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Il segmento testuale Guerra di Liberazione è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 41Entità Multimediali , di cui in selezione 23 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 313

Brano: [...]io Grossi [Vincenzi).

Pare doversi concludere che il dialogo fra « Osoppo » e « Garibaldi

Friuli », anche se difficile, non mancò e portò alle intese essenziali, salvo quando si intromisero violenza o sangue. Ma queste furono eccezioni in una lunga lotta di ritrovata unità nella pluralità.

A.Mo.

Bibliografia: G. Fogar, Sotto l'occupazione nazista nelle provincie orientali, Udine 1961, ed. 2a riveduta e corretta 1968; G.A. Colonnello, Guerra di Liberazione Friuli Venezia Giulia, Udine 1965; A. Moretti G. Nazzi, La formazione partigiana Osoppo Friuli, « La Panarie » 1968 n. 3, 5057; 1969 n. 4, 3039; n. 5, 5464; n. 6, 3241; n. 7, 6372; G. Nazzi, Osoppo Friuli Movimenti ideali della Flesisterna, Udine 1969; G. Fogar, Le Brigate OsoppoFriuli, sta in FascismoGuerraResistenza, Trieste 1969; A. Moretti, Le formazioni Osoppo, « Rassegna di Storia contemporanea, Il movimento di liberazione in Friuli », Udine 1972 pp. 22440; Idem, Le Missioni alleate e italiane nel periodo della Resistenza in Friuli, « Storia contemporanea in Friuli », n. 4 (1973) 831[...]

[...]199; Mario Cesselii, Porzus. Due volti della Resistenza, La Pietra, Milano 1975; P. Pallente, Il P.C.I. e la questione nazionale. FriuliVenezia Giulia 1941

45, Udine 1980; F. Solari, L'armonia discutibile della Resistenza. Confronto fra generazioni, La Pietra, Milano 1979; A. BuvoliM. Lizzerò, La Resistenza, in « Enciclopedia monografica del FriuliVenezia Giulia », Udine 1979; Divisione D’Assalto Garibaldi Nati sone, Diario storico operativo. Guerra di Liberazione FriuliSlovenia 19431945, a cura del Comitato Regionale dell’A.N.P.I. del FriuliVenezia Giulia, Udine 1980. Documenti in: Archivio Osoppo e Archivio Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, Udine.

Ospedali e medici partigiani

Durante la Guerra di liberazione il servizio sanitario fu uno dei più importanti, anche se pochi furono i casi in cui, dato il carattere della lotta partigiana, fondata essenzialmente sulla clandestinità e sulla mobilità, questo servizio potè trovare organica e stabile sistemazione. Si può dire anzi che, nella grande maggioranza delle formazioni, l’assistenza dei feriti e dei malati dovette essere affidata più che altro allo spirito di solidarietà umana e politica largamente presente fra la popolazione. Innumerevoli furono le famiglie di contadini che, esponendosi a gravissimi rischi, offrirono questa assistenza, come pure n[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 80

Brano: [...]igi Einaudi in visita al Sacrario dei Caduti della Resistenza reggiana (25.4.1950)

La Liberazione

Reggio fu liberata dai partigiani nel pomeriggio del 24 aprile 1945. Varie colonne partigiane, quasi tutte provenienti dalla montagna, precedendo di qualche ora i reparti alleati entrarono in città dopo aver superato le ultime resistenze tedesche e incuranti delle velleitarie sparatorie dei franchi tiratori fascisti.

Nelle ultime fasi della Guerra di Liberazione i partigiani, con l’aiuto della popolazione, contribuirono a rallentare la marcia delle truppe tedesche, consentendo alle colonne alleate più avanzate di agganciarle e di catturarle in gran parte sulla riva destra del Po. In tale occasione gli Alleati, in cooperazione coi partigiani, poterono catturare circa

12.000 prigionieri.

Il contributo dei reggiani alla Guerra di liberazione può essere sintetizzato nelle seguenti cifre: partigiani combattenti 9.554 (riconosciuti ufficialmente 9519); numerosissime le perdite inflitte e i danni arrecati alla macchina bellica dei nazifascisti; massiccia la partecipazione delle donne rappresentata da

1.118 partigiane e patriote, di cui

10 cadute, 11 comandanti di formazione e 8 decorate al valor militare. Nel dopoguerra sono state conferite a patrioti reggiani le seguenti decorazioni: 8 Medaglie d'oro al valor militare, 72 d’argento, 57 di bronzo, 19 croci di guerra. Tre Comuni sono stati decorati al valor militare: Villa Minoz[...]

[...]azioni contro la “legge truffa” e quelle contro il governo Tambroni nel 1960. In questa occasione, il 7.7.1960 la polizia aprì inconsultamente il fuoco contro i manifestanti, uccidendone 5 (2 giovani e 3 ex partigiani) e ferendone circa 25. Gli uccisi erano Ovidio Franchi, Lauro Farioli, Afro Tondelli, Emilio Reverberi e Marino Serri.

Il 25.4.1950 Reggio Emilia è stata insignita di Medaglia d’oro al valor militare, per il contributo dato alla Guerra di Liberazione, con la seguente motivazione: « Durante l’occupazione nemica opponeva al tedesco invasore la fiera resistenza dei suoi figli, accorsi in grande numero nelle formazioni partigiane impegnate in dura e sanguinosa lotta. Cinquecento caduti in combattimento, interi



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 623

Brano: [...] anni dopo, nel settembre 1919, e potè riprendere la vita civile, facendosi una famiglia e svolgendo una normale attività lavorativa. Ma nel 1935, essendosi nuovamente espresso con lucidità e coerenza contro l’aggressione fascista all’Etiopia, fu di nuovo arrestato, inviato per

5 anni al confino (21.10.1935) in Sardegna e ancora rinchiuso per vari mesi in un manicomio. Prosciol

to nel maggio 1940, potè rientrare a Imola.

Nel corso della Guerra di liberazione Masetti fu arrestato dai nazifascisti, ma rilasciato dopo breve carcerazione. Suo figlio Cesare, accorso nelle formazioni partigiane, cadde combattendo nella 36a Brigata Garibaldi, l’11.9.1944, a soli ventanni.

Nel secondo dopoguerra, pur rimanendo idealmente anarchico, Masetti militò nel P.S.I. e, dal 1954, nel P.S.I.U.P.. Rimase vittima di un incidente stradale, mentre a 78 anni percorreva in bicicletta una via di Imola.

Massarotto, Giusto

N. a Rovigno (Istria) nel 1915, ivi m. nel 1959; operaio edile.

Dal 1937 al 1943 fu segretario del Comitato cittadino della Gioventù comunist[...]

[...] vittima di un incidente stradale, mentre a 78 anni percorreva in bicicletta una via di Imola.

Massarotto, Giusto

N. a Rovigno (Istria) nel 1915, ivi m. nel 1959; operaio edile.

Dal 1937 al 1943 fu segretario del Comitato cittadino della Gioventù comunista di Rovigno (v.). Nel settembre 1943, insieme a Giuseppe Budicin, fu alla testa degli insorti e organizzò poi le prime formazioni partigiane italiane dell’lstria. Partecipò quindi alla Guerra di Liberazione, ricoprendo alte cariche politiche e militari, con il grado di maggiore dell’E.P.LJ..

Nel dopoguerra è stato per lunghi anni presidente dell’Unione degli italiani della Jugoslavia, membro del Comitato centrale del Partito comunista della Croazia, deputato al Parlamento federale e al Sabor della Croazia.

G.Sco.

Mastroianni, Umberto

N. a Fontana del Liri (Frosinone) nel 1910; scultore.

Cominciò a praticare la scultura a

14 anni presso lo zio Domenico a Roma, poi a Torino, dove ben presto si distinse « come artista di grande talento, certo fra i migliori giovanissimi d’Italia »[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 531

Brano: Appendice

Degrassi, Famiglia

Famiglia di antifascisti triestini, partecipò al completo alla Guerra di Liberazione, nel corso della quale ebbe tre caduti.

Il capofamiglia Pietro Degrassi (18981969), vecchio antifascista e militante comunista, perseguitato dai fascisti, nel settembre 1943 fu tra i primi ad accorrere nelle formazioni partigiane e militò nel Battaglione Triestino. Dei suoi figli, tre furono partigiani: Eveiina, ventunenne e coraggiosa staffetta nella stessa formazione del padre, cadde in mano ai tedeschi che la fucilarono il 2.10.1943 a Covedo, in Istria; Bruno e Angelo, entrambi gappisti, arrestati dalla “Banda Collotti”, vennero uccisi a Trieste, rispettivamente, il 31.12.1944 e nel feb[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 515

Brano: Appendice

Il « ponte della Biola » sulla S.S. 63, presso Castelnovo ne' Monti, distrutto dai partigiani durante la Guerra di liberazione

ti alla Guerra di Liberazione può essere così sintetizzato: combattenti 372, caduti 20, feriti e invalidi 15, deportati 110, deceduti nei campi di concentramento 20.

È stata conferita al gonfalone del Comune la medaglia d’argento al valor militare con la seguente motivazione: « Oppresso da dura occupazione tedesca e fascista, rispondeva alle azioni repressive dando vita a proprie combattive formazioni armate. In duro combattimento i giovani migliori impegnavano il nemico nel generoso tentativo di opporsi ad una seconda occupazione e conducevano poi, per lunghi mesi, una tenacissima ed efficace azione di guerriglia. Pop[...]

[...]anca. Colpito alle gambe nel generoso tentativo, si spense dopo una lunga e straziante agonia, durante la quale rifulse la sua serena fermezza.

Alla sua memoria è stata conferita la medaglia d'argento al valor militare e una lapide lo ricorda nell’Ateneo pavese.

Poco prima della Liberazione era caduto sulle Alpi il fratello Nino, espatriato in Svizzera per sfuggire alla cattura da parte dei tedeschi.

Cavaion, I fucilati di

Durante la Guerra di liberazione a Cavaion Veronese furono trucidati 4 giovani militari che, reclutati dai tedeschi, un mese prima della Liberazione avevano tentato di disertare.

Un intero reparto insediato nella caserma dei carabinieri, il 27.3.1945 decise di allontanarsi perfettamente inquadrato e simulando una regolare marcia di trasferimento, ma quando i tedeschi si resero conto che si trattava di diserzione, bloccarono il drappello lungo la strada fra Pacengo e Peschiera, lo ricondussero a Cavaion e sottoposero gli uomini a processo.

Nonostante l’atteggiamento di protesta della popolazione che simpatizzava per i g[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 510

Brano: [...]amente parte nell'ottobre 1944 alla difesa della “repubblica” partigiana attaccata da schiaccianti forze nemiche, anziché riparare in Svizzera come fecero altre formazioni rimase nella zona, dove ricollegò le disperse forze partigiane come commissario politico di un settore operativo, divenendo poi comandante di una nuova Divisione che partecipò all’insurrezione popolare delI’OssoIa e del Varesotto nell’aprile 1945.

Per il suo contributo alla Guerra di liberazione è stato decorato di medaglia d’argento al valor militare.

Calzavara, Ettore

Otti. N. a Rive d’Arcano (Udine) il

9.8.1890, m. a Udine il 6.2.1949; commerciante.

Militante socialista dagli anni del primo dopoguerra, nel 1925 fu costretto a emigrare per sfuggire alle persecuzioni fasciste e si stabilì con la famiglia ad Antibes (Francia). Qui continuò a svolgere attività politica divenendo segretario della Sezione socialista costituita fra gli emigrati italiani e presidente della locale Lega dei diritti dell’uomo.

AM’inizio della Seconda guerra mondiale (1939) si offrì volontario [...]

[...]rze armate francesi, ma l’iniziativa non fece in tempo a realizzarsi per l’invasione tedesca della Francia.

Nel maggio 1940 tornò in Italia, ma al suo arrivo a Udine tu arrestato dalle autorità fasciste per i suoi precedenti politici. Rilasciato dopo breve carcerazione, si diede alla clandestinità, cooperando con l’organizzazione antifascista.

Dopo la caduta del fascismo prese contatto con le prime formazioni partigiane locali e durante la Guerra di Liberazione divenne commissario politico della Brigata Garibaldi “Silvio Pellico”, operante nella zona di San Daniele del Friuli. Rappresentante del P.S.I. in seno al C.L.N. locale, il 25.2.1945 fu designato dal Comitato a essere sindaco del Comune di Rive d’Arcano. Svolse di fatto tale incarico fino alla Liberazione e la carica gli venne confermata nel dopoguerra.

E.Vu.

Calzolari, Alfredo

Falco. Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Molinella (Bologna) il 12.2.1897, ivi m. il 17. 4.1945; autista.

Membro dell’organizzazione socialista clandestina, il 31.3.1941 fu arrestato e inv[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 255

Brano: [...]nfederali, ma tanto lui che i suoi collaboratori coimputati nel processo furono assolti. Negli anni della repubblica spagnola Bassanesi si portò in Spagna per chiedere a quel governo di utilizzare le sue basi per altri voli di propaganda sull’Italia, ma tali progetti non poterono essere condotti a compimento.

Bassano del Grappa

Città veneta di 32.000 abitanti a 35 km da Vicenza, ai piedi del Grappa, sulla ferrovia VeneziaTrento, durante la Guerra di liberazione fu uno dei più gloriosi centri di organizzazione della Resistenza. Il Comune è stato insignito di medaglia d’oro al valor militare, con la seguente motivazione: « Fra Brenta e Piave, per i venti mesi di occupazione nazista, i suoi Volontari della Libertà hanno combattuto in epiche gesta di guerra e di lotta contro il nemico invasore. La nobile città e il territorio del Grappa sacrificavano sulle forche 171 giovani vite, immolavano 603 loro figli davanti al plotone di esecuzione, sopportavano il martirio di 804 deportati e di 3.212 prigionieri, e la distruzione di 285 case, incendiate. Sanguin[...]

[...]no 603 loro figli davanti al plotone di esecuzione, sopportavano il martirio di 804 deportati e di 3.212 prigionieri, e la distruzione di 285 case, incendiate. Sanguinante per tanta inumana ferocia, ma non domo, il suo popolo imbracciava le armi assieme ai partigiani; e nelle gloriose giornate dal 25 al 29 aprile 1945 fermava il nemico sul Brenta costringendolo alla fuga. Esempio purissimo di ardente italianità, confermava ancora una volta nella Guerra di Liberazione, col sangue dei suoi figli migliori, le eroiche tradizioni di cospirazione e di sacrificio del ’48 e del ’66 e le fulgide giornate del ’17 e del ’18. Settembre 1943 Aprile 1945 ».

La battaglia del Grappa

Sulle alture del Grappa operarono la Brigata « Italia Libera », comandata dal capitano Giorgi (Lodovico Tedesco), una Brigata d’assalto Ga

ribaldi e una Brigata Giacomo Matteotti. Tutte queste formazioni, nel corso di audaci azioni susseguitesi durante l’estate 1944, inflissero duri colpi ai tedeschi e ai fascisti.

Il 20.9.1944, ingenti forze motorizzate tedesche, appoggiate da a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 275

Brano: [...]: Mariano Mandolesi, comandante; Gaetano Baruso (Gennaro), commissario; Agostino De Moliner (Vasco), vicecomandante; Mario Landi (Luciano), vicecommissario; Gino Sartori (Leone), capo di stato maggiore; Dario Caso! (Bill), intendente; Giovanni Pasini (Falco), capo della polizia partigiana; Ermanno Tassoni (Pie), capo della sezione informazioni; Giuseppe Fontana (Pino), stampa e propaganda.

L’apporto complessivo della provincia di Belluno alla Guerra di Liberazione è sintetizzato nella motivazione della Medaglia d’oro al valor militare concessa alla provincia e al suo capoluogo:

« Due volte invasa nel corso di 25 anni, due volte la sua intrepida gente si ergeva decisa, le armi in pugno, a combattere l’odiato tede

sco. Subito dopo l’armistizio del

1943, i suoi figli si organizzarono in formazioni partigiane e gli 86 impiccati, i 127 fucilati, i 7 arsi vivi, gli 11 morti per sevizie, i 564 caduti in combattimento assieme ai 301 feriti, ai 1.667 deportati e ai 7.000 internati, costituiscono il tributo di sangue e di eroismo dato alla lotta di libe[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 619

Brano: [...]issario di guerra la cura e la direzione politica e morale degli uomini, oltreché dei buoni rapporti con la popolazione.

I Comandi delle Divisioni e delle unità minori devono essere composti con gli stessi criteri dei Comandi di Zona, opportunamente adattati alle situazioni ed alle esigenze particolari che si possono verificare nei vari casi ».

P.Se.

Bibliografia: Luigi Longo, Un popolo alla macchia, Milano, 1947; Ufficio Storico per la Guerra di Liberazione Presidenza del Consiglio, Atti del Comando Generale del C.V.L., Roma, 1946.

Commissione interna

Organo elettivo costituito fra i lavoratori nei luoghi di lavoro, per la rappresentanza e la tutela dei loro intèressi morali e materiali nei confronti dei datori di lavoro. Ponendo un limite all’arbitrio padronale, la Commissione interna agisce da fondamentale fattore di convivenza democratica. Viene eletta con voto diretto e segreto da tutto il personale dell’azienda (operai e impiegati) e, indipendentemente dal sindacato al quale i lavoratori aderiscono, li rappresenta tutti indistintamen[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 737

Brano: [...]o,

il C.U.M.E.R., cui spettavano poteri di comando su tutte le formazioni deH’EmiliaRomagna, aveva alle sue dirette dipendenze le forze partigiane bolognesi: la Divisione Bologna M (Montagna) «Lupo», su 6 Brigate; e la Divisione Bologna P (Pianura) «Mario» su 10 Brigate. Le due formazioni, comprendenti 18 battaglioni di circa 600 uomini ciascuno, per un totale di 10.790 partigiani (riconosciuti dalla Commissione ministeriale), nel corso della Guerra di liberazione ebbero 1.386 caduti in combattimento o fucilati, 125 dispersi, 84 mutilati, 861 feriti. A questi sono da aggiungere i 2.350 bolognesi fucilati per rappresaglia, gli 829 deceduti nei campi di concentramento tedeschi, i 6.543 incarcerati per periodi diversi a San Giovanni in Monte.

Cumiana, Strage di

A Cumiana, comune di 4.500 abitanti (2.000 nel capoluogo) in provine eia di Torino, durante la Guerra di liberazione ebbe luogo una rappresaglia compiuta contro la popolazione civile.

Nella notte del 31.3.1944 alcuni partigiani si erano scontrati nell’abitato con una pattuglia di S.S. tedesche e italiane, e il giorno dopo, alle 11, una formazione partigiana attaccò in paese un autocarro carico di nazifascisti. Nel breve combattimento i partigiani persero 2 uomini, ma uccisero 3 nazifascisti, ne ferirono 18 e ne catturarono 37,

compresi due sottufficiali tedeschi. Nel pomeriggio di quello stesso giorno i nazifascisti, tornati a Cumiana in forze, circondarono il paese, arrestarono tutti gli abitanti del[...]

[...]o Gastone, Enrico Gattone, Mario Giacomino, Michele Giorda, Giuseppe Mago, Giuseppe Maletto, Umberto Matti, Cesare Mollar, Luigi Mollar, Giovanni Moratto, Michele Olmo, Leonildo Morello, Francesco Pacchioni, Ermenegildo Pizzigati, Michele Ponzo, Valentino Recrosio, Enrico Rolando, Giov. Battista Romero, Vincenzo Romero, Alessandro Ruffinatto, Giovanni Ruffinatto, Clemente Ruffino, Luigi Traversa, Felice Ughetti, Francesco Vaglio. Nel corso della Guerra di Liberazione, in combattimento contro i nazifascisti o trucidati per rappresaglia, persero la vita altri 38 cittadini del comune: Giovanni Amé, Giuseppe Amé, Roberto Amé, Esterina Amé, Luigina Amé, Giovanni Battista Berti Giovanni Bessone, Giacomo Bocco, Dante Boetto, Gabriella Camerana, Alfredo Carello, Giorgio Catti, Salvatore Cinus, Ernesto Comoretto, Giovanni Daghero, Pasqualino Daghero, Sergio Daghèra, Sergio Ferrerò, Andrea Gaido, Giacomo Gaidone, Lucia Gariglio, Alessandro Garrone, Giovanni Gino, Orsola Gontero, Giovanni Grosso, Eraldo Issogiio, Giuseppe Issoglio, Francesco Lauretta, Michele Levrin[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Guerra di Liberazione, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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