Brano: 326 VARIETÀ E DOCUMENTI
DALLA VALLE DI GIOSAFAT: ELIAS CANETTI
Prima ancora di essere uno scrittore Elias Canetti è un vivente compendio della storia d'Europa. Le sue origini e gli itinerari della sua esistenza, se venissero tracciati sulla carta del nostro continente, mostrerebbero un viluppo indistricabile.
Canetti nacque nel 1905 a Rustciúk, un piccolo ma importante emporio fluviale sulla riva bulgara del Danubio, un insediamento commerciale che deve il suo nome attuale ai ragusani, cioè a dei dàlmati di civiltà veneziana, i quali vi si insediarono stabilmente nel corso del Cinque e Seicento, essendo riusciti a trovare un pacifico acc[...]
[...] subito, in Canetti, un'aura postuma. Forse ha a che fare con quest'aura una sibillina annotazione tronca datata 1952: « Gli storici il giorno del giudizio Universale ». Forse Canetti ha voluto dire che gli storici, nel senso convenzionale del termine, capiranno la storia soltanto quando si sarà fermata ed essi la contempleranno per intero, sottratti finalmente al flusso che li frastorna, finalmente immobili, come il loro oggetto, nella valle di Giosafat.
Non c'è dubbio che questa concezione, latente ma palpabile in tutta l'opera di Canetti, è da porre innanzitutto in rapporto con il suo spontaneo radicamento nella saggezza ebraica, del resto continuamente confrontata con quella cinese, sia confuciana che taoista. Ma a tutto ciò non è estraneo neppure l'aver vissuto l'età delle esperienze culturali decisive nella Vienna degli anni Venti e Trenta.
Nessun posto del mondo era piú adatto per guardare al passato come da una valle di Giosafat, ricapitolando i secoli. Per nessun altro paese la conclusione della Grande Guerra era stata tanto simile[...]
[...]one, latente ma palpabile in tutta l'opera di Canetti, è da porre innanzitutto in rapporto con il suo spontaneo radicamento nella saggezza ebraica, del resto continuamente confrontata con quella cinese, sia confuciana che taoista. Ma a tutto ciò non è estraneo neppure l'aver vissuto l'età delle esperienze culturali decisive nella Vienna degli anni Venti e Trenta.
Nessun posto del mondo era piú adatto per guardare al passato come da una valle di Giosafat, ricapitolando i secoli. Per nessun altro paese la conclusione della Grande Guerra era stata tanto simile alla fine del mondo. Da 11, ora che tutto era accaduto, si poteva guardare con equanime saggezza a chi, dalla guerra, era uscito vittorioso ed accresciuto come a chi ne era uscito vinto e punito, considerare con pari distacco il trionfalismo dei vincitori, ignaro della sua precarietà, e il risentimento e l'agitazione di chi già era smanioso di rimonta. Dalla pace di Versailles l'Austria fu molto piú colpita che non la Germania; ma in Austria, si può dire, non vi fu revanscismo; nessuno in[...]