Brano: [...]esistenza da parte dei Comandi locali. Ma dove l’armistizio si risolse in una vera catastrofe fu all'estero: in Provenza, Slovenia, Croazia, Dalmazia, Erzegovina, Montenegro, Albania, Grecia, nelle isole dell’Egeo (si vedano le rispettive voci). Anche in questo caso, le responsabilità degli Alti Comandi italiani furono gravissime. Ricordiamo solamente come, in seguito all'ordine impartito da Roma nella notte tra l’8 e il 9 settembre e diretto al Gruppo Armate Est, di « dare preavviso dei movimenti ai Comandi germanici » e di non prendere « l’iniziativa di atti ostili » contro i tedeschi, diversi Comandi italiani ritennero opportuno non solo consegnare le armi ma affidare il “rimpatrio” dei propri reparti ai tedeschi, che poterono così organizzare tranquillamente la deportazione dei soldati italiani. In pochi giorni, quasi tutte le unità italiane furono disarmate. I militari fatti prigionieri furono oltre 500.000 (di cui 24.000 ufficiali). Delle unità dell’Aeronautica (v.), solo 246 velivoli raggiunsero le basi ancora in possesso degli italiani o già l[...]