Brano: [...]rono ai militanti più attivi l’occasione di riprendere contatto con i lavoratori dei diversi reparti, eludendo la sorveglianza della polizia e alimentando nelle discussioni la linea di opposizione al fascismo.

Quando, il 24.11.1936, in seguito a una vasta operazione poliziesca, vennero arrestate a Firenze 33 persone sospette di svolgere attività sovversiva, caddero nella rete anche tre operai della Pignone: NeJ

lo Secci, Galliano Mei ani e Gino Manetti (peraltro iscritto al P.N.F, dal 1932). Quest'ultimo dirigeva un gruppo di comunisti esterno alla fabbrica, in contatto con Guerrando Olmi e composto di circa 15 elementi (Manetti e Secci compresi) che periodicamente si riunivano nel parco delle Cascine per discutere gli avvenimenti politici.

Secci, che si era preso l’incarico di formare nella fabbrica una biblioteca circolante per diffondere tra gli operai libri di contenuto sociale, era considerato dai fascisti un « bigio » perché aveva trascorsi ritenuti non onorevoli per un fascista convinto: nel 1925 era stato

schiaffeggiato da un [...]

[...]Egli rivelò che « fra gli operai della fonderia del Pignone serpeggia un certo malcontento per la riduzione delle ore di lavoro, malcontento che darebbe origine a critiche contro il regime ». (CPC, K 1 B, 1936, busta 26).

La polizia si convinse che il Melani cercava di coltivare le « vecchie ideologie » tramite la lettura di libri a contenuto sociale « che è stato accertato che circolino, specialmente tra gli operai della Pignone ».

Mentre Gino Manetti fu condannato a 5 anni di confino, Galliano Melani e Nello Secci vennero soltanto ammoniti.

Il malcontento degli operai della Pignone è testimoniato anche dal fatto che nel 193536 i calderai inscenarono nei locali della mensa una protesta contro i proprietari che volevano togliere dalla paga l’indennità di mensa. Questo clima di latente e palese antifascismo indusse Zenone Benini a introdurre nella fabbrica un più rigoroso controllo, assumendo sorveglianti di sicura fede fascista. Molto ricordato dagli operai sarà un certo Natali, squadrista della « Disperata » che, fra l’altro, aveva part[...]

Brano: [...] ebbe luogo nel dicembre 1943 e fu l’esecuzione sommaria, senza processo, di 5 ostaggi prelevati dalla banda Carità (v.) presso le locali carceri, per rappresaglia in seguito aH'uccisione del tenente colonnello fascista Gino Gobbi da parte dei gappisti. Tra i responsabili delCeccidio è da annoverare anche il generale Adami Rossi (v.), comandante della difesa territoriale di Firenze. I cinque patrioti fucilati erano Armando Gualtieri, Luigi Pugi, Gino Manetti, Oreste Ristori, Orlando StoraL

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Brano: [...]e per un mese e poi rilasciati. Il 18.10.1938 caddero nella rete poliziesca Guglielmo Gabrielli, Dante Fedi e Alberto Sacchi.

Alla Pignone, nel maggio 1926 fu arrestato Altiero Bonini, segretario della cellula comunista della fabbrica. Nel 1934 un altro operaio, Autilio Ceccarelli, fu arrestato e condannato dal Tribunale speciale a 4 anni di carcere. Nel 1936, in seguito a una retata della polizia, vennero arrestati altri operai [Nello Secci, Gino Manetti, Galliano Metani). Infine, nel dicembre 1940, vennero presi di mira 15 operai della Cipriani e Baccani.

Negli stessi anni la parrocchia, guidata dall’antifascista don Facibene, divenne un importante punto di riferimento per la popolazione di Rifredi: « La Confraternita delia Misericordia — che aveva stretti rapporti con la Pieve e con l’Opera della Madonnina del Grappa — era tra l’altro diventata, durante il fascismo, un punto di riferimento per tanta gente: anche vecchi socialisti vi avevano eletto la loro sede. Non voglio dire che fosse un porto franco, ma certamente era riuscita a tener[...]