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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 169

Brano: Italia Libera all’estero, L'

Italia Libera, L’

Associazione segreta di ex combattenti della prima guerra mondiale, di orientamento antifascista, fondata a Firenze nel giugno 1924, pochi giorni dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti (v.), per iniziativa di Raffaele Cri stofani, Achille De Liguori, Luigi Piani e Nello Traquandi. Vi aderirono immediatamente Carlo Rosselli ed Ernesto Rossi.

« La prima riunione, — scriverà Ernesto Rossi —, fu tenuta nello studio del l'avvocato Enrico Bocci (v.) che doveva essere torturato e assassinato nel giugno 1944. Ci trovammo in una dozzina di persone, tra le quali, oltre ai promotori, il dott. [...]

[...]iani e Nello Traquandi. Vi aderirono immediatamente Carlo Rosselli ed Ernesto Rossi.

« La prima riunione, — scriverà Ernesto Rossi —, fu tenuta nello studio del l'avvocato Enrico Bocci (v.) che doveva essere torturato e assassinato nel giugno 1944. Ci trovammo in una dozzina di persone, tra le quali, oltre ai promotori, il dott. Luigi fìochat, Ernesto Menichetti e il dott. Dino Vannucci. Ci mettemmo d’accordo sul fine che volevamo dare all' " Italia Libera " fiorentina: condurre una metodica propaganda contro le leggi vigenti e quelle che prevedevamo sarebbero state presto emanate In difesa del regime. Ci distribuimmo l’opera, stabilimmo l'ammontare delle quote sociali, pagammo il nostro contributo per le spese necessarie al primo manifesto. Fu un'associazione segreta, ma senza riti di iniziazione, senza giuramenti di pugnali e altra roba del genere. Gli iscritti proponevano al direttivo le persone che ritenevano meritevoli di fiducia, il direttivo assumeva informazioni su ogni candidato ».

Sul modulo per l'iscrizione all'« Italia Libera », [...]

[...]fesa del regime. Ci distribuimmo l’opera, stabilimmo l'ammontare delle quote sociali, pagammo il nostro contributo per le spese necessarie al primo manifesto. Fu un'associazione segreta, ma senza riti di iniziazione, senza giuramenti di pugnali e altra roba del genere. Gli iscritti proponevano al direttivo le persone che ritenevano meritevoli di fiducia, il direttivo assumeva informazioni su ogni candidato ».

Sul modulo per l'iscrizione all'« Italia Libera », che recava stampati i principi e gli obbiettivi dell'associazione, si leggeva tra l'altro:

c Gli aderenti all’ " Italia Libera " vogliono l’uguaglianza di tutti i cittadini nei diritti e nei doveri. Chi si iscrive all' "Italia Libera " non deve aspettare né onori né prebende; ma assume l'obbligo di rivendicare, in qualunque occasione, a costo di qualsiasi sacrificio, la propria dignità e responsabilità di libero cittadino, e di contribuire Gon tutte le sue forze alla restaurazione di un regime di libertà e di giustizia per tutto il paese.

I combattenti dell’ "Italia Libera " vogliono:

1) che sia sciolta la milizia nazionale e che

II mantenimento dell’ordine sia nuovamente affidato ai corpi indipendenti dai partiti, liberi da ogni vincolo di fedeltà personale a singoli uomini politici e soggetti solamente all’impero della legge; 2) che le elezioni politiche te amministrative avvengano senza sofisticazioni e che la Camera dei deputati sia reintegrata nel suo diritto di fare le leggi (abolizione dei decreti legge) e di licenziare i ministri quando questi abbiano perduto la sua fiducia; 3) che venga ristabilita la libertà di stampa; 4) che i reati siano impar[...]

[...]ei deputati sia reintegrata nel suo diritto di fare le leggi (abolizione dei decreti legge) e di licenziare i ministri quando questi abbiano perduto la sua fiducia; 3) che venga ristabilita la libertà di stampa; 4) che i reati siano imparzialmente ricercati dalla polizia e puniti dalla magistratura senza distinzione di partito tra i delinquenti;

5) che si ritorni al rispetto della libertà di riunione e di associazione.

I combattenti dell’ "Italia Libera ” sono antifascisti, perché è necessario riconquistare contio il fascismo le sopraddette condizioni elementari della moderna civiltà, e perché non credono che il governo fascista, nato dalla sopraffazione armata, possa perdere questo suo carattere originario e garantire al paese una legge uguale per tutti.

’’ L’Italia Libera " è formata esclusivamente di combattenti, perché i combattenti possono, in questo momento della vita pubblica italiana, più efficacemente di tutti gli

altri cittadini, lottare contro l’equivoco del ” combattentismo " e demolire la mistificazione con la quale il governo pretende di rappresentare l’Italia di Vittorio Veneto ».

L'azione antifascista

Nel Comitato direttivo dell’Associazione, eletto da un’assemblea generale, furono chiamati: l’avvocato Enrico Bocci, i ferrovieri Raffaele Cristofani e Nello Traquandi, il professore Ernesto Rossi e il medico Dino Vannucci.

La città fu r[...]

[...]e pubblica statale. Lo schedario dell’organizzazione veniva ingegnosamente tenuto in codice su bollette del gioco del lotto: il numero del banco del lotto indicava la scadenza della quota sociale; il primo e il secondo numero della quaterna davano, riferendosi a una guida della città di Firenze, la strada dove abitava l’iscritto; il terzo dava il numero di casa e il quarto la quota che si era impegnato a pagare.

La prima manifestazione dell’* Italia Libera » ebbe luogo a Firenze

il 16.7.1924, sfruttando la celebrazione dell’anniversario dell’impiccagione di Cesare Battisti. Al Teatro Gymnasium, davanti a un pubblico di circa 400 persone, Pietro Jahier rievocò la figura del martire trentino collegandola a quella di Giacomo Matteotti.

Periodicamente i membri dell’associazione provvedevano a diffondere e ad affiggere sui muri della città manifesti antifascisti o ad esporre in determinati luoghi (per esempio su certi monumenti o al cimitero) quadri riguardanti vittime del fascismo. L’associazione, che portò al sorgere di analoghi gruppi anche[...]

[...]e ad affiggere sui muri della città manifesti antifascisti o ad esporre in determinati luoghi (per esempio su certi monumenti o al cimitero) quadri riguardanti vittime del fascismo. L’associazione, che portò al sorgere di analoghi gruppi anche in altre città, cessò di esistere nel 1925. Numerosi suoi aderenti si sarebbero più tardi ritrovati nel movimento di « Giustizia e Libertà » (v.).

In altre province

L’associazione di ex combattenti « Italia Libera » si estese da Firenze a tutta Italia. Ne è prova il discorso del ministro degli Interni Federzoni che, nel gennaio 1925, dichiarò di aver fatto sciogliere 120 gruppi di « Italia Libera ». Il prov

vedimento del ministro fu probabilmente provocato dal fatto che, nelle celebrazioni del 4 Novembre 1924 r« Italia Libera » partecipò numerosa ai cortei e respinse energicamente le provocazioni dei fascisti. Essa era certamente tra le più con\battive organizzazioni antifasciste di quel tempo.

A Milano l’associazione era diretta da un triumvirato, del quale facevano parte Decio Canzio Garibaldi e l’avvocato Gambarotta.

Bibliografia: G. Salvemini, E. Rossi, P. Calamandrei, Non Mollare, Firenze, 1955; Compendio di Storia d’Italia, IV voi. di Stefano Canzio, La Pietra, Milano, 1974.

Italia Libera all’estero, L’

Dopo il 1924, nei principali centri deH’emigrazione italiana sorsero gruppi aderenti all’assoc[...]

[...] cortei e respinse energicamente le provocazioni dei fascisti. Essa era certamente tra le più con\battive organizzazioni antifasciste di quel tempo.

A Milano l’associazione era diretta da un triumvirato, del quale facevano parte Decio Canzio Garibaldi e l’avvocato Gambarotta.

Bibliografia: G. Salvemini, E. Rossi, P. Calamandrei, Non Mollare, Firenze, 1955; Compendio di Storia d’Italia, IV voi. di Stefano Canzio, La Pietra, Milano, 1974.

Italia Libera all’estero, L’

Dopo il 1924, nei principali centri deH’emigrazione italiana sorsero gruppi aderenti all’associazione « L’Italia Libera» (v.), raggruppanti l’ala antifascista degli ex combattenti e miranti a promuovere iniziative e manifestazioni contro il fascismo. Ma, all’estero, la dialettica politica dell’antifascismo portò ben presto gli iscritti a staccarsi da questa associazione per aderire ai diversi raggruppamenti politici che dal 1925 al 1945 andarono formandosi particolarmente in Francia, in Belgio, nel Lussemburgo e in Svizzera. Pertanto il collegamento tra la primigenia associazione fiorentina e le testate dei diversi periodici pubblicati neH’emigrazione italiana (come « L’Italia Libera » di Lugano, l’omonimo set[...]

[...]i contro il fascismo. Ma, all’estero, la dialettica politica dell’antifascismo portò ben presto gli iscritti a staccarsi da questa associazione per aderire ai diversi raggruppamenti politici che dal 1925 al 1945 andarono formandosi particolarmente in Francia, in Belgio, nel Lussemburgo e in Svizzera. Pertanto il collegamento tra la primigenia associazione fiorentina e le testate dei diversi periodici pubblicati neH’emigrazione italiana (come « L’Italia Libera » di Lugano, l’omonimo settimanale di Parigi e, più tardi, anche quello di Enzo Tagliacozzo negli Stati Uniti, rimase puramente ideale.

Assai diversi tra loro erano gli indirizzi politici di quei periodici e dei rispettivi gruppi: alcuni prevalentemente di ispirazione comunista, altri di orientamento socialista e repubblicano. Soltanto la spinta unitaria della Guerra di liberazione avrebbe condotto, più tardi, alla unificazione dei diversi gruppi attorno ai C.L.N. e al giornale L'Italia Libera, pubblicato a Parigi sotto la direzione dell’avvocato Riccardo Ravagnan. Il primo numero della pu[...]

[...]Parigi e, più tardi, anche quello di Enzo Tagliacozzo negli Stati Uniti, rimase puramente ideale.

Assai diversi tra loro erano gli indirizzi politici di quei periodici e dei rispettivi gruppi: alcuni prevalentemente di ispirazione comunista, altri di orientamento socialista e repubblicano. Soltanto la spinta unitaria della Guerra di liberazione avrebbe condotto, più tardi, alla unificazione dei diversi gruppi attorno ai C.L.N. e al giornale L'Italia Libera, pubblicato a Parigi sotto la direzione dell’avvocato Riccardo Ravagnan. Il primo numero della pubblicazione comparve a Natale del 1943 e ne uscirono in tutto 5 numeri, l’ultimo dei quali poco prima dell’insurrezione di Parigi (luglio 1944).

L'Associazione

Terminata la guerra, l’associazione unitaria degli italiani che avevano partecipato attivamente alla Resistenza in Francia, nel Belgio e nel Lussemburgo ebbe, col nome di « Italia Libera », due centri distinti:



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 168

Brano: [...]acchino Orlando (Casale, 25.4.1945); Alfio Zanello, torturato e fucilato a Tortona (febbraio 1945); Elio Turolla, fucilato nei pressi di Chivasso (24.4.1945).

Il 3.6.1945 la X Divisione Garibaldi « Italia » ricevette un encomio solenne da parte degli Alleati, firmato dal maggiore L. E. Zervudachi, commissario provinciale per l’À.M.G.

Bibliografia: Vincenzo Coppo (Enzo), Diario storico della X Divisione Garibaldi, Casale Monferrato 1945.

Italia Libera, Banda

Denominazione assunta dalla banda partigiana che 12 militanti del Partito d’Azione del Cuneese, fra cui Tancredi Galimberti (v.) e Dante Livio Bianco (v.)f crearono l’11.9.

1943 radunandosi alla cappella di Madonna del Colletto (a Valdieri, in valle Gesso). Analoga denominazione fu adottata, quasi contemporaneamente, da un altro nucleo partigiano cuneese, sorto per iniziativa di militanti dello stesso partito raccoltisi il 10.9.1943 nella frazione Damiani di Valgrana. Di questo secondo gruppo facevano parte, tra gli altri, Benedetto Dal mastro, Giorgio Bocca, Luigi Ventre e Aurel[...]

[...]ua volta resse con eguale baldanza al tentativo nemico di annientarlo. Nello scontro rimase gravemente ferito Tancredi Galimberti.

Grazie all’adozione dei metodi classici della guerriglia, le due bande superarono le prime prove assicurandosi una possibilità d’espansione. Nel febbraio 1944, infatti, mentre il nucleo di Damiani si trasferiva nella bassa valle Maira assorbendo un altro gruppo partigiano ivi esistente, distaccamenti della Banda « Italia Libera » di San Matteo si dislocavano a Paralup, in valle Stura sopra Damonte e in valle Gesso, dando vita ad altrettante nuove bande. Nel marzo successivo l’« Italia Libera » di valle Maira affrontava un pesante rastrellamento tedesco, mandando a vuoto il disegno nemico con abili attacchi di sorpresa. Nell’aprile toccò alle bande di valle Stura di sventare un massiccio e prolungato attacco germanico, infrantosi soprattutto contro la resistenza partigiana nel vallone dell’Arma, dove i distaccamenti al comando di Ettore Rosa, Nuto Revelli e Giuseppe M arto reili inflissero gravi perdite agli attaccanti.

Costituitesi in Gruppo bande «Italia Libera», nel maggio 1944 le unità derivate dai nuclei primigeni formavano un reparto che prendeva stanza in valle Varaita. [...]

[...]frontava un pesante rastrellamento tedesco, mandando a vuoto il disegno nemico con abili attacchi di sorpresa. Nell’aprile toccò alle bande di valle Stura di sventare un massiccio e prolungato attacco germanico, infrantosi soprattutto contro la resistenza partigiana nel vallone dell’Arma, dove i distaccamenti al comando di Ettore Rosa, Nuto Revelli e Giuseppe M arto reili inflissero gravi perdite agli attaccanti.

Costituitesi in Gruppo bande «Italia Libera», nel maggio 1944 le unità derivate dai nuclei primigeni formavano un reparto che prendeva stanza in valle Varaita. Poco dopo, le bande dislocate in valle Gesso, in valle Grana e in valle Stura venivano raggruppate nella I Divisione Alpina « Giustizia e Libertà » del Cuneese, al comando di Ettore Rosa, mentre le bande di valle Maira e di valle Varaita si raccoglievano intorno alla II Divisione Alpina « Giustizia e Libertà », sotto il comando di Benedetto Dalmastro. La denominazione « Italia Libera » era così abbandonata.

Bibliografia: Dante Livio Bianco, Guerra Partigiana, Torino, 1954; Gi[...]

[...] nuclei primigeni formavano un reparto che prendeva stanza in valle Varaita. Poco dopo, le bande dislocate in valle Gesso, in valle Grana e in valle Stura venivano raggruppate nella I Divisione Alpina « Giustizia e Libertà » del Cuneese, al comando di Ettore Rosa, mentre le bande di valle Maira e di valle Varaita si raccoglievano intorno alla II Divisione Alpina « Giustizia e Libertà », sotto il comando di Benedetto Dalmastro. La denominazione « Italia Libera » era così abbandonata.

Bibliografia: Dante Livio Bianco, Guerra Partigiana, Torino, 1954; Giorgio Bocca, Partigiani in montagna, Borgo San Dalmazzo, 1945; Nuto Revelli, La guerra dei poveri, Torino, 1962; Mario Giovana, Storia di una formazione partigiana, Torino, 1964.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 302

Brano: [...]Carletto Besana, Antonio Cendali, Franco Guarnieri, Andrea Ronchi e Benito Rubini. Questi vennero tutti fucilati a Introbio (Lecco) il 15.10.1944.

Bianco, Alberto

Alberto. N. a Taggia (Imperia) il 29.11.1917; dirigente industriale. Laureato in veterinaria e in giurisprudenza, ufficiale di complemento nel 3° Reggimento alpini durante

la seconda guerra mondiale, nell’ottobre 1943 raggiunse il fratello Dante Livio Bianco (v.) nella banda « Italia Libera » di valle Stura. Comandante di banda dal febbraio all 'aprile 1944, assunse il comando della formazione «Italia Libera » di valle Grana e poi della Brigata « Pao

lo Braccini » della I Divisione Alpina G.L. del Cuneese, operante nella stessa zona.

Dall’estate 1944 alla Liberazione, Ia= formazione presidiò quasi ininterrottamente la valle Grana, nel cui capoluogo (Pradleves) ebbero sede i Comandi del V settore partigiano cuneese e della I Divisione G.L.. Nel febbraio 1945 A.B. guidò il trasferimento di una parte della sua brigata nelle Langhe; qui, con il concorso di altre formazioni « Giustizia e Libertà », costitùì la III Divisione « Langhe », al comando della quale partecipò alla liberazione di Torino.[...]

[...]no nei primi anni del fascismo, appartenne al cenacolo gobettiano e partecipò all’attività antifascista nell’ateneo assieme a Fernando De Rosa, Aldo Garosci, Mario Andreis e Massimo Mila. Militante del Partito d'Azione dalla sua costituzione (luglio 1942), con altri 11 compagni di fede il 10.9.

1943 organizzò a Madonna del Colletto, in valle Gesso, la prima banda partigiana delle future formazioni « Giustizia e Libertà » cuneesi, denominata « Italia Libera ». Membro del Comando del gruppo « Italia Libera » di valle Grana con Tancredi Galimberti, quindi commissario politico de! Il settore partigiano (valli Vermenagna, Gesso, Stura, Grana), nella primavera del 1944 divenne commissario politico della I Divisione Alpina « Giustizia e Libertà » cuneese. Nel febbraio 1945 assunse il comando delle formazioni « Giustizia e Libertà » di tutto il Piemonte e, con tali funzioni, divenne membro del Comando regionale militare piemontése del Comitato di liberazione nazionale.

Nel maggio 1944, a Saretto (valle Maira), sottoscrisse a nome del

C.L.N. piemontese gli accordi politici e militari con la Resi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 708

Brano: [...]el vallone di Rittana, sul versante accosto alla valle Grana, un nucleo di militanti del Partito d’Azione organizzatosi nei giorni immediatamente successivi all’8 settembre in valle Gesso, a Madonna del Colletto (Valdieri), sotto la guida di Duccio Galimberti (v.) e Dante Livio Bianco (v.). Da tale nucleo, originariamente costituito da una dozzina di partigiani ma giunto in valle Stura già ingrossato da altri elementi, si svilupperanno le Bande “Italia Libera” (v.) della valle, più tardi raccolte nella l Divisione Alpina “Giustizia e Libertà” e insediate anche nelle valli Gesso, Vermenagna e Roja. Figure di spicco del Comando di tali formazioni saranno, oltre al commissario politico Dante Livio Bianco, il comandante Ettore Rosa, i comandanti di brigata Aldo Quaranta e Ivanoe Bellini,

il comandante di banda Alberto Bianco. Quest'ultimo, con uomini di vari reparti della I Divisione, fu successivamente incaricato di costituire e comandare la III Divisione “Langhe” delle formazioni G.L..

La prima “zona libera"

Agli inizi di dicembre del 1943 [...]

[...]estito da una colonna tedesca e di SS italiane e, dopo due giorni di combattimenti, dovette abbandonare l’abitato ripiegando su Boves, dopo aver lasciato in mano nemica alcuni feriti (fra i quali un sottufficiale inglese evaso da un campo di prigionia) che, portati a Cuneo, vennero fucilati.

L’attacco nazifascista a Vinadio diede luogo anche al primo tentativo di azione coordinata fra bande di diversa origine e dislocazione: difatti la Banda “Italia Libera” di valle Stura, che al momento si trovava dislocata a San Matteo di valle Grana, mosse per la montagna innevata in soccorso dei compagni attaccati e analogamente si comportarono le bande di valle Gesso e di Boves. Il tentativo fallì per circostanze varie, ma rimase esemplare dei

collegamenti che andavano stabilendosi fra unità partigiane differenziate anche politicamente, oltreché di un generoso spirito di solidarietà.

Rastrellamenti

Ai primi del gennaio 1944 gli effettivi della Banda “Italia Libera” di valle Stura ammontavano a circa 120 uomini e la formazione si era distinta per i[...]

[...]a a San Matteo di valle Grana, mosse per la montagna innevata in soccorso dei compagni attaccati e analogamente si comportarono le bande di valle Gesso e di Boves. Il tentativo fallì per circostanze varie, ma rimase esemplare dei

collegamenti che andavano stabilendosi fra unità partigiane differenziate anche politicamente, oltreché di un generoso spirito di solidarietà.

Rastrellamenti

Ai primi del gennaio 1944 gli effettivi della Banda “Italia Libera” di valle Stura ammontavano a circa 120 uomini e la formazione si era distinta per insidiose azioni di molestia al nemico nella antistante pianura verso le città di Fossano e di Cuneo. I Comandi tedeschi, nell’ambito del primo ciclo di rastrellamenti in grande stile lanciato contro le formazioni partigiane piemontesi, decisero quindi di sferrare una massiccia offensiva contro il dispositivo di “Italia Libera”: il 12 gennaio una colonna di circa 40 automezzi, appoggiata da batterie di cannoni da 105 mm, da mezzi corazzati e da gruppi di mitragliere da 20 mm attaccò le posizioni partigiane, ma alla fine di una giornata di combattimento venne respinta.

L’attacco riprese il giorno seguente con maggiori forze ed ebbe ragione della difesa elastica praticata dai partigiani che ebbero un caduto (Carlo De Michelis) e un ferito, Duccio Galimberti. Tuttavia l’offensiva non causò sbandamenti fra i volontari: divisi in due nuclei, essi si ritrassero verso Madonna del Colletto e Paralup, riprendendo poi le [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 473

Brano: [...] morte.

In quella stessa epoca si consolidarono le due bande sorte nella valle, l’una al comando dell’albergatore ed ex sergente di complemento degli Alpini Stefano Revelli [Steve), l’altra guidata da Giuseppe Acchiardo e da Bernardo Ghio. Questa seconda formazione era stata fino al dicembre 1943 al comando del capitano Walter Carboni, un ufficiale di carriera poi allontanatosi. Nel febbraio 1944 arrivò nella vai Maira un gruppo della banda « Italia Libera » di valle Grana (v.), proveniente dalla località Damiani di San Pietro di Monterosso. Il gruppo, al comando di Benedetto Dalmastro

(v.) e composto da una quindicina di partigiani già provati da scontri avuti in gennaio con unità tedesche, si stabilì in località Santa Margherita di Dronero, assorbendo la banda comandata da Acchiardo e Ghio.

Secondo accordi intervenuti con la formazione di Stefano Revelli, nel frattempo entrata a far parte del Battaglione Garibaldi «Pisacane », Dalmastro assunse poi il comando dell’intera valle.

A questo sviluppo delle forze partigiane i tedeschi risp[...]

[...]la guerriglia, si divisero in piccoli nuclei mobilissimi e non offrirono mai al nemico l'occasione di uno scontro frontale.

Dopo aver patito perdite notevoli e senza aver scompaginato le bande né aver loro recato danni rilevanti, l'attaccante dovette ritirarsi. Ai partigiani e alla popolazione l’operazione costò la morte in combattimento di 3 volontari, la fucilazione di 5 civili della borgata Ferre di Dronero e di 6 appartenenti alla banda « Italia Libera », caduti in una imboscata nel vallone di Piossasco in seguito a una delazione. Per quanto doloroso, tale bilancio non corrispondeva certo alle attese dei nazifascisti.

Dopo la conclusione di questo ciclo operativo (mentre, va ricordato, in altre zone l’offensiva nemica di primavera causava la distruzione di intere formazioni attenutesi a errati schemi di « resistenza frontale ») il movimento partigiano nella valle potè espandersi e consolidarsi sul piano organizzativo.

Dalla banda « Italia Libera » di Dalmastro ebbero origine altre formazioni che diedero corpo alla Brigata « Valle Mair[...]

[...]ssasco in seguito a una delazione. Per quanto doloroso, tale bilancio non corrispondeva certo alle attese dei nazifascisti.

Dopo la conclusione di questo ciclo operativo (mentre, va ricordato, in altre zone l’offensiva nemica di primavera causava la distruzione di intere formazioni attenutesi a errati schemi di « resistenza frontale ») il movimento partigiano nella valle potè espandersi e consolidarsi sul piano organizzativo.

Dalla banda « Italia Libera » di Dalmastro ebbero origine altre formazioni che diedero corpo alla Brigata « Valle Maira » intitolata a Roberto Bianchi di Roascio (uno dei primi caduti di « Italia Libera », morto durante un’azione in pianura a Villafaletto, l’8.3.1944) e inquadrata, assieme alla Brigata « Rolando Besana » operante nella contigua valle Varaita, nella II Divisione Alpina « Giustizia e Libertà ». Comandante

della Brigata « Valle Maira » fu nominato Luigi Ventre (Gigi).

La formazione garibaldina al comando di Revelli entrò invece nella XV Brigata « Saluzzo » come battaglione; commissario politico ne fu nominato Walter Mandelli (Vanni).

Nel settembre 1944 il battaglione si trasformerà in Brigata della I Divisione Garibaldi « Piemonte », la 104a, intitolata al medico Carlo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 170

Brano: Italia Libera all’estero, L'

l’uno a Parigi, dove il vecchio giornale, diretto sempre da Riccardo Ravagnan, riprese le pubblicazioni con ritmo settimanale; l’altro a Bruxelles (a questo era collegato anche il centro lussemburghese di EschsurAlzette), dove segretario generale delTAssociazione era il professore Luciano Mencaraglia. Il centro di Bruxelles pubblicava a sua volta un settimanale, dal titolo L’Italia di domani.

Negli anni del secondo dopoguerra quest’associazione unitaria, con i suoi giornali e gruppi di aderenti, costituì un importante elemento di organizzazione della vita democratica nell[...]

[...]io e del Lussemburgo. L’afflusso, particolarmente massiccio in Belgio, di nuovi emigrati per

il lavoro nelle miniere, e in Francia e nel Lussemburgo per i lavori agricoli e industriali, diede notevole peso all’attività delTAssociazione. All’insufficienza degli accordi contrattuali e al disinteresse delle rappresentanze ufficiali italiane faceva riscontro l’incontrollato arbitrio padronale da parte delle aziende locali, sicché l’Associazione « Italia Libera » dovette sopperire a quelle deficienze prendendo essa stessa una serie di iniziative volte all’organizzazione mutualistica, alla soluzione della questione degli alloggi, all’assistenza sociale, alla difesa del salario e delle condizioni di vita dei lavoratori italiani all’estero.

Il successivo corso degli avvenimenti in Italia e la guerra fredda portarono alla rottura dell’unità democratica nell'Associazione, tanto ai vertici che alla base. Organizzazioni di rottura, largamente finanziate dai centri padronali e governativi e con i loro organi di stampa in lingua italiana, riportarono la d[...]

[...]egli avvenimenti in Italia e la guerra fredda portarono alla rottura dell’unità democratica nell'Associazione, tanto ai vertici che alla base. Organizzazioni di rottura, largamente finanziate dai centri padronali e governativi e con i loro organi di stampa in lingua italiana, riportarono la divisione nelle colonie di emigrati. Tanto le autorità governative francesi che quelle belghe, con appositi decreti, nel 1946 imposero lo scioglimento de « L’Italia Libera » e la soppressione dei suoi settimanali. A ciò seguirono numerosi provvedimenti di espulsione di dirigenti nazionali e provinciali dell’Associazione.

Tali misure vessatorie non mutarono l’orientamento democratico e antifascista delle colonie italiane all’estero, rimaste in gran parte legate alle organizzazioni sindacali e politiche democratiche delle varie località, grazie anche all’opera precedentemente svolta dall’« Italia Libera ». (Per l’emigrazione italiana in Svizzera si veda la voce Colonie libere italiane).

L.Me.

Italiano di Tunisi, L’

Settimanale antifascista in lingua italiana pubblicato a Tunisi dal 25. 10.1936, per iniziativa di un gruppo di giovani emigrati operai e intellettuali comunisti. Portava come sottotitolo: « Organo della Lega dei Diritti deH’Uomo Sezione di Tunisi »; usciva alla domenica e il suo primo gerente fu G. Fortj. Il giornale divenne il centro di un’alleanza antifascista che andava dai comunisti agli anarchici e dai socialisti ai repubblicani che aderivano alla locale sezione de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 149

Brano: [...]si, dei fratelli Carlo e Nello Rosselli, di Nello Traquandi, Piero Calamandrei, Piero Jahier e altri intellettuali. L’iniziativa scaturì dall’attività del Circolo di Cultura promosso a Firenze, fin dal 1922, dallo stesso gruppo antifascista per alimentare quel dibattito politico che il fascismo andava spegnendo con la violenza, e per riunire le forze antifasciste locali. Sulla stessa linea, dopo il delitto Matteotti, si mossero anche i gruppi di Italia Libera (v.), creati da ex combattenti democratici decisi a opporsi con ogni mezzo allo squadrismo. Poiché i promotori di « Italia Libera » erano spesso partecipi anche all’attività del Circolo di Cultura, le due iniziative avevano punti in comune.

Secondo le testimonianze dei protagonisti, l’idea del periodico maturò tra l'ottobre del 1924 e i giorni immediatamente successivi al discorso mussoliniano del 3 gennaio 1925, che annunziò la definitiva liquidazione delle libertà democratiche in Italia. L'niziativa prese poi corpo attraverso colloqui svoltisi in casa Rosselli, con la partecipazione di Traquandi, Vannucci (uno dei capi di « Italia Libera ») ed Ernesto Rossi.

Contro il fascismo.

Il primo numero del « Non molla[...]

[...]i Cultura, le due iniziative avevano punti in comune.

Secondo le testimonianze dei protagonisti, l’idea del periodico maturò tra l'ottobre del 1924 e i giorni immediatamente successivi al discorso mussoliniano del 3 gennaio 1925, che annunziò la definitiva liquidazione delle libertà democratiche in Italia. L'niziativa prese poi corpo attraverso colloqui svoltisi in casa Rosselli, con la partecipazione di Traquandi, Vannucci (uno dei capi di « Italia Libera ») ed Ernesto Rossi.

Contro il fascismo.

Il primo numero del « Non mollare! » uscì, in circostanze avventurose, nel gennaio 1925. Conteneva un esplicito richiamo alla resistenza contro il fascismo, una denuncia violenta dei metodi squadristici, una breve rassegna delle contraddittorie affermazioni di Mussolini nella sua altalena di posizioni rispetto alla monarchia.

Per diffondere il giornale, fu organizzata una rete capillare di distribuzione che raggiungeva i centri del Nord e del Mezzogiorno e che ebbe la collaborazione di altri antifascisti, tra cui: Perruccio Farri, Riccardo Bau[...]

[...] dalla sorveglianza degli squadristi e della polizia a troncare ogni attività, o a emigrare all'estero. Con il numero del 5.10.1925 il « Non mollare! » cessò le pubblicazioni. Alcuni motivi dell'ispirazione politica del periodico fiorentino, ma soprattutto Io spirito combattivo da cui era sorto, continuarono a vivere nella stampa di Giustizia e Libertà (v.). In questo movimento, creato in Francia nel 1929, confluirono molti dei protagonisti di « Italia Libera » e gran parte dei collaboratori di « Non mollare ».

Bibliografia: «Non mollare» (1925), ed. La nuova Italia, Firenze 1955.

M.Gi.

Norimberga

Seconda città della Baviera per numero di abitanti (ne conta oggi intorno al mezzo milione), è ricca di tradizioni storiche e culturali che, non a caso, furono sfruttate e strumentalizzate a loro favore dai nazisti (v. Germania e Nazionalsocialismo). Duramente colpita durante la Seconda guerra mondiale, dopo la quale fu anche sede del Tribunale militare internazionale insediato dalle quattro potenze vincitrici e occupanti la Germania per giud[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 359

Brano: [...]litismo svolta con buoni risultati verso l’esterno, essi condussero un’opera di chiarificazione aM’interno del partito per superare i contrasti, piuttosto acuti, fra « ordinovisti » e « bordighiani ». L’uccisione di Matteotti aprì gli occhi a molti italiani e spinse le punte più avanzate dell’opposizione democratica a scendere in lotta aper

ta contro il fascismo. Sorse così a Firenze una delle prime organizzazioni clandestine non comuniste: L’Italia Libera (v.). Composta per

10 più da stimati professionisti, tutti ex combattenti (fra cui Carlo Rosselli, Enrico Bocci, Piero Calamandrei, Ernesto Rossi, Nello Traquandi), tale associazione riuscì a compiere in Firenze alcune clamorose azioni di protesta contro il fascismo.

Accanto ai comunisti e agli ex combattenti de « L’Italia Libera », qualche attività antifascista veniva svolta da anarchici e da giovani repubblicani, ma più per iniziativa personale che su direttiva dei rispettivi partiti. Quanto ai socialisti, continuavano a mantenere il loro atteggiamento « legalitario ».

11 fallimento dell’Aventino (v.) e il superamento della crisi da parte del fascismo furono sanzionati a Firenze dalla violenta reazione del 31.12. 1924: la città fu teatro di sanguinose violenze e di gravissime devastazioni che colpirono sedi di associazioni culturali antifasciste, logge massoniche, il quotidiano II Nuovo Giornale, nonché studi, ne[...]

[...]i per la loro avversione al regime. La pubblica autorità approfittò odiosamente della ondata di violenze fasciste per sciogliere, « per motivi di ordine pubblico », la locale sezione del Partito socialista unitario, accusandola di raccogliere « elementi che tendono a sovvertire i poteri dello Stato ». Violenze e repressioni, proseguite anche nel 1925, non piegarono l'antifascismo fiorentino. Nel gennaio di quell'anno, per iniziativa del gruppo « Italia Libera », era uscito il primo numero di Non Mollare! (v.), i cui numeri successivi ebbero larghissima diffusione anche su scala nazionale. Quando il giornaletto pubblicò alcuni documenti assai compromettenti nei riguardi di Mussolini e di alcuni grossi gerarchi, destò le ire furibonde dei fascisti. Queste sfociarono in sanguinaria esplosione nella notte fra il 3 e il

4 ottobre (ancora oggi ricordata a Firenze come la « notte di S. Bartolomeo ») che vide l’efferato assassinio del massone Giovanni Becciolini e dei due esponenti socialisti Gaetano Pilati e Gustavo Console, nonché incendi, saccheggi [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 424

Brano: [...] Vittoriano per la pace mondiale, un sodalizio affiliato al Comitato mondiale contro la guerra e il fascismo, che condusse una campagna anche contro l’aggressione dell'Italia all’Etiopia. Nel 1938 divenne presidente onorario della Casa dell'Italia Antifascista a Melbourne.

Allo scoppio della Seconda guerra mondiale appoggiò la causa antifascista e l’alleanza degli Stati in lotta contro gli aggressori nazifascisti. Promosse anche il movimento “Italia Libera”, che in larga misura coalizzò le forze italiane antifasciste locali, scrivendone il programma (18.4.1943) e divenendone presidente. Dopo la fine della guerra, nel 1945, continuò a impegnarsi nell’attività politica degli italiani d’Austria, sostenendo le cause progressive e continuando la guida del movimento “Italia Libera”.

È sepolto a Myrtleford e, sulla sua tomba, è stato inciso il seguente epitaffio: « Difese la libertà, l’umanità e la giustizia ».

L.Ar.

Schiavetti Arcangeli, Paolo

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Spoleto (Perugia) nel 1924, m. a Castelluccio di Norcia (Perugia) il 25.4.1944; studente. Allievo del Convitto nazionale orfani degli impiegati dello Stato, poi iscritto alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma, legato a gruppi antifascisti, nel febbraio 1944 entrò a far parte della formazione partigiana comandata dal capitano Ernesto Melis e operante nella[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 32

Brano: [...]iva.

Impiegato presso un negozio di articoli musicali, si legò d’amicizia a un estroverso personaggio dell’antifascismo locale, Arturo Felici [Panfilo) , di origine romagnola. Il sodalizio con Felici e con quello che sarà il nucleo originario cuneense del Partito d'Azione nel 194243, determinò il 12.9.1943 la scelta di Rapisarda di salire in montagna, a Madonna del Colletto, dove sorse la prima formazione partigiana della provincia: la Banda “Italia Libera”, comprendente tra i suoi dodici originari componenti Duccio Galimberti e Dante Livio Bianco.

Si può dire che a Madonna del Colletto, nel breve periodo in cui la banda si formò, Rapisarda fu quasi il comandante della formazione, unanimemente riconosciuto come il più “esperto” di cose militari dai suoi compagni, tutti civili e per lo più intellettuali. Successivamente egli fu membro del gruppo di San Matteo della stessa Banda “Italia Libera”, poi ufficiale del Comando della II Divisione Alpina G.L. in valle Bronda.

Nel dopoguerra, dopo aver ricoperto incarichi assistenziali a livello comunale, lavorò all’Ufficio di collocamento, schivo della vita pubblica.

P.Bu.M.Ca.

Rappresaglia

Dal latino represalia: prendere con la forza il risarcimento di un danno presunto o subito. Nel diritto internazionale la rappresaglia è intesa anche come reazione legittima di uno Stato contro latto illecito commesso da un altro Stato in suo pregiudizio, soprattutto in guerra ma anche in tempo di pace.

La pratica della rappresaglia risal[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Italia Libera, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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