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Il segmento testuale F.T.P. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 431

Brano: Frank, Anna

Francs tireurs et partisans francais

FJ.P.F. o, più correntemente, F.T.P. (Franchi tiratori e partigiani francesi). Organizzazione militare della Resistenza in Francia (v.). Il suo nerbo più compatto era costituito da comunisti, benché dal punto di vista numerico questi rappresentassero circa un terzo, e in molte località appena un quarto degli effettivi. Comandante in capo dei F.T.P. era Charles TiUon (v.), membro dirigente del Partito comunista francese. Le forme di lotta, nelle città come nelle campagne e in montagna, furono analoghe a quelle del movimento partigiano italiano.

Organizzazione

La struttura organizzativa dei F.T.P. si estese e si rafforzò, partendo da individui isolati o da nuclei molto ristretti (una squadra di 34 uomini), per arrivare al gruppo, costituito da 2 squadre, al distaccamento (34 gruppi), alla compagnia (34 distaccamenti), al battaglione (23 compagnie).

Il gruppo di combattimento, formazione base dei F.T.P. nelle località abitate, dove aveva pertanto funzioni simili a quelle dei G.A.P. (v.)t comprendeva 7 uomini con un capogruppo. La divisione del gruppo in due squadre consentiva sicurezza e mobilità: la squadra di testa era guidata dal vicecomandante del gruppo; l’altra squadra (di appoggio), dal capogruppo che così era personalmente a contatto con i 3 uomini da lui comandati e collegato, attraverso il suo vice, agli altri componenti del gruppo.

I membri di una squadra o di un gruppo dovevano riunirsi soltanto per l’azione e disperdersi subito dopo averla portata a compimento. L'alloggio di [...]

[...]vano riunirsi soltanto per l’azione e disperdersi subito dopo averla portata a compimento. L'alloggio di ciascun partigiano non doveva essere conosciuto da nessuno dei suoi compagni di squadra, neppure dal capogruppo. L’armamento del gruppo consisteva in pistole, bombe a mano, mitra e, quando c’erano, fucili mitragliatori. Tra la fine del 1943 e i primi mesi del 1944, quando la Resistenza assunse maggiore sviluppo, sorsero i primi battaglioni di F.T.P.. Gli effettivi di un battaglione (alcune centinaia di uomini) si riunivano soltanto per impegnare battaglia. Nell’intervallo tra un'operazione e l’altra ogni compagnia era normalmente dispersa in accantonamenti di 30 uomini al massimo. All’organizzazione per unità si accompagnava quella territoriale per

dipartimenti e gruppi di dipartimenti, articolata in Comitati militari regionali (C.M.R.), Comitati militari interregionali (C.M.I.R.) e Comitato militare nazionale ( C.M.N. ). La struttura a compartimenti stagni, se non facilitava la rapidità dei contatti, garantiva però la sicurezza dell’[...]

[...]E.) che aveva il compito di dare impulso al reclutamento, curare le formazioni, la disciplina e il morale degli uomini; il Commissario delle operazioni (C.O.) incaricato di preparare le azioni, controllarne l'esecuzione e addestrare gli uomini al combattimento; il Commissario tecnico (CJ.) che dirigeva l’insieme dei servizi (armamento, informazioni, sanità, ecc.).

Appello alla lotta armata

All’inizio dell’ottobre 1942 lo stato maggiore dei F.T.P. pubblicò su France d’abord un appello all’offensiva contro l’occupante, rivolgendosi a tutti i lavoratori e patrioti e affermando che la lotta armata doveva diventare il primo dovere della Resistenza.

« Occorre realizzare il fronte francese nella guerra di liberazione nazionale. ” Attendere ”, fare la guerra con la pelle dei russi, andare in Germania a lavorare per il nemico, lasciare ghigliottinare dei francesi per delitto di patriottismo significa ritardare l’orà del secondo fronte, disertando il fronte della Francia. Il fronte della Francia è dappertutto jdove c’è un tedesco, una delle [...]

[...] lasciare ghigliottinare dei francesi per delitto di patriottismo significa ritardare l’orà del secondo fronte, disertando il fronte della Francia. Il fronte della Francia è dappertutto jdove c’è un tedesco, una delle sue armi, un vagone, un camion, della benzina, del grano destinato ai tedeschi, un campo d’aviazione, un deposito d’armi, un cane di Lavai ».

L’appello terminava: « Non ci si sbarazza di un nemico implacabile con delle esorta

F.T.P. legano un collaborazionista prima della sua fucilazione (Francia, 1944)

zioni da quacqueri, solo l’azione conta. Ognuno a T suo posto di combattimento, ognuno alla sua arma. Senza attendere oltre, tutto ciò che appartiene al l'esercito d’occupazione dev'essere accerchiato, prontamente attaccato, colpito, sterminato. E che su tutto il fronte nazionale di liberazione, contro tutti coloro che vogliono distruggere la nostra patria, risuoni il grido di guerra: tutti in piedi, a ognuno il suo tedesco ».

Il P.C.F., che aveva dato a tutte le sue organizzazioni la direttiva di inviare almeno il [...]

[...]tendere oltre, tutto ciò che appartiene al l'esercito d’occupazione dev'essere accerchiato, prontamente attaccato, colpito, sterminato. E che su tutto il fronte nazionale di liberazione, contro tutti coloro che vogliono distruggere la nostra patria, risuoni il grido di guerra: tutti in piedi, a ognuno il suo tedesco ».

Il P.C.F., che aveva dato a tutte le sue organizzazioni la direttiva di inviare almeno il 10% degli iscritti a combattere nei F.T.P., sostenne sempre la realizzazione della più larga unità di tutte le forze combattenti nella Resistenza, ma all'interno di questa unità mantenne costantemente salda e coesa l'organizzazione dei F.T.P.. Per unanime riconoscimento, i F.T.P. costituirono l’avanguardia e la forza d’urto della Resistenza francese durante la seconda guerra mondiale.

Bibliografia: Charles Tillon, Les F.T.P., Paris, 1962; Le P.C.F. dans la Résistance, Paris, 1967; H. Michel, Histoire de la Résistance, Paris, 1950.

Frank, Anna

N. a Francoforte sul Meno (Germania) il 12.6.1929, m. nel campo di deportazione di BergenBelsen (v.) nel marzo 1945; studentessa. Lasciò un commovente diario, nel quale racconta i due anni trascorsi con la famiglia, nascosta in una soffitta di Amsterdam per sfuggire alla cattura da parte dei nazisti che davano la caccia agli ebrei.

I Frank, ebrei tedeschi, si erano trasferiti in Olanda fin dal 1933, per sfuggire al regime nazista che non faceva mistero del proprio a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 805

Brano: [...]sse; Alpi Marittime).

Gli italiani nella Resistenza francese

Dopo T8.9.1943 la resistenza armata nella regione si intensificò, anche grazie al contributo di numerosi ex militari della Quarta Armata (v.) che, con lo scioglimento dei reparti già costituenti forze di occupazione,

accorsero nelle formazioni partigiane francesi.

La maggioranza di questi volontari trovò un inquadramento nei gruppi di Francstireurs et partisans de Provence (F.T.P.), emanazione del Partito comunista francese. Altri entrarono a far parte del Mouvement de libération nationale, di tendenza socialista, e altri ancora si aggregarono ai Corps francs libération o alla Organisation rési sta nce arrnée o alla Armée secrète filogollista.

Altra organizzazione della Resistenza particolarmente importante fu il M.O.I. (Mouìvement ouvrier mternational) che raggruppava tutti gli emigrati antifascisti residenti in Francia.

La più importante formazione partigiana della zona, la meglio strutturata militarmente e politicamente, sebbene fosse la meno armata, fu la

[...]

[...]rono ai Corps francs libération o alla Organisation rési sta nce arrnée o alla Armée secrète filogollista.

Altra organizzazione della Resistenza particolarmente importante fu il M.O.I. (Mouìvement ouvrier mternational) che raggruppava tutti gli emigrati antifascisti residenti in Francia.

La più importante formazione partigiana della zona, la meglio strutturata militarmente e politicamente, sebbene fosse la meno armata, fu la

I Compagnia F.T.P. de Provence, nella quale gli ex militari della IV Armata trovarono pronta e fraterna accoglienza. D’altra parte, già dal 25 luglio, alla caduta del fascismo, i soldati che componevano le forze di occupazione avevano issato dappertutto le bandiere rosse, mostrando quali fossero i loro più sentiti orientamenti politici, sicché al momento dell’armistizio già esisteva nei loro confronti un atteggiamento di simpatia fra la popolazione francese che fu prodiga di aiuti verso gli ex militari, dando indumenti civili e denaro affinché raggiungessero l’Italia.

La l Compagnia F.T.P.

Coloro che entr[...]

[...]luglio, alla caduta del fascismo, i soldati che componevano le forze di occupazione avevano issato dappertutto le bandiere rosse, mostrando quali fossero i loro più sentiti orientamenti politici, sicché al momento dell’armistizio già esisteva nei loro confronti un atteggiamento di simpatia fra la popolazione francese che fu prodiga di aiuti verso gli ex militari, dando indumenti civili e denaro affinché raggiungessero l’Italia.

La l Compagnia F.T.P.

Coloro che entrarono nelle formazioni F.T.P. de Provence furono ripartiti fra i diversi gruppi [détachements) disseminati nella Chain e des Maures, catena montuosa che attraversa il dipartimento del Varo, dal mare fino a Le Lue. Nella I Compagnia F.T.P. gli ex militari incontrarono altri italiani (proscritti politici, ex combattenti delle Brigate Internazionali in Spagna, emigrati antifascisti).

Nel gruppo « Vincent Faita » (nome di un giovane partigiano italiano fatto ghigliottinare dal governo collaborazionista di Vichy per azioni di guerriglia) gli ex militari cominciarono a impugnare le armi. Altri, inquadrati nel gruppo « Santerre », parteciparono ad azioni di sabotaggio contro depositi di materiale militare e contro le linee di comunicazione usate dai tedeschi.

Nel novembre 1943, durante uno scontro con le truppe tedesche, nelle [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 47

Brano: [...]dretti, Mario Tirone. Tra i caduti nella zona si ricordano anche: Luigi Bertone (n. nel 1920), sottotenente di Artiglieria alpina, già comandante di un distaccamento della Brigata « Carlo Rosselli » in valle Stura, e Arrigo Guerci (n. a Cuneo nel 1920), ufficiale della stessa brigata, uccisi entrambi in combattimento presso SaintEtiennedeTinée il 2.9.1944; Pietro Bonardi. fucilato a Mentone T8.8.1944; Augusto Mugelli, organizzatore a Nizza degli F.T.P. e caduto durante la liberazione di Beausoleil, presso Monaco; Francesco Pause!li, combattente nei F.T.P. di Nizza e suicidatosi, per non cadere vivo nelle mani della polizia che assediava la sua casa, il 21.3.1943; Bruno Ratti, di 19 anni, combattente nei F.T.P., catturato e torturato dalla polizia, quindi fucilato a Nizza nel luglio 1943; Luigi Rosso, di Savona, catturato e seviziato nella caserma di Antibes, morto sotto le torture il 29.7.1943; Giovanni Rovis, partigiano combattente, sergente nelle Forces Francaises de l'Intérieur (F.

F.I.), caduto in combattimento il 19.4.1944; Elena Vagliano, valorosa combattente nelle F.F.I., catturata e ferocemente torturata dai tedeschi, infine fucilata a Grasse il 15.8.1944; Salvatore Bono, Lino Cerruti, Sergio Franceschi, Giovanni Olivero, Mario Ribotti.

Il Battaglione « Haute Tinée »

Nell’agosto de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 423

Brano: [...]e del Front National che rapidamente diventò il centro organizzatore della Resistenza per tutto il territorio nazionale. L’Organizzazione speciale di combattimento (O.S.), creata dal P.C.F. sin dall’autunno 1940, si sviluppò rapidamente nel corso di audaci azioni contro i tedeschi. Da essa ebbero poi origine i Francstireurs partisans (v.) che si fecero sentire sin dall’inizio del 1942, diventando l’organizzazione militare del Fronte nazionale. I F.T.P. agivano nelle città, lungo le linee di comunicazione usate dai tedeschi e come formazioni partigiane nei boschi e nelle campagne. Tra i più prestigiosi dirigenti centrali dei F.T.P. si ricordano Charles Tillon, Eugène Henaff, Albert Ouzoulias.

Le azioni si intensificarono ovunque, nelle fabbriche, contro le linee ferroviarie e i depositi, contro i Comandi del nemico e il Service du travail obligatoire (S.T.O.) che deportava gli operai nelle industrie belliche tedesche (alla fine del 1942 erano così stati deportati in Germania 240.000 giovani lavoratori).

Incontro PétainHitler a Montotfe (ottobre 1940)

423



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 251

Brano: [...]olontario nelle Brigate Internazionali. Capo di stato maggiore della XII Brigata « Garibaldi » (v. Brigata Garibaldi in Spagna) la guidò nella battaglia di Guadaiajara e ricevette sul campo la nomina a commissario politico. Dopo la battaglia di Huesca divenne commissario politico di divisione.

All’inizio della seconda guerra mondiale, quando i tedeschi invasero la Francia, fu tra gli organizzatori xlei primi gruppi di Francstireurs partisans (F.T.P.), dei quali divenne capo di stato maggiore centrale. Rientrato in Italia dopo i’8.9.1943, venne chiamato a far parte del Comando generale delle Brigate Garibaldi e organizzò i Gruppi di azione patriottica (v.) nelle diverse regioni dell’Italia occupata. In seguito, dall’inizio del 1944 sino al 25.

4.1945, alla testa del Comando militare unificato EmiliaRomagna, di

resse i partigiani emiliani in importanti scontri col nemico (combattimenti di Porta Lame, Monte Forni, Mndena).

Dopo la Liberazione fu deputato alla Costituente, poi senatore per il collegio di Livorno nella seconda legisl[...]

[...]da di 600 etiopi organizzata dagli occupanti fascisti per condurre l’antiguerriglia, riuscì fortunosamente a fuggire. Con l’aiuto di patrioti etiopi anche Rolla e Ukmar furono posti in salvo e tutti insieme raggiunsero Khartum, e poi II Cairo (maggio 1940). Barontini fece giusto In tempo ad arrivare a Parigi, un

mese dopo, prima che I tedeschi occupassero la capitale francese e, da quel momento, fu comandante dello stato maggiore centrale dei F.T.P..

Barrucchello, Silvio

N. a Rovigo nel 1918. Antifascista attivo, nel 1930 venne condannato a 5 anni di confino nell’isola di Tremiti. Dopo T8.9.1943 è stato partigiano combattente nella Divisione Garibaldi « Montenegro ».

Bartocci, Feltre

N. a Camerino (Macerata) nel 1903; muratore. Comunista, allo scoppio della guerra civile in Spagna accorse volontario nelle Brigate Internazionali; commissario politico della Compagnia zappatori, restò ferito nella battaglia di Madrid. Al rientro in Francia venne internato per 2 anni dal governo francese nel campo del Vernet; poi consegnato alla [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 509

Brano: [...]40, entrò nelle file della Resistenza francese. Arrestato per la sua attività, scontò alcuni mesi di carcere.

Alla fine del 1942 entrò a far parte dei FrancsTireurs et Partisans (v.), militante nella sezione Main d’Oeuvre Immigrée (M.O.I.) che raccoglieva gli antifascisti appartenenti alla emigrazione polacca, italiana, spagnola, bulgara, cèca, rumena e armena. Per le sue eccezionali do

ti di combattente, fu designato dall’Alto Comando dei F.T.P. comandante di tutti i distaccamenti F.T.P.M.O.I. della regione parigina.

I partigiani da lui guidati — tra cui l’italiano Spartaco Fontanot (v.) — portarono a segno numerosi attentati e sabotaggi, creando gravi difficoltà agli occupanti nazisti. Tra le azioni più clamorose si ricordano i riusciti attacchi contro il generale von Schaumburg, il comandante militare del distretto parigino, ucciso con una bomba mentre si trovava a bordo della sua automobile e, due mesi più tardi, l’uccisione del colonnello delle S.S. Julius Ritter, abbattuto a colpi di rivoltella sparatigli attraverso il finestrino della sua macchina.

Manifesto nazis[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 806

Brano: [...]o (si ignorano le generalità) ed ex ufficiale dell’Aeronautica italiana, catturato dai tedeschi venne fucilato sul posto.

Costretti ad abbandonare la zona rastrellata dai tedeschi, i gruppi della I Compagnia si portarono sul monte Aurelien (catena del Sainte Baume) e sulla catena « des Maures ». Infine il Comando decise di trasferire e ricostruire la Compagnia nelle Basse Alpi, dove già operava, a cavallo delle Alpi Marittime, la Il Compagnia F.T.P. de Provence.

Il trasferimento della I Compagnia

Prima di questo trasferimento, tre partigiani italiani, rimasti ignoti, furono catturati dai tedeschi e fucilati nei pressi di una località chiamata La Londe Les Maures.

Il trasferimento della I Compagnia ebbe inizio nel febbraio 1944. A gruppi di due o tre per volta, i partigiani lasciarono gli accampamenti del Varo, con valigie e pacchi contenenti armi, munizioni, documenti di archivio e stampati di propaganda antifascista, per portarsi a mezzo autobus e ferrovia (via Les ArcsTolone e da Marsiglia) fino a Nizza. In quest’ultima città [...]

[...]; Giantedeschi, da Verona (?); Gino Terribili, da Roma (?).

Feriti in combattimento, catturati e passati per le armi furono: Giuseppe Princi, da Bivongi (Reggio Calabria) ; Pasquale Ruggero, da Cairano (Avellino). Quest’ultimo, ritenuto morto dal nemico che gli aveva inferto il colpo di grazia, riuscì invece a sopravvivere e fu messo in salvo qualche giorno dopo dagli abitanti di Lambruisse. Ripreso dai tedeschi durante l'attacco all’Ospedale F.T.P. di La Faviere nel luglio

1944, Ruggero venne fucilato una seconda volta e una stele eretta a La Faviere ricorda il suo sacrificio. Nello stesso combattimento venne catturato il partigiano Alfonso Del Vicario, n. il 19.1.1920 a San Severo (Foggia). Anch’egli, dato per morto dopo aver ricevuto il colpo di grazia, riuscì invece a sopravvivere. Altri partigiani furono deportati nei lager tedeschi: Agazio De Masi, da Guardavalle (Catanzaro), sopravvisse alla deportazione; Parma, da

Forlì (?), deportato a Dachau, se ne ignora la sorte; Costantino Pompili (alias Léon), n. il 18.3.1900 a Miano [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 106

Brano: [...]944;

Angelo Forlin, da Samone (Torino), partigiano combattente, caduto in azione nel maquis di La Fare il 29.7.1944;

Gilberto Ghelfi, di 21 anni, partigiano combattente, fucilato dai tedeschi a Livet il 16.8.1944;

Emilio Grandi, n. a Villa Lagarina (Trento) l’11.10.1924, militante nella Gioventù comunista. Arrestato mentre distribuiva VAvantgarde, fu incarcerato e torturato a Grenoble. Appena rilasciato accorse volontario nelle file dei F.T.P. e partecipò a numerose azioni, finché cadde in combattimento con i compagni del suo gruppo rimasto accerchiato dai tedeschi.

Angelo Martinengo, da Alessandria, sergente maggiore della IV Armata con le truppe d’occupazione in Francia. Passato alla Resistenza, venne fucilato dai tedeschi a Rencurel il 25.7.1944;

Pietro Oliviero, partigiano combattente e capogruppo di una formazione di Vizille, fucilato dalla milizia di Darnand il 14.12.1943; Stefano Pellegrini, fucilato dai tedeschi a La Jarry (Vizille) il 21.8. 1944;

Costante Rinaudo, n. a Villanovetta (Cuneo), combattente nei F.T.P.,[...]

[...]ngo, da Alessandria, sergente maggiore della IV Armata con le truppe d’occupazione in Francia. Passato alla Resistenza, venne fucilato dai tedeschi a Rencurel il 25.7.1944;

Pietro Oliviero, partigiano combattente e capogruppo di una formazione di Vizille, fucilato dalla milizia di Darnand il 14.12.1943; Stefano Pellegrini, fucilato dai tedeschi a La Jarry (Vizille) il 21.8. 1944;

Costante Rinaudo, n. a Villanovetta (Cuneo), combattente nei F.T.P., cadde il 23.8.1944 nell’assalto alla



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 46

Brano: [...]etto ed Emilio Sereni erano stati, per questo, arrestati e torturati ad Antibes, infine condannati (sotto il governo Badoglio) a 20 anni di reclusione. Dopo T8.9.1943 gli italiani parteciparono alla Resistenza di questa regione in misura molto più ampia, e numerosi furono i caduti.

Italiani nel maquis

Il 7.7.1944 il comunista italiano Angelo Grassi, già volontario garibaldino in Spagna e diventato organizzatore dei Francstireurs partisans (F.T.P.) nella Costa Azzurra, dopo aver partecipato a numerose azioni fu catturato con il partigiano francese Francois Terrin. Dopo lunghe torture, il 15.8.1944 furono entrambi impiccati a un lampione in una strada di Nizza e i loro corpi furono lasciati appesi per più giorni, come monito alla popolazione. A Nizza caddero inoltre: Edmondo Bencarasa, nel luglio 1944; Vincenzo Boscarolo, nell’agosto dello stesso

46



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 287

Brano: [...]opo aver preso parte a diversi combattimenti, nel luglio

1937, a Brunete, fu gravemente ferito all'addome. Dichiarato invalido, fu costretto a ritornare a Tolosa, dove riprese il lavoro di muratore e la sua attività antifascista per aiutare i compagni garibaldini.

Dal 1942 partecipò alla Resistenza francese, diventando comandante di una formazione dei Francstireursetpartisans operante nel LotetGaronne; passò poi al comando di distaccamenti F.T.P. operanti a Nizza e nelle Alpi Marittime, dove guidò personalmente numerose azioni militari.

Nel 1943 rientrò in Italia e venne incaricato di creare la prima organizzazione dei G.A.P. (v.) milanesi. Con alcuni dei suoi uomini, il 18.12. 1943 condusse a Milano (v.) l'azione contro il segretario federale fascista Aldo Resega, poi quella contro il questore repubblichino. Individuato dalla polizia, venne arrestato e sottoposto a tortura. Per impedire che gli aguzzini gli strappassero informazioni, dopo un feroce interrogatorio si suicidò in cella.

Giovanni Pesce (v.), chiamato a Milano per s[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine F.T.P., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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