniche. La F.A.L., che mai aveva voluto aderire alla F.S.M., cominciò ad attaccarla daH’esterno, in Francia, in Ita[...]
[...]msterdam dovette sciogliersi.
La realizzata unità del movimento sindacale non durò però a lungo; la rottura del fronte antifascista internazionale e l’inizio della guerra fredda ebbero deleterie conseguenze anche in questo campo. L’azione scissionista venne condotta soprattutto dalle grandi organizzazioni sindacali americane (Federazione Americana del Lavoro e C.I.O.) e dalle Trade Uniohs britanniche. La F.A.L., che mai aveva voluto aderire alla F.S.M., cominciò ad attaccarla daH’esterno, in Francia, in Italia, neH’America Latina e altrove, per provocare defezioni. Il C.I.O. e le T.U. operavano invece all’interno degli organi centrali della F.S.M., minandone l’efficienza. Dopo aver inutilmente tentato di fare approvare dalla F.S.M. il piano Marshall (v.), di fronte al fallimento di questa loro iniziativa e di altre analoghe, gli inglesi proposero all’esecutivo, nel gennaio 1949, di sospendere l’attività della F.S.M., in « attesa di una situazione più favorevole ». Respinta questa proposta dall’esecutivo, le T.U., il C.I.O. e le N.V.V. olandesi abbandonarono la F.S.M.. Nel dicembre 1949 le suddette organizzazioni hanno dato vita, a Londra, a una Confederazione Internazionale dei Sindacati Liberi (C.I.S.L.), cui hanno aderito anche le organizzazioni sindacali scissioniste degli altri paesi.
C.Gh.
Anarchici
Il movimento anarchico, che esercitò una forte influenza sulle prime forme di organizzazione del movimento operaio in Italia, è legato principalmente ai nomi di Michele Bakunin, Carlo Cafiero, Andrea Costa, Errico Mal atesta, F. Saverio Merlino e Pietro Gori (si vedano le rispettive voci). Il movimento appare in Italia verso la fine degli anni[...]