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Il segmento testuale F.F.I. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 392

Brano: [...] in determinati punti della costa. \

Forces fran^aises de l’Intérieur

F.F.L; Forze francesi dell'interno. Nome assunto nel febbraio 1944 dal movimento della Resistenza interna francese nell’intento di unificare le diverse organizzazioni armate che ne facevano parte. In precedenza era stato costituito, allo stesso scopo, uno stato maggiore denominato Forza F., con sede a Londra e diretto dal generale Cochet, ma esso ebbe breve durata.

Le F.F.I. raggruppavano le forze militari clandestine (Armée secrète), i Francstireurs et partisans (v.) e altre organizzazioni armate. Nel marzo 1944 ne fu nominato comandante e loro rappresentante presso

10 stato maggiore alleato a Londra

11 generale Marie Pierre Koenig. L'unificazione delle forze rimase più teorica che effettiva. Benché in Francia (v.) il Consiglio nazionale della Resistenza avesse creato un Comitato d’azione militare con Comandi unitari per ciascuna regione,

le diverse formazioni partigiane tesero a mantenere la propria autonomia. Soprattutto i comandanti di origine milita[...]

[...]a Resistenza avesse creato un Comitato d’azione militare con Comandi unitari per ciascuna regione,

le diverse formazioni partigiane tesero a mantenere la propria autonomia. Soprattutto i comandanti di origine militare non accettavano di buon grado la direzione dei capi politici della Resistenza. Da parte loro, questi mal sopportavano la direzione dei generali e la tutela di Londra.

Ciononostante, i diversi piani riguardanti l’impiego delle F.F.I. nel quadro delle operazioni alleate per la liberazione della Francia, furono da tutti applicati. Tra le operazioni concordate, le più importanti riguardavano la paralisi dei trasporti ferroviari (Piano verde), il sabotaggio della rete elettrica (Piano blu) e le diverse azioni di guerriglia [Piano Tortue). Quantunque soltanto la metà dei circa 300.000 combattenti delle F.F.I. fossero armati, il generale Eisenhower valutò il loro apporto alle operazioni belliche, come importanza, pari a quello di 15 divisioni (v. Francia e Ferrovieri nella Resistenza).

Forces francaises libres

F.F.L.; Forze francesi libere; France Libre. Formazioni militari organizzate da De Gaulle (v.) dopo l’armistizio del 1940, per continuare la lotta a fianco degli Alleati. L’accordo firmato con Churchill il 7.8.1940 autorizzava il generale De Gaulìe a reclutare volontari e a formare con i militari e gli ufficiali francesi che si erano rifiutati di accettare l’armistizio un vero e proprio[...]

[...]e operazioni belliche, come importanza, pari a quello di 15 divisioni (v. Francia e Ferrovieri nella Resistenza).

Forces francaises libres

F.F.L.; Forze francesi libere; France Libre. Formazioni militari organizzate da De Gaulle (v.) dopo l’armistizio del 1940, per continuare la lotta a fianco degli Alleati. L’accordo firmato con Churchill il 7.8.1940 autorizzava il generale De Gaulìe a reclutare volontari e a formare con i militari e gli ufficiali francesi che si erano rifiutati di accettare l’armistizio un vero e proprio esercito che prese appunto questo nome.

Le F.F.L. si svilupparono poi grazie al reclutamento dei francesi residenti nei territori d’oltremare o con l’immissione di numerosi volontari. In tal modo le truppe francesi poterono essere presenti su tutti i fronti di guerra fino alla vittoria (v. Francia).

L’esercito di terra delle F.F.L. era essenzialmente composto dalle truppe comandate dal generale Philippe Ledere (190247) che combattè in Africa del Nord (194043), sbarcò in Normandia (1944) ed entrò a Parigi al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 408

Brano: Parigi, Liberazione di

La folla parigina assiste alla sfilata seguita alla liberazione della città

A Parigi von Cloltitz continuò a guadagnar tempo e concluse con le

F.F.I. un armistizio, col quale si impegnò a ritirare le proprie truppe dai quartieri orientali e occidentali della città, a riconoscere i partigiani come belligeranti, a lasciare loro

il controllo del centro cittadino e a consentire l'afflusso di convogli di vettovaglie per la popolazione civile. Nello stesso tempo ordinò

il rafforzamento delle difese da Versailles a Orly e dei capisaldi disposti a stella intorno alla cinta urbana.

L’armistizio avrebbe dovuto durare fino a mezzogiorno del 23 agosto, ma già la notte del 20 ricominciarono le sparatorie. I combattimenti si riaccesero poco fav[...]

[...]no Gallois, contravvenendo agli ordini del suo superiore diretto, il generale Gerow (comandante del V corpo d’armata statunitense), inviò un reparto della sua Divisione corazzata a saggiare la consistenza del dispositivo tedesco intorno a Parigi. Inoltre Ledere si rivolse direttamente a Bradley per essere autorizzato ad entrare in azione, ricordandogli i precisi impegni presi a suo tempo dagli Alleati.

Poiché il 23 agosto altri emissari delle F.F.I. sollecitarono Bradley, a

questi non rimase che ordinare al V Corpo d’armata di Gerow di puntare sulla Capitale con la Divisione francese di Ledere e con la IV Divisione di fanteria statunitense, proibendo però di impegnarsi in combattimenti di vaste proporzioni. I tedeschi riuscirono a contenere queste forze fino a tutto il 24, alternando la difesa sul posto a reazioni di movimento, ma

il 25 agosto i francesi da nord e gli americani da sud entrarono in Parigi.

Sotto la simultanea pressione dei partigiani all’interno e degli attaccanti all’esterno, la difesa tedesca crollò e, alle ore[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 745

Brano: Missioni alleate

In Francia, l’estendersi della rete delle missioni e dei centri di resistenza di varie origini e tendenze politiche rese sempre più difficile il rapporto tra le diverse forze, provocando contraddittori fenomeni: primo fra tutti, il contrasto tra l’iniziale tendenza inglese a vedere nella Resistenza un’azione clandestina di semplice disturbo e la effettiva volontà francese dì rafforzare l’attività politica e militare delle Forces frangaises de l’Intérieur (v.), volontà che veniva d’altra parte confortata dagli aiuti provenienti dagli stessi inglesi (e dapprima solo da essi), poi in misura sempre crescente dagli americani. In terra francese le missioni subirono così gli effetti della strategia angloamericana, gli attriti al verti[...]

[...] volontà francese dì rafforzare l’attività politica e militare delle Forces frangaises de l’Intérieur (v.), volontà che veniva d’altra parte confortata dagli aiuti provenienti dagli stessi inglesi (e dapprima solo da essi), poi in misura sempre crescente dagli americani. In terra francese le missioni subirono così gli effetti della strategia angloamericana, gli attriti al vertice, l’isolamento. In via indiretta risentirono anche della costante diffidenza degli Alleati nei confronti dei movimenti clandestini. Lo scetticismo e la diffidenza degli Alleati nei confronti dell’esercito di liberazione francese si concretizzarono in episodi di manifesta ostilità, come l’accordo concluso dagli americani con l’ammiraglio Darlan (v.) e poi l’aiuto dato al generale Giraud. Tale atteggiamento durò fino al giugno 1944, cioè fino a quando Eisenhower, dopo aver assunto il controllo dei rapporti con le F.F.I., riconobbe il generale Koenig come comandante di queste stesse forze, ponendo implicitamente alle sue dipendenze le missioni S.O.E. e O.S.S..

Le precedenti considerazioni negative non diminuiscono l’importanza dell’azione militare svolta dalle missioni in Francia: basti considerare che solo nel 1944 vi furono paracadutati 600 tra agenti inglesi e francesi (il numero dunque non comprende altre missioni inviate via terra e per mare). A tutto il

22.7.1944 erano stati inoltre inviati in territorio francese 70 agenti americani e, complessivamente, 6.000 containers con circa 1.000 tonnellate [...]

[...]mportanza dell’azione militare svolta dalle missioni in Francia: basti considerare che solo nel 1944 vi furono paracadutati 600 tra agenti inglesi e francesi (il numero dunque non comprende altre missioni inviate via terra e per mare). A tutto il

22.7.1944 erano stati inoltre inviati in territorio francese 70 agenti americani e, complessivamente, 6.000 containers con circa 1.000 tonnellate di armi ed equipaggiamenti. Operando nelle file delle F.F.I., le missioni alleate parteciparono a 960 azioni di distruzione e a 2.900 attacchi contro linee ferroviarie.

Queste operazioni — come si legge in un rapporto del Comando supremo alleato — « diedero come risultato un ritardo medio di 48 ore [...] nel movimento dei rinforzi diretti in Normandia ».

Le missioni in Italia

Nel settembre 1943 esisteva un centro operativo del S.O.E. inglese a Blida, presso Algeri, e a capo della sezione per l’Italia (la Special Force n. 1) si trovava il colonnello

Rosebery. Dopo lo sbarco di Salerno questi fu sostituito dal capitano Gerry Holdsworth e nell[...]

[...]barcare sulla Riviera ligure di Levante la prima missione alleata nell'Italia settentrionale (v. Law, Missione) ; nello stesso mese Giuseppe Bacciagaluppi intraprese l’attività di trasferimento clandestino degli ex prigionieri di guerra verso la Svizzera e, in ottobre, Ferruccio Parri inviò a Lugano Alberto Damiani (v.) per stabilire rapporti regolari con i delegati angloamericani ivi operanti. Questi tuttavia crearono solo nel

1944 una rete efficiente di organizzatori in territorio italiano: nell’ottobre 1943 le missioni in azione erano appena 6, mentre un anno dopo le missioni angloitaliane erano aumentate a 44.

A determinare il ritardo nell'appoggio alleato alla Resistenza italiana contribuirono diversi fattori: la mancanza di agenti in grado di collaborare con i partigiani (erano pochi quelli che conoscevano la lingua italiana) ; l’insufficienza dei mezzi disponibili, anche in relazione all’esistenza di altri fronti verso i quali gli angloamericani dovevano rivolgere i propri sforzi; la lontananza delle basi aeree; i piani strategici degli Alti Comandi (che per

il 1943 avevano previsto un’avanzata solo fino alla linea PisaRimini) ; ma soprattutto la diffidenza degli Alleati nei confronti di un popolo che, nemico fino a poco tempo prima, esprimeva ora un movimento di resistenza di cui essi non capivano le profonde ragioni politiche. Le promesse fatte da McCaffery e Dulles a Parri e a Leo Valiani nell’incontro di Certenago (v.) del novembre 1943 rimasero lettera morta per tutto l’inverno 194344.

A rendere ancora più difficili i rapporti fra le due parti si aggiungevano sia i problemi interni all’organizzazione della Resistenza (primo fra tutti quello della formazione di un Comando unico) sia le interferenze di operatori politici e militari contrari al rafforzamento del fronte partigiano: non solo nel primo periodo, ma per tutto il corso della lotta di liberazione, la scarsa conoscenza della situazione italiana o anche la deliberata volontà di prestarsi a manovre reazionarie indusse talvolta le missioni alleate a collaborare con agenti monarchici (v. Franchi, Organizzazione) piuttosto che con esponenti dei C.L.[...]

[...]metà del 1944, solo una piccola percentuale delle missioni avevano iniziato a operare a fianco delle forze partigiane.

Dalla storia della Resistenza italiana emerge una casistica assai varia dei fenomeni legati all'attività delle missioni alleate. Per quanto il Comando generale del C.V.L. si preoccupasse di mantenere regolari contatti con gli organismi alleati e quindi esortasse le formazioni partigiane a collaborare il più possibile con gli ufficiali angloamericani, non mancava di impartire ordini precisi riguardo alle rispettive dipendenze gerarchiche e operative.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 337

Brano: [...](canadesi) e Sword (inglesi). Lo sbarco si svolse praticamente indisturbato, per l’assenza di difese marittime e aeree da parte dei tedeschi. Gli apprestamenti del Val

lo Atlantico, i campi minati e le altre opere di difesa causarono perdite relativamente scarse e, una volta neutralizzati i punti prescelti dalle forze di invasione, non svolsero alcuna funzione. Solo sulla spiaggia di Omaha, lunga 8 chilometri, gli attaccanti si trovarono in difficoltà, ma anche qui la resistenza tedesca venne liquidata nel corso della giornata. Alla sera del 6 giugno gli Alleati erano ormai saldamente attestati sulla costa del continente e cominciarono a procedere verso l’interno. L’operazione Overlord era riuscita: la più grandiosa operazione anfibia della storia era costata agli Alleati 2.500 morti, mille dei quali caduti a Omaha.

Il secondo fronte

I tedeschi tardarono a rendersi conto delle dimensioni del colipo subito e, per parecchie settimane, continuarono ad aspettare un altro sbarco al Passo di Calais. Solo dal

7 giugno essi cominciar[...]

[...]stenza ha superato tutte le nostre previsioni, è stata lei che. ritardando l’arrivo dei rinforzi tedeschi e impedendo il concentramento delle divisioni nemiche all'interno, ha assicurato il successo dei nostri sbarchi Senza le vostre truppe, del maquis, tutto sarebbe stato compromesso ». Con maggior precisione, Il generale te desco Ramcke, comandante la II Divisione di paracadutisti, dichiarerà: « Il 70% delle nostre perdite furono provocate dai F.F.I. »; e, per il suo settore, parla di 9.000 morti e 20.000 feriti.

Nondimeno gli Alleati non vollero inizialmente spingersi in profondità e si limitarono a estendere e a consolidare la testa dì ponte che avevano costituito. Soltanto il 25 luglio la 38 Armata corazzata americana, comandata dal generale Patton, sfondò in direzione di Avranches e, in agosto, altre unità dilagarono nel territorio francese in direzione del Reno, mentre in tutta la Francia iniziava l’insurrezione popolare. Il 25 agosto veniva liberata

Parigi e, il 31 dello stesso mese, Verdun. Il 3 settembre fu la volta di Bruxe[...]

[...]mbre, essi furono in grado di passare alla controffensiva nelle Ardenne (v.), per spezzare la linea delle forze di invasione. L’impresa, per quanto disperata, fu inizialmente coronata da successo; ma, ripresisi dai primi colpi, gli americani resistettero con caparbietà e, il 25 dicembre, l’offensiva tedesca era da considerarsi esaurita. Nondimeno i Comandi alleati rimasero fortemente scossi e,

il 6.1.1945, Churchill inviò a Stalin un appello affinché i sovietici scatenassero al più presto una loro offensiva contro i tedeschi: cosa che avvenne il giorno 12.

In seguito all’offensiva sovetica e alla conseguente invasione della Germania da parte dell’Armata RoS' sa, i tedeschi si orientarono a concentrare tutti i loro sforzi contro i russi, spalancando le porte agli angloamericani affinché questi si affrettassero a occupare la Germania. Sul Fronte occidentale i soldati tedeschi cominciarono ad arrendersi in massa e la popolazione della Germania si diede ad accogliere gli Alleati senza opporre la minima resistenza. Ciononostante gli americani attraversarono il Reno soltanto il 7 marzo e solo il

27 aprile si incontrarono con i sovietici sull’Elba. Tutto l’andamento della campagna dimostrò che, fino all’ultimo giorno di guerra, lo sforzo principale di frantumare gli esèrciti tedeschi e di piegare la Germania nazista rimase affidato alle armate sovietiche.

Bibliografia: B[...]

[...]ciarono ad arrendersi in massa e la popolazione della Germania si diede ad accogliere gli Alleati senza opporre la minima resistenza. Ciononostante gli americani attraversarono il Reno soltanto il 7 marzo e solo il

27 aprile si incontrarono con i sovietici sull’Elba. Tutto l’andamento della campagna dimostrò che, fino all’ultimo giorno di guerra, lo sforzo principale di frantumare gli esèrciti tedeschi e di piegare la Germania nazista rimase affidato alle armate sovietiche.

Bibliografia: B.H. Liddel Hart, Storia militare della seconda guerra mondiale, 1970; Winston Churchill, La seconda guerra mondiale, 1970; Corrielius Ryan, Il giorno più lungo, 1961; R.W. Thompson, DDay lo sbarco in Normandia, 1972; D. Eisenhower, Les opérations en Europe du corps expéditionnaire allié 1944/1945, 1947; Montgomery, Les opérations dans le nordouest de /’Europe 1944/1945, 1947; Helmut Heiber, Hitler stratega, 1966; Jacques Robichon, Le débarquement de Provence, 1962; Jacques Nobécourt, Il colpo di coda di Hitler, 1965; Albert Kesselring, Memorie di [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 375

Brano: Lippmann, Jean

amici, scherzài con un altro gruppo, poco discosto, poi entrai nel caffè.

Chiamavamo quel modesto locale " Caffè dei deportati Era di proprietà di un isolano, ma veniva frequentato solo da noi. Per una tacita convenzione, da mesi e mesi, gli agenti, il commissario, gli ufficiali andavano in un altro caffè poco discosto, ove noi non entravamo mai. E loro non entravano mai nel " nostro ". Trovai molti amici coi quali mi trattenni a conversare sui più svariati argomenti. Quando le 20,30 suonarono all’orologio del municipio, li salutai come tutte le sere: " Buonasera, amici. Sono un po’ stanco e non aspetto la ritirata. Vado a riposare. Arrivederci a domattina! ”.

Mi avviai piano verso casa. Quando fui vicino però, mutai rapidamente strada e per un’altra via mi recai al porto. Tutto taceva. Nessuna cosa appariva come fuori dall’ordinario. L’ombra della sera mi pr[...]

[...]erso la navicella misteriosa. Giunsi sotto di essa stanco ed affranto. I motori ormai tacevano spenti. Delle robuste braccia si sporsero fuori dal parapetto e mi trassero a bordo. Riconobbi subito Dolci, il caro amico! Vicino a lui distinsi un giovane alto, di cui intrawidi appena nell'oscurità la fisionomia, ma mi bastò per discernere i tratti energici di un uomo di mare. Era Italo Oxilia, un valoroso, esule all'estero da molti anni: era stato ufficiale nella marina di guerra ed era nel suo ambiente in quel genere di imprese. Un terzo amico apparve dalla saletta dei motori, piccolo, sorridente, preziosissimo collabora

tore, un francese: Paul Vonin, motorista.

— Sei tu solo? — Mi chiese subito Dolci — E gli altri dove sono?

— Sono giunto nel posto primo fra tutti. Ho atteso e non li ho visti. Verranno, verranno, non dubitate, — rispondevo. Il freddo della troppo lunga immersione mi faceva battere i denti. Parlavo a sbalzi, ansimando ancora per lo sforzo della lunga e veloce nuotata. Mi misero fra le labbra una fiaschetta di cogn[...]

[...]mento radicalsocialista, servendosi del suo studio organizzò la Resistenza. Sfuggito varie volte alla cattura da parte della polizia petainista e dell’Ovra fascista, nell’inverno 194344 si diede infine alla macchia, divenendo uno degli animatori del movimento clandestino e membro del Comando della II Regione nel maquis, comprendente la Provenza.

Partecipò all’incontro delle delegazioni partigiane delle formazioni « G. L. » del Cuneese e delle F.F.I. del Sudest della Francia, svoltosi a Barcelonnette (v.) il 22.5.1944. Nel corso della riunione Lippmann fu designato come ufficiale di collegamento francese presso le formazioni cuneesi. Il 30 maggio successivo egli fu infatti a fianco del comandante Max Juvenal, nell’incontro di Saretto che portò alla firma degli accordi.

Nel giugno 1944, quando le forze partigiane della valle dello Ubaye insorsero liberando la zona dai tedeschi (che scatenarono una dura controffensiva), Lippmann fu richiamato in Francia ed ebbe l’incarico di difendere la strada della Durance. Dopo aspri combattimenti nella regione di Beauvezer, mentre tentava di riorganizzare le fila partigiane fu sorpreso in una baita isolata con 5 compagni (fr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 425

Brano: [...]ere l’azione dei partigiani e dei patrioti combattenti. Ne entrarono a far parte Villon, Kriegel Valrimont (M.H.R.) e De Vogue (C.D.L.R.), due comunisti su tre.

A partire dal giugno 1944 le Forces francaises de l'Intérieur (v.) (comprendenti tutte le formazioni partigiane combattenti in Francia) vennero considerate truppe regolari dell'esercito francese e passarono agli ordini di De Gaulle. Nei giorni della Liberazione, gli effettivi delle

F.F.I. salirono a oltre 300.000 uomini e Eisenhower calcolò il loro apporto militare equivalente a quel

lo di 15 divisioni.

Dopo la liberazione di Parigi (25.

8.1944) i patrioti francesi liberarono con le sole loro forze metà del territorio nazionale, comprese città importanti come Poitiers, Tolosa, Montpellier, Limoges, ClermontFerrand. La seconda guerra mondiale costò ai francesi 688.000 morti, di cui

95.000 nella fase iniziale del conflitto in Francia (193940), 11.000 durante la campagna d’Africa, 7.000 in Italia e in Corsica, 25.000 nell’armata di De Gaulle, 400.000 combattenti della[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 47

Brano: [...]Rossi. A Sospel furono fucilati dai tedeschi il 22.8.1944: Antonio Bazoco, Oreste Fanti, Armando Ferrara, Pietro Gavini, Osvaldo Lorenzi, Luigi Martini, Michele Padino, Bruno Pistono, Alberto Quadretti, Mario Tirone. Tra i caduti nella zona si ricordano anche: Luigi Bertone (n. nel 1920), sottotenente di Artiglieria alpina, già comandante di un distaccamento della Brigata « Carlo Rosselli » in valle Stura, e Arrigo Guerci (n. a Cuneo nel 1920), ufficiale della stessa brigata, uccisi entrambi in combattimento presso SaintEtiennedeTinée il 2.9.1944; Pietro Bonardi. fucilato a Mentone T8.8.1944; Augusto Mugelli, organizzatore a Nizza degli F.T.P. e caduto durante la liberazione di Beausoleil, presso Monaco; Francesco Pause!li, combattente nei F.T.P. di Nizza e suicidatosi, per non cadere vivo nelle mani della polizia che assediava la sua casa, il 21.3.1943; Bruno Ratti, di 19 anni, combattente nei F.T.P., catturato e torturato dalla polizia, quindi fucilato a Nizza nel luglio 1943; Luigi Rosso, di Savona, catturato e seviziato nella caserma[...]

[...]ava la sua casa, il 21.3.1943; Bruno Ratti, di 19 anni, combattente nei F.T.P., catturato e torturato dalla polizia, quindi fucilato a Nizza nel luglio 1943; Luigi Rosso, di Savona, catturato e seviziato nella caserma di Antibes, morto sotto le torture il 29.7.1943; Giovanni Rovis, partigiano combattente, sergente nelle Forces Francaises de l'Intérieur (F.

F.I.), caduto in combattimento il 19.4.1944; Elena Vagliano, valorosa combattente nelle F.F.I., catturata e ferocemente torturata dai tedeschi, infine fucilata a Grasse il 15.8.1944; Salvatore Bono, Lino Cerruti, Sergio Franceschi, Giovanni Olivero, Mario Ribotti.

Il Battaglione « Haute Tinée »

Nell’agosto del 1944, poco dopo lo sbarco americano noto come operazione Anvil (v.), si costituì a Nizza la formazione partigiana denominata « Battaglione Haute Tinée » (poi inquadrata nelle forze regolari francesi col nome di Battaglione 21/XV) e formata esclusivamente da stranieri; in essa, su 1.200 volontari di 23 diverse nazionalità, gli italiani furono 450, tra cui 18 ufficiali. Al co[...]

[...]i, Giovanni Olivero, Mario Ribotti.

Il Battaglione « Haute Tinée »

Nell’agosto del 1944, poco dopo lo sbarco americano noto come operazione Anvil (v.), si costituì a Nizza la formazione partigiana denominata « Battaglione Haute Tinée » (poi inquadrata nelle forze regolari francesi col nome di Battaglione 21/XV) e formata esclusivamente da stranieri; in essa, su 1.200 volontari di 23 diverse nazionalità, gli italiani furono 450, tra cui 18 ufficiali. Al comando del maggiore Miklos Zoldhenly (Michel), già combattente antifranchista in Spagna, il battaglione prese parte durante otto mesi a tutte le più importanti azioni di quel fronte e verso la metà dell'aprile 1945, mentre nelle Alpi Marittime infuriavano violenti combattimenti, fu inviato all’attacco delle posizioni fortificate del passo di Barbacane, a quota 2.300. Fallito un primo tentativo (21.4), il giorno do

po un reparto comandato dall’aiutante Francesco Ulivi riuscì a sfondare la linea tedesca, aprendosi la strada verso l’Italia e congiungendosi con le formazioni partigia[...]

[...]uota 2.300. Fallito un primo tentativo (21.4), il giorno do

po un reparto comandato dall’aiutante Francesco Ulivi riuscì a sfondare la linea tedesca, aprendosi la strada verso l’Italia e congiungendosi con le formazioni partigiane piemontesi.

Il 18.5.1945,. in un Ordine del giorno rivolto ai soldati del 3o Reggimento francese, il colonnello Lelaquet ebbe parole di particolare elogio per i volontari del Battaglione 21 /XV: « Dopo i giorni difficili dell’azione clandestina e le dure prove della lotta aperta — diceva il messaggio — voi vivete oggi l’ebbrezza delirante del successo. Quasi soli, durante sei mesi, voi avete sbarrato al nemico l'accesso alle nostre valli delle Alpi Marittime. Fianco a fianco, cuore a cuore con i vostri compagni della I Divisione Francese Libera e del Battaglióne 21/XV voi avete strappato al nemico gli ultimi lembi del territorio nazionale. Voi avete aperto una breccia nel sistema fortificato nemico, conquistando le posizioni fortificate di Sespoui, occupando Laufern, mentre i vostri compagni del 21/XV str[...]

[...]esco alle installazioni militari italiane, le truppe alpine furo* no tra le prime a opporre tenace resistenza e a dar vita, sia sul territorio nazionale che all’estero, a formazioni partigiane. La Divisione « Alpi Graie », che era stata da poco rimpatriata dal Montenegro, nei giorni successivi all’8 settembre difese disperatamente la base navale di La Spezia da soverchianti forze tedesche, prima di esserne sopraffatta. Nella penisola balcanica, ufficiali e soldati della Divisione « Taurinense » costituirono una Brigata « Garibaldi » (v.) che combattè validamente, a fianco dell’esercito di liberazione jugoslavo, fino alla fine del 1944 (avendo 2.190 soldati uccisi, 793 feriti e 7.291 dispersi). In Francia, un gruppo di soldati e ufficiali della Divisione « Pusteria » e del 20° Gruppo sciatori passarono nelle file del maquis, costituendo un’unità autonoma che ui batté lungamente e con valore contro i tedeschi. Dalla Corsica, due battaglioni alpini furono tra;, «ertati dagli Alleati sul continente e, subito inquadrati nel Corpo Ital’ano di Liberazione (v.), dal maggi ) al settembre 1944 parteciparono alla liberazione dell’Abruzzo e delle Marche.

Alpron, Sergio

Giovanni Gabbia. N. a ferona il 24. 4.1910; fucilato a Savona il 31.3. 1944; rappresentante di commercio. Di famiglia ebrea perseguitata, residente a Sestri (Ge[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 144

Brano: [...]è comunque la ragione politica di questa immobilità, la perdurante nostalgia di Monaco che è all'origine della lunga stasi. Così la guerra, da una parte e dall'altra, è condotta con spirito cavalleresco, evitando ogni inutile offesa che possa far precipitare irreparabilmente le cose. Hitler dà ordine di risparmiare l'incrociatore francese ” Dunkerque ” più volte espostosi al tiro dei suoi sommergibili. Daladier, in cambio, insiste presso Londra affinché la RAF si astenga da incursioni aeree sulla Germania » {La seconda guerra mondiale, Roma, 1960).

Il premier britannico Winston Churchill confermerà, in relazione alla situazione creatasi con la Phony war (guerra finita): « Ci limitammo quindi al lancio di opuscoli di propaganda per risvegliare nei tedeschi più elevati concetti morali ».

All’alba del 10 maggio l’esercito tedesco sferrò un poderoso attacco su tutto il fronte; un’intera armata, guidata da von Bock, invase il Belgio, l’Olanda e il Lussemburgo aggirando la linea difensiva Maginot. La Francia capitolò il 22 giugno. L’Ingh[...]

[...]o all’interno dell’altopiano: tre salenti fino alla cresta, le altre striscianti lungo il fondo delle gole. Per penetrare aH’interno di questa fortezza naturale era necessario prendere una di quelle vie tortuose, scavate nella roccia e ben controllabili da chi stava a monte. L’altopiano, occupato da 3.000 partigiani divisi in due zone, era stato attrezzato con magazzini, ospedali, parchi automobilistici, munito di reti telefoniche e, seppure insufficientemente, rifornito di armi dall’aviazione alleata. Le unità partigiane erano rafforzate da un distaccamento senegalese e da un commando di paracadutisti americani, ma del tutto prive di artiglieria.

I tedeschi, che si sentivano continuamente minacciati nei loro movimenti da quel focolaio di resistenza, dopo infruttuosi tentativi decisero di liquidarlo e vi riuscirono ricorrendo a un astuto e poderoso attacco dall’aria. In poche ore caddero sul Vercors, uccisi dalle S.S., centinaia di partigiani, fra cui numerosi italiani.

Racconta Robert Aron: « Il mattino del 21 luglio [1944] i lavo[...]

[...]vo da Algeri, vedono planare sulle loro teste una quarantina di alianti trascinati da aerei. Gli apparecchi scendono da sud, arrivano dunque, si pensa, dall'Algeria; ci si accorgerà presto che questo orientamento favorevole non è che un'astuzia del nemico.

Sul campo regna la gioia. Le mitragliatrici che assicurano la difesa tacciono. Degli evviva si levano al cielo. Le mani si alzano per salutare i rinforzi lungamente attesi. Ma bruscamente i F.F.I. sono disingannati, vedono i 40 alianti cessare le loro evoluzioni per piombare su di loro verticalmente. Le mitragliatrici crepitano, ma è troppo tardi. Un aliante colpito in volo si schiaccia al suolo con un fracasso spaventoso. Ma il resto della squadriglia atterra normalmente, dei soldati saltano frettolosamente dagli api parecchi, in alcuni erano in dieci, in altri venticinque o trenta. In totale sono 500 uomini in uniforme delle S.S. che si buttano a terra, si disperdono rapidamente secondo un piano prestabilito e occupano il

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 100

Brano: [...]tto Dal mastro. Tali contatti e le trattative che permisero di superare le comprensibili animosità dei francesi (dovute al vile attacco fascista del giugno 1940, quando la Francia era prostrata dai colpi germanici), sfociarono

il 22.5.1944 nel convegno di Barcelonnette (v.). La delegazione italiana, guidata da Duccio Galimberti, delegato del C.L.N. regionale piemontese, era composta da Dalmastro, Luigi Ventre, Giorgio Bocca e Costanzo Picco (ufficiale di collegamento delle bande cuneesi presso i maquisards). Le conversazioni si svolsero con una delegazione francese capeggiata dal comandante del SudEst delle F.F.I. (Forces Frangaises de l’Intérieur) Lecuyer e sfociarono in un accordo di massima per là collaborazione politicomilitare tra i due fronti. Furono così gettate le basi del patto che venne poi sottoscritto il 30 maggio successivo a Saretto, in valle Maira, tra una delegazione di partigiani con alla testa Dante Livio Bianco in veste di delegato del C.L.N.R.P.

e del Comitato militare regionale piemontese, e una delegazione di dirigenti della Resistenza francese guidati da Max Juvenal, comandante della II Regione.

Gli accordi di Saretto, divisi in un protocollo politico e in uno militare, ric[...]

[...]ontro le forze della reazione », considerata come fase preliminare per instaurare le libertà democratiche e la giustizia sociale, in una libera comunità europea. Il protocollo politico affermava inoltre che la forma istituzionale migliore per ambedue i Paesi era quella repubblicana. L’accordo militare prevedeva invece forme di reciproco appoggio sui due versanti alpini contro i nazifascisti, scambio di informazioni e collegamenti permanenti (un ufficiale di collegamento francese fu infatti designato presso le bande italiane, mentre un italiano venne accreditato presso il Comando francese).

Il C.L.N.A.I. ratificò le intese, facendo però una riserva per quanto riguardava l’accenno alla questione istituzionale e invitando i firmatari piemontesi a toglierla dal testo: cosa che essi promisero, ma non fecero.

Gli accordi di quel settore nordoccidentale dello scacchiere partigiano, se ebbero un evidente significato di principio e di specifica presa di posizione nel merito delle prospettive generali dei due paesi dopo la fine del conflitto[...]

[...] nel

1940.

Le mire di De Gaulle si appuntavano in particolare sulla Valdaosta, che egli meditava di annettere alla Francia. Con tale obiettivo erano stati infiltrati nell’Aostano agenti incaricati di far leva sulle rivendicazioni « autonomistiche » locali, trasformandole in appelli e pressioni annessioniste a favore della nazione vicina. L’ambigua tattica di alcune frange politiche del movimento « autonomista » valdostano, non aliene dall’affidarsi a espedienti ricattatori e a tresche per ottenere il massimo riconoscimento (taluni giunsero a chiedere l’attribuzione di sovranità a uno « Stato valdostano »), favoriva le manovre golliste, rendendo quanto mai improbo un rapporto proficuo tra contingenti francesi e formazioni valdostane (comprese quelle permeate di ideali « autonomistici » come le bande « Emile Chanoux », ispirate a un nazionalismo locale). v Sin dal primo momento lo stato maggiore gollista del settore contiguo avanzò la pretesa di ridurre ogni rapporto a un puro fatto di dipendenza militare, ingiungendo al

lo stesso[...]

[...]alismo locale). v Sin dal primo momento lo stato maggiore gollista del settore contiguo avanzò la pretesa di ridurre ogni rapporto a un puro fatto di dipendenza militare, ingiungendo al

lo stesso comandante valdostano Arnaud, designato dal C.L.N., di sottostare alle sue direttive. Il C.L.N. R.P. reagì con vigore all’imposizione e altrettanto fece il Comando valdostano, nonostante gli intrighi gollisti orditi nelle file delle formazioni e le difficoltà di chiarire i nodi dei problemi della zona. Anche qui la situazione era esasperata dalle ventennali malefatte del regime fascista, il cui risultato più evidente era stato di creare negli animi delle popolazioni profonda irritazione lasciando spazio al discorso di una « sovranità statale » valdostana (ipotesi alimentata in particolare dal clero più reazionario, sotto il magistero del vescovo di Aosta, monsignor Stevenin), come pure alle più consistenti ipotesi di quei gruppi che si dicevano disposti a trattare indifferentemente con l’Italia o con la Francia il baratto di una « autonomia »[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 95

Brano: [...]o (alto Novarese). Qui, nominato dapprima comandante della 4a Banda e poi della 85a Brigata Garibaldi « Vaigrande Martiri », partecipò alle più importanti battaglie per la liberazione dell’Ossola. Nelle fasi successive della lotta si trasferì in Valtravaglia e, con un reparto di ex prigionieri di guerra georgiani, operò vari colpi di mano contro i nazifascisti a Vergobbio, a Brusimpiano e nei dintorni di Varese, dove fra l'altro catturò un alto ufficiale tedesco e la sua scorta.

Nel dicembre 1944, su disposizioni del Comando militare della Valsesia, ripassò il Ticino per assumere le funzioni di vicecomandante della

Il Divisione Garibaldi « Redi ». Organizzò e partecipò personalmente alle azioni più impegnative di questa unità, quali la protezione del lancio aereo sul campo nevoso di « Quarna sopra », l’antisabotaggio della galleria del Sempione e delle centrali idroelettriche della vai d’Ossola, impresa quest’ultima che richiamò l’attenzione e il riconoscimento anche del Comando alleato. Mario Di Leila, che ha un fratello grande in[...]

[...]m. a Roma il 14.3.1967; funzionario di partito.

Iscritto dal 1919 alla Federazione giovanile socialista, aderì al Partito comunista sin dalla fondazione. Segretario della Federazione giovanile comunista di Messina e poi della Federazione provinciale del partito, nel 1926 fu arrestato in seguito alle leggi eccezionali. Proces

sato dopo 18 mesi di detenzione preventiva assieme a molti altri comunisti di Calabria e Sicilia, fu assolto per insufficienza di prove. Assegnato al confino, vi contrasse una grave malattia, delle cui conseguenzfe avrebbe risentito per tutta la vita.

Liberato dopo 4 anni, si stabilì a Roma ove prese a occuparsi attivamente dell'organizzazione clandestina del suo partito, finché nel

1941 fu nuovamente arrestato e deferito al Tribunale speciale sotto l’accusa di aver svolto propaganda contro la guerra.

Liberato dopo il 25.7.1943 con la caduta del regime, nei giorni delI’8 settembre prese parte alla difesa di Roma, combattendo alla battaglia di Porta San Paolo.

Dopo la liberazione della Capitale tornò[...]

[...]ndo alla battaglia di Porta San Paolo.

Dopo la liberazione della Capitale tornò in Sicilia con compiti di riorganizzatore delle file comuniste nella regione. Rientrato a Roma nel 1947, occupò posti di responsabilità nell’apparato del suo partito.

Di Loreto, Aldo

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. N. a Barrea (L’Aquila) nel 1910, ivi fucilato il 12.11.1943; laureato in medicina.

Volontario in Africa Orientale e in seguito ufficiale medico all’aeroporto di Centocelle, T8.9.1943 si trovava a casa, in licenza di convalescenza. Prese parte fin daN’inizio alla Guerra di liberazione, organizzando nella sua provincia una banda armata. Catturato nel corso di un’azione, fu condannato a morte e fucilato.

« Ufficiale medico di alto valore professionale e di brillanti doti militari — dice la motivazione della m. d’o. — organizzava dopo l’armistizio una banda armata che, nelle montagne abruzzesi, esplicò continua azione di sabotaggio, interrompendo collegamenti telefonici tra batterie antiaeree tedesche, effettuando sbarramenti stradali, distruggendo teleferiche adibite al trasporto di munizioni in montagna, aiutando i prigionieri alleati a passare le linee. Catturato da una pattuglia tedesca veniva, dopo sommario processo, condannato a morte. Calmo e sereno rifiutava con fiero stoicismo di essere bend[...]

[...]co

Medaglia doro al valor militare alla memoria. N. a Capitignano (L’Aquila) l’11.4.1928, caduto a Muhlacker (Germania) l’11.4.1945; studente.

Dopo I '8.9.1943 non esitò ad abban

donare gli studi (frequentava il liceo Leonardo da Vinci a Roma) per combattere il nazifascismo. Partigiano combattente nelle file della Resistenza, alla liberazione della Capitale raggiunse la Francia e si unì ai reparti delle Forces FranQaises de l’Intérieur (F.F.I.) ove si distinse per capacità militare e per coraggio.

Cadde in combattimento, il giorno stesso del suo diciassettesimo compleanno. Già decorato della Croce di guerra con stella e della Croce di guerra con palme, gli è stata conferita dal Presidente della Repubblica francese la più alta decorazione al valor militare alla memoria.

« Nel corso della battaglia di Muhlacker [...] in un accanito scontro contro forze nemiche — dice la motivazione della m. d’o. — forniva ripetute prove di capacità e coraggio tenendosi fermo al suo posto incurante deM’intenso fuoco, reagiva con la propria arma [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine F.F.I., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---italiano <---Bibliografia <---fascista <---C.L.N. <---comunista <---fascismo <---fascisti <---italiana <---italiani <---nazifascisti <---socialista <---G.L. <---italiane <---C.L.N.A.I. <---C.V.L. <---Dante Livio Bianco <---Il C <---Il C L <---Luigi Ventre <---Max Juvenal <---Partito comunista <---Storia <---U.R.S.S. <---comunisti <---nazista <---paracadutisti <---Africa del Nord <---Alberto Quadretti <---Alla sera <---Alpi Graie <---André Le Troquer <---Armata del Reno <---Azienda Tranviaria Milanese <---B.H. <---Baracche di Castiglione <---Basilio Rossi <---Battaglione Haute <---Battaglione Haute Tinée <---Belvedere in Val <---Belvedere in Val Vésu <---Blida a Bari <---Bruno Pistono <---Buzy-Debat <---C.A.M. <---C.D.L.R. <---C.L.N.R.P. <---C.N.R. <---C.N.T. <---C.R.E.M. <---Città di Milano <---Col de Larche <---Colle del Sautron <---Comando in Italia <---Comune N <---Comune di Parigi <---Costa Azzurra <---Crociata in Europa <---De Gaulle da Londra <---De Lattre de Tassi <---Diritto <---Divisione Francese Libera <---Domenico Or <---Dulles a Parri <---Emile Chanoux <---Esercito di liberazione nazionale <---F.D. <---F.F.L <---F.F.L. <---F.I. <---F.I.R. <---F.T.P. <---Ferrovieri nella Resistenza <---Ferruccio Parri <---Forza F <---Fran-Qaises <---Francesco Pause <---Francesco Pesce <---Francesco Ulivi <---Francia Costanzo Picco <---Francisco Ascaso <---Gabriel Péri <---Gaston Tessier <---Georges Bidault <---Gerry Holdsworth <---Giovanni Olivero <---Giovanni Rovis <---Governo Clandestino <---Gufo-Spera <---I Divisione Alpina <---I Divisione Francese <---Il C N <---Il C V <---Il P <---Il P C <---Il P C F <---Il generale De Gaulle <---Il mattino <---Il nome <---Italia Jean Lippmann <---Italia Libera <---Jacques Robichon <---Jean Grande <---Jean Lippmann <---Jean-Pierre <---Jones da Lugano <---Kriegel Valrimont <---La Crociata <---La Spezia <---La guardia <---La lotta <---Le F <---Le F F <---Le mani <---Lecomte-Boinet <---Leonardo da Vinci <---Linea Gotica <---Linea Sigfrido <---Lino Cerruti <---Lionel de Marmier <---Lugano Alberto Damiani <---Luigi Rosso <---M.H.R. <---Marc Rucart <---Marie Pierre Koenig <---Marina di Roma <---Mario Tirone <---Maurice Lecuyer <---Max Ju <---Mc-Caffery <---Medicina <---Mentone T <---Nino Nannetti <---Normandie-Niemen <---O.C.M. <---O.S.S. <---Osvaldo Lorenzi <---P.C.F. <---Passo di Barbacane <---Passo di Calais <---Paul Vonin <---Piano verde <---Pietro Bonardi <---Pisa-Rimini <---Porta San Paolo <---R.P. <---R.W. <---RAF <---Regione dei Movimenti Uniti <---Resistenza in Francia <---Résistance Unie <---S.O.E. <---S.S. <---San Marco <---San Paolo <---Secchio di Villa Minozzo <---Silvio Bonfante <---Storia militare <---Sud-Est <---Tancredi Galimberti <---Tribunale di Messina <---U.P.I. <---Vaigrande Martiri <---Vinci a Roma <---William Eddy <---Winston Churchill <---altipiano <---altopiano <---annessioniste <---antifascista <---antifascisti <---antifranchista <---attesisti <---autonomista <---collaborazionismo <---comuniste <---dell'Hotel <---dell'Ubaye <---eroismo <---falangisti <---fasciste <---francoitaliana <---fuochista <---gappista <---georgiani <---giane <---gollista <---golliste <---gollisti <---guardiani <---iano <---motorista <---nazifascismo <---nazionalismo <---nazismo <---naziste <---nazisti <---nell'Italia <---reggiane <---scetticismo <---siciliane <---stoicismo <---tainista