Brano: [...]e — curò e rafforzò la sua organizzazione, precisò i postulati del suo programma sociale, divenne forza attiva ed operante nel paese. I suoi primi congressi nazionali (Roma 1918; Palermo 1919; Firenze 1920) attestano una grande maturità.
Conquiste sul piano legislativo
L’associazione, la cui sede centrale venne, nel luglio 1920, trasferita da Milano a Roma, continuò in una coraggiosa lotta per un minimo di provvidenze, che assicurasse agli invalidi di guerra un’adeguato trattamento pensionistico, la possibilità di inserirsi nella vita del lavoro, le necessarie assistenze sanitarie. A queste nuove forme di solidarietà statale fu preposto un apposito ente, YO.N.l.G. (Opera Nazionale Invalidi di Guerra) istituito, quasi contemporaneamente al sorgere dell’A.N.M.I.G., con la legge 25.3.1917, n. 481.
Per quanto attiene alle pensioni, la legislatura (era vigente allora la legge 23.6.1912, n. 667, che aveva istituito la pensione privilegiata di guerra), sotto la continua pressione dell’associazione fu gradualmente ma radicalmente trasformata. Co
sì, dai primi provvedimenti ottenuti nel corso del 1917, integrati da temporanee, urgenti provvidenze nel dicembre del 1920 (dopo numerose manifestazioni di protesta svoltesi in tutto il paese, che si conclusero con l’invasione del Parlamento da pa[...]
[...]i e ai mutilati di guerra, sostenendo un’assurda teoria di « elargizione pietosa » che gli costò, per la decisa azione unitaria dei mutilati, l'allontanamento dal governo.
La conquista più significativa ottenuta dalla associazione prima dell’avvento della dittatura fascista fu tuttavia, senza dubbio, la legge 21. 8.1921, n. 1312; la prima a introdurre — in una legislazione nazionale — il principio del collocamento obbligatorio al lavoro degli invalidi di guerra. Ancora oggi, questo provvedimento è noto come legge Labriola, dal nome del ministro del Lavoro, Arturo Labriola (v.), che ebbe a redigerne il progetto, in collaborazione coi dirigenti dell’associazione. A Palermo, nel congresso del 1919, si era levato alto un grido: « Nella società di domani uno solo sia il vittorioso: il lavoro ». Due anni dopo, si realizzava il voto perfezionandosi la legge, radicalmente innovatrice nel campo dei rapporti di lavoro, in base alia quale fu reso obbligatorio il collocamento di determinate percentuali di mutilati e invalidi di guerra nelle pubbliche amministra[...]
[...]Labriola (v.), che ebbe a redigerne il progetto, in collaborazione coi dirigenti dell’associazione. A Palermo, nel congresso del 1919, si era levato alto un grido: « Nella società di domani uno solo sia il vittorioso: il lavoro ». Due anni dopo, si realizzava il voto perfezionandosi la legge, radicalmente innovatrice nel campo dei rapporti di lavoro, in base alia quale fu reso obbligatorio il collocamento di determinate percentuali di mutilati e invalidi di guerra nelle pubbliche amministrazioni e nelle aziende private.
Così, nei suoi primi anni di vita, in piena libertà, l’associazione adempì ai suoi compiti secondo le finalità indicate dal suo statuto, approvato dal congresso di Firenze (luglio 1920), che all’art. 1 solennemente afferma: « ... di mantenere fra gli invalidi della guerra il sentimento della fratellanza e, in omaggio all’umanità, l’opposizione alle guerre, e il concetto della inviolabilità di tutte le patrie ». Meritevoli di ricordo, le severe pubbliche manifestazioni per la pacificazione sociale, indette daH’associazione a Napoli e [...]