Brano: [...]o » (n. 57 del 1972; ma vedilo ora in La critica e Ungaretti, Bologna, Cappelli, 1977), pur contestandola, afferma: « Invero non si vede perché si dovrebbero restituire a Palazzeschi alcuni passi di Il paesaggio d'Alessandria d'Egitto apparsi su « Lacerba » del 7 febbraio 1915 (ora fra le Poesie Disperse), come suggeriva De Robertis (...) quando un riferimento alla comune ascendenza laforghiana può dirimere economicamente molte dispute... ».
2. James Joyce. — Di natura diversa, e questa sí letteraria, appare invece la fonte di alcuni passi di Dialogo. (Nessuno, a mia notizia, sembra avervi badato; il che non sorprende, trattandosi di alcune tra le ultimissime poesie di Ungaretti, trascurate quasi completamente dalla critica, come del resto tutta l'ultima sua produzione, ivi compreso quel grande ritorno che è Il Taccuino del Vecchio.)
Mi ci sono imbattuto durante una rilettura dei versi di James Joyce, e i riferimenti mi sono apparsi all'istante clamorosi. Non tanto, infatti, di « fonti » si dovrebbe qui parlare, quanto di vere e proprie elaborazioni del testo inglese (in qualche passo non è ardito parlare di traduzione o, se si vuole, di `imitazione'), o quanto meno di uso di materiale poetico preformato. E tale uso è indubbiamente straordinario, magistrale, per l'incredibile capacità del poeta di trasformare in sentimento proprio, e quindi in personalissima espressione, le sollecitazioni che gli vengono dalla lettura di quei testi. Non conosco esempi di analogo potere se non in qualche a[...]
[...]s, if thou but scan it well, Who a mad tale bequeaths to us At ghosting hour conjurable — And all for some strange name he read In Purchas or in Holinshed.
Thou leanest to the shell of night, Dear lady, a divining ear.
In that soft choiring of delight What sound hath made thy heart to fear? Seemed it for rivers rushing forth From the grey deserts of the north?
200 VARIETÀ E DOCUMENTI
La traduzione che segue è quella di Alfredo Giuliani (in James Joyce, Poesie, Milano, Mondadori, 1961) che Ungaretti ha probabilmente tenuto sott'occhio, come anche indicherebbero alcuni stilemi (« accostare » per to lean; « demente » per mad; « ora degli spettri » per ghosting hour):
Tu accosti un divinante orecchio, Mia signora, alla conchiglia della notte. In quel sommesso coro di delizie Quale suono spaurí il tuo cuore? Rassomigliava a fiumi scroscianti Dai grigi deserti del nord?
Ciò che tu senti, pensaci bene o timorosa,
Sentí pure colui che ci lasciò
Eredi d'una storia demente
Da evocare all'ora degli spettri.
E tutto per qualche strano nome che l[...]