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Il segmento testuale Jugoslavia di Tito è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 8Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 96

Brano: [...] piano economico quinquennale.

Logorato da una lunga malattia, si spense a 67 anni nel sanatorio sovietico di Barvikha, ove era andato per curarsi.

Sulla scia del vecchio movimento democratico, Dimitrov guardava con favore al progetto di una federazione degli stati balcanici che per più di un secolo erano stati terreno di intrighi imperialistici e di guerre, e in coerenza con questa linea nel 1947 firmò un accordo di unione doganale con la Jugoslavia di Tito, come primo passo in tale direzione. Quando l'Unione Sovietica manifestò il proprio dissenso, l’accordo fu annullato. « Non esiste bulgaro sano di mente — affermò allora Dimitrov — che ami la sua patria e che non sia convinto che una sincera amicizia con l’Unione Sovietica è non meno necessaria per l’indipendenza nazionale e il progresso della Bulgaria del sole e dell'aria per qualsiasi essere vivente ».

Il VII Congresso dell'I.C.

Tra le due guerre Dimitrov diede un grande contributo, anche teorico, alla lotta contro il fascismo sul piano internazionale. Le sue principali proposizioni p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 3

Brano: Nagy, Kosta

truppe sovietiche e fu subito designato a far parte, come ministro dell’Agricoltura, del governo detto del Fronte Nazionale. In tale veste attuò la riforma agraria, in base alla quale venne formalmente assegnata ai contadini la terra delle proprietà latifondiste. Fu poi designato ministro degli Interni, ma nel 1948, accusato dal dittatore Rakosi (v.) di connivenza con la Jugoslavia di Tito, fu allontanato dal governo.

L’accusa di « revisionismo »

Il 4.6.1953, in seguito alla morte di Stalin, Rakosi si vide costretto a chiamarlo a presiedere il consiglio dei ministri. In tale carica Nagy rimase sino al febbraio 1956, quando

lo stesso Rakosi, ritenendo di essersi nuovamente consolidato al potere, lo cacciò di nuovo dal governo, sotto l’accusa di « revisionismo ».

In realtà, negli anni trascorsi al governo, Nagy aveva liberato dal carcere e dai campi di internamento decine di migliaia di vittime dello stalinismo e aveva iniziato la riabilitazione dei giustiziati innoce[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 361

Brano: [...].I.. Per quanto riguarda le relazioni con i paesi dell’Europa Orientale, egli ha descritto tale contributo nel libro Le crisi che ho vissuto (Editori Riuniti, 1982). Ripercorrendo lungo il filo della memoria le principali tappe dell'attività personalmente svolta dal 1953 (« quando eravamo tutti stalinisti »), fino agli anni Ottanta, egli espone le proprie esperienze e opinioni di fronte a vicende quali la ripresa dei rapporti tra l'U.R.S.S. e la Jugoslavia di Tito, il XX Congresso del P.C.U.S., la « primavera di Praga » del 1968, fino agli ultimi avvenimenti polacchi. Il libro presenta una galleria di personaggi famosi (da Krusciov a Togliatti, Novotny, Rakosi, Gomulka, Gierek ecc.) e di altri dirigenti, visti attraverso incontri ed episodi vissuti. Vi è anche un giudizio critico (e autocritico) su quello che viene sommariamente definito « socialismo reale » e il libro si conclude con l'affermazione che occorre un « internazionalismo nuovo », fondato sempre sul reciproco sostegno tra paesi socialisti, ma al tempo stesso rispettoso della sovranità, dell[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 471

Brano: [...]za contro ogni soluzione che non fosse condivisa dal P.C.I. (cui aveva aderito nel 1939 e nel cui nome ormai parlava), si attirò dalle autorità jugoslave deH’immediato dopoguerra le stesse ostilità che aveva incontrato durante l’intera vita per l’impostazione rigorosa delle sue analisi politiche: sotto l’Austria perseguitato perché « socialista e italiano »; sotto l’Italia fascista, perché « antiitaliano » e « slavocomunista », e infine sotto la Jugoslavia di Tito perché non disposto a ingiusti compromessi e a cedimenti.

Era solito dire: « Nel novembre del 1918 1 socialisti e nel 1921 i comunisti strinsero con il proletariato italiano e col suo combattivo partito d’avanguardia un patto di unità che non tramonterà mai; abbiamo sofferto delle stesse sconfitte, abbiamo gioito delle stesse vittorie, nessuna forza al mondo che non sia unicamente una libera decisione del nostro partito può indurci a scelte che il

partito non ha fatto ancora ». Con questa presa di posizione, Antonio Sema alludeva alla soluzione che veniva allora prospettata, sia dal Par[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 155

Brano: [...]za era dominante. In tale contesto, la posizione del P.C.I. era subalterna a quella del P.C.S. impegnato a consolidare il “fatto compiuto” dell’unione di queste terre alla Jugoslavia (v.) nell’imminenza dei lavori della Conferenza della pace. Per di più, la politica jugoslava a Trieste era favorita anche dall’adesione della maggioranza della classe operaia triestina che, quantunque fosse in gran parte di nazionalità italiana, allora vedeva nella Jugoslavia di Tito soprattutto l’avamposto dell'U.R.S.S. e la garanzia sicura per la realizzazione di una società socialista. Questo nuovo corso politico suscitò forti timori, reazioni e avversione in larghi strati della popolazione triestina di sentimenti patriottici italiani. Timori e avversioni inaspriti anche dalle talora caotiche e indiscriminate misure repressive adottate contro fascisti e collaborazionisti (veri o presunti), che portarono a migliaia di arresti, deportazioni, esecuzioni sommarie in città e nella regione, misure che colpirono non pochi innocenti in un clima da “resa dei conti”. Era un feno[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Jugoslavia di Tito, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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