Brano: [...] Valtellina
Dopo un periodo caratterizzato da azioni volte a procurare armi e viveri, nella media e alta Valtellina la lotta fu rivolta principalmente alla difesa degli impianti idroelettrici (v. Antisabotaggio). Decisivo, a questo riguardo, fin dal marzo 1944 fu l'arrivo di Cesare Marelli legato a Ferruccio Par ri come lo era l’avvocato Plinio Corti [Ulisse). Soprattutto all’iniziativa di quest'ultimo risalì, in agosto, la costituzione della I Divisione Alpina Valtellina “G.L.”. Ne rimasero fuori le formazioni garibaldine della bassa valle e due piccoli gruppi della zona di Aprica e Villa di Tirano, qià inquadrati nella Dvisione “Tito Speri” delle “Fiamme verdi”. Corti assunse il ruolo di commissario politico della nuova Divisione e il capitano Giuseppe Motta [Camillo), di origine valtellinese, quello di comandante. L'in
tento di Corti era di centralizzare i numerosi gruppetti sorti spontaneamente nella zona, per indirizzarli alla più efficace tutela degli impianti idroelettrici, avviando nel contempo un processo di politicizzazione di tipo “gie[...]
[...] a Marelli, dopo avere assunto in agosto il comando di tutte le formazioni del Bormiese, della Valfurva, di Valdisotto e Valdidentro (con Angelo Ponti commissario politico e Placido Pozzi vicecomandante), in dicembre raggiunse con I suoi uomini Livigno, occupando il Passo del Foscagno, d’accordo con la A.E.M. milanese che mise a disposizione dei reparti i propri magazzini di Cancano. Oltre ad assicurare la difesa degli impianti idroelettrici, la I Divisione Alpina mirò a impedire al nemico di schierarsi sulla linea fortificata TeglioSan GiacomoTresenda e di transitare lungo la valle verso il Brennero. Di qui il programma di sabotaggio delle strade che portavano all’Aprica e al
lo Stelvio.
Con il concentrarsi in provincia di Sondrio dei fascisti fuggiti dall'Italia centrale e, negli ultimi mesi di gurera, dei militari e dei mezzi di combattimento destinati a costituire il “ridotto” alpino della Valtellina (v. Repubblica Sociale Italiana) vagheggiato dal segretario del Partito fascista repubblicano Alessandro Pavolini, divenne importante per i part[...]
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Con il concentrarsi in provincia di Sondrio dei fascisti fuggiti dall'Italia centrale e, negli ultimi mesi di gurera, dei militari e dei mezzi di combattimento destinati a costituire il “ridotto” alpino della Valtellina (v. Repubblica Sociale Italiana) vagheggiato dal segretario del Partito fascista repubblicano Alessandro Pavolini, divenne importante per i partigiani controllare tutte le vie di accesso alla Svizzera.
La costituzione della I Divisione Alpina G.L. “Valtellina” troncò i tentativi avviati dai garibaldini di estendere su tutta la valle la loro influenza e di unificare le forze partigiane. Al posto della Brigata garibaldina che era stata ipotizzata per l’alta valle, sorse così in Valchiavenna la 90a “Zampiero”, al comando di Porchera che già si era distinto per la sua linea garibaldina.
Le azioni partigiane della nuova Divisione giellista consistettero nell'attacco ad automezzi nemici, a posti di avvistamento e presidi fascisti. In una di queste azioni cadde il
19 agosto Luigi Gagetti, diventato uno dei comandanti valtellinesi p[...]