Brano: [...]el Partito socialista italiano e poi del Partito comunista italiano della città di Trieste (v.). Negli anni 1895 e 1896 usciva come quindicinale, ma non aveva né un direttore né un redattore stabile. Responsabile del foglio era l’operaio Giovanni Pardubizki che prestava la propria opera del tutto gratuitamente; alla stesura collaboravano Carlo Ucekar, Antonio Gerin e alcuni altri. Con l’estendersi del movimento socialista, dall’inizio del 1897 « Il Lavoratore » uscì settimanalmente e dall'1.5.1898 divenne quotidiano. Dopo sette mesi, nel gennaio 1899, dovette però tornare all’uscita settimanale.

Dopo il grande sciopero generale del 1902, in un momento di ascesa del movimento operaio, « Il Lavoratore » diretto da Giuseppe Bertelli fu pubblicato tre volte alla settimana. Alla direzione si succedettero il padovano Gino Piva ed Ettore Ciccotti che diede forte impulso al giornale, pur rimanendovi soltanto per un breve periodo (nel 1905 passò alla direzione del Gazzettino di Venezia]. Da quel momento «II lavoratore » fu diretto da Valentino Pittoni con redattore responsabile Carlo Bolle.

Il giornale ebbe negli anni seguenti una serie di alti e bassi e vide avvicendarsi, come principali organizzatori: Angelo Vivante (190709),

sotto la cui direzione uscì quotidianamente, stampato in una ti[...]

Brano: [...]no ufficiale: il settimanale Avanguardia (v.). Nel 1921, parlando a Livorno a nome dei giovani socialisti, caldeggiò la fondazione del Partito comunista e il 27.1.1921, aH’VIN Congresso nazionale della F.G.S., spinse la maggioranza degli iscritti ad aderirvi.

Eletto nel Comitato centrale della Federazione giovanile comunista, fu uno dei più attivi dirigenti. Nel 1922 fu chiamato a far parte della redazione del quotidiano comunista di Trieste “Il Lavoratore” e, in quegli stessi anni, si recò per incarichi di partito e dell’Internazionale comunista in Germania, Francia e Spagna.

Nel 1924, detenuto per breve tempo nel carcere di Barcellona, scriverà clandestinamente articoli destinati al settimanale comunista locale “La batalle”, firmandosi per la prima volta con lo pseudonimo “Ignazio Silone”.

Quando nel 1923 il governo fascista soppresse “Il Lavoratore”, Silone continuò a lavorare per il partito e nel 1925, sotto la guida di Antonio Gramsci, si occupò dell’Ufficio stampa. Un anno dopo ebbe l’incarico di segretario del Centro in

Ignazio Silone (1965)

terno del P.C. d’I. (mentre Paimiro Togliatti aveva la direzione del Centro estero). Individuato dalla polizia, arrestato e inviato con foglio di via al paese natale, Silone si diede alla clandestinità, espatriando nel 1927. Il 23.3.1927 fu cooptato nell’ufficio politico del Comitato centrale del partito.

Rientrò clandestinamente in Italia nello stesso anno e con Alfonso Leonetti, Pia C[...]

Brano: [...]comunisti in quell’occasione non presentarono liste.

L’avvento fascista

Verso la fine del 1920 comparve a Udine una nuova, grave minaccia per i movimenti socialista e cattolico: il fascismo. Gli echi delle imprese squadristiche giunsero a Udine da Roma e dalla vicina Trieste, dove ai primi giorni di settembre erano scoppiati gravi disordini, durante i quali avevano perso la vita alcune persone, erano stati devastati i locali del quotidiano Il Lavoratore, e fin dall’estate distrutte le sedi slovene del giornale Edinost, il Narodni Dom, il Balkan Hotel (v.).

Il fascio di Udine venne costituito nell’ottobre del 1920 e, da allora, cominciarono le violenze in città e nei centri principali del Friuli: l’incidente che destò maggiore inquietudine, la settimana precedente le elezioni amministrative, fu l’aggressione condotta contro un gruppo di socialisti che tornavano da un comizio. In quella stessa occasione “Il Lavoratore Friulano” denunciò con preoccupazione il rilascio da parte della questura di numerosi porto d’armi ai fascisti e l'esistenza[...]

[...]’estate distrutte le sedi slovene del giornale Edinost, il Narodni Dom, il Balkan Hotel (v.).

Il fascio di Udine venne costituito nell’ottobre del 1920 e, da allora, cominciarono le violenze in città e nei centri principali del Friuli: l’incidente che destò maggiore inquietudine, la settimana precedente le elezioni amministrative, fu l’aggressione condotta contro un gruppo di socialisti che tornavano da un comizio. In quella stessa occasione “Il Lavoratore Friulano” denunciò con preoccupazione il rilascio da parte della questura di numerosi porto d’armi ai fascisti e l'esistenza di piccoli arsenali di bombe a mano. Per alcuni mesi non ci furono gravi violenze, ma queste ripresero subito dopo le elezioni: la sera di lunedì 16 maggio i fascisti, eccitati per l'esito delle elezioni, tentarono per due volte di assalire la Casa del popolo di Udine, ma furono respinti dai carabinieri che la presidiavano; allora fecero irruzione nella tipografia San Paolino, sede del quotidiano popolare “Il Friuli” e la devastarono. La tensione in città crebbe: ci fur[...]

Brano: [...]rapidamente il tedesco, lavorando come tipografo ovunque gli capitasse. Giovanissimo svolse attività sindacale e poi nel movimento socialista, Nel 1907, trovandosi in Germania, oltre a redigere il periodico Operaio italiano svolse un’intensa azione nella battaglia contro il crumiraggio fra \ compatrioti emigrati. Nel 1912 rientrò a Trieste e assunse l'incarico di segretario sindacale nel settore dei trasporti. Nel 1913 passò nella redazione de « il Lavoratore » e poi come segretario di direzione alle Cooperative Operaie. Nel 1914 tornò ad Amburgo, dove era stato richiesto per lavorare alla rivista degli emigrati italiani. Al

lo scoppio della Prima guerra mondiale fu chiamato alle armi e mobilitato per 25 mesi sul fronte del Carso e in Carinzia.

Nel 1917 riprese l’attività di tipografo a Udine, poi a Trieste,

Primo dopoguerra

Finita la guerra diventò redattore de * Il Lavoratore », quotidiano del P.S.I..

Dopo la scissione socialista di Livorno riprese il posto alle Cooperative Operaie e partecipò alla fondazione della sezione della Venezia Giulia del Partito socialista unitario, di cui fu eletto segretario.

Dopo il 1924 si ritirò da questa attività politica, partecipando però al Comitato delle opposizioni, sorto in seguito al l'assassinio di Matteotti. Sciolto il Consiglio amministrativo delle Cooperative Operaie dal fascismo e passato in mani commissariali, nel 1930 Piemontese fu estromesso dai fascisti impossessatisi di quella amministrazione. Egli si recò qu[...]

[...]missariali, nel 1930 Piemontese fu estromesso dai fascisti impossessatisi di quella amministrazione. Egli si recò quindi a Milano, dove trovò lavoro in una casa editrice.

Seconda guerra mondiale

Tornò a Trieste nel 1939 ef durante

l'occupazione tedesca, riuscì a ren« dersi utile al movimento antifasci* sta, salvando parecchi militanti nel* la sua qualità di traduttore.

Dopo la Liberazione aderì al P.C.I. e lavorò come giornalista a « Il Lavoratore ».

Attento ricercatore nella storia del movimento operaio triestino, nel 1961 pubblicò II movimento operaio a Trieste. Dalle origini alla fine della prima guerra mondiale. Ne! 1973, per gli Editori Riuniti, è stata pubblicata postuma una seconda edizione dell’opera ampliata (Dalle origini all'avvento del fascismo), con prefazione di Vittorio VidalL

V.VL

Pienza

Comune di circa 3.000 abitanti (1.500 nel capoluogo) in provincia di Siena, Pienza è attualmente un centro di scarsa importanza economica, con un'agricoltura ancora arretrata e deboli attività produttive. La scomparsa quasi [...]

Brano: [...]Sacco e Vanzetti (v.), mandati a morte innocenti nell’agosto 1927.

Nel 1931, in seguito alla rottura tra le principali correnti politiche antifasciste (socialisti, anarchici e comunisti), l’Alleanza morì. Sino al momento del suo scioglimento, aveva avuto il sostegno dei giornali: La parola, settimanale socialista; «Il Martello», settimanale anarchico diretto da Carlo Tresca; {'Adunata dei refrattari; La Campana, organo dei rifugiati politici; Il Lavoratore, quotidiano comunista diretto da Antonio Pressi e succeduto al settimanale Alba Nuova; il quotidiano socialista II Mondo Nuovo, diretto da Vincenzo Vacirca. Quest'ultimo foglio mutò poi il titolo in Stampa libera e passò sotto la direzione di Girolamo Valenti.

« Il Lavoratore », che dal 1927 ebbe per direttore Michele Salerno, fu sospeso nel 1932; riprese le pubblicazioni col nome di Unità del Popolo, sempre diretto dal Salerno, coadiuvato nel 1934 da Ennio Gnudi. Raggiunsero gli Stati Uniti, in periodi diversi, altri esuli antifascisti : Gaetano Salvemini e, con lui, una serie di intellettuali e uomini di cultura, da G.A. Borghese a Max Ascoli (che fu poi il primo presidente della Mazzini Society), Alberto Tarchiani, Giorgio Lapiana, Lionello Venturi, Guido Ferrando, Michele Cantarella, Renato Poggioli, Mario Einaudi, Giorgio Santillano, Giulio Bonfante, Leonardo[...]

Brano: [...]e della cronaca dell’“Ordine Nuovo” quotidiano, segretario della rassegna “L’Operaio agricolo” e membro del gruppo di studio intorno alle tesi agrarie scaturite dal

Il Congresso dell’Internazionale comunista.

Mentre si sviluppavano le violenze squadristiche, si fece iniziatore dei contatti con il cattolico Guido Miglioli e il movimento contadino da questi diretto nel Cremonese.

Nel 1923 era redattore del quotidiano comunista di Trieste “Il Lavoratore” (v.) e venne arrestato con il capo redattore Luigi Potano per il ritrovamento, presso il giornale, di un appello deH’Internazionale contro il fascismo. Trasferito nel carcere torinese delle Nuove, nell’aprile del 1923 fu prosciolto da ogni accusa e liberato.

Fuori dal P.C.I.

Nei mesi successivi, essendosi sottratto alla richiesta del partito di riprendere l’attività, ne venne espulso. Mantenne la collaborazione (iniziata nel 1922) a “La Rivoluzione liberale” di Gobetti fino al 1925, trattando sul foglio soprattutto argomenti relativi ai protagonisti della rivoluzione bolscevica, con an[...]

Brano: [...]à operaia di farla fi

nita con lo sfruttamento mentre lavoratori armati vigilavano lo stabilimento. Una fanfara improvvisata suonava gli inni dei lavoratori. Gli avvenimenti generali del paese erano seguiti febbrilmente.

Come specificherà più tardi nella sua relazione finanziaria la Commissione Operaia, 2.000 lire furono spese appunto per la distribuzione di “ stampa sovversiva ”. I giornali letti dai lavoratori erano l'Avanti!, La Difesa, Il Lavoratore, Umanità nova e VOrdine nuovo. Si rinsaldava nel frattempo l’unità tra operai e impiegati: quando, cessata l’occupazione, la Direzione rifiutò agli impiegati il pagamento delle giornate di occupazione che aveva invece concesso agli operai, gli operai stessi proporranno di versare parte delle paghe ricevute a favore degli impiegati. Operai ed impiegati uniti insceneranno poi una manifestazione di protesta contro il rientro in officina di quello sparuto nucleo di impiegati che non aveva preso parte alla occupazione. Vi era insomma un’atmosfera di entusiasmo e di decisione, caratterizzata dalla [...]

Brano: [...]lto Milanese del gennaio

1944, cui seguirono gli scioperi del marzo in numerose aziende grandi e piccole della zona. Intanto venivano create consistenti formazioni partigiane sui monti di Miazzina e Pian Cavallone.

Il Centro del partito, allarmato dall’esistenza di un movimento autonomo, diretto dai fratelli Venegoni, uno dei quali risultava radiato, li accusava di trotzkismo. Rispondeva Carlo Venegoni con una lettera, pubblicata anche su “Il Lavoratore”, con la quale si chiedeva un più ampio dibattito nel partito, superando il conformismo, retaggio dei lunghi anni di clandestinità, in cui le decisioni spettavano a pochi compagni dirigenti, mentre tutti gli altri erano destinati a ruoli passivi di obbedienza. Criticava inoltre la politica di unità nazionale del P.C.I., deplorando l’alleanza con i partiti borghesi e monarchici e sostenendo per contro la necessità della lotta di classe contro il fascismo, senza scendere a compromessi con le forze che lo avevano generato.

La lettera fu attaccata dai settimanali fascisti di Milano e Varese co[...]

Brano: [...] socialista riformista.

Ci si avviava verso la Prima guerra mondiale: il dibattito politico, contrassegnato dalla costante dell 'antimilitarismo, si concentrò sull’alternativa tra il possibile intervento contro l’Austria e la Germania, e la necessità di mantenere una neutralità a ogni costo. La vita politica, non solo per quanto riguardava i socialisti, si chiuse però ben presto con la mobilitazione e la chiamata alle armi dei giovani. Anche “Il Lavoratore Friulano” dovette interrompere la pubblicazione, che riprenderà solo nel 1919.

Gli anni del conflitto 191518

La Prima guerra mondiale si presentava per Udine e per il Friuli come un avvenimento particolarmente drammatico, per il fatto che il fronte sarebbe stato inevitabilmente a ridosso dei confini della regione. Inoltre gran parte della popolazione trovava i mezzi di sussistenza neH’emigrazione, rivolta quasi esclusivamente verso l’AustriaUngheria e la Germania. Le scarse e insufficienti comunicazioni stradali e ferroviarie avrebbero infine isolato la popolazione e resi difficoltosi g[...]

Brano: [...]o solo una trentina, provenienti da 11 province che non erano neppure quelle dove il movimentocomunista registrava la maggiore consistenza. I deputati comunisti e i direttori dei quotidiani del partito non subirono in quell’occasione arresti o processi.

I giornali erano già stati peraltro soppressi dal fascismo: « Il Comunista », a Roma, sin dal 28.10.1922; «L’Ordine Nuovo», con la sede occupata dalla forza pubblica da quella stessa data; e « Il Lavoratore » che, sospeso dal governatore di Trieste dal giorno successivo alla marcia su Roma, ottenne di poter temporaneamente riprendere le pubblicazioni finché, occupata la sua sede dai militari il 7.7.1923, non ne venne nuovamente vietata la pubblicazione.

In sostituzione dei tre quotidiani soppressi nacque a Milano il 12.2. 1924, grazie a un’intesa politica tra comunisti e terzinternazionalisti, rUnità (v.). Il nuovo quotidiano (nella cui redazione Ottavio Pastore e altri rappresentavano il Partito comunista, è Girolamo Li Causi la frazione terzinternazionalista del p.S.I.) esordì conducendo la[...]