→ modalità contenuto
modalità contesto
Modalità in atto filtro S.M.O.G+: CORPUS OGGETTO
ANTEPRIMA MULTIMEDIALI
ALBERO INVENTARIALE

INVENTARICATALOGHIMULTIMEDIALIANALITICITHESAURIMULTI
guida generale
CERCA

Il segmento testuale I.A. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 8Entità Multimediali , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 26

Brano: Albertini, Luigi

fi

Luigi Albertini

prime norme restrittive sulla stampa, quali la diffida e la facoltà di destituire il direttore responsabile. Il « Corriere della Sera » ormai non sosteneva più il fascismo, ma lo combatteva, a fianco de « li Mondo.» di Giovanni Amendola, de «La Stampa » di Luigi Salvatorelli e de « Il Popolo » di Giuseppe Donati. Sulle colonne del quotidiano milanese comparvero ripetuti attacchi contro la corruzione e gli arbitrii del governo. Nel giugno del 1924 L.A., con Giovanni Amendola e Carlo Sforza, fornì al re le prove che Mussolini era il mandante dell’assassinio di Matteotti. Al Senato denunciò le violenze, le sopraffazioni dei fascisti e i pericoli che incombevano sull’istituto parlamentare.

Appare significativo che il compito di difendere, senza esito, la democrazia, spettasse proprio a un uomo che, oltre ad avere appoggiato il fascismo per combattere il socialismo, non aveva esitato, dopo la rotta di Caporetto (v.), a invocare la soppressione dell’attività parlamentare e della libertà di stampa, avendovi scorto lo spettro del disfattismo: « Si verifica il solito tristissimo spettacolo di un'Assemblea — scriveva infatti L.A. nell’aprile del 1918 — che dopo aver votato l’intervento con la sola esclusione dei socialisti, manifesta contro la guerra e i suoi uomini un rancore inestinguibile». In quel periodo,

, rilevava Antonio Gramsci, si parlò anche di una congiura AlbertiniCadorna per un colpo di stato che instaurasse la dittatura militare. Di fatto, L.A. si collocava al fianco dei Comandi militari e dei ceti più retrivi, rifiutando persino di pubblicare sul suo giornale le obiettive osservazioni di Luigi Barzini a proposito delle responsabilità della ritirata e delle «celate magagne morali » dei comandanti (« se ogni soldato fosse comprato come un mulo e rappresentasse una cifra — aveva scritto Barzini — sarebbe meglio difeso, perché da noi si difende tutto quello che costa»).

La conseguenza immediata degli articoli e dei discorsi antifascisti di L.A. fu il suo allontanamento dalla direzione del giornale,

nella quale venne sostituito dal fratello Alberto. Questi potè continuare a dirigere il « Corriere » per qualche anno, finché i Crespi, per togliersi dai piedi i due scomodi fratelli (dato il regime in corso), chiesero lo scioglimento della società, nella quale gli Albertini avevano una quota. Continuando la sua polemica dai banchi del Senato, L.A. votò contro la riforma elettorale e contro i Patti Lateranensi. Durante la raccolta dell’oro, del 1935, consegnò nondimeno, come tutti gl[...]

[...]ontinuare a dirigere il « Corriere » per qualche anno, finché i Crespi, per togliersi dai piedi i due scomodi fratelli (dato il regime in corso), chiesero lo scioglimento della società, nella quale gli Albertini avevano una quota. Continuando la sua polemica dai banchi del Senato, L.A. votò contro la riforma elettorale e contro i Patti Lateranensi. Durante la raccolta dell’oro, del 1935, consegnò nondimeno, come tutti gli altri senatori, la propria medaglietta alla « Patria », considerando questo gesto (al pari di Benedetto Croce) un omaggio ai soldati d’Italia. Nella vita privata L.A. si occupò della bonifica di terreni agricoli presso Roma.

Albinea, Azione di

Nella notte del 27.3.1945, paracadutisti del Battaglione Alleato (v.)r insieme a partigiani del « Gufo nero » e di unità garibaldine, effettuarono un’audace azione contro la V sezione del Comando tedesco del 51° Raggruppamento Korp, dislocata nel comune di Albinea, a 9 km da Reggio Emilia. In questa località, nelle due ville Calvi e Rossi alla periferia del paese, sotto la protezione di 500 uomini, avevano sede l’istituto Cartografico, nonché centralini telefonici e telegrafici direttamente collegati con il Comando Supremo della Wehrmacht a Berlino. Gli obiettivi erano stati in precedenza rilevati da aerei da ricognizione inglesi.

II comando generale dell’operazione partigiana fu assunto dal capitano Lees, capo della missione militare britannica. Un nucleo composto da

10 paracadutisti britannici e 25 garibaldini, comandati da Giovanni Farri (Gianni), doveva attaccare Villa Calvi; un secondo gruppo, composto da paracadutisti e da uria squadra di partigiani del « Gufo nero », comandati dal tenente Glauco Monducci (Gordon), doveva invece investire, nello stesso momento, Villa Rossi. Un reparto di

40 partigiani sovietici, al comando di Modena, avrebbe infine dovuto proteggere gli attaccanti da eventuali sorprese.

L’azione ebbe inizio, come previsto, alle ore 2 del 27 marzo. I tedeschi, dopo l’iniziale sbandamento dovuto alla sorpresa, reagirono con violento fuoco, ma i partigiani riuscirono ugualmente a penetrare nelle due ville e a incendiare gli uffici e

11 materiale. L’impresa riuscì più facilmente a Villa Calvi, mentre a Villa Rossi gli attaccanti dovettero attraversare un lungo tratto allo scoperto, sotto il fuoco delle armi tedesche.

Tra i tedeschi si ebbero una trentina di uomini fuori combattimento, tra morti e feriti. Tra gli attaccanti,

persero la vita 3 paracadutisti inglesi e furono gravemente feriti il capitano Lees e Glauco Monducci.

Il 27.3:1946, a cura del Comune di Reggio Emilia, all’entrata di Villa Rossi è stata posta una lapide con la seguente epigrafe: « Aprendo il varco alla vittoria finale il XXVII marzo MCMXLV nel segno della gloria per la libertà dei popoli contro l’oppressore qui caddero: Lieutenant I.A. fìiccomini, Sergeant Guscot, Corporal Samuel Bolden del 2° ND S.A.S. e ancora una volta sangue inglese e sangue italiano si fuse ».

Albona

Cittadina di 6.000 abitanti a 47,5 km da Pola, sulla costa orientale dell’lstria, a 3 km dal mare. Nel territorio di A., oltre a cave di bauxite, esiste una miniera di carbon fossile nella quale, prima della seconda guerra mondiale, lavoravano

1.600 operai.

Il 13.9.1943 una colonna motorizzata tedesca mosse da Pola, nelTintento di occupare il bacino minerario AlbonaArsia che; sotto la guida di Aldo Negri (v.), era divenuto uno dei più forti centri insurrezionali dell'lstria. I minatori impegnarono la lotta armata e, nell’aspra battaglia, 48 di essi (tra i quali il vecchio dirigente sindacale italiano Serpi) lasciarono la vita; ma la colonna tedesca, dopo aver subito gravi perdite, 'dovette ritirarsi. Albona e altri centri istriani furono liberati in quei giorni con azioni insurrezionali e il potere, in gran parte della regione, passò nelle mani dei Comitati popolari di liberazione. Ma all’inizio di ottobre i tedeschi scatenarono una grande offensiva, alla quale presero parte la divisione corazzata « Adolf Hitler » e altri reparti minori. L’Albonese, come altre zone dell’lstria, fu interamente messo a ferro e fuoco, e l'insurrezione popolare venne soffocata nel sangue. Un comunicato tedesco del 13.10.1943 parlò di 13 mila « banditi », in parte uccisi e in parte catturati. Questa cifra era esagerata, ma il numero dei caduti ammontava certamente ad alcune migliaia; mo!ti anche i catturati, tra i quali centinaia di soldati e di ufficiali italiani. L’insurrezione armata, anche se duramente sconfitta, segnò un momento decisivo per lo sviluppo successivo del movimento popolare di liberazione in tutta l’Istria.

Aiciati, Giuseppe

N. ad Asti il 28.5.1903; ferroviere. Comunista, per la sua attività antifascista nel 1927 fu condannato

26



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 188

Brano: Turchia

vava in prima persona i ministeri di politica estera, difesa, sicurezza interna e istruzione pubblica. Continuava di fatto, sotto vesti “democratiche”, la dittatura militare.

La questione di Cipro

Fin dal 1954, nonostante l’accordo esistente con la Grecia, i militari turchi avevano rivendicato la spar tizione di Cipro (v.) con il pretesto di voler tutelare la minoranza turca dell’isola. La questione era stata formalmente risolta nel 1960, con il riconoscimento dell 'indipendenza di Cipro, ma erano rimaste forti tensioni, sfociate nel 1974 con l’occupazione militare turca (20.000 soldati) della parte settentrionale dell’isola e la proclamazione unilaterale dello Stato Federale Turco di Cipro. Non riconosciuta daH'O.N.U. e duramente osteggiata dalla Grecia, che da parte sua rivendica la piena indipendenza dell’isola con una gestione comune dello Stato assicurata da entrambi i ceppi etnici (grecocipriota e turcocipriota), la soluzione di forza imposta dai turchi rimane come uno dei problemi più inquietanti nel Mediterraneo. Va notato infine che tanto la Grecia che la Turchia sono membri della N.A.T.O., una collocazione che, lungi dal rendere conciliabili i loro problemi, li perpetua.

Turroni, Pio

N. a Cesena (Forlì) il 30.5.1906, ivi m. il 7.4.1982; muratore.

Anarchico, perseguitato dai fascisti, era ancora un ragazzo quando nel 1923 emigrò in Belgio. Nel 1925 si trasferì in Francia, dove partecipò alle agitazioni prò Sacco e Vanzetti. Nonostante la sua condizione di operaio, si impegnò in attività di produzione e diffusione editoriale (dal 1933 al 1935, a Brest, lavorò col “Gruppo edizioni libertarie”, pubblicando fra l’altro l’opuscolo di Camillo Berneri “L’operaiolatria”). Nel 1936 accorse volontario in Spagna, dove fu ferito due volte, sul fronte di Huesca e poi su quello di Teruel (nel 1937 presentò alla Sezione di guerra della Confederazione sindacale anarchica un piano per attentare alla vita di Mussolini). Rientrato nel 1937 in Francia, fu internato ed evase due volte. Grazie all’organizzazione di “Giustizia e Libertà” passò nel Nordafrica e, dopo un periodo trascorso a Casablanca, alla fine del 1941 raggiunse il Messico.

Tornò in Italia nel 1943, arruolato

nel corpo di spedizione degli Alleati. Insieme ad altri compagni di fede, contribuì alla rinascita dell’anarchismo a Napoli e nel Mezzogiorno, promuovendo il Gruppo editoriale “Rivoluzione libertaria” e la rivista Volontà, di cui fu gerente responsabile per molti anni. In Romagna fondò l’editoriale Antistato, che a Cesena svolse poi attività per circa 25 anni.

Anche Turroni, come altri militanti anarchici della sua generazione, nel corso della sua esperienza privilegiò l’individualismo sul socialismo e si orientò, nella prassi, in senso anticomunista. Nel 1965 sostenne i Gruppi di Iniziativa Anarchica (G. I.A.), in contrasto con gli orientamenti della Federazione Anarchica Italiana.

Bibliografia: Luciano Farinelli, Il muratore dell'anarchia, in “L’Internazionale”, A. XVII, n. 5, maggio 1982.

Tuta, Venceslao

Slavko. N. a Tolmino (Gorizia) il 27.9.1908, m. a Monfalcone (Trieste) il 29.2.1980; laureato in Economia.

Giovane liberale irredentista sloveno, affiliato alla organizzazione terrorista T.I.G.R. (v.), nel 1928 fu arrestato e assegnato per 3 anni al confino di Lipari. Prosciolto nel 1931, riprese la lotta clandestina e nel 1941 fu nuovamente arrestato, deferito al Tribunale Speciale e condannato a 30 anni di reclusione. Tornato in libertà nell’estate del

1943, rientrò nella Venezia Giulia, ma non aderì al movimento partigiano. Subito dopo la liberazione subì un arresto per ragioni politiche da parte delle autorità jugoslave. Dal 1947 fino al pensionamento (1968), lavorò presso la R.A.I., curando trasmissioni in lingua slovena.

Tutino, Saverio

Nerio. N. a Milano il 7.7.1923; giornalista.

Studente universitario a Milano, dopo 1*8.9.1943 si trasferì in Svizzera per sfuggire alla chiamata alle armi. In un campo di rifugiati aderì al P.C.I. e contribuì a preparare il ritorno in patria suo e di altri giovani per combattere nelle formazioni partigiane. Nell'agosto 1944 era a Cogne (Aosta), aggregato a una formazione garibaldina locale; nel

l'inverno 194445 veniva designato commissario politico della 76a Brigata Garibaldi, con la quale partecipò alla battaglia di Sala Biellese. Nella primavera successiva diventava commissario politico della VII Divisione Garibaldi “Aosta”.

Nel dopoguerra ha lavorato come redattore al “Politecnico” (1945), poi al settimanale comunista “Vie nuove” (194655) e infine a “l’Unità”, come corrispondente da Parigi e successivamente dal l’Avana fino al 1969. Lavorò in seguito presso il quotidiano “Repubblica” dalla sua fondazione (1975). All'attività giornalistica ha affiancato una produzione saggistica e di ricerca storica: Gollismo e lotta operaia (Einaudi, 1964); La Risoluzione cubana (Editori Riuniti, 1966); L'Ottobre cubano, lineamenti di una storia della rivoluzione castrista (Einaudi, 1968). Dal 1985 è l’organizzatore del “Premio Anghiari”, riservato ai diari inediti,

A.To.

Tutu, Desmond

N. a Klerkdorp (Transvaal, Sudafrica) nel 1930; vescovo anglicano. Insegnante di liceo, nel 1960 ordinato sacerdote, dal 1975 primo decano nero nella cattedrale anglicana di Johannesburg, dal 1976 al 1978 vescovo del Lesotho (v.), dal 1978 è segretario generale del Consiglio delle Chiesa sudafricane, un’organizzazione che raggruppa 17 chiese protestanti e rappresenta circa 12 milioni di persone, in maggioranza neri.

Da sempre impegnato contro l’apartheid (v.), Tutu è tra i più autorevoli esponenti dell'opposizione in Sudafrica (v.). Non ha mai aderit[...]

[...] anglicana di Johannesburg, dal 1976 al 1978 vescovo del Lesotho (v.), dal 1978 è segretario generale del Consiglio delle Chiesa sudafricane, un’organizzazione che raggruppa 17 chiese protestanti e rappresenta circa 12 milioni di persone, in maggioranza neri.

Da sempre impegnato contro l’apartheid (v.), Tutu è tra i più autorevoli esponenti dell'opposizione in Sudafrica (v.). Non ha mai aderito a movimenti politici organizzati e fonda la propria attività sui principi della non violenza, sì da essere ritenuto un moderato dagli esponenti neri più radicali.

Ha riassunto le proprie idee in queste parole, che egli ripete spesso: « Tutte le razze sono uguali davanti a Dio. Come osano i bianchi sfidare Dio e opprimere i neri con una legge come quella sudafricana? ». Descritto dal regime razzista sudafricano come « un estremista noto per le sue affermazioni stravaganti e le sue menzogne evidenti, un sacerdote che si serve della Chiesa a fini politici », Tutu ha così risposto: « Ringrazio Dio di essere nero. I bianchi avranno molte cose di cui rispondere nel giorno del Giudizio ».

Nel 1984 è stato insignito del Premio Nobel per la pace e per il suo ruolo di « organizzatore della campagna mirante a risolvere i problemi dell'apartheid neH'Africa del Sud ».

D.Co.

188


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine I.A., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---fascisti <---socialismo <---Adolf Hitler <---Albertini-Cadorna <---Aldo Negri <---Antonio Gramsci <---Battaglione Alleato <---Bibliografia <---Comando Supremo <---Comune di Reggio <---Corporal Samuel Bolden <---Corriere della Sera <---Editori Riuniti <---Federale Turco <---Federazione Anarchica Italiana <---Giovanni Amendola <---Giovanni Farri <---Gruppi di Iniziativa Anarchica <---Il Popolo <---Il muratore <---L.A. <---La Stampa <---Lieutenant I <---N.A.T.O. <---P.C.I. <---R.A.I. <---S.A.S. <---Sergeant Guscot <---Stato Federale Turco di Cipro <---Storia <---T.I.G.R. <---Tornò in Italia <---Vie nuove <---Villa Rossi <---Wehrmacht a Berlino <---anticomunista <---antifascista <---antifascisti <---castrista <---chismo <---comunista <---disfattismo <---estremista <---fascismo <---individualismo <---irredentista <---istriani <---italiani <---italiano <---paracadutisti <---razzista <---socialisti <---terrorista



Modalità in atto filtro S.M.O.G+: CORPUS OGGETTO

visualizza mappa Entità, Analitici e Records di catalogo del corpus selezionato/autorizzato (+MAP)




Interfaccia kSQL

passa a modalità Interfaccia kSQL