Brano: Galletto rosso, Il
dicità mensile e tiratura media di
1.000 copie per numero. Portava, nella testata, il disegno di un gal
lo rosso.
Come altre pubblicazioni analoghe (v. Fanciullo Proletario), più che porsi uno specifico programma il foglio voleva con la sua stessa presenza sfidare le leggi eccezionali fasciste, darvi una risposta spavalda e pungente.
Si legge nell’articolo di fondo del primo numero: « Chi siamo? Occorre dirlo? Solo i comunisti hanno il coraggio di pubblicare oggi in Italia dei giornali clandestini. Questa nuova pubblicazione è anch’essa opera dei giovani comunisti. Abbiamo [...]
[...]el proletariato. E che sentiamo questa responsabilità lo dimostra il fatto che siamo rimasti al nostro posto [...]. E pur lottando e lavorando tenacemente, come prima, noi siamo così tranquilli, così strafottenti di trovare anche il tempo per ridere, alle spalle e in faccia al nemico ».
In alcuni processi celebrati dal Tribunale speciale nel 1928, gli imputati furono accusati di aver diffuso stampa clandestina antifascista e, tra questa, « Il Galletto rosso ».
Sul « Corriere della Sera » del 30.3.1928 si legge: «[...] Nel maggio dello scorso anno, la questura di Roma informava i diversi commissariati di P.S. che tra gli operai della capitale venivano distribuite numerose copie di un giornaletto clandestino dal titolo ” Il Galletto. Rosso ”, contenenti scritti offensivi per la persona del Capo del Governo, e ordinava delle indagini per la scoperta dei colpevoli di tale pubblicazione.
Il 30.3.1928 il Tribunale speciale condannò Giovanni Fedeli a 2 anni, Gino Galluzzi, Angelo Caselli ed Ennio Torbidoni a 1 anno ciascuno di reclusione per aver[...]
[...]della capitale venivano distribuite numerose copie di un giornaletto clandestino dal titolo ” Il Galletto. Rosso ”, contenenti scritti offensivi per la persona del Capo del Governo, e ordinava delle indagini per la scoperta dei colpevoli di tale pubblicazione.
Il 30.3.1928 il Tribunale speciale condannò Giovanni Fedeli a 2 anni, Gino Galluzzi, Angelo Caselli ed Ennio Torbidoni a 1 anno ciascuno di reclusione per avere diffuso il numero de "Il Galletto Rosso ” realizzato per celebrare il Primo Maggio ».
La notizia di questa pubblicazione giunse probabilmente anche ad Antonio Gramsci, in carcere, e forse in forma non del tutto favorevole, a giudicare da una nota trovata nei suoi « quaderni »: « Il galletto rosso. Dal francese le coq rouge, termine che dev'essere d’origine contadina e indica l’incendio appiccato per ragioni politiche nelle lotte di fazione e nelle jacqueries. Si potrebbe ricordare la cosiddetta tattica del fiammifero predicata da Michelino Bianchi e Umberto Pasella nelle campagne emiliane durante il predominio sindacalista verso il 190S » [Passato e presente, p. 151). In realtà il titolo era stato ispirato dal ritornello di una canzone popolare milanese, in voga tra i giovani nel secolo scorso e cantata in coro durante le gite domenicali.
Galli, Luigi Michele
N. a Gallarate (Var[...]