Brano: Dzerzinskj, Felice
un attentato contro il re di Spagna Alfonso XIII. Liberati in seguito a una campagna promossa dalla stampa di sinistra, i due anarchici ripresero le loro peregrinazioni, rifiutando l’asilo politico che veniva loro offerto dall’U.R.S.S..
Rientrati in Spagna dopo la caduta della monarchia, vi vennero nuovamente arrestati nel 1932. Durruti fu deportato in Africa, ma prima di lasciare il suolo spagnolo, dal carcere in cui era detenuto riuscì a organizzare il trafugamento dalle abitazioni dei giudici e la distruzione di documenti riguardanti un processo nel quale erano implicati altri militanti anarchici.
Rimesso nuovamente in libertà, tornò a Barcellona e, come sindacalista, s’impegnò nella organizzazione dei tessili.
Nella guerra civile
Scoppiate la rivolta franchista e la guerra c[...]
[...] centrale delle milizie antifasciste della Catalogna, sorto a Barcellona il 21.7.1936, assieme a Garcia Oliver e José Asens vi rappresentò la « Confederación Nacional del Trabajo ».
Portatosi con le sue milizie in Aragona (v.), tentò di creare comitati di autogestione nei villaggi e di formare comunità autonome secondo visioni proprie dell'anarchismo catalano, mettendosi così fortemente in contrasto con i comunisti e con le altre forze politiche impegnate nella lotta contro la rivolta franchista.
Dopo i rovesci subiti dalle milizie
repubblicane nell’agostosettembre
1935, Durruti si schierò con Garcia Oliver e altri dirigenti della C.N.T., per l’organizzazione unificata delle forze armate della repubblica e fu tra i sostenitori dell’ingresso dei rappresentanti anarchici nel governo di Largo Caballero (v.). Spietato nella repressione contro i fascisti e intransigente nel perseguire l’eliminazione totale della classe che aveva sorretto l’antico ordine, quanto semplice e generoso nei rapporti umani, si era conquistato larghe sim[...]
[...]a franchista.
Dopo i rovesci subiti dalle milizie
repubblicane nell’agostosettembre
1935, Durruti si schierò con Garcia Oliver e altri dirigenti della C.N.T., per l’organizzazione unificata delle forze armate della repubblica e fu tra i sostenitori dell’ingresso dei rappresentanti anarchici nel governo di Largo Caballero (v.). Spietato nella repressione contro i fascisti e intransigente nel perseguire l’eliminazione totale della classe che aveva sorretto l’antico ordine, quanto semplice e generoso nei rapporti umani, si era conquistato larghe simpatie tra il popolo e una fama leggendaria.
Il 14.11.1936 la sua colonna, dopo aver operato in Aragona, raggiunse Madrid per partecipare alla difesa della città. Durruti chiese che gli fosse affidato il settore più pericoloso del fronte e la sua unità ebbe così il compito di presidiare la Casa del Campo, prospiciente la Città Universitaria, dov’erano previsti i più aspri scontri. Il 15 ebbero inizio i combattimenti che si svilupparono infatti con estrema veemenza; i miliziani, benché inferiori di numero e per armamento, resistettero con tenace determinazione, combattendo stanza per stanza negli edifici raggiunti dalle truppe franchiste. Durruti, che animava la lotta, cadde il 21 novembre, colpito alle spalle (la pallottola, secondo alcune fonti, gli sarebbe stata sparata da un miliziano appartenente a un gruppo di anarchici che rimproverava al capo la ferrea disciplina e i rischi cui esponeva gli uomini).
I suoi funerali si svolsero a Madrid con una partecipazione immensa di popolo. H.E. Kamimski li ha descritti in una pagina del suo libro Quelli di Barcellona.
M.Gi.
Duse, Gastone
N. a Poiana (Vicenza) il 26.6.1913; professore.
Attivo antifascista, nel 1940 fu condannato dal Tribunale speciale a 4 anni di reclusione per aver svolto propaganda contro la guerra.
Dopo I’8.9.1943 ha preso parte alla lotta di liberazione, nelle file della Resistenza veneta.
Dzerzinskj, Felice
N. a Osmiansk presso Vilna (Lituania) l’11.9.1877, m. a Mosca il 20. 6.1926. Rivoluzionario polacco, diventato uno dei massimi dirigenti del partito bolscevico. Dopo una vita di indomabil[...]
[...]ione speciale panrussa per combattere l’attività controrivoluzionaria), ne fu l’organizzatore. Divenne successivamente commissario del popolo per i Trasporti e presidente del Consiglio supremo deH’Economia. Dal 1924 membro candidato dell'ufficio politico del partito, morì tre ore dopo aver pronunciato un discorso.
Sul temuto organo di polizia da lui creato e diretto, Dzerzinskj scrisse: « La Ceka è diventata il simbolo del terrore per coloro che non hanno voluto conciliarsi con le conquiste rivoluzionarie dei lavoratori, che sognano ancora la rinascita del vecchio regime e preparano il cappio per gli operai e per i contadini ».
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