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Il segmento testuale Guardia Nazionale Repubblicana è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 17Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 417

Brano: [...]ler avvenuto due giórni prima. « L’Onnipotente, — egli scriveva, — ha voluto esprimere in questo miracoloso evento la designazione ad Adolfo Hitler di continuare la sua opera per la salvezza d’Europa ». Quattro giorni dopo, il 26, alle 9 del mattino, una forte esplosione scuoteva la città; una bomba scoppiava a Ca’ Giustinian, sede di vari Comandi tedeschi e fascisti, provocando un morto e alcuni feriti!

Il giorno seguente, un manifesto della Guardia Nazionale Repubblicana annunciava: « La coincidenza vuole che il tribunale di guerra sia oggi chiamato a giudicare vari elementi, già assicurati alla giustizia dalla Guardia Nazionale Repubblicana, responsabili di complotto contro lo Stato repubblicano e autori confessi di azioni dinamitarde. L’esecuzione della sentenza, che verrà emanata dal Tribunale speciale, sarà eseguita sulle stesse macerie di Ca’ Giustinian. Sia questo l’atto solenne di una giusta rappresaglia ». In quel momento si trovavano infatti nelle carceri veneziane 13 giovani partigiani che avevano operato nella zona di San Donà di Piave ed erano stati arrestati nel gennaio 1944. Alcuni di loro, assolti in istruttoria, erano in attesa della scarcerazione. Sugli altri incombeva invece ii perìcolo dell’internamento in Germ[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 461

Brano: [...]o come il Carità, le quali, dopo essersi costituite per iniziativa spontanea e privata del capobanda che radunava intorno a sè tutti i criminali minori disposti a seguirlo, si sono messe al servizio del tedesco invasore per poter, sotto lo schermo della forza nemica, esercitare indisturbate le loro imprese.

Poi, quando è risorta sulla carta la parvenza di un'organizzazione pubblica, queste bande si sono camuffate da "uffici” o "reparti” della Guardia Nazionale Repubblicana; ma, in realtà, queste associazioni a delinquere hanno continuato sempre ad agire come "bande” e a prendere, oltreché il nome, le caratteristiche di metodo e di funzioni del capobanda, il quale era in realtà arbitro di stabilire secondo i suoi gusti i delitti che la sua banda doveva compiere e le persone delle vittime.

I tedeschi non si può dire che avessero per queste bande una grande stima: anzi non mancano dimostrazioni del loro disprezzo per questi ausiliari. Ma, insomma, poiché questi sicari erano disposti a fare da spie e da carnefici contro i nemici dei tedeschi, cioè contro gli ita[...]

[...]la confessione voleva sapere da me dove si trovava il mio figliolo. Mi promise che se gli avessi detto dove era il mio figliolo mi avrebbe fatto liberare,

lo mi rifiutai e gli feci notare che quella non era una confessione davanti a Dio. Poi, per il sopraggiungere di due ufficiali, il prete se ne andò”. Dubito che ci si trovasse di fronte a un uomo.

Questa, signori giudici, era la banda Carità: questo l’ufficio di polizia giudiziaria della Guardia Nazionale Repubblicana. Con la stessa disinvoltura con cui si davano le torture, si compivano gli omicidi; assassinii, non condanne a morte. Senza neanche un simulacro di processo o di sentenza, forse senza ordini di superiori. Questa era la banda Carità: un’associazione a delinquere di volontari del .delitto, tenuti assieme soltanto dal comune intento di trovare gioia nei dolore altrui, di appagare negli strazi degli innocenti la loro sadica volontà di ferocia ».

Carli, Giovanni

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. N, ad Asiago (Vicenza) nel 1910, caduto a Sandrigo (Vicenza) il 27.4.1945. Laureato [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 405

Brano: [...]iscredito da cui era universalmente circondata (negli ambienti militari come tra i civili) la Milizia fascista, Graziani voleva puntare sulla creazione di un esercito « nazionale e apolitico » e in tal senso insistette presso Mussolini. Nel conflitto accesosi tra Ricci e Graziani si arrivò a un compromesso: il secondo avrebbe costituito il « suo » esercito, mentre Ricci avrebbe comandato, indipendente da Graziani e dal ministero della Difesa, la Guardia Nazionale Repubblicana.

La Guardia Nazionale Repubblicana

Le caratteristiche di questo nuovo corpo furono fissate dai decreti legislativi dell'8.12.1943. Costituita da elementi della M.V.S.N., dai carabinieri rimasti in servizio dopo l*8 settembre e dalla Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.), concentratasi a Roma dopo la caduta dell'impero, la G.N.R. ebbe affidati compiti « di polizia interna e militare » che, in sostanza, consistevano nel tenere sotto controllo la popolazione mentre i tedeschi spogliavano e distruggevano con le loro ruberie e violenze l’intero paese. Si trattava quindi di un corpo sfacciatamente collaborazionista e fin dal suo [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 1

Brano: [...]« Gruppi di azione patriottica », fu arrestato e deportato a Mauthausen.

Abbio

Località della Valsassina sopra Biandino (Lecco); all’alba dell’11.10.1944 il distaccamento « Benedetto Croce » della 55a Brigata « Fratelli Rosselli », operante in Valsassina, nella Valvarrone e nella bassa Valtellinq al comando di Ugo Cameroni, vi fu sorpreso e decimato nel corso di un grosso rastrellamento compiuto da reparti di S.S. italiane, da militi della Guardia Nazionale Repubblicana e da gruppi di camicie nere. L’attacco faceva parte di una più vasta operazione di accerchiamento coinvolgente l’intera 55a Brigata, allora attestata in vai Biandino.

Ad Abbio caddero, oltre al comandante Ugo Cameroni (n. a Derviò I'8.1.1912), i partigiani Gianni Ferrari, n. a Milano il 18.12.1926; Mario Acerboni, n. a Vendrogno il 30. 4.1926; e il sovietico Mihailovich

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 298

Brano: [...]data da una pianura e da basse colline facilmente controllabili), rese difficile il sorgere di un movimento di resistenza armata locale. Nei 45 giorni del governo Badoglio i carabinieri si fecero premura di sciogliere ogni assembramento, anche i capannelli di poche persone, ostacolando le iniziative degli antifascisti. Comunque furono scalpellati i simboli fascisti alla Casa del fascio, alla Accademia femminile (che in seguito diverrà sede della Guardia Nazionale Repubblicana), alla caserma e in tutti gli Enti pubblici. Inoltre gli antifascisti andarono alla ricerca dei gerarchi compromessi, ma questi seppero eclissarsi in tutta fretta. Con l’armistizio dell’8 settembre le caserme si vuotarono, ma dopo la proclamazione della repubblica di Salò, in novembre, esse furono riaperte e si insediò in città anche uno dei famigerati Battaglioni «M». Il 16.11.1943 i fascisti fecero uscire il primo numero de! Il Dovere, settimanale del Fascio orvietano di combattimento, che continuerà la sua pubblicazione fino a! 3.6.1944, pochi giorni prima dell'arrivo degli Alleati.

Nel[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 357

Brano: Pagnotti, Armando

stato e processato, venne condannato a 9 anni di reclusione.

Dopo l’armistizio dell’8.9.1943 e sotto l’occupazione tedesca, si ripresentò come l’« uomo forte » del fascismo bolognese e il più intransigente filonazista locale. Nel novembre successivo, all’atto dell’istituzione della Guardia Nazionale Repubblicana, fu quindi designato ispettore regionale per l’Emilia Romagna delle nuove formazioni militari fasciste. Partecipò in tale veste al Congresso di Verona e al successivo eccidio di Ferrara del

15.11.1943 che costò la vita a 11 antifascisti. Fece poi parte del tribunale che condannò a morte Galeazzo Ciano e gli altri gerarchi accusati di aver provocato nel luglio la caduta del dittatore fascista.

Il 22.2.1944 fu chiamato da Mussolini a far parte del Direttorio nazionale del Partito fascista repubblicano. Quando le organizzazioni da questo dipendenti si trasformarono, nel giugno, in « brigat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 712

Brano: [...]utomatiche leggere e pesanti e di mortaio leggero sulle case ove erano asserragliati » i partigiani. Questi ultimi, aggiungerà il questore, « non permisero il compimento dell’azione [dei nazifascisti] che si ridusse ad un serrato fuoco di fucileria e di armi automatiche dall’una e dall’altra parte ». Tanto, continuava, che « alle ore 11 la situazione era ancora immutata » e, allora, « ad un reparto di SS si era aggiunta anche una compagnia della Guardia Nazionale Repubblicana ».

Porta, Guido

N. a Savona 1*1.1.1904; meccanico. Attivo, insieme ad Amilcare Lunardelli, nella organizzazione comunista clandestina di Savona, nella primavera del 1938 fu arrestato e, nel

1939, condannato dal Tribunale speciale a 6 anni di reclusione.

Durante il periodo della Guerra di liberazione collaborò attivamente con le forze della Resistenza savonese.

Porta Lame, Battaglia di

Svoltasi a Bologna (v.)r nei pressi delle antiche mura cittadine il 7.11.

I tedeschi impiegano una batteria antiaerea e un cannone anticarro per snidare i partigiani dalle posizioni occupate[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 283

Brano: [...]ario Zaghi, Jeris Verzola, Giannino Buzzola, Gianni Libanori e alcuni altri. A Lendinara, Mimi Sangiorgio, Rino Avanzi, Giovanni Bazzan e Angelo Volpe costituirono una “Lega studentesca antifascista”.

A Rovigo Renato Dall'Ara, a sua volta organizzatore di un gruppo studentesco, distribuì manifestini per esortare la cittadinanza a compiere atti di sabotaggio. Il lancio di questo materiale di propaganda fu fatto anche davanti alla caserma della Guardia Nazionale Repubblicana, nel pieno centro della città. A Stienta, nel maggio 1944, i braccianti compirono una vittoriosa azione di sciopero che si protrasse per 15 giorni.

Al nomi già fatti, altri sono da aggiungere di rodigini distintisi durante la Resistenza nella provincia, con azioni di tipo sia politico che militare: Gino Panagin, Bellino VarIIero, Enrico Magosso, Ugo Malpeli, Ferruccio Gas par etto, Ugo Piantavigna, Luigi Ferro, Mario Ambrosi, Giovanni Fornasiero, Asdrubale Bel li nello, Adelmo Stoppa, Edoardo Nicoli, Silvio Silvestrini, Giordano Munerato, Vittorio Rossini, Alfredo Manfré, Cesare Pa

283



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 286

Brano: [...] in “terra bruciata”. Ciò significava cacciarne a forza e con il terrore gli abitanti, distruggere i centri abitati e dare qualche feroce “esempio” per prevenire ogni tentativo di resistenza attiva o passiva da parte della popolazione. A tale criminale bisogna venivano addetti reparti tedeschi già sperimentati nei paesi dell’Europa orientale (SS e Divisione “Goering”) con l'appoggio di collaborazionisti italiani (SS Italiane, Battaglione “Muti”, Guardia Nazionale Repubblicana).

L’azione

Per meglio predisporre l’azione, i tedeschi cercavano anzitutto di localizzare le formazioni partigiane eventualmente presenti nella zona e, a tale scopo, oltre a raccogliere informazioni dalle autorità fasciste mandavano in avanscoperta nuclei di esploratori per segnare gli itinerari

e gli obiettivi delle stragi. Fu appunto uno di questi nuclei, composto da 3 SS travestite da partigiani che, il pomeriggio del 12.4.1944, viaggiando a bordo di un’auto civile venne intercettato in località Molin di Bucchio (presso Stia) da una squadra della “Faliero Pucci” scesa a rifornirsi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 821

Brano: [...]ribuì a galvanizzare (come racconta Vera Gambacorti Passerini) lo spirito di lotta nelle file della Resistenza monzese.

La Liberazione

Con l'intensificarsi delle azioni di guerra furono via via conquistate importanti posizioni strategiche per controllare le vie d’accesso alla città e ridurre il campo al nemico. All’alba del 25.4.1945 fu così possibile al C.L.N. di Monza debellare le ultime resistenze, costringere alla resa il Comando della Guardia Nazionale Repubblicana e prendere subito possesso della Casa del Fascio e del Distretto Militare.

Il 26 aprile le truppe tedesche che si erano asserragliate nelle officine Strebel deposero le armi, mentre davanti alla caserma « S. Pao

lo » si verificarono scontri a fuoco, nel corso dei quali perse la vita il patriota Carlo Mengoni delle Brigate Garibaldi.

Nella caserma « Pastrengo » venne installato un campo per prigionieri politici fascisti, ma l’unica condanna a morte decretata dal C.L.N. di Monza colpì il fascista Luigi Gatti, responsabile di numerose efferatezze, in particolare della uccisione di Miche[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Guardia Nazionale Repubblicana, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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