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Il segmento testuale Il G è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 636

Brano: [...]C. la revisione del sistema che designava i dirigenti sindaca

li. La proposta tendeva a instaurare nei sindacati un sistema un po’ meno dittatoriale, ma venne respinta con la motivazione che

10 spirito della legislazione sindacale doveva conciliare le esigenze « rappresentative » delle categorie sindacali con le esigenze « politiche » del regime fascista. In altri termini, le esigenze sindacali dovevano segnare il passo (pochi giorni prima il G.C. aveva dovuto occuparsi della grave situazione dei braccianti agricoli dell’EmiliaRomagna, del Veneto e della bassa Lombardia, lasciandola però irrisolta) .

11 9.10.1930 il G.C. stabilì che la pena di morte dovesse essere inserita nel nuovo codice penale, e non solo per i delitti contro la sicurezza dello Stato (come già prevedevano le Leggi eccezionali), ma anche per reati comuni. Le Leggi eccezionali vennero poi inserite nel nuovo codice penale (v. Codici fascisti).

Il 17.10.1930 il G.C. tenne una riunione « commemorativa » per celebrare i 34 morti, i 23 mutilati e invalidi e i 189 feriti, « vittime » dell'antifascismo. Un anno dopo (3.10.1931 ) decretò il blocco delle iscrizioni al partito sino all’ottobre 1932, decennale della « rivoluzione ».

Il 12.11.1932 approvò il nuovo statuto del partito, in cui si ribadiva come esso stesso fosse il massimo organo dello Stato. Il 9.12.1933 approvò una prima legge sulla istituzione delle Corporazioni.

Il 16.11.1936, in occasione delle sanzioni economiche decretate dalla Società delle Nazioni contro l’Italia in conseguenza dell[...]

[...]e decretate dalla Società delle Nazioni contro l’Italia in conseguenza dell’aggressione all’Etiopia (v.), proclamò 1*8.11.1935 «data di ignominia e di iniquità nella storia dell’umanità » e ordinò alle autorità comunali di murare sugli edifici municipali in tutta Italia una lapide per ricordare l’avvenimento.

Con la riunione del 9.3.1937 stabilì l’obbligatorietà della tessera fascista per tutti i dipendenti statali. Nello stesso mese di marzo il G.C. « garantì » che il gettito del prestito immobiliare e le possibilità normali del Tesoro avrebbero permesso di affrontare il biennio 193738 senza essere costretti a operazioni di credito straordinarie (quella previsione si rivelò fallace: dovettero infatti essere create una nuova imposta sul capitale delle società per azioni — il 19.10.1937 — e una tassa straordinaria che col

piva il capitale delle società non azionarie).

Il G.C. non mancò di esprimersi sull'incremento demografico del popolo italiano: il 3.3.1937, in 7 punti, comunicò le direttive che, tradotte in legge, avrebbero fatto sorgere VUfficio demografico, poi trasformato in Direzione generale della demografia e della razza. Il giorno 1 di quello stesso mese il G.C. si era espresso su\Vautarchia (v.), mentre il 9 decreterà l’obbligo dell’iscrizione al P.N.F. per tutti i dipendenti pubblici.

11 14.3.1938 il G.C. tenne una seduta su\VAnschluss (v. Austria) per confermare la linea di Mussolini che non voleva interferire negli « affari interni » dell’Austria. Di fronte all’invasione hitleriana — dichiarò il G.C. — il governo italiano aveva agito secondo una linea politica « ispirata a una realistica valutazione della situazione in rapporto agli interessi italiani ». Nei giorni 11 e

12 di quello stesso mese il G.C. aveva stabilito nuove norme per la istituzione della Camera dei Fasci e delle Corporazioni (v. Corporativismo fascista).

Nella seduta del 6.10.1938 fu messa all’ordine del giorno la questione della « razza » (v. Antisemitismo) : nonostante qualche obiezione di Ita

lo Balbo, Emilio De Bono e Luigi Federzoni, il G.C. approvò il « foglio d’ordini » sul razzismo: il successivo 10 novembre approvò la relativa legge razziale.

Il 18.10.1938 il G.C. accolse le riforme scolastiche proposte da Giuseppe Bottai e il 15.2.1939 approvò la Carta della Scuola. Due mesi dopo (16 aprile), « accettò » la richiesta di una pseudocostituente albanese che « offriva » la corona d’Albania a Vittorio Emanuele III. .

Il 7.12.1939, a quattro mesi dall’inizio della seconda guerra mondiale, il G.C. approvò la « non belligeranza » dell’Italia. Quella fu la penultima volta che i membri del Gran Consiglio si riunirono (l’ultima fu il 25.7.1943). Per oltre 3 anni e mezzo, nonostante si ponessero problemi come quello dell'entrata in guerra dell’Italia, Mussolini giudicò inutile convocare il massimo organo dello Stato fascista. Ciò contribuì a isolare maggiormente il duce dai suoi gerarchi.

La nonbelligeranza

Alla penultima riunione del G.C. (7.12.1939), oltre a Mussolini erano presenti Italo Balbo, Emilio De Bono, Cesare De Vecchi, Giacomo Suardo, Achille Grandi, Galeazzo Ciano, Pao[...]

[...]nari, Renato Ricci, Alessandro Pavolini, Guido BuffariniGuidi, Luigi Federzoni,

Giuseppe Volpi di Misurata, Alberto De Stefani, Roberto Farinacci, Edmondo Rossoni, Antonino Tringali Casanova, Giovanni Marinelli, Giacomo Acerbo, Achille Starace, Mario Muzzarini, Pietro Capoferri, Vincenzo Lai; segretario era Starace.

La riunione (iniziata alle ore 22, al Palazzo Venezia) si concluse approvando al l’unanimità il seguente ordine del giorno: « Il Gran Consiglio del Fascismo, udita l’ampia relazione del Ministro degli Esteri, accompagnata da una dettagliata, irrefutabile documentazione, afferma che i precedenti immediati della guerra, il carattere di statico assedio assunto dalla guerra stessa sul fronte occidentale, il suo sviluppo attuatosi prevalentemente sul terreno economico col blocco e controblocco dei traffici, gli spostamenti avvenuti nella situazione territoriale e nei rapporti delle forze dal Baltico ai Carpazi, legittimano pienamente la decisione del Consiglio dei Ministri del 1° settembre che stabiliva la ”non belligeranza”,[...]

[...]tale, il suo sviluppo attuatosi prevalentemente sul terreno economico col blocco e controblocco dei traffici, gli spostamenti avvenuti nella situazione territoriale e nei rapporti delle forze dal Baltico ai Carpazi, legittimano pienamente la decisione del Consiglio dei Ministri del 1° settembre che stabiliva la ”non belligeranza”, decisione che ha sin qui evitato l’estensione del conflitto all’Europa sudorientale e al Mediterraneo, decisione che il Gran Consiglio riconferma.

Di fronte a tendenziose informazioni di origine straniera, il Gran Consiglio dichiara che i rapporti fra Italia e Germania rimangono quali furono fissati dal Patto di Alleanza e dagli scambi di vedute che ebbero luogo — prima e dopo — a Milano, Salisburgo e Berlino.

Precisa che tutto ciò che può accadere nei bacini danubiano e balcanico non può non interessare direttamente l’Italia, date le comuni frontiere territoriali e marittime accresciute dopo l'unione del Regno di Albania a quello d’Italia.

Per quanto riguarda i suoi traffici marittimi l’Italia intende salvaguardarli nella maniera più esplicita e 'per il suo prestigio e per le sue indiscutibil[...]

[...]urgo e Berlino.

Precisa che tutto ciò che può accadere nei bacini danubiano e balcanico non può non interessare direttamente l’Italia, date le comuni frontiere territoriali e marittime accresciute dopo l'unione del Regno di Albania a quello d’Italia.

Per quanto riguarda i suoi traffici marittimi l’Italia intende salvaguardarli nella maniera più esplicita e 'per il suo prestigio e per le sue indiscutibili necessità di vita.

Ciò premesso, il Gran Consiglio rivolge un vivo plauso all’opera svolta dal Ministro degli Esteri [Galeazzo Ciano] e gli dà mandato di riferire prossimamente alla Camera dei fasci e delle Corporazioni sulle recenti vicende e fasi della politica internazionale ».

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Lettera di convocazione del Gran Consiglio per la riunione del 24.7.1943

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 35

Brano: [...] dalla Cina e, più tardi, daH’Unione Sovietica. La politica di De Gaulle, benché più abile di quella dei suoi predecessori, non mutò la situazione politicomilitare. Nell’ottobre del

1958 De Gaulle propose la « pace ai valorosi », tentò di rompere l’unità nazionale algerina varando una « terza forza » politica, promise un « piano di rinnovamento economicosociale » (discorso di Costantina), ma di fatto non accettò il principio deM’indipendenza. Il G.P.R.A. lasciò cadere le proposte dei francesi. NeH'inverno 195859 ebbe inizio la più colossale azione militare di tut

ta la guerra: l’operazione Brumaire. I francesi vi impegnarono 100.000 uomini dotati di armamento pesante, carri armati e aerei, mentre altri

200.000 uomini vennero impegnati nella più massiccia azione di rastrellamento fino allora intrapresa. L’obiettivo era quello di distruggere l’A.L.N. e stroncare definitivamente la forza del F.L.N. nelle città e nei villaggi. L’offensiva tu un fallimento. A conclusione della campagna invernale, l’A.L.N. teneva intatti i suoi effetti[...]

[...]altri

200.000 uomini vennero impegnati nella più massiccia azione di rastrellamento fino allora intrapresa. L’obiettivo era quello di distruggere l’A.L.N. e stroncare definitivamente la forza del F.L.N. nelle città e nei villaggi. L’offensiva tu un fallimento. A conclusione della campagna invernale, l’A.L.N. teneva intatti i suoi effettivi e riprendeva l’iniziativa, mentre nelle città si moltiplicavano gli atti di sabotaggio.

Nel frattempo il G.P.R.A. conseguì

il primo successo diplomatico alrO.N.U. dove, nel corso dell’Assemblea generale, 35 paesi si schierarono a favore della mozione che chiedeva la cessazione del fuoco in Algeria. Alla fine del 1959 la guerra giunse così a una svolta. La resistenza popolare, la pressione internazionale e l’alto costo finanziario della guerra resero difficile la posizione dei francesi. Lo stesso De Gaulle ne prese atto e il 16.9. 1959 propose l'autodeterminazione del popolo algerino. 10 giorni dopo, venne la risposta positiva del G.P. R.A., che si dichiarò pronto a intavolare trattative sulla b[...]

[...]la guerra resero difficile la posizione dei francesi. Lo stesso De Gaulle ne prese atto e il 16.9. 1959 propose l'autodeterminazione del popolo algerino. 10 giorni dopo, venne la risposta positiva del G.P. R.A., che si dichiarò pronto a intavolare trattative sulla base delle proposte di De Gaulle. Ma, ancora una volta, l’oltranzismo dei coloni prevalse e i francesi lasciarono cadere la risposta algerina. Dalla fine del

1959 al giugno del 1960 il generale Challe scatenò sette offensive militari il cui obiettivo dichiarato era sempre quello di distruggere l’A. L.N.. Alla loro conclusione, ancora una volta, l’esercito algerino era solidamente impiantato nelle zone liberate.

La nuova sconfitta militare indusse il governo francese a una presa di contatto non ufficiale con

il F.L.N., e questa ebbe luogo a Melun, dal 25 al 29 giugno del 1960.

I colloqui non sortirono alcun esito, a causa dell’intransigenza francese sulla questione decisiva dell’indipendenza. Ma ormai la situazione era profondamente mutata. La XIV Assemblea generale delle Nazioni Unite vide 63 paesi votare a favore dell’indipendenza algerina. Dal canto suo, il F.L.N. decise di passare all’azione diretta e di massa nelle città, con parole d’ordine insurrezionali.

La conquista dell’indipendenza

A partire dall’11.12.1960, Algeri, O[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 44

Brano: [...] Brisighella e Casola Valsenio. Queste azioni, che videro una mobilitazione costante con audaci interventi condotti alla luce del sole, costituirono un salto di qualità che indusse a proseguire la mobilitazione anche dopo la fine della lotta contro la trebbiatura, intervenendo quotidianamente contro le pattuglie in perlustrazione e i posti di blocco stradali, effettuando continue interruzioni nelle vie di comunicazione stradali e ferroviarie.

Il G.A.P. volante

Più difficile risultò l’attività militare nella città di Ravenna, che si mostrò alquanto restia alla mobilita■■■

zione e all’impegno diretto nella lotta antifascista. Non solo la presenza dei Comandi fascisti e tedeschi rendeva meno agevole l’organizzazione delle azioni partigiane in un centro urbano di piccole dimensioni, quindi facilmente controllabile nelle vie di accesso e di ritirata, ma la stessa composizione sociale degli abitanti tendeva a farli più spettatori della lotta che non protagonisti.

Non a caso Alberto Bardi, comandante della 28a Brigata, al l'indomani [...]

[...]domani della Liberazione scriverà su Democrazia, il settimanale del C.L.N., che a Ravenna i partigiani avevano sempre trovato « finestre chiuse ».

Per « smuovere » i « cittadini » dalla indifferenza si giudicò necessario intervenire con un gruppo partigiano estremamente mobile: un “G.A.P. volante”. Nato nell’estate 1944, questo fu composto da Walter Suzzi (v.), Dino Rondoni, Giuseppe Bondi e Fulvio Raffoni. Dopo la morte di Suzzi (18 luglio), il G.A.P. fu guidato da Umberto Ricci (v.) che cominciò a « liberare il capoluogo dai più brutti delinquenti », portando a termine numerose azioni, anche personali, ad altissimo rischio, ma accuratamente studiate nei minimi particolari.

I principali dirigenti fascisti (Pio Tabanelli e Leonida Bedeschi, soprannominato “Cattiveria”) furono così giustiziati. Catturato dai tedeschi il

18 agosto, Umberto Ricci sarà impiccato il 25 successivo, al Ponte degli Allocchi (v.), insieme a Natalina Vacchi, mentre altri 10 partigiani verranno fucilati.

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Il G, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---fascisti <---A.L.N. <---Achille Filippi <---Alberto Bardi <---Alberto De Stefani <---Andrea Montanari <---Angelo Giovannetti <---Antonino Tringali Casanova <---Bartolomeo Baldini <---Battaglia del grano <---Brigata G <---Brigata G A P <---Buffarini-Guidi <---C.L.N. <---Camera dei Fasci <---Cesare De Vecchi <---Consiglio della rivoluzione <---Demografia <---Edmondo Rossoni <---Emanuele III <---Emilio De Bono <---F.L.N. <---Federazione di Francia <---Francesco Ballar <---Fulvio Raffoni <---G.A.P. <---G.C. <---G.P. <---G.P.R.A. <---Gaetano Verdelli <---Gino Gatta <---Giuseppe Bottai <---Hidalgo Tarn <---Il G A P <---Il G C <---Il G P <---Il Gran Consiglio del Fascismo <---Ivo Ricci Maccarini <---La XIV <---La lotta <---Leonida Bedeschi <---Madonna del Bosco <---Mario Badiali <---Mario Gordini <---Mario Morigi <---Ministro degli Esteri <---O.N.U. <---P.N.F. <---Paolo Thaon de Revel <---Patto di Alleanza <---Pietro Gaudenzi <---Ponte degli Allocchi <---R.A. <---Regno di Albania <---Renato Ricci <---Roberto Farinacci <---S.A.O. <---S.A.P. <---San Bernardino <---San Martino <---Santa Maria <---Santa Maria in Fabria <---Stato fascista <---Ulisse Ballotta <---Ulisse Merli <---Un anno dopo <---Villanova di Bagnacavallo <---Vittorio Emanuele <---antifascismo <---antifascista <---comunista <---danubiano <---fascismo <---fascista <---fasciste <---hitleriana <---italiani <---italiano <---oltranzismo <---paracadutisti <---razzismo <---sciovinismo <---socialista <---terrorismo