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Il segmento testuale Il Ribelle è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 10Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 157

Brano: [...]scia (v. Brigate cattoliche) .

Il primo numero de II Ribelle uscì

il 5.3.1944 sulle ceneri di Brescia Libera, il ciclostilato che era nato nel novembre del 1943. Dopo cinque numeri gli organizzatori di “Brescia Libera” erano stati dispersi dalla polizia e in parte arrestati: due di essi (Astolfo Lunardi ed Ermanno Margheriti) vennero condannati a morte e fucilati.

Fondato da Teresio Olivelli (v.) e Claudio Sartori, nel suo primo numero “Il Ribelle” scriveva:

« Un giornale scompare, un altro ne nasce. La piccola redazione di “Brescia Libera” chiude 'i battenti e passa le consegne. Momento di bilancio, di sosta prima del nuovo slancio. Fra i due, a traguardo, sta il sacrificio di Lunardi e Margheriti ».

Da “Brescia Libera” il nuovo giornale aveva ereditato anche il sottotitolo, « Esce come e quando può ». Foglio prevalentemente cattolico per la formazione dei suoi principali redattori, esprimeva le idee e i propositi del movimento Fiamme verdi (v.), però la discussione era aperta a tutti; e, anche se nato a Brescia, riuscì a non es[...]

[...] il giuramento alla repubblica di Salò. Il più famoso e diffuso fu la preghiera « Signore, facci liberi », nota anche come « Preghiera del Ribelle », composta da Olivelli e distribuita nella Pasqua del 1944). Inoltre, particolarmente importanti furono i Quaderni del Ribelle, ciascuno dei quali era una piccola monografia su un tema specifico, interessante la ricostruzione della società. Ne uscirono undici.

“Brescia Libera” tirava 2.000 copie; “Il Ribelle” arrivò a 15.000; i Qua

La « Preghiera del Ribelle »

Signore che fra gli uomini drizzasti la Tua croce segno di contraddizione, che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dei dominanti, la sordità inerte della massa, a noi oppressi da un giogo numeroso e crudele che in noi e prima di noi ha calpestato Te fonte di libere vite, dà la forza della ribellione.

Dio che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi, alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà, moltiplica le nostre forze, vestici della Tua armatura. Noi ti preghiamo, Signore[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 323

Brano: [...]i cattolici [Teresio Olivelli, Gastone Franchetti e altri), le comandava il generale degli alpini Luigi Massini [Fiori). Le perdite delle « Fiamme verdi » furono complessivamente di 295 uomini fra morti in combattimento e fucilati. Le medaglie d'oro 3: Giacomo Cappellini, Teresio Olivelli e Antonio Schivarcii (si vedano le rispettive voci). Per maggiori informazioni sulle « Fiamme verdi », si veda la voce Brigate Cattoliche.

Il regolamento

Il Ribelle, foglio bresciano diretto da T. Olivelli, col sottotitolo: « Esce come e quando può », il 15.7.1944 pubblicava il seguente estratto di regolamento:

« 1. Le " Fiamme verdi ”, soldati della Patria e della Libertà, appartengono aH’Armata dell'Italia deH'interno. 2. Riconoscono nel Comitato di Liberazione Nazionale l’organo politico per l’autodeliberazione del popolo italiano. 3. Possono appartenere a qualunque libero partito politico, ma subordinano ogni azione di partito e ogni problema futuro alla necessità attuale del combattimento e dell’insurrezione, perché l’Italia risorga nuova, pura, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 731

Brano: [...]vano insormontabili. Si aggiunga il freddo intenso, che ostacolava il funzionamento della macchina. Nascosta sotto terra, ricoperta dalla neve, gelava in modo tale che l’inchiostro stentava a passare attraverso la seta. Eravamo costretti, dopo la tiratura di poche copie, a riscaldare la macchina vicino alla stufa. Finalmente, dopo una settimana di lavoro intenso, uscì la prima copia del giornale. Ne facemmo 70 tirature [...]. Portava per titolo "Il Ribelle". Ai lati aveva le diciture: "Esce quando può e quando vuole" ».

Del giornale, che a partire dal secondo numero (1.1.1945) mutò la te

stata in II Patriota, sarebbero usciti durante tutto il periodo clandestino altri 11 numeri.

Febbraiomarzo 1945

La stasi invernale delle operazioni militari non significò per la « Mingo » una paralisi dell’attività organizzativa. In febbraio l’organico della Divisione risultò rafforzato. Alla « Buranello » furono affiancate due nuove Brigate: la « Pio », raggruppante gli effettivi di un battaglione già dislocato nel settore orientale dello schierame[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 213

Brano: [...]ne precisa per un verso della natura del nazifascismo, per l’altro degli obiettivi della lotta. Parecchi furono « sbandati » prima che partigiani: intellettualmente Olivelli non fu « sbandato » nemmeno per un attimo. E il suo antifascismo non fu una badogliesca cancellazione dei vecchi simboli grattati via lasciando inalterata la sostanza, ma fu un rovesciamento totale. In lui la Resistenza si ricollegava al Risorgimento. Nel « manifesto » per « Il Ribelle » scrisse: « Da quando Cristo levò la sua parola redentrice mai si vide più organizzata barbarie. È la tratta dei bianchi, la cattività babilonica in più scientifica schiavitù. E, degenerazione e degradazione suprema, i nostri giovani ridotti a domestici iloti dei signori della guerra. L’uomo è fatto belva e vittima: fino alla persecuzione spietata della Gestapo e delle Ovra, fino alle percosse, ai tormenti, alla soppressione di singoli e di popoli interi. Ma chi non rispetta in sé e negli altri l’uomo,

ha animo di schiavo ». Aggiungeva: « La nostra rivolta non va contro questo o quell’uom[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 434

Brano: [...] Zuccaro. Le forze fasciste non ebbero mai ragione di quelle partigiane e lejformazion^, quantunque accerchiate, riuscirono persino a ricevere alcuni aviolanci. Inoltre, tutte le brigate della media e della bassa valle, attaccando la « Tagliamento » alle spalle, la impegnarono seriamente con azioni di guerriglia e di sabotaggio, infliggendole ingentissime perdite in uomini e materiale.

La divisione « Tito Speri » ebbe i suoi organi di stampa: Il Ribelle, Piccolo Ribelle e Valle Camonica ribelle. La forza numerica della divisione, articolata su cinque brigate, fu di 971 uomini. I caduti furono 134, i feriti 96, gli invalidi 10. Durante la sua attività catturò 313 prigionieri nazifascisti, ai quali si aggiunsero i 1.139 del periodo insurrezionale. Gli Alleati giunsero nella valle a maggio inoltrato, quando da tempo essa era stata liberata. Furono proposte, per i combattenti della divisione, 18 medaglie d’oro, 70 d’argento, 70 di bronzo e 100 croci di guèrra.

Gli Alleati riconobbero che la Divisione « Tito Speri » era da considerarsi solida,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 158

Brano: [...]Bianchi, Dario Morelli, Laura Bianchini, Romeo Crippa, don Giuseppe Tedeschi (in tempi diversi, essendo la vita del foglio costellata di arresti). Il perno organizzativo fu Pietro Reginalla: quando il foglio non potè più essere prodotto a Brescia, Reginalla fece per lungo tempo la spola tra Milano (composizione) e Lecco (stampa), portando rischiosamente avanti e indietro piombi e bozze.

Oltre che fonte di informazioni ed elaboratore di idee, “Il Ribelle” fu un diretto strumento di lotta. Attraverso i contatti che era necessario stabilire, alcuni dei suoi artefici svolgevano attività partigiana: portavano a destinazione documenti falsi, medicinali, indumenti, denaro, qualche arma, e trovavano rifugi per

i renitenti.

U.A.G.

Bibliografia: Dario Morelli, Introduzione alla ristampa anastatica di “Brescia Libera e II Ribelle", Istituto Storico della Resistenza, Brescia 1954.

Per la diffusione del foglio nella provincia di Pavia si veda: Romeo Crippa, “// Ribelle” nella nostra provincia, in II coraggio del no, Amministrazione Provincial[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 672

Brano: [...]entamento politico d’un gruppo di cattolici progressisti, nel solco della tradizione del cattolicesimo sociale lombardo, fu II Ribelle (v.), pubblicato dall’ottobre 1943 a Milano (ma con l’indicazione di Brescia). Il giornale, dovuto all’iniziativa di Teresio Olivelli (v.), don Giuseppe Tedeschi e Laura Bianchini, conservò l’impostazione politicamente avanzata fino all’arresto di Olivel

li. Successivamente rifluito su posizioni più moderate, “Il Ribelle” rimase uno dei tentativi più interessanti di stampa cattolica non integralista e con forti aperture democraticosociali dell’intero arco della pubblicistica di questo settore durante la Resistenza.

Di indirizzo cattolico decisamente di sinistra fu Voce operaia, organo del Movimento dei cattolici comunisti; diretto da Fedele D’Amico, fu edito a Roma e la sua tiratura salì fino alle 23.000 copie. Questa stessa organizzazione politica nell’Italia settentrionale assunse il nome di “Movimento dei Lavoratori Cristiani” e, come tale, nell’autunno del 1944 pubblicò alcuni numeri de La Voce del Lav[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 464

Brano: [...]n’eco polemica nelle file partigiane e tra le stesse “Fiamme Verdi”.

Tra gli oppositori alla “tregua” fu Giulio Mazzon (v.). A distanza di parecchi anni da quei fatti, egli considererà tuttavia in una luce diversa la questione delle “zone franche”, convincendosi che in definitiva esse avevano consentito alle “Fiamme verdi” di mettere a punto la propria organizzazione operativa e di non logorare i rapporti con la popolazione.

Bibliografia: “Il Ribelle”, settembre 1944; E. Verzelletti, Fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, Milano 1975; G. Mazzon, Caratteri e correnti della Resistenza Bresciana, in Fascismo Antifascismo Resistenza, Brescia 1976;

D. Venturini, Giacomo Cappellini e la Resistenza in Valcamonica, Esine, 1978.

Mi.Fr.

Zone libere

La definizione di “zone libere” (di uso corrente nei documenti militari e politici della Resistenza) designa ì territori posti temporaneamente, durante i venti mesi della Guerra di liberazione, sotto controllo partigiano e sui quali si realizzavano, nei modi e con le variazioni di cui



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 365

Brano: [...] di Cevo e nell'agosto impegnarono combattimento per catturare prigionieri da utilizzare negli scambi. Fu in questa occasione che stipularono con il nemico un patto per la delimitazione di una zona franca, suscitando violente proteste da parte di altre formazioni che respingevano qualsiasi intesa con l’occupante.

Nel successivo inverno, di fronte al proclama di Alexander (v.) e al bando di Mussolini, le formazioni in generale resistettero e « Il Ribelle » ebbe anzi dure parole verso una formazione che aveva deciso di presentarsi al nemico con le armi.

« Oggi tu rientri alla tua casa — scrisse II giornale partigiano — ti rimescoli alla gente, riprendi un lavoro, ridiventi uno come tanti. Come gli altri ti pieghi al disprezzo tedesco, come gli altri lavori per lui e da lui sei pagato. Sapessi la pena che sento per te. Ma ti capisco, perché anch’io sono stanco come te, stanco da non poterne più. Perché anch’io come te, come tutti, ho sbagliato dei calcoli e ho paura dell’inverno imminente. Pure guardo lassù dove c’è neve, dove ci sono i raga[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Il Ribelle, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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