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Il segmento testuale Eugenio Reale è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 31Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 17

Brano: [...] tuttavia a seguire l’organizzazione napoletana. Tramite il siciliano Nicola Potenza e soprattutto dopo i viaggi a Parigi compiuti da due giovani intellettuali napoletani (Emilio Sereni e Manlio Rossi Dori a) i con

Giorgio Amendola (a sinistra) davanti alla libreria Detcken & Rochall di Napoli (1929)

tatti poterono essere ripresi.

Dal 1929 si ebbe una fase di riorganizzazione che, sotto la guida di Sereni, Rossi Doria, Giorgio Amendola, Eugenio Reale, Luigi Russo, Giorgio Quadro, Mazzeìla, Gennaro Rippa, portò a costituire 12 cellule di officina. Nell’aprile 1931 Amendola, che aveva assunto la guida della Federazione dopo l’arresto di Sereni e Rossi Doria, lasciò Napoli e l’Italia per partecipare al IV Congresso del Partito, svoltosi a Colonia (rientrato clandestinamente in Italia nel 1932, sarà arrestato a Milano e confinato a Ponza). Nel luglio, una nuova ondata di arresti (che colpì, tra gli altri, Eugenio Reale) pose fine alla ripresa del movimento.

Nel 1932 il Comitato federale della Federazione comunista napoletana risultava comp[...]

[...]so, Giorgio Quadro, Mazzeìla, Gennaro Rippa, portò a costituire 12 cellule di officina. Nell’aprile 1931 Amendola, che aveva assunto la guida della Federazione dopo l’arresto di Sereni e Rossi Doria, lasciò Napoli e l’Italia per partecipare al IV Congresso del Partito, svoltosi a Colonia (rientrato clandestinamente in Italia nel 1932, sarà arrestato a Milano e confinato a Ponza). Nel luglio, una nuova ondata di arresti (che colpì, tra gli altri, Eugenio Reale) pose fine alla ripresa del movimento.

Nel 1932 il Comitato federale della Federazione comunista napoletana risultava composto da 4 intellettuali che coordinavano il lavoro di 2024 persone, con scarsi rapporti tra gli operai. Uscito dal carcere nel 1934, Eugenio Reale riprese le fila dell’organizzazione e, nel giro di pochi mesi, riuscì a rimetterla in piedi fino a coinvolgere circa 200 militanti. Egli venne tuttavia criticato per le sue tendenze centralizzatrici, mentre si andavano affermando alla base forme di lotta giudicate, da qualche funzionario del Partito, « estremistiche » (fu tra l’altro progettata, all'inizio del 1936, l’occupazione della stazione radio, poi non tentata per il divieto posto dallo stesso Reale). Durante quattro anni, dal 1934 al

1938, l’attività clandestina dei comunisti napoletani fu comunque continua, soprattutto incentrata [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 247

Brano: [...]a vietato, con la motivazione che la città era troppo vicina alla linea del fronte. Il C.L.N. di Napoli, che era stato incaricato delTorganizzazìone del congresso, elevò una vibrata protesta contro quel divieto, indirizzandola, oltreché alle autorità locali, al presidente Roosevelt, aal primo ministro Churchill e al maresciallo Stalin. Il messaggio di protesta portava le firme di Benedetto Òroce, Adolfo Omodeo, Francesco Cera bona, Lelio Porzio, Eugenio Reale, Angelico tenuti, G. Fer mari elio e R. Santoro. In seguito a tale passo le autorità alleate si accordarono con il C.L.N. di Napoli per autorizzare il congresso in altro luogo e precisamente a Bari, per il 28.1.1944. Venne immediatamente costituito un ufficio di segreteria del congresso di Bari, composto da Michele Cifarelli, Gaetano Generali, Giuseppe Bartolo, Girolamo Lapriora, Domenico De Léonardis. La diffidenza delle autorità militari alleate e la sorda ostilità di quelle italiane del governo Badoglio portarono a severe limitazioni: i delegati non potevano essere più di 90, uno per ognun[...]

[...]socialisti, per mettere al corrente gli altri partiti del contenuto del messaggio, aderirono soltanto i comunisti e gli azionisti; democristiani e liberali non si fecero vivi e il perché apparve subito chiaro: essi non potevano sconfessare i loro amici romani, ma rifiutavano al tempo stesso di impegnarsi per una condotta comune al congresso. Si costituì così, naturalmente, un’alleanza a tre. I comunisti, che erano rappresentati da Velio Spano ed Eugenio Reale, presero conoscenza solo allora del patto di unità d’azione che era stato firmato a Roma tra P.C.I. e P.S.I. nell’agosto 1943.

A chi arrivava a Napoli dal clima infuocato della capitale, ove all’ordine del giorno si ponevano tanto gli attentati contro i nazifascisti quanto le feroci rappresaglie contro i patrioti, sarebbe riuscito difficile spiegarsi la situazione esistente nel Sud senza approfondirne le cause determinanti. A Napoli e nel Mezzogiorno la D.C. aveva poco in comune con gli esponenti che facevano parte del C.L.N. nel Nord occupato, e perfino con quelli di Roma dove, nei riguar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 51

Brano: [...]ifascista sin dalla gioventù, liberale di sinistra nel 1924, membro dell’Unione Democratica, fu tra i giovani più combattivi nel periodo aventiniano; partecipò alla lotta politica e collaborò a II Mondo; accompagnando il padre, fu più volte aggredito con lui dai fascisti. Iscrittosi nel 1926 all’Università di Napoli, prese contatto con un gruppo di studenti antifascisti già orientati verso il Partito comunista (tra gli altri, Manlio Rossi Doria, Eugenio Reale ed Emilio Sereni). Attraverso una tormentata crisi di coscienza e un serio esame autocritico ebbe inizio il suo avvicinamento al Partito comunista, al quale aderì nel 1929. Espatriato clandestinamente nell'aprile 1931, per partecipare al IV Congresso comunista a Colonia, da quel momento fu in prima linea nell’azione contro il fascismo. In quello stesso anno, rientrato clandestinamente in Italia, prese contatto, oltreché con i gruppi comunisti, con Rodolfo Morandi, Lelio Basso, Mario Andreis, Aldo Garosci e con altri esponenti del Partito socialista e del movimento di « Giustizia e Libertà ». [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 356

Brano: [...]er i lager nazisti di Norderney nell’isola di Aurigny nella Manica (giugno 1944) e di Dachau.

Gli italiani

Fra gli internati del Vernet furono molti dirigenti politici di primo piano, da Luigi Longo a Fausto Nitti, da Franz Dahlem a Francisco Anton, 8 deputati del Reichstag, ufficiali deM’esercito spagnolo, artisti, intellettuali e personalità dell’antifascismo internazionale. Fra gli italiani, oltre ai già citati, furono Giuliano Pajetta, Eugenio Reale, Francesco Leone, Felice Platone, Leo Valiani, Mario Montagnana.

E ancora: Mario Bordoni, Antonio Carini, Giovanni Cotti, Costanzo Cecchin, Oberdan Chiesa, Roberto Gherardi, Venerio Guerzoni, Vittorio Ghini, Mario Foschi ani, Pietro Lari, Ismene Manea, Sisinio Mocci, Vasco Mattioli, Oddi no Montanari, Luigi Per uzzi, Quinto Pietroboni, Guido Partei i, Manlio Silvestri, Alessandro Sinigaglia, Dino Sintoni, Orlando Storal, Bruno Tosarelli, Marino Zanella, Mario Agazzi, Aldo Aguzzi, Giuseppe Alberganti, Pietro Azzola, Wettner Azzoni, Rinaldo Bandinelli, Gerolamo Bartesaghì, Attilio Bassi, Eug[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 248

Brano: Unità, L’

L’edizione meridionale

Oltre alle due edizioni clandestine dellUnità” di Milano e Roma, dopo T8.9.1943 fu stampata a Napoli una “edizione meridionale” che, nei primi mesi, fu molto simile a quelle della Capitale e del Nord. Essa venne curata da Eugenio Reale (v.) e da Velio Spano e, quantunque uscisse nell’Italia del Sud ormai liberata dai tedeschi, era illegale in quanto le Autorità militari alleate (v. A.M.G.O.T.) non concedevano l’autorizzazione a pubblicare giornali che fossero organi di partito.

Il primo numero deH’“Unità” napoletana, con un formato di cm 35x24, in 4 pagine e con una tiratura di sole 500 copie, uscì nel dicembre 1943. Di questa edizione, con periodicità settimanale, furono pubblicati 16 numeri fino al 26.3.1944. Da tale data, con l’arrivo di Togliatti e la “svolta” di Salerno, le cose cambiarono e finalmente, dopo 17 anni[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 84

Brano: [...]ondannati dal Tribunale speciale. Fu questo il caso di Giorgio Amendola, Antonio Cicalini, Arturo Colombi, Edoardo D’Onofrio, Giuseppe Dozza, Celso Ghini, Davide e Ferdinando Maggioni, Rita Montagnana, Agostino Novella, Gian Carlo e Giuliano Pajetta, Giordano Pratolongo, Battista Santhià, Pietro Secchia, Emilio Sereni, Velio Spano. Vi si aggiunsero, più tardi: Gaetano Chiarini, Domenico Ciuf oli, Luigi Frausin, Armando Fedeli, Enrico Calligaris, Eugenio Reale, Leo Valiani e numerosi altri.

I dirigenti e i quadri comunisti all’estero non facevano ia vita della comune emigrazione. Essendo la loro attività protesa prevalentemente verso l'Italia, per sfuggire alle ricerche della polizia essi erano costretti a una rigida osservanza delle norme cospirative, a una vita appartata e clandestina anche all’estero. Tale sistema, se aveva i suoi inconvenienti, rendeva assai più difficile ai servizi di informazione fascisti scoprire le sedi, i recapiti, gli uffici e le abitazioni dei dirigenti comunisti. Difatti soltanto due o tre sorprese, nel corso di 12 a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 638

Brano: [...]vano per lo più un orientamento estremista e settario. A Napoli i comunisti dell’organizzazione clandestina locale, insieme ad altri compagni liberati dalle carceri e dal confino dopo il 25 luglio, non mancarono tuttavia di partecipare attivamente, alla testa della popolazione in armi, a quella rivolta « spontanea » che si tradusse nelle quattro epiche giornate di lotta contro i tedeschi.

Nell’ottobre 1943 giunse a Napoli Velio Spano che, con Eugenio Reale, si mise alla testa della riorganizzazione del P.C.L, lavoro che non poteva compiersi in un giorno. Alla fine di gennaio del 1944, al momento del Congresso di Bari (v.) dei C.L.N., le organizzazioni comuniste dell’Italia meridionale erano ancora assai deboli e su posizioni settarie: a Catania, per esempio, gruppi di comunisti non esitavano a sostenere che il nemico principale delle popolazioni liberate era l’esercito inglese, e che contro di esso occorreva rivolgere la lotta per impedire che gli inglesi arrivassero a occupare la Germania prima dei russi (« Impedire a tutti i costi l’apertura [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 639

Brano: [...]i 3031 marzo, parteciparono al completo il Comitato provinciale di Napoli e le delegazioni: della Sicilia, con alla testa Umberto Fiore; della Calabria, diretta da Luigi Gullo; delle Puglie, con Luigi Allegato, Antonio Di Donato, Giuseppe La Torre e Raffaele Pastore; della Lucania, con

Michele Mancino. L’assemblea nominò una nuova direzione del Partito. della quale entrarono a far parte con Paimiro Togliatti, segretario generale, Velio Spano, Eugenio Reale, Umberto Fiore, Fausto Gullo, Antonio Di Donato e Marcello Marroni.

La svolta di Salerno

Dai consiglio nazionale del P.C.I. alla « svolta » di Salerno il cammino fu rapido. L’iniziativa di Togliatti scoppiò come una bomba, suscitando negli altri partiti del C.L.N. vivaci discussioni; ma i più non poterono disconoscerne il realismo, ne accettarono l’impostazione e comunque ne subirono l’influenza. Sarebbe d’altra parte difficile contestare l’utilità di quella iniziativa politica e il peso che effettivamente essa ebbe sugli sviluppi della situazione italiana: l’immediata costituzione, a S[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 643

Brano: [...]direzione del partito, della quale entrarono a far parte i componenti di entrambi i gruppi dirigenti, quel

lo che aveva funzionato nelle regioni centromeridionali e quello dell'Alta Italia. Il nuovo organismo risultò composto da Paimiro Togliatti (segretario generale), Giorgio Amendola, Arturo Colombi, Giuseppe Di Vittorio, Luigi Grassi, Girolamo Li Causi, Luigi Longo, Umberto Massola, Celeste Negarviiie, Agostino Novella, Gian Carlo Pajetta, Eugenio Reale, Antonio Roasio, Giovanni Roveda, Mauro Scoccimarro, Pietro Secchia, Velio Spano.

Nelle settimane che seguirono la Liberazione, il P.C.I. continuò a essere l’elemento di avanguardia nella vita nazionale, per la rinascita economica e politica del paese, e svolse un’azione tendente a spostare l’asse di direzione dello stato verso un governo che fosse concreta e diretta espressione dei C.L.N.. Su questa posizione si scontrò immediatamente in modo aperto col Partito liberale e con una tenace resistenza della Democrazia cristiana, sebbene questa esprimes



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 644

Brano: [...]tito

se le proprie riserve con maggior tatto e prudenza.

Dopo lunghe e sfibranti discussioni che misero chiaramente in luce quali profonde fratture dividessero ormai i partiti del C.L.N., il 21.6.

1945 fu costituito il governo Parri (v.), di cui entrarono a far parte tre ministri comunisti (Togliatti alla Giustizia, Scoccimarro alle Finanze, Gullo all’Agricoltura) e quattro sottosegretari (Giorgio Amendola alla Presidenza del consiglio, Eugenio Reale agli Esteri, Pompeo Colajanni alla Difesa e Berar di none all’Assistenza postbellica).

Uno degli aspetti positivi di quel governo, che le contraddizioni interne renderanno per altro strutturalmente e politicamente assai debole ed esposto, fu di avere alla sua testa un uomo onesto, un sincero democratico come Ferruccio Parri, genuina espressione della Resistenza e dell’antifascismo militante.

V Congresso (29.12.19456.1.1946)

Il V Congresso nazionale dei P.C.I., il primo liberamente tenuto dopo il 1922 dal partito in Italia, e pre

cisamente nell'aula magna delI’Università di Roma a [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Eugenio Reale, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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