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Il segmento testuale Il Piccolo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 8Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 581

Brano: Piccolo» !i

Primo dopoguerra

Con l'unione di Trieste all'Italia, « II Piccolo » rinacque, con l’apporto di società assicuratrici [Generali, R.A.S.), armatoriali (Cosulich, Tripcovich) e della Banca Commerciale Triestina.

Il primo numero della nuova serie uscì, insieme alledizione pomeridiana Il Piccolo della Sera (esistente sin dal 1886), il 20.11.1919. Mayer, che nel 1920 fu nominato senatore (e poi ministro di stato e presidente dell’I.M.I. durante il fascismo fino alle leggi razziali del

1938), chiamò a dirigere il giornale il romagnolo Rino Alessi, già corrispondente di guerra del « Secolo » di Milano e del « Messaggero » di Roma,

Il convulso periodo deH’inserimento di Trieste e delle altre province « redente » nello Stato italiano fu contrassegnato da una profonda crisi economica, dalla disgregazione del Partito liberalnazionale, dall’emergere aggressivo del movimento fascista ch[...]

[...]esto un ruo

lo di punta nel blocco nazionalista e capitalista poi vittorioso nelle elezioni politiche del 1921. Si ebbero quindi accese lotte sociali e politiche, nel corso delle quali la classe operaia e le forze della sinistra (comunisti, socialisti, repubblicani, anarchici) dovettero fronteggiare, soccombendo, la violenta reazione squadristica foraggiata dalla destra e appoggiata dalle autorità militari e civili. In questa fase cruciale, « Il Piccolo » svolse un'importante funzione di orientamento e di riaggregazione della borghesia triestina già liberalnazionale, a vantaggio dello schieramento nazionalfascista in via di rapida affermazione e nel quale era confluita la gran parte della vecchia classe dirigente liberalnazionale.

La campagna antislava e antioperaia del giornale, spesso filtrata attraverso i servizi di cronaca, si sviluppò in un quadro di sanguinose violenze e distruzioni, fra cui la devastazione della Camera del Lavoro, l'incendio del Balkan (v.), sede delle organizzazioni slovene e croate, e del quotidiano comunista II [...]

[...]ie patriottiche e celebrative deH'italianità, venne a sua volta rimosso e sostituito con Rodolfo Maucci, insegnante di tedesco e

già collaboratore del quotidiano. Da allora e fino al 29.4.1945 il giornale accentuò il carattere di grigio organo di informazioni e commenti politici trasmessi dagli uffici stampa tedeschi e dal Comando delle S.S., nel quadro della politica nazista nel Litorale Adriatico (v.).

Secondo dopoguerra

li 6.3.1947 « Il Piccolo » ricomparve con la nuova testata II Giornale di Trieste. Questa seconda « rinascita », favorita anche dalla particolare situazione giuridicopolitica della città amministrata dagli angloamericani, fu il frutto degli accordi intercorsi sin dal periodo bellico con la Curia di Milano, alla quale l’AIessi aveva consegnato le azioni del giornale e dello stabilimento. Fu, questa, un’accorta soluzionepareheggio, escogitata daU’Alessi per salvare la sua proprietà da eventuali confische o requisizioni da parte di autorità o governi antifascisti. Tutto infatti si risolse per il meglio: nella società ed[...]

[...] alla mattina), sorto nel 1945 nell’ ambito del C.L.N. triestino e diretto dal repubblicano prof. Vittorio Furiant. La « Voce », a cui nel 1949 il governo tolse ogni aiuto, dovette infatti cessare le pubblicazioni.

« Il Giornale di Trieste » riassunse quindi a Trieste il monopolio pressoché incontrastato della stampa e della pubblicità. Poi, con il ritorno della città all’Italia (26.10.

1954), venne ripristinata anche l’antica testata de « Il Piccolo », la cui direzione fu assunta (gennaio 1955) da Chino Alessi, figlio di Rino. Dal 1949 al 1954 l'edizione serale de Le Ultime Notizie era stata affidata alla Democrazia cristiana locale, con direttore Franco Amadini.

Più volte definito giornale « specchio della città », in effetti « Il Piccolo » fu, anche nel secondo dopoguerra, specchio, portavoce e veicolo di diffusione (diretta o mediata attraverso la cronaca cittadina, quella nazionale e la rubrica dei lettori) delle posizioni politiche

581



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 580

Brano: [...]a (v.).

La dissoluzione della Cecoslovacchia, sacrificata nel 193839 con l'acquiescenza di Francia e Inghilterra, comportò la pratica cessazione di un'alleanza che virtualmente era già morta da tempo (v. Monaco, Patto di).

S.Bi.

Piccolo, Il

Quotidiano di Trieste (v.). Fondato nel 1881 da Teodoro Mayer, che diventerà in seguito uno dei massimi esponenti della massoneria triestina (allora molto influente nel Partito liberalnazionale), «il Piccolo» ebbe rapida fortuna per l’abilità e l’intraprendenza del suo fondatore.

Origini

Mayer impresse al giornale un carattere « popolare » (pubblicando romanzi di appendice, dando ampio spazio alla cronaca locale, alla polemica antigovernativa e antislava che, quantunque accortamente filtrata attraverso il notiziario cittadino, non gli evitò alcuni sequestri da parte delle autorità asburgiche, specie nei primi anni).

Sostenitore della politica del gruppo di potere liberalnazionale e degli ambienti finanziari suoi alleati, attento nell evitare toni e posizioni irredentistici spinti o espli[...]

[...]so il notiziario cittadino, non gli evitò alcuni sequestri da parte delle autorità asburgiche, specie nei primi anni).

Sostenitore della politica del gruppo di potere liberalnazionale e degli ambienti finanziari suoi alleati, attento nell evitare toni e posizioni irredentistici spinti o espliciti (allora estranei alla dirigenza liberalnazionale e propri invece del quotidiano L’indipendente e di minoranze radicali, mazziniane e garibaldine), « Il Piccolo » divenne non solo l’informatore più diffuso (un primato che non perderà più, anche per una serie di circostanze favorevoli e scelte opportune), ma l’organizzatore del consenso di vasti strati piccolo e medio borghesi intorno alla linea « moderata » della classe dirigente che aveva nel municipio il suo principale strumento di governo e di influenza nella vita pubblica.

La difesa deH'« italianità » del Comune di Trieste assicurava infatti il controllo su gran parte dell’attività amministrativa, scolastica, ricreativa, assistenziale, edilizia ecc. della città e l’appoggio di forti gruppi del[...]

[...]
Dall’agosto del 1914, con lo scoppio del conflitto europeo, si aprì una nuova fase nella storia di Trieste e del giornale. Mayer si trovava in Italia ed era in contatto con ambienti dello stato maggiore e del governo oltre che della massoneria nazionale, nonché con alcuni dei principali esponenti del Partito liberalnazionale e dell’irredentismo triestino via via rifugiatisi nel Regno (da Francesco Salata e Mario Alberti, entrambi redattori de « Il Piccolo », a Camillo Ara, Attilio Tamaro, Ruggero Timeus, Attilio Hortis, A. Dudan, C. Banelli, ecc.). La gran parte dei « fuorusciti » giuliani sosteneva il Patto di Londra con l’aggiunta di Fiume. « Cadorniani » e « sonniniani » intransigenti caldeggiavano inoltre un espansionismo adriatico e balcanico ed erano perciò ostili alla politica delle nazionalità e dell’autodecisione dei popoli. Questi erano invece i cardini del programma dell’irredentismo anticonservatore dei mazziniani e democratici che si accostavano alle posizioni bissolatiane e salveminiane e che nell’ottobre del 1917, per iniziativa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 350

Brano: [...]ussero la vasta biblioteca. Durante il ventennio fascista rifiutò sempre il compromesso con la cultura ufficiale del regime e, malgrado l’ampia produzione artistica, morì in miseria. Quando gli fu proposto di entrare a far parte deH’Accademia d’Italia (v.) oppose sdegnoso rifiuto.

Tra le sue opere principali: Una donna (1893), Maschere (1894), Don Pietro Caruso (1895), La fine dell'amore (1896), Il diritto di vivere (1901), / fantasmi (1908), Il Piccolo Santo (1911), L’internazionale (1915). Opera omnia, Lanciano, 193542 (25 volumi).

Roberto Bracco nel 1924

Bracondi, Fratelli

Nati entrambi a Loreto (Ancona): Bruno nel 1922; studente. E Paolo nel 1907; ingegnere. Ivi fucilati entrambi il 29.6.1944. Sin dall’8.9.1943 ^parteciparono attivamente alla Resistenza anconetana, protagonisti delle imprese più rischiose, dirigenti deN’organizzazione militare clandestina; denunciati e scoperti, furono arrestati, torturati, condannati a morte e infine uccisi alla vigilia della liberazione della provincia.

Il 29,6.1944 il* Comando tedesco fece[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 582

Brano: [...]esso. La produzione di vignette e battute si accompagna a un’assidua, ossessiva polemica anticomunista e contro la borghesia di sinistra in genere, fustigata con linguaggio precettivo e ammonitorio spesso intriso di sanfedismo paesano.

Con la firma del trattato italojugoslavo di Osimo (1975) il giornale, abbandonando ogni cautela o accorgimento tattico, passava a una violenta polemica contro i partiti e I'« arroganza del potere », quasi che « Il Piccolo » fosse stato^ estraneo o avversario risoluto del « potere » e delle sue arroganze prima, durante e dopo il fascismo, o giudice severo del malcostume dei vari regimi.

Nel 1976 il direttore e proprietario Chino Alessi vendeva la maggioranza delle azioni al gruppo editoriale Rizzoli che nominava Ferruccio Borio nuovo direttore, sostituito nel dicembre 1980, da Luciano Ceschia. Aveva così inizio un nuovo capitolo nella vita del giornale, oggi impegnato nel tentativo di reinserirsi in modo più articolato e aggiornato nella dialettica politica e sociale della regione e del Paese,

o almeno di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 192

Brano: [...]ati da Roma, da parte delle forze politiche locali del

blocco “governativo”. Queste forze, arroccatesi per anni su una rigida linea di difesa “nazionale”, condizionante anche l'azione diplomatica del governo, alla lunga avevano offerto occasioni di rilancio e di iniziativa all'estremismo nazionalistico di una destra largamente controllata dai fascisti. In tale contesto, in cui ebbero notevole peso la linea nazionalconservatrice del quotidiano Il Piccolo (v.), forte anche di appoggi romani, e quella dell’edizione triestina del Messaggero Veneto di Udine, si consolidarono tendenze e mentalità di una parte ragguardevole della società locale, nutrite di ostilità o indifferenza verso ogni ripensamento sulla storia recente della città e della regione.

Per molti, divenne quasi un luogo comune identificare la Resistenza con le “foibe” e la “minaccia slava”, quindi considerare l'occupazione nazista (con i suoi misfatti) alla stessa stregua del movimento partigiano jugoslavo, contro il quale i nazisti avrebbero “difeso” la città opponendosi alle mi[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Il Piccolo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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