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Il segmento testuale Gianni Citterio è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 15Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 820

Brano: [...]accorsero a combattere nelle Brigate Internazionali i brianzoli Spada, Pirotta, Farina, Vismara e Frigerio. Nel 1939, quando a molti apparve chiara la rovinosa politica del fascismo, numerosi operai delle fabbriche della zona entrarono nelle file del P.C.I.: Mentasti, Nanni e Amaglio della Singer, i fratelli Ratti della C.G.S., Melloni della Gilera e G and ini della Pirelli.

In casa di Amedeo Ferrari si incontravano intanto più frequentemente Gianni Citterio (v.), l’avvocato Fortunato Scali, i socialisti Carlo Casanova e Antonio Gambacorti Passerini, Enrico Mauri ed Emilio Ghisolfi. Nell’abitazione di quest’ultimo si teneva « scuola di partito », mentre presso la Musicografica, una piccola azienda appartenente al padre di Citterio, era stato stabilito il recapito della redazione monzese de l’Unità e del Soccorso Rosso. La casa di Citterio in Piazza Boschetti Reali divenne una base per il Centro interno del P.C.I.. Vi si ritrovarono, tra gli altri, Celeste Negarville e Giuseppe Do zza.

Il movimento antifascista giovanile monzese acquistò vigore[...]

[...]one antifascista, movimento unitario di opposizione al regime, dal quale sarebbe poi scaturito il C.L.N. locale. Ne fecero parte Gian Battista Stucchi, Amedeo Ferrari, Fortunato Scali, Rodolfo Crippa, Carlo Casanova, Enrico Faré e Antonio Gambacorti Passerini. A quest'ultimo fu tra l’altro affidato il compito di produrre a ciclostile un foglio clandestino dal titolo: Pace e Libertà. Questo bollettino, grazie soprattutto all’opera instancabile di Gianni Citterio, forniva notizie sull’evolversi della situazione politica italiana favorendo così il reclutamento di nuovi militanti.

Il 26.7.1943, all’annuncio della caduta di Mussolini, un grande corteo si riversò per le vie della città manifestando la propria esultanza per la fine del regime.

All’indomani dell’8.9.1943 Gianni Citterio parlò dal balcone del palazzo municipale per incitare i monzesi a prendere le armi contro i nazifascisti. Una squadra di giovani capeggiata dallo stesso Citterio si recò al Distretto Militare, caricò su un camioncino le armi ivi ricuperate e si trasferì a Valmadrera (Como), dando vita alla prima banda partigiana monzese. In seguito i giovani partigiani monzesi combatterono in formazioni del Lecchese (a Capanna Stoppani e a Pizzo d’Erna), nel Varesotto (a San Martino) e nel Verbano, come Carlo Beretta (Tom) che fu tra i fucilati di Fondotoce (v.).

In breve tempo si costituì il C.L.N. locale[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 659

Brano: [...]esa alcuni partigiani nell’abitato e li avevano immediatamente fucilati. Con le sentinelle poco vigili o assenti, quando fu dato l’allarme il nemico era ormai alle porte. A quel punto Beltrami avrebbe ancora potuto tentare di sfuggire all’attacco, ma l’impulso battagliero del suo temperamento lo indusse a scegliere la via della lotta a oltranza.

A fianco di Beltrami si trovavano

— tra gli altri — il tenente Bettini, il commissario politico Gianni Citterio, Antonio Di Dio, il giovanissimo Gaspare Pajetta, Aldo Carletti, Vermicelli. Tutti si raccolsero attorno al « capitano », attenti ai suoi ordini.

Al tenente Bettini venne affidato

il compito di proteggere con un fucile mitragliatore il fianco destro dell’area di combattimento. A sinistra si piazzò un altro gruppo, comandato da Citterio. Al centro, dove sorgevano grossi alberi, si appostò Beltrami, attorniato da Antonio Di Dio, Gaspare Pajetta, Aldo Carletti e qualche altro.

Lo scontro fu durissimo e i partigiani non poterono resistere alla schiacciante superiorità del nemico.

Il r[...]

[...]emo in Valsesia con i garibaldini. Partiamo. Siamo in 36. Abbiamo quattro fucili mitragliatori con pochi colpi ».

Dopo lo scontro, oltre ai 36 superstiti di Megolo, della formazione « Beltrami » rimanevano un gruppo di circa 20 uomini al comando del tenente Rutto e di base sul Monte Massone, e un altro comandato da Albino Calletti (v.). Entrambe le formazioni erano scese in pianura per ricevere un lancio.

A Megolo caddero Filippo Beltrami, Gianni Citterio, Antonio Di Dio, Car

lo Antibo, Bassano Bassetto, Aldo Carletti, Angelo Clavena, Bortolo Creola, Emilio Gorla, Paolo Marino, Gaspare Pajetta, Elio Toninelli. Alla memoria di Beltrami, di Citterio e di Antonio Di Dio è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare.

Bibliografia: P. SecchiaC. Moscatelli, Il Monte Rosa è sceso a Milano, Torino 1958; A. Marchetti, Ribelle, Milano 1947; A. Azari, l’Ossola nella Resistenza italiana, Domodossola 1954.

Meina, Strage di

Comune novarese di 2.500 abitanti e stazione climatica sul Lago Maggiore, durante la Guerra di liberazione Meina fu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 276

Brano: [...]rmene? ». Pur essendo lucidamente persuaso deM’imminente grave pericolo, gli ripugnava l’idea di dover « scappare ».

All’alba del 13.2.1944 la sede delComando a Megolo (v.) venne improvvisamente attaccata da soverchienti forze fasciste e tedesche,

guidate da quello stesso Simon col quale aveva avuto luogo il colloquio. Nel corso del combattimento seguitone, Beltrami cadde. Insieme a lui caddero, a uno a uno, i suoi dodici compagni, tra cui Gianni Citterio, Antonio Di Dio e Gaspare Paletta che, a fianco del comandante, spararono fino alla fine.

Giuliana Gadola Beltrami, anch’essa coraggiosa patriota, ha lasciato, in un libro scritto con semplicità e amore, il racconto fedele delle traversie superate e delle lotte condotte accanto al marito nei primi giorni della Guerra di liberazione. Su La Stampa del 29.12.1943 il giornalista repubblichino Concetto Pettinato, in un articolo intitolato « I cavalieri della macchia » (che suscitò viva impressione nell’Italia occupata essendo la prima, importante ammissione pubblica dell'impotenza dei fascisti [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 707

Brano: [...]scismo.

Nel 1939 venne richiamato alle armi come capitano degli alpini. Assegnato al Corpo di spedizione italiano in Russia, durante la ritirata del Don visse di persona il disastro di una guerra insensata e non preparata.

Rientrato fortunosamente in patria nel marzo 1943, molti anni dopo scriverà su quella tragica esperienza: « Ora sarebbe venuta la nostra volta, non certo per piangere sulle rovine d’Italia ».

A Milano incontrò l'amico Gianni Citterio (v.) che, a nome di Luigi Longo, gli chiese una relazione sui rapporti tra soldati italiani e popolazione civile nell’U.R.S.S.. L'8.9.1943 si trovava ancora mobilitato a Fortezza (Bolzano) e sfuggì alla cattura tedesca; con una lunga marcia attraverso le montagne si portò a Santa Caterina Valfurva (Sondrio), guidando in salvo molte decine dei suoi uomini.

Rientrato a Milano, venne invitato a far parte del Comitato militare del C.L.N. in rappresentanza dello P.S.I. U.P. ed ebbe l'incarico di tenere i contatti con le formazioni dell’Ossola, del Varesotto, della zona centrale della Brianza e,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 568

Brano: [...]ossibile calcolare le perdite della formazione e quelle del nemico. Una ventina di tedeschi sarebbero caduti in località Costa, colpendosi reciprocamente nella foschia. Due partigiani, membri della Legione straniera, saranno seppelliti nel cimitero di Acquate. Così si concluse la battaglia d’Erna.

Nella « Pisacane » militarono, fra gli altri: Abele Saba; Mario De Micheli (v.), che ne scriverà in un suo libro (Uomini sui monti, Roma,

1953); Gianni Citterio (v.) e, per brevissimo tempo, Guido Bruegger che, dall’organizzazione politica di città, era stato destinato al comando di una formazione dipendente. I rapporti con il C.L.N. erano tenuti da Giulio Alonzi, tramite il quale giunsero alla « Pisacane » le prime

50.000 lire (vennero usate per « acquistare alcune mucche »},

Bibliografia: Franco Alasia, Gaetano Invernizzi dirigente operaio, Milano, 1976.

Piani quinquennali

In russo: Piatilietka. Piani statali di 5 anni, impostati per regolare la produzione dell’U.R.S.S., costituirono un elemento caratteristico dello sviluppo deH’economi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 233

Brano: [...]e e partigiani. Il 30 novembre, in un’azione combinata, il gruppo di Beltrami e i garibaldini di Cino Moscatelli attuarono l’occupazione dimostrativa di Omegna.

Verso il 20 dicembre, dalla fusione dei gruppi « Quarna » e « Massiola », sorse la / Brigata Patrioti Valstrona, il cui Comando, sotto l’incalzare del rastrellamento nazifasci

sta, venne poi trasferito a Campello Monti. A questo punto entrarono nella formazione il comunista monzese Gianni Citterio (v.) nonché i fratelli Alberto [Capitano mascherato) e Aldo (Flores) Li Gobbi (v.).

Nel gennaio 1944 i migliori elementi del gruppo Beltrami, tra cui Antonio Di Dio, Bruno Rutto, i fratelli Li Gobbi, Calletti e il tenente Bettini, furono inviati in Valsesia in aiuto alle formazioni di Moscatelli. Le difficoltà del primo inverno partigiano portarono tra le file dei patrioti gravi defezioni e la politica di trattare coi fascisti condotta da Beltrami, con la mediazione del vescovo Giacomo L. Ossola (v.) andò incrinando il fronte partigiano. L’ingenua fiducia manifestata in queste trattative s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 821

Brano: [...]sabile di numerose efferatezze, in particolare della uccisione di Michelini, Ratti e Criscitiello.

Alla mezzanotte del 29 aprile entrarono a Monza le prime truppe alleate. L’indomani, esattamente al

lo scadere deH’ultimatum posto dalle forze partigiane, il generale Tensfeld firmò la resa.

Monza diede un alto contributo alla Guerra di liberazione, espresso dai suoi 83 caduti. Oltre a quelli già citati, si ricordano qui: la Medaglia d’oro Gianni Citterio, ucciso a Megolo (v.) il 13.2.1944; Amedeo Ferrari, morto a Pian Vadà in vai Grande il 14.6.1944; il marchese Ferdinando Tacoli, delle Divisioni « OsoppoFriuli », caduto ad Adegliacco (Udine) il 6.7.1944 mentre proteggeva il ripiegamento degli uomini della sua squadra, decorato di medaglia d’argento alla memoria. E ancora: i 5 martiri di Fossoli (v.) Enrico Arosio, Ernesto Messa, Carlo Prina, Davide Guarenti e Antonio Gambacorti Passerini; la diciannovenne Enrica Sala, trucidata a Sovico il 17.2.1945; e infine i deportati nei campi di sterminio mai più tornati in patria come Flaminio Buzzi, C[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 664

Brano: [...]emo in Valsesia con i garibaldini. Partiamo. Siamo in 36. Abbiamo quattro fucili mitragliatori con pochi colpi ».

Dopo lo scontro, oltre ai 36 superstiti di Megolo, della formazione « Beltrami » rimanevano un gruppo di circa 20 uomini al comando del tenente Rutto e di base sul Monte Massone, e un altro comandato da Albino Calletti (v.). Entrambe le formazioni erano scese in pianura per ricevere un lancio.

A Megolo caddero Filippo Beltrami, Gianni Citterio, Antonio Di Dio, Carlo Antibo, Bassano Bassetto, Aldo Carletti, Angelo CI avena, Bortolo Creola, Emilio Gorla, Paolo Marino, Gaspare Pajetta, Elio Toninelli. Alla memoria di Beltrami, di Citterio e di Antonio Di Dio è stata conferita la medaglia doro al valor militare.

Bibliografia: P. SecchiaC. Moscatelli, Il

Monte Rosa è sceso a Milano, Torino 1958; A. Marchetti, Ribelle, Milano 1947; A. Azari, l’Ossola nella Resistenza italiana, Domodossola 1954.

Meina, Strage di

Comune novarese di 2.500 abitanti e stazione climatica sul Lago Maggiore, durante la Guerra di liberazione Meina fu [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 663

Brano: [...]rpresa alcuni partigiani nell’abitato e li avevano immediatamente fucilati. Con le sentinelle poco vigili o assenti, quando fu dato l’allarme il nemico era ormai alle porte. A quel punto Beltrami avrebbe ancora potuto tentare di sfuggire all’attacco, ma l’impulso battagliero del suo temperamento lo indusse a scegliere la via della lotta a oltranza.

A fianco di Beltrami si trovavano — tra gli altri — il tenente Bettini, il commissario politico Gianni Citterio, Antonio Di Dio, il giovanissimo Gaspare Pajetta, Aldo Carletti, Vermicelli. Tutti si raccolsero attorno al « capitano », attenti ai suoi ordini.

Al tenente Bettini venne affidato il compito di proteggere con un fucile mitragliatore il fianco destro dell’area di combattimento. A sinistra si piazzò un altro gruppo, comandato da Citterio. Al centro, dove sorgevano grossi alberi, si appostò Beltrami, attorniato da Antonio Di Dio, Gaspare Pajetta, Aldo Carletti e qualche altro.

Lo scontro fu durissimo e i partigiani non poterono resistere alla schiacciante superiorità del nemico.

Il racc[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Gianni Citterio, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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