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Il segmento testuale I Divisione Alpina è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 17Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 592

Brano: [...] Valtellina

Dopo un periodo caratterizzato da azioni volte a procurare armi e viveri, nella media e alta Valtellina la lotta fu rivolta principalmente alla difesa degli impianti idroelettrici (v. Antisabotaggio). Decisivo, a questo riguardo, fin dal marzo 1944 fu l'arrivo di Cesare Marelli legato a Ferruccio Par ri come lo era l’avvocato Plinio Corti [Ulisse). Soprattutto all’iniziativa di quest'ultimo risalì, in agosto, la costituzione della I Divisione Alpina Valtellina “G.L.”. Ne rimasero fuori le formazioni garibaldine della bassa valle e due piccoli gruppi della zona di Aprica e Villa di Tirano, qià inquadrati nella Dvisione “Tito Speri” delle “Fiamme verdi”. Corti assunse il ruolo di commissario politico della nuova Divisione e il capitano Giuseppe Motta [Camillo), di origine valtellinese, quello di comandante. L'in

tento di Corti era di centralizzare i numerosi gruppetti sorti spontaneamente nella zona, per indirizzarli alla più efficace tutela degli impianti idroelettrici, avviando nel contempo un processo di politicizzazione di tipo “gie[...]

[...] a Marelli, dopo avere assunto in agosto il comando di tutte le formazioni del Bormiese, della Valfurva, di Valdisotto e Valdidentro (con Angelo Ponti commissario politico e Placido Pozzi vicecomandante), in dicembre raggiunse con I suoi uomini Livigno, occupando il Passo del Foscagno, d’accordo con la A.E.M. milanese che mise a disposizione dei reparti i propri magazzini di Cancano. Oltre ad assicurare la difesa degli impianti idroelettrici, la I Divisione Alpina mirò a impedire al nemico di schierarsi sulla linea fortificata TeglioSan GiacomoTresenda e di transitare lungo la valle verso il Brennero. Di qui il programma di sabotaggio delle strade che portavano all’Aprica e al

lo Stelvio.

Con il concentrarsi in provincia di Sondrio dei fascisti fuggiti dall'Italia centrale e, negli ultimi mesi di gurera, dei militari e dei mezzi di combattimento destinati a costituire il “ridotto” alpino della Valtellina (v. Repubblica Sociale Italiana) vagheggiato dal segretario del Partito fascista repubblicano Alessandro Pavolini, divenne importante per i part[...]

[...]

Con il concentrarsi in provincia di Sondrio dei fascisti fuggiti dall'Italia centrale e, negli ultimi mesi di gurera, dei militari e dei mezzi di combattimento destinati a costituire il “ridotto” alpino della Valtellina (v. Repubblica Sociale Italiana) vagheggiato dal segretario del Partito fascista repubblicano Alessandro Pavolini, divenne importante per i partigiani controllare tutte le vie di accesso alla Svizzera.

La costituzione della I Divisione Alpina G.L. “Valtellina” troncò i tentativi avviati dai garibaldini di estendere su tutta la valle la loro influenza e di unificare le forze partigiane. Al posto della Brigata garibaldina che era stata ipotizzata per l’alta valle, sorse così in Valchiavenna la 90a “Zampiero”, al comando di Porchera che già si era distinto per la sua linea garibaldina.

Le azioni partigiane della nuova Divisione giellista consistettero nell'attacco ad automezzi nemici, a posti di avvistamento e presidi fascisti. In una di queste azioni cadde il

19 agosto Luigi Gagetti, diventato uno dei comandanti valtellinesi p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 168

Brano: [...]contro la resistenza partigiana nel vallone dell’Arma, dove i distaccamenti al comando di Ettore Rosa, Nuto Revelli e Giuseppe M arto reili inflissero gravi perdite agli attaccanti.

Costituitesi in Gruppo bande «Italia Libera», nel maggio 1944 le unità derivate dai nuclei primigeni formavano un reparto che prendeva stanza in valle Varaita. Poco dopo, le bande dislocate in valle Gesso, in valle Grana e in valle Stura venivano raggruppate nella I Divisione Alpina « Giustizia e Libertà » del Cuneese, al comando di Ettore Rosa, mentre le bande di valle Maira e di valle Varaita si raccoglievano intorno alla II Divisione Alpina « Giustizia e Libertà », sotto il comando di Benedetto Dalmastro. La denominazione « Italia Libera » era così abbandonata.

Bibliografia: Dante Livio Bianco, Guerra Partigiana, Torino, 1954; Giorgio Bocca, Partigiani in montagna, Borgo San Dalmazzo, 1945; Nuto Revelli, La guerra dei poveri, Torino, 1962; Mario Giovana, Storia di una formazione partigiana, Torino, 1964.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 317

Brano: [...]ova il 3.8.1921, fucilato a Torino il 23.1.1945.

Dopo aver frequentato l'Accademia militare di Modena, nel 1943 partecipò alle operazioni militari in Dalmazia. L’8 settembre, al momento dell’armistizio, trovandosi a Spalato, si diede subito alla macchia e raggiunse le formazioni partigiane operanti nel Friuli orientale. Portatosi in seguito in Piemonte, organizzò in Val Grana la banda « Italia Libera » dalla quale sorsero poi le Brigate della I Divisione Alpina « Giustizia e Libertà » della Val di Lanzo. Trasferitosi successivamente in Valle d’Aosta, diede vita alle Brigate « Mazzini », raggruppate nell’estate del 1944 nella VII Divisione Alpina « Giustizia e Libertà » di cui divenne comandante.

Catturato una prima volta, fu liberato grazie a uno scambio di prigionieri e potè riprendere il posto di combattimento. Ma in seguito a un tranello tesogli da un provocatore con la lusinga di consegnargli una forte somma di denaro destinata a finanziare la lotta partigiana, il

31.12.1944, a Milano, cadde nuovamente nelle mani del nemico. Tradotto a Torino, il 22.1.1945 fu processato dal Tribunale Go.Gu. (v.) e condannato a morte. La sentenza venne eseguita l’indomani al Poligono del Martinetto. Assieme a lui vennero fucilati i patrioti:[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 17

Brano: [...]zioni dei due movimenti, avvenuto nella notte del 12.5.1944 sul colle Sautron. In quell'occasione Dalmastro fu a capo della delegazione italiana e con abile e ferma diplomazia riuscì a vincere le reticenze degli interlocutori francesi ancora diffidenti verso i loro ex nemici. Concordato il convegno di Barcelonnette (v.), Dalmastro vi partecipò al fianco di Galimberti e collaborò alla conclusione dell’importante accordo. Assunto il comando della II Divisione Alpina G.L. del Cuneese fin dalla sua costituzione, Dalmastro fu uno dei principali, animatori della guerriglia partigiana in quella zona e fermo sostenitore della necessità di condurla secondo gli schemi classici della guerra per bande. Alla fine del . marzo 1945 fu nominato commissario politico del I Gruppo Divisioni G.L; « Duccio Galimberti ». Dopo la Liberazione resse la segreteria organizzativa torinese e piemontese del Partito d’Azione. Nel

1947, allo scioglimento di quel partito, entrò nelle file del P.S.I..

M.Gi.

Dalmazia

Per gli jugoslavi: Litorale o Litorale dinarico (in serbo [...]

[...]alista Federativa Jugoslava.

Dalmazzo, Faustino

Faustino; Angelo; Luca. N. a Centallo (Cuneo) nel 1919; avvocato. Sottotenente di complemento degli alpini, 1*8.9.1943 si unì ai primi gruppi di partigiani del Cuneese, entrando a far parte del Comando della Compagnia Rivendicazione Caduti, creata da un nucleo di ex militari nei territori di Savigliano, Fossano e Saluzzo. Passato in seguito nelle formazioni Giustizia e Libertà, combattè nella I Divisione Alpina. Assunto l’incarico di organizzare i reparti di pianura delle formazioni gielliste cuneesi, organizzò la 20a e la 21a Brigata G.L. che svolsero compiti di primaria importanza in appoggio alle unità di montagna e per la preparazione insurrezionale. Venne infine designato all’incarico di commissario politico della I Divisione G.L..

Pubblicista e militante politico di orientamento liberale e radicale, dopo la Liberazione svolse un’intensa opera di assistenza legale in processi intentati contro combattenti della Resistenza. Fu anche tra gli animatori del Comitato cuneese formatosi per il proce[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 740

Brano: [...]hi) lungo la linea Foca Gorazde Pljevlja Prijepolje Kolasin Podgorica Niksic Bileca Gacko Kalinovik; restringere via via questa morsa respingendo il Gruppo operativo centrale dell'E.P.L.J. sull’altipiano del Piva, tra i canyon dei fiumi Tara e Piva e sull'altissimo massiccio del Durmitor, e in quello spazio ristretto distruggere l'avversario, rastrellando infine i superstiti.

Per l'attuazione del loro piano i tedeschi raggrupparono la I Divisione Alpina, la 7a Divisione SS Prinz Eugen, la 118a Divisione Cacciatori, parti della 369a e della 104a divisione, e il Reggimento Brandenburg, con l'appoggio di un reggimento bulgaro, di una brigata croata e delle divisioni italiane “Venezia” e “Ferrara” di fanteria e “Taurinense” alpina, sostenute da una forte aviazione, da carri armati e dall’artiglieria: in totale 117.000 uomini, ovvero circa 40.000 in più di quanti impiegati nella battaglia di El Alamein. Contro queste forze stavano la I e la II Divisione Proletaria, la III Divisione d'assalto, la 111 Divisione della Banija e tre brigate del Gruppo[...]

[...]40.000 in più di quanti impiegati nella battaglia di El Alamein. Contro queste forze stavano la I e la II Divisione Proletaria, la III Divisione d'assalto, la 111 Divisione della Banija e tre brigate del Gruppo operativo della Drina, per un totale di 19.700 partigiani, dei quali 4.000 feriti o ammalati, sistemati nell’Ospedale centrale e negli ospedali divisionali mobili, anch’essi al seguito del Comando Supremo dell’E.P.L.J..

Il 14.5.1943 la I Divisione Alpina te

desca penetrò nel settore occupato dalla “Venezia” senza nemmeno consultare le autorità militari italiane.

Alle proteste del Comando divisionale, del Comandante del Corpo d’armata generale Roncaglia, del governatore del Montenegro generale Alessandro Pirzio Biroli e dello stesso Mussolini, il 19 maggio Hitler rispose che non gli interessavano i punti di vista dei generali italiani, accusandoli di scarsa collaborazione. Di fatto, le forze italiane in Montenegro vennero così a trovarsi agli ordini dei Comandi germanici nel corso del l’operazione. Con questa umiliazione inflitta all’all[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 302

Brano: [...]il 29.11.1917; dirigente industriale. Laureato in veterinaria e in giurisprudenza, ufficiale di complemento nel 3° Reggimento alpini durante

la seconda guerra mondiale, nell’ottobre 1943 raggiunse il fratello Dante Livio Bianco (v.) nella banda « Italia Libera » di valle Stura. Comandante di banda dal febbraio all 'aprile 1944, assunse il comando della formazione «Italia Libera » di valle Grana e poi della Brigata « Pao

lo Braccini » della I Divisione Alpina G.L. del Cuneese, operante nella stessa zona.

Dall’estate 1944 alla Liberazione, Ia= formazione presidiò quasi ininterrottamente la valle Grana, nel cui capoluogo (Pradleves) ebbero sede i Comandi del V settore partigiano cuneese e della I Divisione G.L.. Nel febbraio 1945 A.B. guidò il trasferimento di una parte della sua brigata nelle Langhe; qui, con il concorso di altre formazioni « Giustizia e Libertà », costitùì la III Divisione « Langhe », al comando della quale partecipò alla liberazione di Torino.

Bianco, Dante Livio

Livio; Muzio. N. a Cannes (Francia) il 19.5.1909, m. a Pun[...]

[...] altri 11 compagni di fede il 10.9.

1943 organizzò a Madonna del Colletto, in valle Gesso, la prima banda partigiana delle future formazioni « Giustizia e Libertà » cuneesi, denominata « Italia Libera ». Membro del Comando del gruppo « Italia Libera » di valle Grana con Tancredi Galimberti, quindi commissario politico de! Il settore partigiano (valli Vermenagna, Gesso, Stura, Grana), nella primavera del 1944 divenne commissario politico della I Divisione Alpina « Giustizia e Libertà » cuneese. Nel febbraio 1945 assunse il comando delle formazioni « Giustizia e Libertà » di tutto il Piemonte e, con tali funzioni, divenne membro del Comando regionale militare piemontése del Comitato di liberazione nazionale.

Nel maggio 1944, a Saretto (valle Maira), sottoscrisse a nome del

C.L.N. piemontese gli accordi politici e militari con la Resistenza francese della II Regione (v. Barcelonnette).

Animatore instancabile della guerra partigiana, organizzatore di ec

cezionali qualità, fu tra gli artefici dei piani insurrezionali piemontesi, nonché limpid[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 293

Brano: [...]o”, ebbero una nuova suddivisione e distribuzione territoriale: da Sondrio a Colico si stanziò la Divisione “Valtellina” (comandante “Bill”; commissario “Lino” e poi “Gek”); alla Divisione “Spluga” furono invece assegnate la Valchiavenna e la sponda destra del Lario fino a Como

(Comandante “Nicola”; commissario “Ges”). Nella Divisione “Valtellina” confluirono le ex Brigate 40a, 55a, 89a; nella “Spluga” la ex 90a e la ex 52\

A sua volta, la I Divisione Alpina G.L. “Valtellina” ebbe cambiamenti di comando e attraversò un processo di riorganizzazione. Se al momento della sua formazione ne erano comandante il capitano valtellinese Giuseppe Motta (Camillo) e commissario Plinio Corti, nel febbraio

1945 rientrò dalla Svizzera, dove era rifugiato, il colonnello Edoardo Alessi (ex comandante del Gruppo carabinieri di Sondrio) che ne assunse il comando (con Motta vicecomandante), imprimendo alla formazione un ancora più netto carattere militare e togliendone l’impronta giellista. Caduto l’Alessi in un’imboscata di oscura origine nelle prime ore del 26 a[...]

[...]i, Mario Torti, Virgilio Bonomi, Angelo Ponti e Amedeo Bracchi.

Allorché fu “bruciato” il centro di casa Ponti, la nuova base fu rappresentata per un certo periodo dall’abitazione del dottor Antonio Carbonera, i cui figli lavoravano per la Resistenza.

Per fondare il C.L.N. di Sondrio, decisivo fu l’intervento di Plinio Corti che era in stretto contatto con l'avvocato valtellinese Teresio Gola, responsabile del “servizio informazioni” della I Divisione Alpina G.L. “Valtellina”. Al momento dell’insurrezione la composizione del C.L.N. era la seguente (dopo alcune sostituzioni): Plinio Corti per il P.d.A., Angelo Schena per la D.C., Teresio Gola per il P.S.I., Mario Abbiezzi per il P.C.I., Diego Carbonera per il P.L.I., Mario Buzzi per il C.V.L..

Per la Resistenza nella media e alta valle fu importante non solo il collegamento con Parri e con il C.L.N.A.I., tenuto soprattutto da Plinio Corti (che, benché valtellinese, aveva uno studio legale a Mifano), ma anche il contatto con il C.L.N. di Lugano (v.) e con gli ambienti Alleati, contatto assicurat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 595

Brano: [...]i di resa consentirono agli uomini della Fallmeyer di passare in Svizzera, previa consegna immediata del materiale bellico e, al momento di varcare il confine, anche dei mezzi di trasporto. Nel centro valle, elementi della Brigata “Sondrio” occuparono il 26 aprile Chiesa e Torre Santa Maria in Valmalenco. In quello stesso giorno cadde, vittima di un’imboscata in una località poco sopra il capoluogo, il tenente colonnello Alessi, comandante della I Divisione Alpina “Valtellina” e capo del Comando di zona operativo provvisorio. Con lui perì il suo attendente Adriano Cornetti [Cesare). Non saranno mai chiarite le circostanze dell’agguato, ma secondo la versione ufficiale i due ufficiali sarebbero morti in uno scontro a fuoco con una formazione fascista in perlustrazione.

Ad Alessi subentrò il vicecomandante Motta che, il 26 aprile, inviò un messaggio a tutte le forze fasciste e ai francesi di Darnand intimando la resa. Nel capoluogo questa venne trattata da Teresio Gola, rappresentante dei partigiani nel

C.L.N. di Sondrio e, il 28 aprile, le trattat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 292

Brano: [...] (v. Camonica, Valle e Seriana, Valle).

Inoltre, la presenza di diverse centrali idroelettriche, soprattutto della A.E.M. milanese, attirò sulla zona l’attenzione della Società Edison (v.), interessata a collaborare con il C.L.N.A.I. per la difesa armata di quegli impianti. Plinio Corti e Cesare Marelli (due antifascisti legati a Ferruccio Par ri) organizzarono quindi le formazioni sparse della media ed alta valle, il primo unificandole nella I Divisione Alpina G.L. “Valtellina”, il secondo assumendo il comando della 1a Brigata “Stelvio” di questa stessa Divisione. Il tentativo di politicizzare i partigiani valtellinesi in senso “giellista” non ebbe però alcun successo e le formazioni mantennero il loro originario carattere “apolitico” (cioè militare e legato alla D.C.). Questo aspetto va sottolineato, onde capire perché i lanci di viveri, di armi e perfino di uomini, a partire dal febbraio 1945 vennero effettuati dagli Alleati solo nell’alta valle, avendo gli Angloamericani maggiori simpatie per la linea “apolitica” e diffidando dei gruppi garibald[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 593

Brano: [...]o territorio da Sondrio a Tirano e a Grosio subì numerosi rastrellamenti, durante uno dei quali l’abitato di Vervio fu dato alle fiamme.

L’unificazione delle forze partigiane

Il colonnello dei carabinieri Edoardo Alessi che, già comandante dell'Arma a Sondrio, non aveva aderito alla repubblica di Salò e, sul finire del 1943, aveva raggiunto la Svizzera per sfuggire all’arresto, nel febbraio 1945 rientrò in Italia e assunse il comando della I Divisione Alpina “Valtellina” di cui il capitano Motta divenne vicecomandante. Con questo nuovo Comando, la Divisione giellista assunse un più marcato carattere militare e apolitico. Dopo che il colonnello Alessi e il dottore Piero Fojanini, dalla Svizzera, avevano vanamente cercato, nei mesi precedenti, di ottenere dagli Alleati lanci aerei di armi ed equipaggiamento, a partire dal febbraio alcuni aviolanci vennero finalmente effettuati in alta valle, assicurando alle forze partigiane una buona dotazione militare. Il 4 marzo fu paracadutato a Livigno anche un primo nucleo di militari americani, cui altri seg[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine I Divisione Alpina, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---G.L. <---Alpina G <---Alpina G L <---C.L.N. <---comunista <---fascista <---Italia Libera <---fascisti <---antifascista <---fascismo <---italiano <---italiani <---socialista <---Brigata G <---Brigata G L <---C.L.N.A.I. <---Partito comunista <---Tito Speri <---giellista <---italiane <---nazifascista <---nazifascisti <---Dante Livio Bianco <---P.C.I. <---S.A.P. <---Teglio-San <---fasciste <---italiana <---nazista <---A.E.M. <---Alfonso Vinci <---Bibliografia <---Borgo San Dalmazzo <---D.C. <---Divisione G <---Divisione G L <---Ettore Rosa <---I Divisione Garibaldi <---La difesa <---M.C.R. <---Placido Pozzi <---Pratica <---S.S. <---San Giacomo di Boves <---Santa Maria <---Storia <---Teresio Gola <---Torre Santa Maria in Valmalenco <---Villa di Tirano <---antifascismo <---collaborazionisti <---lista <---paracadutisti <---A.B. <---A.N.P.I. <---Alberto Quadretti <---Aldo De Rosalia <---Alessandro Pirzio Biroli <---Alessio Boccalatte <---Alfonso Del Serbo <---Alfonso XIII <---Alfredo 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