Brano: [...]l 21 giugno 1780 e morto probabilmente dopo il 1845), di famiglia borghese, si distinse fra i filodrammatici veronesi, avendo compiuto studi regolari. Dopo un normale periodo di apprendistato entrò come « tiranno » nella Compagnia Reale (la sua scrittura è conservata presso l'Archivio di Stato in Milano: « Spettacoli Pubblici Parte Moderna », cartella n. 18). Sposò nel 1812 Caterina Cavalletti (che prese il posto di prima attrice sostituendo la Fiorilli Pellandi e fu Ricciarda nelle rappresentazioni bolognesi) e rimase fino al 1824 nella compagnia diretta dal Fabbrichesi, trasferitasi al Teatro dei Fiorentini in Napoli. Alternò il lavoro di attore a quello di capocomico di compagnie
144 PAOLO BOSISIO
egregiamente da Guido che ha dell'ardito e del pertinace: quanto a Corrado, è parte importante piú che non si crede, perché la prima scena in cui sta la facciata dell'edificio dipende molto da lui... Ma badate; se la donna zoppica la tragedia stramazza... (Epistolario, vol. iv, pp. 280281).
La lettera dimostra una sicura ingerenza del Foscolo nella di[...]
[...]l 25 gennaio 1839. La sua attività di architetto e scenografo rientra nel quadro del neoclassicismo milanese che trovò in lui uno dei maestri della nuova scuola scenografica scaligera. Lavorò regolarmente alla Scala dal 1792 al 1817, dedicandosi in seguito tutto all'insegnamento.
150 PAOLO BOSISIO
Reale, fortemente modificata nell'organico rispetto all'allestimento del Tieste. Paolo Belli Blanes fu Ajace e il Prepiani fu Agamennone; la celebre Fiorilli Pellandi 28 diede vita al personaggio di Tecmessa, il Tessari fu Ulisse, il Bettini un Calcante un po' giovane e il Fabbrichesi tenne per sé la particina di Teucro. Attori di prim'ordine, dunque, anche se non tutti perfettamente « in parte ». Nonostante le ottime premesse, tuttavia, il successo fu tiepido, come si deduce dalle cronache piú obiettive della serata: gli applausi, abbastanza calorosi per i primi tre atti, divennero sempre piú radi nella seconda parte della tragedia per mescolarsi ai fischi o disperdersi in un silenzio eloquente alla fine dello spettacolo 29. Lo scarso entusiasmo del pubbl[...]
[...]chesi dal 1807 al 1812, quando fece compagnia con la Pellandi, Luigi Vestri e Carolina Internare. Ebbe successi grandissimi in tutta Italia e, dopo aver lasciato le scene nel 1817, volle tornarvi due anni dopo. L'Alfieri lo amò e lo stimò assai, prediligendolo come interprete delle sue tragedie. Come risulta dall'incisione di F. Nenci, conservata nella Raccolta Bertarelli di Milano, il volto del Blanes somigliava molto a quello del Foscolo. Anna Fiorilli Pellandi (nata a Venezia il 26 dicembre 1772 e morta a Verona nel 1840), figlia d'arte, fu la piú grande attrice dei tempi suoi. Dopo rapida e brillantissima carriera, fu prima donna nella Compagnia Reale dal 1807 al 1812, dove percepiva una paga altissima. Grande sia nel tragico sia nel comico, eccelse nell'interpretazione dei testi alfieriani. Rovinata dai dissesti finanziari del genero, si ammalò e mori in miseria.
29 Lasciando a parte le malevole e ben note parole del Lampredi, riportiamo di seguito i passi piú significativi apparsi su altri giornali dell'epoca: « ... La ... tragedia però non ris[...]