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Il segmento testuale Edmondo Rossoni è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 20Entità Multimediali , di cui in selezione 14 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 530

Brano: [...]acalismo rivoluzionario

Questa intenzione si rivelò ben presto presuntuosa, in quanto sottovalutava l’influenza del riformismo tra i lavoratori. Dopo qualche mese, nel novembre 1907, all’incontro delle organizzazioni sindacaliste, sotto la spinta di uno dei nuovi e più prestigiosi leader del sindacalismo rivoluzionario, Alceste De Ambris (v.), segretario della C.d.L. di Parma, fu deciso a stragrande maggioranza e con il solo voto contrario di Edmondo Rossoni (v.) di uscire dalla C.G.L. per costituire un Comitato nazionale della resistenza, onde poter aggregare su scala nazionale tutte le vere forze rivoluzionarie. In questa stessa occasione venne deciso di fondare \’“Internazionale”, il più qualificato organo di stampa del sindacalismo rivoluzionario. Un’altra tappa storica dell’azione sindacalista fu rappresentata dallo sciopero generale proclamato a Parma (v.) nel 1908, promosso e diretto da Alceste De Ambris per rispondere alle serrate padronali e alla prepotenza antioperaia in generale. Lo sciopero registrò una mobilitazione risoluta e impone[...]

[...]d Armando Borghi (v.), il quale venne eletto nuovo segretario generale delI’U.S.I.. Nel corso della guerra 191518 la componente anarchica, anche se con qualche defezione, rimase coerentemente su posizioni antimilitariste e, a essa, si affiancarono i socialisti rivoluzionari Giuseppe Di Vittorio (v.), Nicola Modugno, Antonio Negro (v.) e altri.

Nel novembre 1914 la corrente interventista fondò invece VUnione italiana del lavoro, con segretario Edmondo Rossoni. Ma la vera funzione dell’U.I.L., vicina a Mussolini che la sostenne su “// Popolo d’ItaHa”, emerse dopo la fine della guerra, quando ne divenne segretario Alceste De Ambris, sempre più strettamente legato a Mussolini. Il De Ambris non aderì personalmente ai Fasci di combattimento (data anche l’incompatibilità con la sua carica di segretario generale dell’U.I.L., organizzazione sindacale teoricamente apolitica), ma gran parte del gruppo dirigente che stava intorno a lui passò al sindacalismo nazionalista e infine al corporativismo fascista o direttamente al fascismo, condividendone la linea d[...]

[...]ceste De Ambris, sempre più strettamente legato a Mussolini. Il De Ambris non aderì personalmente ai Fasci di combattimento (data anche l’incompatibilità con la sua carica di segretario generale dell’U.I.L., organizzazione sindacale teoricamente apolitica), ma gran parte del gruppo dirigente che stava intorno a lui passò al sindacalismo nazionalista e infine al corporativismo fascista o direttamente al fascismo, condividendone la linea di fondo (Edmondo Rossoni, Tullio Masotti, Ottavio Di naie, Umberto Pasella (v.), Michele Bianchi, Oliviero Olivetti, Sergio Pannunzio, Agostino Lanzillo, Paolo Orano). Alceste De Ambris, dopo una fase di collaborazione con Mussolini e Gabriele D'Annunzio, fu tra i pochi a non aderire al fascismo e a emigrare in Francia.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 450

Brano: [...]s » locali che avevano dominato il partito negli anni precedenti. Tutti questi provvedimenti miravano a rendere il Partito fascista una disciplinata struttura burocraticoamministrativa al servizio dello Stato fascista, anziché un organismo politicamente autonomo e in grado di influire sugli orientamenti di governo. È significativo, in questo senso, il notevole contributo personale che Turati diede, insieme a Giuseppe Bottai, alla campagna contro Edmondo Rossoni e il sindacato fascista, per lo « sbloccamento » di quest’ultimo, ossia per la perdita di autonomia e potere contrattuale residui di uno dei pochi organismi non ancora del tutto omologati alla funzione burocraticoamministrativa assegnata al P.N.F. e agli altri organismi di massa dello Stato fascista.

Circa i motivi dell’allontanamento di Turati dalla segreteria del P.N.F. nell’ottobre 1930, oltre ai consueti motivi invocati per giustificare i « cambi della guardja » (v.) all’interno degli organi di"potere fascisti (gelosia di Mussolini verso elementi relativamente autonomi e che si

avvi[...]

[...] decennio successivo: svolta alla quale forse non fu estraneo l’operato di Giuriati.

All’epoca della sua nomina, Giuriati era presidente della Camera, aveva un passato irredentista e fiumano ed era già stato ministro di Mussolini. Nazionalista più ancora che fascista, notabile del regime più che uomo di partito, estraneo alle lotte fra correnti che in passato avevano avvelenato la vita interna del P.N.F. e senza basi di potere personale in

Edmondo Rossoni parla a un raduno fascista per il 21 aprile. Alla sua destra: Achille Starace

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 68

Brano: [...]ncona, Forlì, Fabriano, Jesi, Parma, i moti (passati alla storia sotto il nome di settimana rossa) assunsero carattere insurrezionale e in alcuni centri la popolazione giunse sino a proclamare la repubblica. Con il ritorno alla normalità, Errico Malatesta dovette tornare in esilio a Londra.

Nel 191415 la campagna per l’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale portò, tra gli altri, Filippo Corridoni, Alceste De Ambris, Michele Bianchi e Edmondo Rossoni a rompere con l’U.S.I. per passare aH’interventismo. La maggioranza degli anarcosindacalisti, capeggiata da Armando Borghi (v.), che verrà internato per tutta la durata del conflitto, resterà invece su posizioni di lotta contro la guerra. Nel 1918 l’U.S.I. accentuò le caratteristiche di associazione anarchica, espulse i sindacalisti che erano stati favorevoli alla guerra e assunse il nome di Unione Italiana del Lavoro (U.I.L.).

Il dopoguerra e il fascismo

L’U.I.L. partecipò alle lotte operaie del dopoguerra e fu favorevole alla occupazione delle fabbriche (v.), pur dando una propria int[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 242

Brano: [...] Dominici, A. Belli, Innocenzo Cicala, Mario Mari, Pietro Canastra, Alibrando Giovannetti, Armando Borghi, H. Eugenio Spagnolo, G. Sartini, Mei ed and ri

passerà a Milano). Inoltre in coerenza con il nuovo gruppo dirigente e con il segretario Borghi, di ispirazione anarchica, venne fondato come organo dell’U.S.I. il periodico Guerra di classe.

Nel 1918, gli ex interventisti espulsi daH’U.S.I. diedero vita alVUnione italiana del Lavoro, con Edmondo Rossoni (v.) segretario. Molti di essi confluirono poco dopo nel fascismo: Michele Bianchi fu addirittura il primo segretario del Partito fascista (192123) e Rossoni divenne capo dei sindacati fascisti. L’U.S.I. si dissolse nel 1923, dopo che le sue sedi erano state distrutte dai fascisti e il suo gruppo dirigente si era visto costretto a espatriare.

A.Ci.

Unità (L’), Periodico

Settimanale di politica e cultura fondato a Firenze da Gaetano Salvemini (v.), il cui primo numero uscì il 16.12.1911 e l ultimo il 30.12.1920. Vi collaborarono, tra gli altri: Giustino Fortunato, Benedetto Croce, Ugo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 528

Brano: [...]ratori manuali, uniti insieme dal legame indissolubile rappresentato, secondo la sua concezione, dall’"interesse comune” (v. Carta del Lavoro). In tal modo anche gli insopprimibili antagonismi di classe dovevano trovare un'automatica composizione e disciplina, per assicurare la quale sarebbe intervenuto energicamente lo Stato.

In realtà, la dottrina del corporativismo fascista consisteva in gran parte nella compenetrazione del sindacalismo di Edmondo Rossoni (v.) con il nazionalismo autoritario del Rocco. Già nel 1921 lo statuto del Partito nazionale fascista (v.) additava la corporazione come strumento della solidarietà nazionale per lo sviluppo della produzione; Rossoni, segretario della Confederazione nazionale delle corporazioni sindacali, aveva come idea fondamentale quella di un sindacato strutturalmente misto e ideologicamente qualificato come fascista, quindi politicamente unico. L’“unicità” di Rossoni presupponeva il fatto che non esistesse altro sindacato oltre a quello fascista, ii quale però non intendeva assorbire gli altri, bensì di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 385

Brano: [...]razia alle sue perplessità Paveva dato il patto russotedesco.

Perduta la fede nel partito, Sassano (lo confesserà egli stesso) con la complicità delle tradizioni familiari risorgimentali si orientò verso la « rigenerazione del fascismo », la cui guerra era « da trasformare in sociale

o addirittura in socialista per impedire la sconfitta del paese ». (Era quanto sosteneva il cosiddetto fascismo di sinistra, propugnato negli anni addietro da Edmondo Rossoni, dagli ex sindacalisti rivoluzionari e, negli anni più recenti, da certe correnti giovanili dei Guf). Fece, ripetutamente e invano, domanda di arruolamento volontario, con il che, « convertitosi — come confesserà egli stesso — all’assurda speranza di rigenerazione di quel fascismo che aveva sempre combattuto », rimase isolato anche da compagni migliori e costretto a vivere, in carcere, tra le « domande di grazia ».

A ridargli bruscamente il senso della realtà sopraggiunse l’armistizio dell’8.9.1943 e il nuovo arresto, nel gennaio del 1945, ad opera delle SS, in un’orrenda prigionia che gli[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 601

Brano: [...] antifascismo indusse Zenone Benini a introdurre nella fabbrica un più rigoroso controllo, assumendo sorveglianti di sicura fede fascista. Molto ricordato dagli operai sarà un certo Natali, squadrista della « Disperata » che, fra l’altro, aveva partecipato al l’uccisione di Spartaco Lavagnini. Nel 193637 entrò a lavorare alla Pignone Antonio Negro (v.), che fino al 1926 era stato segretario della Camera del lavoro di Sestri. Pur essendo amico di Edmondo Rossoni e di Filippo Corridoni (noti sindacalisti fascisti) e pur avendo conosciuto di persona Benito Mussolini, dopo la vittoria del fascismo Negro era emigrato in Egitto, ma era presto tornato in Italia e aveva aperto una bottega di fabbro a Limite suH’Arno, presso Firenze. Nel 1926 era stato inviato per 5 anni al confino (pena poi ridotta a 3 anni) per aver partecipato a una riunione di comunisti a Cerbaiola (Empoli). Con la guerra di Etiopia e l'applicazione delle sanzioni aveva dovuto cessare la sua attività di fabbro perché non riusciva più a trovare la materia prima. Quindi, per sopravvivere, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 138

Brano: [...]i fascisti, si preoccupò che le Corporazioni potessero in qualche misura limitare le sue possibilità di scelte economiche. Ma Mussolini respinse le obiezioni: egli aveva bisogno di una copertura « sindacale » per far passare più facilmente le scelte di politica economica (il 1926 era l’anno della politica deflazionistica, che impose pesanti sacrifici agli operai).

Le cose più esatte, nel corso della discussione, erano state dette del resto da Edmondo Rossoni, quando aveva affermato: « Bisogna che tutti i fascisti superino la prima diffidenza nei confronti dei sindacati fascisti e perché non sono sindacati esclusivamente proletari e perché costituiscono l’elemento indispensabile nelle mani del fascismo per spostare i termini e la piattaforma stessa della battaglia politica ».

Nel 1926 e nel 1927 (la Carta del Lavoro fu approvata nell’aprile 1927) si trattava ancora per il fascismo di condurre avanti la lotta contro le opposizioni; nel 1933 e nel 1934, quando la questione fu riaperta (le Corporazioni, infatti, erano rimaste sulla carta), si trat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 637

Brano: [...]no Tringali Casanova (presidente del Tribunale speciale) ; Giovanni Bai eli a, Alberto Frattari, Luciano Gott ardi e A nnio Bruno Bignardi (presidenti, rispettivamente, delle confederazioni fasciste degli Industriali, degli Agricoltori, dei Lavoratori deM’industria e dei Lavoratori dell’agricoltura); Dino Alfieri, Giuseppe Bottai, Guido BuffariniGuidi, Galeazzo Ciano, Alberto De Stefani, Roberto Farinacci, Giovanni Giuriati, Giovanni Marinelli e Edmondo Rossoni (tutti membri nominati dal duce per un triennio per « meriti speciali »).

La riunione si concluse alle 2,30 del 25 luglio, al termine della votazione del noto o.d.g. Grandi.

Il Gran Consiglio fu abolito con regio decretolegge 2.8.1943 n. 706 (consistente d’un solo articolo) che fu pubblicato nella « Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia » n. 180 del

5.8.1943.

Bibliografia: Ferraciu, La figura costituzionale del Gran Consiglio, in « Rivista di diritto pubblico », 1929, voi. I; O. Ranelletti,

li Gran Consiglio del Fascismo e la forma del Governo dello Stato italiano, in « Rivista[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 636

Brano: [...] a isolare maggiormente il duce dai suoi gerarchi.

La nonbelligeranza

Alla penultima riunione del G.C. (7.12.1939), oltre a Mussolini erano presenti Italo Balbo, Emilio De Bono, Cesare De Vecchi, Giacomo Suardo, Achille Grandi, Galeazzo Ciano, Paolo Thaon de Revel, Giuseppe Bottai, Bruno Tassinari, Renato Ricci, Alessandro Pavolini, Guido BuffariniGuidi, Luigi Federzoni,

Giuseppe Volpi di Misurata, Alberto De Stefani, Roberto Farinacci, Edmondo Rossoni, Antonino Tringali Casanova, Giovanni Marinelli, Giacomo Acerbo, Achille Starace, Mario Muzzarini, Pietro Capoferri, Vincenzo Lai; segretario era Starace.

La riunione (iniziata alle ore 22, al Palazzo Venezia) si concluse approvando al l’unanimità il seguente ordine del giorno: « Il Gran Consiglio del Fascismo, udita l’ampia relazione del Ministro degli Esteri, accompagnata da una dettagliata, irrefutabile documentazione, afferma che i precedenti immediati della guerra, il carattere di statico assedio assunto dalla guerra stessa sul fronte occidentale, il suo sviluppo attuatosi prevalentem[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Edmondo Rossoni, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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