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Il segmento testuale Il M U è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 2Entità Multimediali , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 837

Brano: [...] Basso, Ermanno Bartei li ni (poi assassinato dai nazisti a Dachau), Roberto Verattì, Domenico Viotto e Lucio Luzzatto di Milano;

Filippo Acciarini e Ogliaro di Torino (morti poi in campo di concentramento) ; Giuseppe Bentivogli e Paolo Fabbri (uccisi nel corso della lotta antifascista in Italia) e Gianguido Borghese di Bologna; Corrado Bonfantini di Novara; Carlo Andreoni e Giuseppe Romita di Roma, e altri ancora.

Fondamenti ideologici

Il M.U.P. esprimeva il tentativo di superare le passate divisioni del movimento operaio fra socialisti e comunisti, ritenendo che la storia avesse posto all’ordine del giorno una concreta lotta per la trasformazione socialista della società, non nel senso di un'insurrezione armata e di una presa del potere di modello leninista, ma di intervento continuo e progressivo nelle strutture e nei meccanismi sociali e nei valori culturali che costituivano la giustificazione e assicuravano la difesa del regime capitalistico, provocando in tal modo una serie di equilibri più avanzati. Si escludeva in tal modo [...]

[...]gestione della vita collettiva: una pianificazione centrale non burocratica ma, al contrario, articolata in una vasta rete di gestioni ‘autonome organicamente e armonicamente col legate.

Questa concezione del socialismo e della via da percorrere per giungervi si distaccava da quelle tradizionali della Seconda e della Terza Internazionale, dal vecchio riformismo ma anche dal rivoluzio

narismo verbale e dallo stesso modello leniniano. Perciò il M.U.P. proclamava di voler superare le antiche scissioni e faceva appello ai militanti dei vecchi partiti perché non si ricostituissero secondo quegli schemi che avrebbero risuscitato le vecchie divisioni e polemiche, ma utilizzassero il calore della lotta e l’instabilità e malleabilità del periodo di transizione per unificare il movimento operaio sulla base della strategia rivoluzionaria che la nuova situazione sembrava offrire.

L’esigenza unitaria e l’esigenza rivoluzionaria nel senso indicato erano pertanto al centro della strategia che la nuova formazione si proponeva di elaborare più a fo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 838

Brano: [...] che in un primo momento avevano dato la loro adesione al M.U.P. lo abbandonarono, preferendo optare invece per la pura e semplice ricostituzione del Partito socialista italiano: fra essi, i più significativi furono Romita a Roma e Veratti a Milano. Tuttavia, mentre il P.S.I. si ricostituiva intorno ai vecchi leader, per lo più sulla carta, senza alcuna istanza di rinnovamento e fondato soprattutto sull’attesa della prossima caduta del fascismo, il M.U.P. svolgeva in quei primi mesi un’intensa attività, attraverso una serie di contatti e addirittura di convegni clandestini (fra i più importanti, quelli di Bologna e di Ferrara) per rafforzare la propria rete organizzativa e far conoscere il suo programma. A Milano ridava vita alla vecchia testata Avanti!, il cui primo numero, preparato in clandestinità, uscirà con la data del 1° agosto, cioè in periodo badogliano, recando il programma del movimento.

Contemporaneamente il M.U.P., nella persona di Lelio Basso, partecipò alle due fondamentali riunioni milanesi del 24 giugno e del 4.7.1943, p[...]

[...]esi un’intensa attività, attraverso una serie di contatti e addirittura di convegni clandestini (fra i più importanti, quelli di Bologna e di Ferrara) per rafforzare la propria rete organizzativa e far conoscere il suo programma. A Milano ridava vita alla vecchia testata Avanti!, il cui primo numero, preparato in clandestinità, uscirà con la data del 1° agosto, cioè in periodo badogliano, recando il programma del movimento.

Contemporaneamente il M.U.P., nella persona di Lelio Basso, partecipò alle due fondamentali riunioni milanesi del 24 giugno e del 4.7.1943, promosse dal P.C.I. (rappresentato da Concetto Marchesi che espose i! orogramma d’azione del suo partito) e alle quali presero parte pure il P.S.I. (Veratti), il Partito d’Azione (Riccardo Lombardi), la Democrazia Cristiana (Giovanni Gronchi e Pietro Mentasti) e il Partito liberale, rappresentato da Alessandro Casati e Leone Cattani (v. Comitato nazionale d’azione antifascista) .

Nelle due riunioni, che costituiranno il nocciolo del futuro C.L.N.A.I., si posero le basi della co[...]

[...] Lombardi), la Democrazia Cristiana (Giovanni Gronchi e Pietro Mentasti) e il Partito liberale, rappresentato da Alessandro Casati e Leone Cattani (v. Comitato nazionale d’azione antifascista) .

Nelle due riunioni, che costituiranno il nocciolo del futuro C.L.N.A.I., si posero le basi della comune lotta antifascista che trovarono espressione nel manifesto lanciato a Milano dagli stessi partiti il 26 luglio 1943.

Tuttavia in quelle riunioni il M.U.P. si distinse da tutte le altre formazioni politiche presenti, in quanto nel riaffermare la propria totale disponibilità per la comune lotta antifascista insistette (inutilmente)

Lelio Basso nel 1948

perché si ponessero subito in discussione i temi della futura ricostruzione del paese, in modo che le alternative emergessero già con chiarezza aH’interno della nascente coalizione antifascista. Si dichiarò inoltre non disponibile per un governo provvisorio che sorgesse soltanto sulla base generica dell’antifascismo, senza un programma più avanzato di ricostruzione.

Fusione con il P.S.I[...]

[...]liano doveva però segnare la fine del M.U.P.. Nel clima semilegale dei 45 giorni riemersero infatti in ogni città le figure superstiti del socialismo prefascista e il P.S.I., quantunque avesse svolto scarsa attività nel periodo precedente, si trovò di colpo presente in tutta Italia, ovunque raccogliendo una rete di consensi, anche se dovuta ai ricordi del passato, più ai nomi di Filippo Turati o di Giacomo Matteotti che non all’opera recente.

Il M.U.P., che aveva propri gruppi soltanto in alcune delle maggiori città, non era particolarmente forte numericamente fuorché a Milano e a Bologna, e i cui programmi e propositi di rinnovamento erano quasi ovunque sconosciuti, e che per di più non aveva nessun leader il quale potesse vantare prestigio pubblico e notorietà, non era in grado di competere tra la massa di coloro che volevano essere socialisti. Si pose subito l’alternativa tra la sopravvivenza come gruppuscolo senza importanza, destinato solo ad agitare idee, e la fusione con il P.S.I. in un momento in cui l’apporto di giovani energie [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Il M U, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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