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Il segmento testuale Ezio Riboldi è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 819

Brano: [...]ero a sindaco Enrico Faré.

Dopo il Congresso di Livorno, il Ferrari (con Geremia Manzoni, Adamo Zappa, Carlo Bracesco, i fratelli Gaetano e Bernardo Colombo, Enrico Verderio, Aldo Pizzelli, i fratelli Giuseppe e Guelfo Astesani) diede vita alla locale sezione del Partito comunista d’Italia.

Tra le personalità socialiste più in vista di quel periodo si ricordano, oltre ai riformisti Reina, Ghianda e Rovelli, i massimalisti Isnardo Crippa ed Ezio Riboldi, già sindaco di Monza nel 1916, un avvocato noto anche in campo nazionale per una sua polemica con Filippo Turati. Delegato a Mosca per partecipare (con Fabrizio Maffi e Costantino Lazzari) al III Congresso dell’Internazionale Comunista (giugno 1921), nel 1925 Ezio Riboldi, già eletto l’anno prima deputato, sarà tra i « terzinternazionalisti » che passeranno nel P.C.I.. Nel 1924 avevano aderito al nuovo partito i monzesi Figini (che era stato sindaco di Muggiò dal 1919 al 1922), Giannetta, Villa, Trivulzio, Fumagalli, Castoldi, Sanvito, Carobbioli, Arosio.

L'attacco fascista

Le squadracce fasciste, che già nel

1921 avevano fatto la loro comparsa a Muggiò (1 morto e 3 feriti) e a Seregno (9 feriti), sul finire del 1922 cominciarono a imperversare anche a Monza. Una sera un gruppo di dieci fascisti assalì a colpi di manganello Amedeo Ferrari mentre rinca[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 464

Brano: [...]ività « sovversive » nel 1889 e nel 1898, per sottrarsi al carcere espatriò in Svizzera, dove esercitò la professione medica, acquisendo grande esperienza e notorietà come tisiologo. Rientrato poi in Italia, fu eletto deputato del P.S.I. nel 1913 e rieletto nelle successive legislature fino al 1924.

Il « pellegrino di Mosca »

Nel gennaio 1921, al Congresso socialista di Livorno (v.), Maffi fu designato a comporre (con Costantino Lazzari ed Ezio Riboldi) la delegazione del P.S.I. inviata a Mosca per reclamare il diritto di far parte dell’Internazionale Comunista (missione che valse ai tre rappresentanti socialisti l’appellativo di «pellegrini di Mosca»). Senonchó il Congresso dell’Internazionale ribadì le precedenti posizioni, votando una risoluzione che poneva come condizione l’espulsione dell’ala riformista dal P.S.I. e auspicava la fusione del Partito socialista con il Partito comunista italiano recentemente costituito. Al loro rientro in Italia, i « tre pellegrini » sostennero con impegno le tesi dell'Internazionale pubblicando su\V Avan[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 669

Brano: [...]o, aveva dato luogo ad alcune contestazioni e approvato a maggioranza le tesi terzinternazionaliste.

L’espulsione dal P.S.I.

Il 15.5.1923, in pieno contrasto con le direttive della Direzione socialista, iniziarono le pubblicazioni della rivista terzinternazionalista Pagine rosse (v.), redatta da un comitato composto da Giacinto Menotti Serrati (che sarebbe stato scarcerato il 5 giugno), Francesco Buffoni, Fabrizio Maffi, Mario Malatesta ed Ezio Riboldi. In seguito a ciò, nei primi giorni di agosto la Direzione del P.S.I. dichiarava, « in virtù dei poteri conferiti dal Congresso di Milano 1921 », fuori dal partito i membri del Comitato di redazione della rivista, affermando che il provvedimento sarebbe stato esteso a quanti, sezioni o singoli compagni, avessero svolto azione di solidarietà con gli espulsi.

Tale presa di posizione, che ne escludeva dal partito i maggiori esponenti, mutò le prospettive della frazione terzinternazionalista che, cessando praticamente di essere una corrente di lotta interna, per

669



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 668

Brano: [...]Partito) ed entrata a far parte, nel 1924, del P.C.d’I. (v. Comunista Italiano, Partito).

Origini

La frazione terzinternazionalista (detta polemicamente “terzina”) del P.S.I. sorse quale conseguenza dell’esito del XVIII Congresso nazionale del partito, svoltosi a Mila

no nelle giornate dal 10 al 15.10.

1921.

L’assise socialista era stata preceduta dal viaggio nell’Unione Sovietica di Costantino Lazzari (v.), Fabrizio Maffi (v.) ed Ezio Riboldi (v.), i « pellegrini di Mosca », latori al

III Congresso dell'Internazionale Comunista (Mosca, giugnoluglio 1921) del ricorso del P.S.I. contro la propria esclusione dall'Internazionale stessa. Il congresso moscovita aveva votato una risoluzione che riconfermava i “21 punti” (v. Internazionale, Terza), la cui accettazione era ritenuta indispensabile per l'ammissione di qualsiasi partito all’Internazionale, e aveva, quale corollario, richiesto la fusione tra il P.S.I. e il P.C.d’I. recentemente costituito.

I tre rappresentanti del P.S.I. che, giunti a Mosca il 26 giugno, erano stati acco[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 244

Brano: [...]mporre la lacerante scissione di Livorno fondendosi con i comunisti, ma una frazione di minoranza detta dei « terzini » (v. Internazionalista, Frazione) continuava a spingere in tale direzione e, per sostenere pubblicamente la propria linea, aveva dato vita al quindicinale Pagine Rosse (v.). Tra i promotori di questa iniziativa, oltre al leader Giacinto Menotti Serrati (v.), erano Francesco Buffoni (v.), Mario Mal atesta, Girolamo Li Causi (v.), Ezio Riboldi (v.) e altri.

In tale situazione, comunisti e “terzini” si accordarono per condurre una comune azione nei confronti della maggioranza massimalista del P.S.I., anche in vista delle elezioni politiche previste per l'aprile 1924, che sarebbero state particolarmente difficili per l'entrata in vigore della nuova legge elettorale maggioritaria fascista. Fu così che, su proposta congiunta dei comunisti (rappresentati a Mosca da Antonio Gramsci) e dei “terzini”, il Comitato esecutivo allargato della Terza Internazionale decise di far pubblicare in Italia un nuovo quotidiano, gestito in comune da e[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 789

Brano: [...]atura militare, aggiungendo alla già manifesta illegalità una ulteriore violazione dei diritti degli imputati: non solo questi non conoscevano ancora i motivi specifici per cui erano perseguiti e non potevano quindi difendersi, ma venivano in tal modo sottoposti ai rigori di una nuova legge, inesistente al momento del loro arresto. Intanto ai primi 7 carcerati erano venuti ad aggiungersi altri 12 arrestati, tra cui Luigi Alfani, Antonio Gramsci, Ezio Riboldi, Luigi Salvatori e Orfeo Zamboni, tutti deputati comunisti che erano stati già inviati in novenv bre al confino.

La montatura

Passata in mano al Tribunale militare di Milano, la faccenda si aggravò ulteriormente. L’avvocato militare ricevette dal ministero degli Interni un rapporto « riservato » che praticamente gli ingiungeva di calcare la mano perché « l'attività e il programma del partito comunista sono sempre stati penalmente perseguibili », quindi gli imputati andavano trattati con il massimo rigore.

Vanamente Terracini, in un suo me

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 820

Brano: [...]na manifestazione e rilasciato qualche giorno dopo.

Gli anni della dittatura

Nel novembre 1926, in seguito al presunto attentato contro Mussolini a Bologna, i fascisti si scatenarono anche a Monza contro i superstiti oppositori.

Bracesco, Val verde e i fratelli Colombo furono selvaggiamente percossi e infine costretti ad attraversare la città con un cartello al collo su cui stava scritto: « Siamo noi che vogliamo la morte del Duce ».

Ezio Riboldi, coinvolto nel famoso « processone » ai membri del Comitato centrale del P.C.I., il 4.6.1928 sarà condannato a oltre 17 anni di carcere.

Nel luglio 1927 Amedeo Ferrari venne di nuovo arrestato a Milano e deferito al Tribunale speciale che, il 25.10.1928, lo condannò a 2 anni di reclusione per « aver partecipato a riunioni indette per riorganizzare il Partito nella Brianza ». Nello stesso processo vennero condannati altri 12 antifascisti brianzoli [Enrico Riboldi, Giuseppe Giuliani, Enrico Verderio, Arturo Zappa, Car

lo Crippa, Cesare Levati, Augusto Nobili, Celeste Villa, Felice Seregni[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Ezio Riboldi, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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