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Il segmento testuale Fronte Popolare è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 60Entità Multimediali , di cui in selezione 29 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 23

Brano: [...] in Marocco. Nel 1927, per lunghi mesi, sviluppò la più larga agitazione per tentare di salvare dalla morte gli anarchici Sacco e Vanzetti. Ininterrottamente lottò per l’unità d’azione dei lavoratori, tanto sul piano sindacale che su quello politico: di fronte ai moti fascisti del 6.2. 1934 l’« Humanité » non esitò a chiamare i lavoratori parigini alle lotte di strada e a uno sciopero generale (12 febbraio) che ebbe profonde ripercussioni.

Il Fronte Popolare

Dal 1934 al 1936 il giornale condusse una diuturna ed energica campagna per la realizzazione del Fronte Popolare (v.) « Per il pane, per la libertà e per la pace »; contribuì al successo elettorale del Fronte nel maggio 1936 e sostenne i possenti scioperi che scossero in quei mesi la Francia.

Allorché i fascisti italiani si scagliarono contro l’Etiopia denunciò la guerra di aggressione, così come aveva condotto un’intensa campagna contro Hitler e gli obiettivi da questi chiaramente enunciati nel libro Mein Kampf, e accusò le « 200 famiglie » del capitale finanziario francese di essere, con la loro provocatoria parola d’ordine « Piuttosto Hitler che il Fronte Popolare », la quinta colonna del fascismo[...]

[...]maggio 1936 e sostenne i possenti scioperi che scossero in quei mesi la Francia.

Allorché i fascisti italiani si scagliarono contro l’Etiopia denunciò la guerra di aggressione, così come aveva condotto un’intensa campagna contro Hitler e gli obiettivi da questi chiaramente enunciati nel libro Mein Kampf, e accusò le « 200 famiglie » del capitale finanziario francese di essere, con la loro provocatoria parola d’ordine « Piuttosto Hitler che il Fronte Popolare », la quinta colonna del fascismo hitleriano. Nel luglio 1936, quando il generale Franco insorse contro la

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 184

Brano: [...]ie Curie, moglie di Frédéric (v.), studiò alla Facoltà di Scienze di Parigi, fu infermiera radiologa durante la Grande guerra e nel 1925 si laureò in Scienze, intraprese importanti ricerche sulla struttura dell’atomo, dimostrando l’esistenza del neutrone e scoprendo la radioattività artificiale. Nel 1935 si guadagnò insieme al marito il Premio Nobel per la chimica.

Designata dal 1932 direttrice delle Ricerche, nel 1936, durante il governo del Fronte Popolare, fu nominata sottosegretario alla Ricerca scientifica. Nel 1937 divenne docente alla Facoltà di Scienze dell’Università di Parigi.

Durante la Guerra di liberazione cooperò alla Resistenza e nel 1946 fu nominata direttrice dell’istituto del radio. In seguito tenne per 6 anni il Commissariato dell’Energia atomica, partecipando alla costruzione della prima pila atomica francese. Fu destituita dall’incarico nel 1951 per motivi politici, come già era avvenuto per suo marito.

Diede un particolare contributo alla creazione del grande Centro di ; fisica nucleare di Orsay, fornito di un sincroci[...]

[...]3), Bruxelles (1914) e Leeds (1916). In quegli anni fu tra i maggiori propagandisti del sindacalismo rivoluzionario e direttore del periodico « La Bataille syndicaliste » (19111921).

Nel 1917 fu ministro nel governo Clemenceau. Nel 1919, alla conferenza della pace di Versailles, fu nominato consigliere tecnico per lo studio della legislazione internazionale del lavoro.

Nel 1936 Léon Blum gli offrì un portafoglio ministeriale nel governo di Fronte Popolare (v.). Successivamente diventò consigliere generale della Banca di Francia.

Nella Resistenza

Nel 1940, dissoltasi la C.G.T., Jouhaux fu tra coloro che nella Francia occupata iniziarono la Resistenza. Nel 1941 il governo collaborazionista di Vichy lo fece arrestare a Marsiglia e lo relegò a domicilio coatto a Cahors, da dove riuscì a fuggire. Arrestato dai tedeschi nel

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 299

Brano: [...]nte dal popolo la forma istituzionale dello Stato, rimaneva da decidere la sua configurazione al livello locale o intermedio. Dopo la Costituente, nel clima di scissione determinato dall'allontanamento delle sinistre dal governo ma consolidatasi l'unità dei socialisti e dei comunisti nelle amministrazioni delle principali città del CentroNord e in circa un terzo dei comuni rurali, verso la fine del 1947, mentre si procedeva alla costituzione del Fronte Popolare, sorse a Milano la nuova Lega dei Comuni democratici che incluse nei suoi organi direttivi esponenti di gruppi minoritari cattolici e repubblicani.

La rinnovata associazione (divenuta Lega dei Comuni democratici, delle Regioni, delle Provincie e degli Enti minori) opera tuttora come centro coordinatore delle istanze e dell’operosità autonomistica delle forze del movimento operaio di classe, ispirandosi a un programma che ha la sua radice nella Resistenza antifascista.

Al V Congresso di Bologna (aprile 1968) l’organizzazione, mantenendo e ribadendo il suo programma di attuazione integral[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 185

Brano: [...]ì più convulsamente facendo largo uso del Tribunale Speciale. Accadde che gran parte della popolazione istriana e carsica si vide costretta a emigrare all’estero, in Jugoslavia, in Francia e in Belgio, anche per meglio opporsi al fascismo.

Ad esempio, dalla sentenza del T.S. n. 92 del 27.9.1938 si ricava che nel 1937 proseguiva in tutta la Venezia Giulia l’attività comunista; a Pola si stampava II Lavoratore e La Voce del Popolo, a Trieste II Fronte Popolare. Manifestini venivano diffusi specialmente nelle miniere dell’Arsa e nel rione triestino di S. Giacomo, « covo del vecchio sovversivismo della città ». Per cui vennero condannati per « costituzione del P.C.I., appartenenza allo stesso e propaganda » : Balbi Ermenegildo da Pola, falegname (a 6 anni); Balbi Teodoro da Pola, garzone (8); Budicin Giuseppe da Rovigno, barbiere (12); Carli Felice, bracciante (6); Cecchini Bruno da Trieste, cameriere (3); Chermaz Giuseppe da Capodistria, falegname (4); De Simone Nicola da Napoli, insegnante (20); Lorenzon Marcello da Trieste, muratore (3); Paklich G[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 142

Brano: Italia

operaia, destinata a pagare con milioni di disoccupati la stabilizzazione della lira (fino al 1947 c’era stato il blocco dei licenziamenti). Il tentativo di instaurare in Italia un regime di destra ebbe il suo momento più favorevole nelle elezioni del 18.4.1948, quando la D.C. raccolse 12.708.263 voti, contro gli 8.137.468 del Fronte Popolare costituito dai comunisti, dai socialisti e da indipendenti di sinistra. Ma il

14 luglio di quello stesso anno la reazione proletaria ad un attentato a Paimiro Togliatti (v.) mostrò che vi era un limite oltre il quale le forze di destra non potevano azzardarsi senza correre grossi pericoli.

Dal 1948 al 1953, la situazione economica attraversò un periodo di stagnazione; parallelamente — sotto i numerosi governi di Alcide De Gasperi (y.) — si sviluppò il disegno di portare l’Italia ad un regime parlamentare di netta impronta conservatrice, in cui le opposizioni venissero confinate in un ru[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 8

Brano: [...] Union Nationale (192628), presieduto da Poincaré, gli fu affidata la Pubblica Istruzione. Come ministro lottò per la gratuità de3l’insegnamento secondario.

Le elezioni del 1932 riportarono Herriot alla presidenza del Consiglio, ma per pochi mesi (giugnodicembre). Egli sarà ancora ministro nei governi Doumergue (febbraio 1934), Flandin (novembre 1934), Brusson e Lavai (giugno 1935gennaio 1936). Nel 1936 portò il Partito radicale ad aderire al Fronte Popolare (v.). Fu allora eletto presidente della Camera, carica che mantenne fino al giugno 1940.

Nella Resistenza

Come presidente della Camera, nel giugno 1940 fu sostenitore della resistenza al nazismo. Dopo il colpo di stato collaborazionista del 10 luglio, fu condannato dal governo di Vichy al confino a Maréville (1942). Da qui venne liberato il 13.8.1944 da Lavai, che con questo gesto mirava a precostituirsi qualche benemerenza in vista del crollo fascista. Ma 4 giorni dopo Herriot fu arrestato dai nazisti e deportato in Germania, dove rimase fino al termine del conflitto.

Rieletto sinda[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 447

Brano: Fronte popolare

Manifestazione del Fronte popolare. Parla Léon Blum (Parigi, 1935)

Conferenza nazionale del P.C.F. a Ivry (23.6.1934) pose all’ordine del giorno una sola questione: « L’organizzazione del Fronte unico e della lotta antifascista ». Il 27.7.1934, comunisti e socialisti firmarono un patto di unità d'azione per la lotta contro il fascismo.

Il 13.11.1934 Maurice Thorez, segretario generale del P.C.F., affermò alla Camera dei deputati: « Per agire occorre stringere sempre più fraternamente i legami d'unità d’azione. Per agire occorre riunirsi nei rioni operai e nei villaggi attorno ai Comitati democraticamente eletti dalle ass[...]

[...]o di unità d'azione per la lotta contro il fascismo.

Il 13.11.1934 Maurice Thorez, segretario generale del P.C.F., affermò alla Camera dei deputati: « Per agire occorre stringere sempre più fraternamente i legami d'unità d’azione. Per agire occorre riunirsi nei rioni operai e nei villaggi attorno ai Comitati democraticamente eletti dalle assemblee popolari. Per agire efficacemente e vittoriosamente è necessario sviluppare l’organizzazione del Fronte Popolare del lavoro, della libertà e della pace ».

I comunisti elaborarono una piattaforma del Fronte popolare e nell’ottobre 1934 la proposero al Partito socialista. Questo presentò una controproposta, ma lo sviluppo stesso del movimento di massa travolse i punti di dissenso. La prima affermazione pubblica del Fronte popolare ebbe luogo a Parigi il 18.1.

1935, in occasione di un grande comizio alla sala Bullier. Vi erano presenti: il Partito comunista, il Partito socialista, la Federazione della Senna del Partito radicalsocialista, il Partito radicale intitolato a « Camillo Pelletan », la L.I.D.U., il Comitato di vigilanza degli intellettuali antifascisti, la C.G.T.U..

Un mese dopo (10 febbraio), rispondendo all’appello dei comunisti e dei socialisti, 100.000 manifestanti sfilarono in piazza della Repubblica per onorare i caduti della dimostrazione dellanno precedente.

II 17 giugno venne eletto un comi
[...]

[...]à, il programma del Rassemblement populaire fu messo a punto e pubbli

cato il 10.1.1936, come piattaforma unitaria in vista delle elezioni politiche indette per il mese di maggio. Il 13 febbraio, una brutale aggressione fascista di cui fu vittima il socialista Léon Blum (v.) rafforzò ulteriormente l’unità popolare, mentre la destra si scatenava e la campagna elettorale si arroventava di giorno in giorno. Reazionari e fascisti gridavano che il Fronte popolare era un inganno e avrebbe condotto la Francia alla rovina, ma il Fronte vinse le elezioni nel secondo turno del 2.5.1936 e venne a disporre di 378 eletti alla Camera (72 comunisti, 147 socialisti S.F.I.O., 106 radicali, 53 deputati di diverse tendenze), contro 220 conservatori e reazionari.

Il governo del Fronte popolare

Il 4.6.1936 Léon Blum fu chiamato a costituire il nuovo governo. Questo risultò composto da' 11 ministri socialisti (S.F.I.O.), da 8 radicalsocialisti e da 1 della sinistra democratica. I comunisti non vi parteciparono.

Maurice Thorez aveva preannunciato questa astensione nel suo rapporto al Congresso del partito di Villeurbanne (22 25.1.1936), affermando: « A coloro che trovano che la tattica del Fronte popolare dovrebbe condurci a una volgare politica di collaborazione ministeriale, rispondiamo molto chiaramente: noi non siamo un partito della borghesia. Noi siamo il partito della classe operaia. Noi non abbiamo mai promesso una partecipazione qualsiasi ai governi borghesi [...]. Tuttavia, fino a quando la situazione non permetterà la costituzione d'un governo di Fronte popolare quale noi lo concepiamo, noi siamo a sostenere con i nostri voti il governo che risponda agli interessi e alla volontà del popolo di Francia ».

Alla vigilia della costituzione del governo,

10 stesso Thorez attenuò molto i motivi della non partecipazione comunista e quasi

11 capovolse: la prima motivazione « Noi siamo un partito della classe operaia e non della borghesia >*, divenne « Non partecipiamo per non spaventare i nemici del popolo». Nella sua risposta al Consiglio nazionale del Partito socialista, il 14.5.1936 Thorez affermò: « Noi siamo guidati da un'unica preoccupazione: as[...]

[...]one: assicurare a ogni costo la riuscita dell'iniziativa di rinnovamento economico e sociale, salvaguardare la libertà e la pace volute dal popolo di Francia. Noi siamo convinti che i comunisti serviranno meglio la causa del popolo sostenendo lealmente, senza riserve e senza eclissi, il governo a direzione socialista, anziché offrire con la loro presenza nel gabinetto, il pretesto alle campagne di panico e di paura dei nemici del popolo ».

Il Fronte popolare durò 2 anni e mezzo, attraversando varie fasi, da quella dei primi successi e delle realizzazioni in favore delle classi lavoratrici a quella dellattesismo,

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 217

Brano: [...]mpolesi, dall’estero o espatriando clandestinamente, accorsero nelle Brigate

Internazionali in aiuto dei repubblicani. Alcuni di essi, come Vasco Matteoli e Orazio Marchi, furono gravemente feriti; altri, come Giuseppe Chiarugi e Arturo Lelli (quest’ultimo di Castelfiorentino), caddero combattendo.

In quello stesso periodo i comunisti empolesi ricercarono e stabilirono i contatti con elementi di altri partiti, allo scopo di costituire un « Fronte Popolare », ma la cosa fu resa impossibile da una nuova ondata di arresti. Nel maggiogiugno 1937 finirono in carcere circa 400 comunisti empolesi, 64 dei quali furono poi condannati dal Tribunale speciale in 4 distinti processi. Nel luglio 1938 seguirono ancora centinaia di arresti in tutta la zona e nel 1939 altri 73 antifascisti furono processati.

Nel 1942 fu deferito al Tribunale speciale il comunista Rigoletto Martini, membro del Comitato centrale del partito e centocinquantaseiesimo empolese processato. Con i 24 anni di reclusione a lui erogati, le condanne fasciste contro il movimento operaio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 362

Brano: [...]prendeva un battaglione francobelga («André Marty ») uno tedescoslavo (« Thaelmann ») e infine il Battaglione « Garibaldi », formato da circa 600 italiani, la maggior parte dei quali provenienti dall’emigrazione in Francia e nel Belgio; ne giunsero però anche da altre parti del mondo, fin dalle Americhe e, nonostante le difficoltà di espatrio, molti clandestinaìnente dall’Italia. I « volontari della libertà » italiani e

rano espressione del « Fronte Popolare », cioè di un’unità di forze politiche che comprendeva comunisti, socialisti, repubblicani, millanti di « Giustizia e Libertà » e senza partito; la maggioranza dei volontari era comunista, nfìa ciò non alterava il carattere unitario della formazione militare, che ebbe come primo comandante effettivo il repubblicano Randolfo Pacciardi, ex capitano dell’esercito italiano, e commissari politici il socialista Azzi e il comunista Antonio Roasio. Dopo una rapida e sommaria preparazione, che non consentì neppure di strutturare l’unità con tutti i suoi servizi e che costrinse il Comando a completarne[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 303

Brano: [...]allontanarsi dalle sue basi; adotteranno il metodo della terra bruciata, distruggeranno I ponti, interromperanno le strade, arresteranno i corrieri nemici, si

N. a Imola (Bologna) il 7.8.1909, fucilato a Bologna il 27.1.1944; professore di violoncello, iscrittosi nel 1929 al Partito comunista, si diede a svolgere attività antifascista tra i giovani. Per sfuggire a rappresaglie, nel 1935 emigrò in Francia, prodigandosi nelle organizzazioni del Fronte Popolare e nel Soccorso rosso internazionale. Nell’ottobre 1936 accorse volontario in Spagna a combattere nelle file della Brigata « Garibaldi », e fu gravemente ferito nella battaglia di Pozuelo. Rientrato in Francia, nel 1938 fu arrestato e, dopo l'occupazione tedesca, consegnato dal governo francese alla polizia italiana. Condannato a 5 anni di confino e deportato a Ventotene, riacquistò la libertà nell’agosto

1943.

Dopo I'8.9.1943 fu tra i primi organizzatori della Resistenza nel Bolognese, comandante della 7a Brigata G.A.P.. Catturato dalle Briga^ te nere il 9.1.1944 a Bologna, venne sommar[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Fronte Popolare, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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