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Il segmento testuale Giuseppe Miceli è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Entità Multimediali , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 170

Brano: [...]e di Tunisi »; usciva alla domenica e il suo primo gerente fu G. Fortj. Il giornale divenne il centro di un’alleanza antifascista che andava dai comunisti agli anarchici e dai socialisti ai repubblicani che aderivano alla locale sezione della Lega internazionale dei diritti deH’uomo (L.I.D.U.).

Fra i redattori del settimanale si ricordano: Maurizio Valenzi, Loris e Ruggero Gallico, Michele Rossi, i fratelli Bensasson, Giulio e Clelia Barresi, Giuseppe Miceli, Marco Vais, Giuseppe Sicurella, Pietro Bongiovanni. Essi si trovarono dapprima quasi isolati dalla collettività italiana, fatti oggetto a minacce e a ripetute provocazioni.

L’attacco fascista

L’ostilità dei residenti fascisti e l’azione di provocatori provenienti dall’Italia portarono all’aggressione armata contro la sede del giornale, che costò la vita al giovane falegname siciliano Giuseppe Miceli il quale, oltre a essere redattore, era anche amministratore de « L’Italiano ». L’attacco fu scatenato il 20.9.

1937 da una squadra di cadetti della Regia nave scuola « Amerigo Vespucci », in visita nel porto di Tunisi. Il povero Miceli, trovatosi so

lo e disarmato nei locali del giornale (in cui aveva sede anche il circolo antifascista « Giuseppe Garibaldi»), fu assassinato con un colpo di rivoltella al cuore. Nella precipitosa fuga seguita al delitto, tre cadetti si ferirono saltando dalla finestra.

L’odioso crimine fascista sollevò un’ondata di sdegno tra la popolazione tunisina, [...]

[...] merci di navi italiane. Tutta la stampa europea diede notizia del fatto di sangue, e in Francia il governo di Léon Blum levò pubblica protesta per la premeditata provocazione costituita da quella spedizione punitiva fascista in territorio straniero. In un suo discorso, Benito Mussolini lodò la violenza omicida dei

cadetti, ma da quel momento « L’Italiano di Tunisi » ebbe la solidarietà internazionale da ogni parte del mondo: il sacrificio di Giuseppe Miceli assicurò la vita e l’aiuto al giornale da parte dei lavoratori italiani emigrati in Francia, nel Belgio, negli Stati Uniti, e da parte delle organizzazioni popolari arabe ed europee dell’Africa del Nord. Grazie alla crescente influenza del settimanale, Tunisi divenne uno dei centri più attivi dell’antifascismo italiano; vi si sviluppò l’Unione popolare italiana « per l’amicizia italofrancotunisina per la pace » e si estese anche l’azione antifascista clandestina rivolta aH’Italia, in particolare verso la Sicilia e la Sardegna.

La solidarietà dimostrata sin dall’inizio da « L’Italiano di Tu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 177

Brano: [...]a e di coordinamento organizzativo, sia con i partiti della sinistra francese sia con le correnti e i nuclei del nazionalismo democratico arabotunisino.

Tra le pubblicazioni prodotte nel quadro di questa attività, vanno ricordate l'italiano di Tunisi (v.) e il Giornale (v.), mentre quali punti di confronto e di azione politica operavano una sezione della Unione Popolare Italiana e il Circolo popolare Garibaldi, il cui segretario, il comunista Giuseppe Miceli, fu assassinato da una spedizione punitiva fascista il 20.9.1937.

Tra gli antifascisti italiani più attivi in Tunisia nella seconda metà degli anni Trenta vanno ricordati i comunisti Giorgio Amendola, Maurizio Valenzi (v.), Ferruccio e Silvano Bensasson, Loris e Ruggero Gallico (v.), Michele Rossi, Velio Spano (v.) e la moglie Nadia Gallico (v.), Marco Vais.

Seconda guerra mondiale

Le vicissitudini della Francia trascinarono anche la Tunisia nella Seconda guerra mondiale specialmente quando, in seguito allo sbarco degli angloamericani in Marocco e Algeria del novembre 1942 (v. Africa[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Giuseppe Miceli, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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