Brano: [...]i possono solo opporre ragioni individuali, umane. Non lo interessa tanto la giustezza, in astratto, delle loro « scelte », quanto il recupero della dignità umana.

Privo di una ragione ideologica giudicante, Rossellini presenta quindi senza schematizzazione la figura del « nemico ». I suoi tedeschi lo sono non In virtù di un giudizio politicoideologico, quanto per una specie di metastorica personificazione delle forze

Vittorio De Sica in « Il generale Della Rovere » (Rossellini)

oscure dei destini umani. In ogni caso egli dà una rappresentazione estremamente tipizzante di quelle che furono certe componenti del fenomeno nazista: deviazioni psichiche, delirio di potenza, pregiudizio razziale... Per il resto, Rossellini si pone ad un livello più alto di quello delle fazioni in lotta. Non prende posizione. Si limita a registrare. Questa sua operazione è tanto più felicemente compiuta quanto meno intenzionalmente l’autore vi si applica.

Tale atteggiamento umano e corale è ancora più evidente negli ultimi due film resistenziali del regista: Il generale[...]

[...]omponenti del fenomeno nazista: deviazioni psichiche, delirio di potenza, pregiudizio razziale... Per il resto, Rossellini si pone ad un livello più alto di quello delle fazioni in lotta. Non prende posizione. Si limita a registrare. Questa sua operazione è tanto più felicemente compiuta quanto meno intenzionalmente l’autore vi si applica.

Tale atteggiamento umano e corale è ancora più evidente negli ultimi due film resistenziali del regista: Il generale Della Rovere (1959) ed Era notte a Roma (1960). Il primo è opera fiacca e scialba: il riscatto della personalità umana investita di compiti « nobilitanti » vi è esemplificato attraverso la storia di un errore di identità, per cui un comune truffatore viene considerato un generale badogliano e muore cori fierezza. Nel secondo film si riuniscono sotto un unico tetto, per una notte, uomini che rappresentano tutte le nazioni che conducono la lotta di liberazione. Si tratta di tentativi mancati (se non ambigui) di riandare con distacco e obiettiva serenità a quel travagliato momento storico con un intento stav[...]

Brano: [...]za furono estremamente rari. Né valsero a incoraggiarli gli ottimi successi di stima ottenuti all’estero da opere come Paisà e Roma, città aperta. Ma a questo punto intervengono altre ragioni, non solo strettamente economiche (autocensura, interventi governativi più o meno mascherati, intolleranza verso tutto un certo cinema del « discredito nazionale»). C’è da registrare una ripresa attorno al 1959’60, con opere come Un giorno da leoni, di Loy; Il generale Della Rovere ed Era notte a Roma di Rossellini; Le quattro giornate di Napoli', sempre di Loy; Il terrorista, di De Bosio, ecc..

A volte tali film sono prodotti da case cinematografiche di una certa rilevanza sul mercato nazionale, quali la Galatea (Un giorno da leoni) e la Zebra film (Il generale Del

Brano: [...]
1946, regista Giorgio Ferroni; Davanti a lui tremava tutta Roma, Excel sa film, 1946, regista Carmine Gallone; Anni difficili, Briguglio .Film, 1948, regista Luigi Zampa; Gli uomini sono nemici, P.A.O., 1948, registi Henry Calef e Ettore Giannini; Achtung banditi!, C.S.P.C., 1951, regista Carlo Lizzani; Cronache di poveri amanti, C.S.P.C., 1953, regista Carlo Lizzani; Gli sbandati, C.V.C. e Antonio PelIizzari, 1955, regista Francesco M asei li; Il generale Della Rovere, Zebra FilmGaumont, 1959, regista Roberto Rossellini; Era notte a Roma, International Golden StarFilm Dismage, 1960, regista Roberto Rossellini. >■

Jugoslavia: Slavica (Slavica), Avaia Film,

1947, regista Vjekoslav Àfric; Zivjce ovay narod (Questo popolo vivrà), Jadran Film,

1947, regista Nikola Popovic; Na svoji semliji (Sulla propria terra), Triglav film, 1948, registi France Stiglio e Jore Gale; Besmrtna mladost (Gioventù immortale), Avaia Film, 1948, regista Vojislav Nanovic; Barba Zvane (Lo zio Ivan), Avaia Film, 1949, regista Vjekoslav Afric; Zastava (La bandiera), Jadran Film,[...]