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Il segmento testuale Forte Bravetta è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 10Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 353

Brano: [...]e pietoso incarico, non scevro da gravi rischi, esumavano clandestinamente le salme degli uccisi e ne compilavano un verbale dei connotati e degli indumenti indossati. Poiché ai fucilati venivano tolti dai loro carnefici tutti i documenti di identità, il verbale così raccolto o qualche brandello di stoffa tratto dagli indumenti erano spesso gli unici mezzi che potessero consentire ai familiari l’identificazione delle vittime.

Le esecuzioni al Forte Bravetta erano affidate a plotoni della Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.) e avvenivano quasi sempre alle prime luci dell’alba, onde poter trasferire i cadaveri al Verano prima che gli ingressi al cimitero fossero aperti al pubblico. Non si può escludere che alcuni di coloro che risultano elencati tra i fucilati del Forte Bravetta siano deceduti, in realtà, sotto le torture in via Tasso (v.), alla pensione Jaccarino (v.) o in altre sedi delle milizie fasciste e tedesche.

Un audacissimo colpo di mano fu quello organizzato da una squadra partigiana del movimento « Bandiera Rossa », comandata dal maresciallo dell’aeronautica Vincenzo Guarniera, conosciuto col nome di battaglia Tommaso Moro. Informato che alcuni patrioti appartenenti al movimento erano stati condannati a morte e avrebbero dovuto essere fucilati al Forte Bravetta il mattino dell’1.12.1943, Guarniera con trenta dei suoi uomini, perfettamente travestiti da[...]

[...]e in via Tasso (v.), alla pensione Jaccarino (v.) o in altre sedi delle milizie fasciste e tedesche.

Un audacissimo colpo di mano fu quello organizzato da una squadra partigiana del movimento « Bandiera Rossa », comandata dal maresciallo dell’aeronautica Vincenzo Guarniera, conosciuto col nome di battaglia Tommaso Moro. Informato che alcuni patrioti appartenenti al movimento erano stati condannati a morte e avrebbero dovuto essere fucilati al Forte Bravetta il mattino dell’1.12.1943, Guarniera con trenta dei suoi uomini, perfettamente travestiti da militi della P.A.I., la sera del 30 novembre si presentò al forte per dare il cambio della guardia al gruppo che stava di servizio. Incredibilmente riuscito l'audace stratagemma e rimasti i patrioti praticamente padroni del forte durante la notte, quando all’alba giunse il camion con 11 condannati a morte, Guarniera ordinò ai suoi uomini di sparare sui tedeschi e sui poliziotti fascisti che accompagnavano il convoglio, liberando così tutti i prigionieri.

Dopo la Liberazione

Liberata Roma, furono[...]

[...]re il cambio della guardia al gruppo che stava di servizio. Incredibilmente riuscito l'audace stratagemma e rimasti i patrioti praticamente padroni del forte durante la notte, quando all’alba giunse il camion con 11 condannati a morte, Guarniera ordinò ai suoi uomini di sparare sui tedeschi e sui poliziotti fascisti che accompagnavano il convoglio, liberando così tutti i prigionieri.

Dopo la Liberazione

Liberata Roma, furono fucilati al

Forte Bravetta l’ex questore fascista Pietro Caruso (22.9.1944) e l’aguzzino Pietro Koch, già comandante della omonima banda (5.6.1945), entrambi responsabili dell’uccisione di centinaia di patrioti.

Brazza, Presidio di

A Bool, nell’isola di Brazza (oggi Brac), la più grande della Dalmazia, era dislocato nell’estate 1943 un presidio di alpini comandato dal capitano Leo Banzi. Il 5 agosto l’esiguo presidio, mal sistemato e peggio armato, fu sorpreso da un colpo di mano effettuato dai partigiani jugoslavi durante i festeggiamenti al santo patrono del paese, festeggiamenti ai quali i nostri soldati aveva[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 352

Brano: [...]ei, nel suburbio Gianicolense. Nel 1919 la fortezza entrò a far parte del demanio e fu consegnata in uso aH’Amministrazione militare che l’adibì a deposito di munizioni e materiale di artiglieria. Durante l’occupazione nazista passò sotto Ha giurisdizione del Comando germanico, che se ne servì per compiere esecuzioni capitali di patrioti e partigiani.

Le fucilazioni durante il regime

Già prima della Guerra di liberazione furono fucilati al Forte Bravetta alcuni antifascisti condannati dal Tribunale speciale (v.) e militari disertori condannati dal Tri

bunale militare. Vi vennero fucilati Domenico Bovone (v.) il 17.6.1932 e, il 26.6.1942, 9 antifascisti de! gruppo Fratelli Maslo, inquadrato nel Fronte di liberazione sloveno operante nella Venezia Giulia. Costoro erano stati catturati — con altri — durante un combattimento (18.4.1942) e processati dal Tribunale speciale, che inflisse 15 condanne a morte e 7 a 30 anni di reclusione. Essendo latitanti 6 dei condannati a morte, i fucilati furono: Antonio Belè, n. a Villa Slavina (Trieste) il 27[...]

[...]ostumia (Trieste) il 24.6.1911; Giovanni Cekada, n. a Bucovizza (Fiume) il 28.12.1908; Guglielmo Dolgan, n. a Topolza (Fiume) il 29. 3.1924; Leopoldo Frank, n. a Primano (Fiume) il 14.11.1916; Giuseppe Hrescak, n. a Postumia (Trieste) il 12.12.1922; Paolo Rust, n. a Vipacco (Gorizia) 1*1.1.1909; Francesco Srebot, n. a S. Pietro del Carso (Trieste) il 20.12.1920; Francesco Vinci, n. a Postumia (Trieste) il 23.11.1909.

Furono inoltre fucilati a Forte Bravetta: il 24.8.1942, gli sloveni Vincenzo Hrvatil, Giuseppe Roich, Francesco Vi ci eh, Giuseppe Zefrin; il 21.9.1942, il soldato Sante Barilài il 10.11.1942, i fratelli Amauri Zaccaria (n. a Fiume il 26.6.1913) ed Egone Zaccaria (n. a Fiume il 6.1. 1917), ambedue soldati dell’esercito italiano che nel 1940 avevano disertato per arruolarsi nell’Armata inglese di Oriente. Nell’ottobre 1942, sbarcati da un sommergibile nei pressi di Napoli e travestiti da ufficiali italiani, i due Zaccaria erano stati catturati dalla guardia costiera italiana e condannati a morte.

Il 22.11.1942 furono fucilati Vitt[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 232

Brano: [...]a » subì un duro colpo per l'arresto di Enzio Malatesta e di altri 14 partigiani, tutti dirigenti di settore o di squadra del movimento. Processati il

27.1.1944 dal tribunale di guerra tedesco di Roma, 11 di essi e precisamente, oltre a Malatesta, Romeo Jacopini, Filiberto Zolito, Branco Bitler, Gino Rossi, Ettore Arena, Quirino Sbardella, Augusto Paroli, Benvenuto Badiali, Carlo Merli, Ottavio Cerulli, furono condannati a morte e fucilati al Forte Bravetta (v.), «per tentativi di atti di violenza ai danni delle truppe di occupazione germaniche ».

Il tribunale era composto dal tedesco dottor Winder, consigliere del Tribunale di guerra dell'Aeronautica; dall’italiano tenente colonnello Alberti, ufficiale di stato maggiore di Roma, giudice a latere; dal sottotenente' Kausch, del IV Reggimento corazzato « Hermann Goering », pubblico ministero; e dal caporalmaggiore Fritz, cancelliere.

« Il dibattimento ha permesso di ricostruire

— dice tra l’altro la sentenza — che l'imputato dottor Malatesta era, insieme all'avv, ,Moretti, non ancora acci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 314

Brano: [...]tenza romana, Fronte militare clandestino della), fornendo preziose informazioni al Comando alleato. Arrestato il 13.3.1944 insieme al pittore Giordano Bruno Ferrari (v.)t fu rinchiuso nelle famigerate celle di via Tasso (v.) e sottoposto dai tedeschi ad atroci torture. Non essendo riusciti a strappargli informa^ zioni sulla organizzazione clandestina di cui faceva parte, dopo due mesi i tedeschi lo misero a morte. Venne fucilato sugli spalti di Forte Bravetta, pochi giorni prima dell’arrivo degli Alleati a Roma. Con Fabrizio Vassalli e G.B. Ferrari erano caduti in mano ai tedeschi anche sua moglie Amelia Vittucci, l’ufficiale Salvatore Grasso, l’elettromeccanico Corrado Vinci, il radiotelegrafista Pietro Bergamini, nonché Bice Bertini e Jolanda Gatti, moglie di Vinci e incinta di 7 mesi. Condannati tutti a morte in un processo sommario celebrato dal Tribunale di guerra tedesco il 27.4. 1944, Ferrari, Grasso, Vinci e Bergamini venivano fucilati insieme a Vassalli, mentre le tre donne riuscivano a salvare la vita.

Vassalli, Giuliano

N. a Perug[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 28

Brano: [...]he non parlò, furono inferte 100 nerbate sotto la pianta dei piedi. Per lo più, gli interrogati venivano riportati in cella sanguinanti ed esanimi. Si veda anche la voce Giorgio Labò.

I “processi” degli imputati, quando avvenivano, si svolgevano nei loca

li dell’Albergo Flora in via Veneto e, più tardi, furono tenuti in una palazzina di via Lucullo, dove aveva sede il Tribunale di guerra germanico. Dopo la sentenza i condannati finivano al Forte Bravetta (v.), dove li attendeva il plotone di esecuzione, o al carcere di Regina Coe

li per essere là trattenuti come ostaggi in attesa di fucilazione o per essere deportati nei lager in Germania.

Passarono per le celle di via Tasso centinaia di antifascisti, molti dei quali furono poi trucidati alle Fosse Ardeatine (v.). Il 4.6.1944, poche ore prima che gli Alleati entrassero a Roma, le S.S. in fuga selezionarono un gruppo di prigionieri e li caricarono su un camion, forse per trasferirli al Nord, ma quando il camion giunse in località La Storta (v.), a pochi chilometri dalla città,

li ucci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 413

Brano: [...]l’1.8.1907, m. a Roma il 17.6.1932; muratore. Anarchico, emigrato a Bruxelles, ai primi di giugno del 1932 tornò in Italia per uccidere Benito Mussolini. Il 4.6.1932 fu fermato dalla polizia in un caffè di Piazza Venezia per il suo comportamento sospetto. Trovato in possesso di armi e sottoposto a interrogatorio, rivelò il suo piano.

Deferito al Tribunale speciale, il 16.

6.1932 fu condannato a morte e fucilato, l’indomani, nel piazzale di Forte Bravetta (v.). Si veda anche la voce Attentati a Mussolini.

Sharretti, Fulvio

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Nocera Umbra (Perugia) nel 1922, m. a Fiesole (Firenze) il 12.8.1944; carabiniere.

Pastore di pecore nella campagna romana, poi operaio di fabbrica e, dal 1942, carabiniere, si trovava in servizio a Fiesole (v.), dove dopo 1*8.9.1943 si collegò ai partigiani. Pochi giorni prima della liberazione di Firenze disertò insieme a due commilitoni, ma quando venne informato che il Comando tedesco minacciava di uccidere dieci ostaggi se non si fosse ripresentato in caserma [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 103

Brano: [...]a, soprattutto per quegli ex funzionari che, inseriti nelle Forze armate o nella Resistenza militare, pagarono con la vita la loro partecipazione alla lotta. Tra questi si ricordano: Roberto Bagli, caduto combattendo contro i tedeschi in Corsica il 14.9.1943, alla cui memoria verrà conferita la medaglia d’argento al valor militare; la Medaglia d’oro Filippo De Grenet (v.), fucilato alle Fosse Ardeatine; Vincenzo Gentile, fucilato dai tedeschi al Forte Bravetta in Roma il 7.3.1944; Attilio Perrone Capano, caduto sulla Linea Gotica il 3.1.1945. Scarsamente nota, ma non per questo meno significativa e anzi più specifica fu invece la partecipazione di quel personale diplomatico italiano che, alTindomani dell’8.9.1943, venne improvvisamente a trovarsi del tutto isolato e privo di collegamenti con la madrepatria, in territorio occupato dai tedeschi.

Diplomazia e fascismo

Gli episodi di resistenza verificatisi nelle nostre rappresentanze diplomatiche all’estero sono stati raramente indagati, sia perché il mondo tradizionalmente chiuso della diplomaz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 603

Brano: [...]cere (con una media prò capite pari a 11 anni e 1 mese).

Per celebrare il processo contro un gruppo numeroso di sloveni, fra cui

12 del Goriziano, e che si sarebbe concluso con pene capitali, il Tribunale speciale si trasferì a Trieste. Tre condannati del Goriziano furono fucilati (Simone Kos di Gracova, Francesco Kaus e Giovanni Ivancic di Plezzo). Altre condanne a morte furono emesse dal Tribunale speciale nel 1924 ed eseguite a Roma, al Forte Bravetta (v.), fra cui quella dello sloveno Paolo Rust, di Vipacco.

Pur di terrorizzare le popolazioni si ricorse a falsi, come nel caso del processo contro 13 sloveni di Capriva (v.), 6 dei quali furono ingiustamente condannati a 20 anni, e 7 a 30 anni, per la morte di una guardia di finanza che in realtà era stata uccisa da un commilitone. Fra i condannati dal Tribunale speciale vi furono molti dei più attivi dirigenti delle organizzazioni clandestine comuniste: oltre a Leopoldo Gasparini, si ricordano Ostelio Modesti, Giovanni Padoan, Camillo Donda, Angelo Cornar, Giovanni Godeas, Venceslao Ussa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 279

Brano: [...]I settore militare della capitale, il 28.12. 1943 venne catturato nel suo laboratorio di ebanista in via Properzio 23, dove i fascisti, scoprirono anche un deposito di armi. Tradotto nel carcere di Regina Coeli, il

29.2.1944 venne condannato a 15 anni di reclusione dal Tribunale di guerra. Ma il Comando tedesco ordinò di rifare il processo, che si concluse (11.4.1944) con la condanna a morte. Diciotto giorni più tardi, P. B. venne fucilato al Forte Bravetta da un plotone della P.A.I. (Polizia Africa Italiana).

Benedetti, Tullio

N. a Pescia (Pistoia) il 12.5.1884; laureato in ingegneria, giornalista. Già deputato nel 1921 e nel 1924 per le circoscrizioni di Lucca e Pisa quale esponente della Democrazia liberale, dopo la Liberazione divenne Consultore nazionale in rappresentanza della « Concentrazione nazionale democratica liberale ». Deputato alla Costituente, poi senatore di diritto come deputato nella XXV è nella XXVI legislatura, è stato direttore de « || Giornale della Sera » di Roma.

Benedicta, Massacro della

Alla Benedicta, anti[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Forte Bravetta, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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