Brano: [...]i Parigi), in una villetta dove aveva sede il Centro estero della Federazione giovanile comunista italiana. Condannato a morte dal « tribunale di partito », doveva essere immediatamente giustiziato, senonché l’incaricato dell’esecuzione prese male la mira e il condannato rimase soltanto ferito di striscio alla testa. Approfittando dello sconcerto di chi lo credeva morto, il Vecchi riuscì a fuggire.

L’anno precedente vi era stato l’episodio di Giulio Grandi, un ufficiale effettivo della Marina militare e cugino di primo grado del gerarca fascista Dino Grandi, che nella speranza di giovare alla propria carriera aveva chiesto di essere inserito nei servizi segreti fascisti. Gli venne affidato il compito di fare l’agente provocatore tra gli emigrati comunisti a Parigi. Subito scoperto, fu interrogato a lungo e minacciato di esecuzione sommaria. Quando gli inquirenti del partito si resero conto dell’inconsistenza del personaggio, lo liberarono nella speranza che li conducesse a qualche più importante agente provocatore. Ma il Grandi rientrò precipit[...]