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Il segmento testuale Giorgio Pini è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Entità Multimediali , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 706

Brano: [...]a fissa sulle arti figurative curata da Margherita Sarfatti.

Dal 1930 cominciò in Italia, per la stampa in generale, una fase di modernizzazione. Il «Popolo d’Italia» l’affrontò con pigrizia, la sua formula appariva un prodotto di routine, priva di quella forza che sarebbe occorsa per « galvanizzare le forze vive e operanti della società italiana ». In quegli anni, gli articoli di Benito Mussolini si fecero sempre più rari.

La direzione di Giorgio Pini

Dal 1936, con il nuovo caporedattore Giorgio Pini, il giornale cercò di

rinnovarsi. Mussolini voleva « ravvivare » il suo giornale, stimolando le energie di redattori e giornalisti.

Bisogna allontanare chi si è « seduto », dirà al nuovo caporedattore. (G. Pini, Filo diretto con Palazzo Venezia, Bologna 1950).

In questo periodo la tiratura oscillò sulle 140.000 copie e, dai bilanci, si sa che il 1934 si chiuse con un utile discreto.

Con Pini, il « Popolo d’Italia » ospitò nuovamente articoli di Benito Mussolini: la terza pagina (che fino ad allora aveva avuto una fisionomia mal definibile) venne aggiornata e anche il settore sport[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 839

Brano: Movimento sociale italiano

Movimento sociale italiano

Partito neofascista fondato a Roma il 26.12.1946 per iniziativa di Giorgio Al mirante (v.) e Roberto Mieville (già fondatori nell’immediato dopoguerra dei Fasci d’azione rivoluzionaria o F.A.R.), Arturo Michelini (v.), Pino Romualdi, Giorgio Pini e altri esponenti della repubblica di Salò. Successivamente si affiancarono al M.S.I. alcuni noti personaggi del fascismo, scampati alla giustizia popolare grazie a indebite assoluzioni e a prodighe amnistie, come Rodolfo Graziani, Valerio Borghese, Cesare Maria De Vecchi, Giuseppe Bottai, Julius Evola ecc. (si vedano le rispettive voci).

Prima segreteria Almirante

Giorgio Almirante fu il primo segretario nazionale del M.S.I., la cui presidenza fu affidata a Valerio Borghese. L’AImirante orientò subito il movimento in senso aggressivo, esortando i suoi alla violenza in primo luogo contr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 96

Brano: [...]o, sindacalismo. La prima componente, richiamata dal riaffiorare del particolarismo provinciale e dal ridimensionamento della figura carismatica di Mussolini dopo il 25 luglio, era pronta a ritagliarsi spazi autonomi di potere all'insegna di un “ritorno alle origini”.

Sintomatico il titolo deH’articolo di fondo, con cui Farinacci riaprì a Cremona il suo quotidiano Regime fascista: « Eccomi di ritorno ».

Intellettuali e giornalisti, tra cui Giorgio Pini (v.) e Concetto Pettinato, formavano il gruppo, minoritario per mancanza di referente politico, del fascismo moderato. Sensibile ai richiami patriottici, ai miti della fedeltà e dell'onore, questo gruppo si rese disponibile per operazioni di “pacificazione” nel nome della rinascita nazionale, che vennero però ben presto stroncate dopo la fase di incertezza iniziale.

Fernando Mezzasoma (v.), ministro della Cultura popolare che controllava la stampa, fu tassativo in proposito: « I giornali non devono pubblicare appelli per la pacificazione delle menti e la concordia degli spiriti per la frat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 146

Brano: [...]adoglio il Giovannini, pur senza dare al giornale un contenuto esplicitamente antifascista, gli fece assumere un atteggiamento antitedesco, soprattutto con gli articoli di Taulero Zulberti. Ma dopo 1*8.9.1943, condannato in contumacia a 30 anni di reclusione da un tribunale repubblichino, Giovannini dovette salvarsi con la fuga e il giornale sospese le pubblicazioni per una settimana.

Riapparve in edicola il 16 settembre, diretto dal fascista Giorgio Pini (v.) e preannunciando i propositi di vendetta. Per prima cosa, venne estromesso dalla proprietà

ii Grandi, nel frattempo rifugiatosi in Spagna.

Parzialmente distrutta la sede bolognese da un bombardamento aereo, la tipografia venne trasferita a Lavino di Mezzo, a 10 chilometri dalla città, e il “Carlino” potè continuare ininterrottamente le pubblicazioni, uscendo di pomeriggio, a formato ridotto ma con un supplemento settimanale illustrato [La Settimana). Nei 20 mesi di occupazione tedesca il quotidiano divenne di fatto l’organo dei nazifascisti, anche se la maggior parte dei redattori [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Giorgio Pini, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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