Brano: E.I.A.R.
Corrispondente di guerra
Quando le truppe hitleriane attaccarono l'Unione Sovietica, Ehrenburg venne mobilitato come corrispondente di guerra e passò da un fronte all’altro. Fu tra i principali redattori di Stella Rossa, l'organo dell'Armata Sovietica. I suoi articoli
10 resero popolare e le sue trasmissioni radio furono tra le più ascoltate (gli uni e le altre vennero poi pubblicati nel volume La guerra 194345). Nel 1942 fu insignito del Premio Stalin.
Nel secondo dopoguerra fu uno degli esponenti del Movimento mondiale della pace e nel 1952 ottenne
11 Premio Lenin. Nel 1947 s[...]
[...] Premio Lenin. Nel 1947 scrisse La tempesta, svolgendo il tema della seconda guerra mondiale; e nel
1955 il Disgelo, col quale si aggiornava al nuovo corso politico instauratosi in U.R.S.S. dopo la morte di Stalin. Una certa curiosità suscitarono le sue memorie Uomini, anni, vita, pubblicate nei suoi ultimi anni, per la contraddittorietà dei suoi atteggiamenti anteriori, per i suoi silenzi e per il gioco ambiguo condotto in taluni momenti.
E.I.A.R.
Ente Italiano Audizioni Radiofoniche. Ente istituito dal governo fascista con decreto legge n. 2207 del 17.11. 1927, in sostituzione della preesistente U.R.I. (Unione Radiofonica Italiana) e allo scopo di sviluppare la radiodiffusione sotto un rigido controllo di Stato.
L'1.1.1928 un comunicato dell'Ufficio stampa del Partito fascista annunciò agli italiani l’avvenimento, ammonendo i nuovi dirigenti della Radio: « I programmi dovranno essere interessanti e pregevoli, sia dal punto di vista artistico e ricreativo che da quello culturale e patriottico ». Il 15 gennaio, durante l'assemblea[...]
[...] la radiodiffusione sotto un rigido controllo di Stato.
L'1.1.1928 un comunicato dell'Ufficio stampa del Partito fascista annunciò agli italiani l’avvenimento, ammonendo i nuovi dirigenti della Radio: « I programmi dovranno essere interessanti e pregevoli, sia dal punto di vista artistico e ricreativo che da quello culturale e patriottico ». Il 15 gennaio, durante l'assemblea generale straordinaria degli azionisti del I ’UlR.I. trasformata in E.I.A.R., il presidente, ingegner Marchesi salutò nella sua relazione « l'inizio di una nuova èra », inneggiando al segretario del Partito fascista Augusto Turati e alla commissione di controllo istituita per la vigilanza delle radiotrasmissioni.
Si avvicendarono alla direzione dell’ente, trasferita nel 1930 da Milano a Torino, alcune tra le personalità più faziose e conformiste del regime e della stampa fascista (Gian Giacomo Ponti, Raul Chiodetti, Ermanno Amicucci). Il Radioorario si trasformò nel settimanale Radiocorriere. Nel novembre 1933 iniziò una delle rubriche di propaganda fascista più ti[...]
[...]lità più faziose e conformiste del regime e della stampa fascista (Gian Giacomo Ponti, Raul Chiodetti, Ermanno Amicucci). Il Radioorario si trasformò nel settimanale Radiocorriere. Nel novembre 1933 iniziò una delle rubriche di propaganda fascista più tipiche di quegli anni, intitolata Cronache del regime.
Le Cronache del regime
Preannunciata dal n. 48 del « Radiocorriere » con queste parole: « A cominciare dal
27 corr. alle ore 20,30 l’E.I.A.R. trasmetterà dalle stazioni di Roma, Napoli, Bari, Milano, Torino, Genova, Trieste, Firenze un commento vivo e pronto ai principali fatti politici del giorno. Sarà insieme richiamo e interpretazione secondo il punto di vista fascista di avvenimenti nostri e internazionali », la rubrica fu inizialmente affidata al giornalista e gerarca fascista Roberto Forges Davanzati (18801936) che così ne spiegò la funzione: « Il tempo dell’agnosticismo politico è finito. La coscienza nazionale dev’essere alimentata, istruita, orientata». Alla morte di Forges Davanzati, i suoi commenti serali radiofonici dal[...]
[...]La rubrica fu ripristinata alcuni mesi dopo e venne aperta da una conversazione del ministro della Stampa e propaganda Dino Alfieri. Da quel momento si alternarono nelle trasmissioni serali Ugo d'Andrea, Ezio Maria Gray, Giuseppe Bottai, Aldo Valori,
il generale Saverio Grazioli, Alessandro Pavolini, Virginio Gay da, Nello Ouilici e, con maggiore assiduità, Mario Appelius (v.) e Giovanni Ansaldo (v.). Particolarmente assidui ai microfoni dell’E.I.A.R. furqno anche Roberto Farinacci (lezioni di Storia del fascismo), F.T. Marinetti (declamazione di poemi futuristi), l'accademico Lucio D’Ambra (varietà), Eugenio Coselchi (un corso su « l'idea universale di Roma »), Carlo Delcroix, Cesare Maria De Vecchi, il professore Nicola Pende (propaganda razzista).
Seconda guerra mondiale
Allo scoppio della seconda guerra mondiale il fascismo affidò all'E.I.A.R. un ruolo di primissimo piano per la mobilitazione psicologica del Paese, ricorrendo a uno sfrenato martellamento propagandistico. Dal 1940 al 1942 vennero sistematicamente trasmessi, soprattutto alle ore dei pasti, canzoni di guerra e bollettini militari che era obbligo ascoltare « in piedi >». Tra la fine del
1942 e il 1943, con l’evolvere disastroso degli eventi bellici, l'E.I.A.R. perse repentinamente numerosi commentatori e abbassò il suo tono. Giovanni Ansaldo fu sostituito alle «Cronache del regime » da Umberto Guglielminetti e a partire dall’11.4.1943 sparì dai programmi la rubrica stessa.
Il « Radiocorriere » pudicamente avverti: « Il martedì e il sabato alle ore 20,30 sarà trasmessa una nota degli avvenimenti. Negli altri giorni, alla stessa ora, potrà essere trasmesso un commento ai fatti del giorno, qualora questi ne offrano materia ».
Da quella data, salvo qualche rara conversazione di Tullio Cianetti, Ezio Maria Gray, Alessandro Pavolini e pochi altri, [...]
[...]gli avvenimenti. Negli altri giorni, alla stessa ora, potrà essere trasmesso un commento ai fatti del giorno, qualora questi ne offrano materia ».
Da quella data, salvo qualche rara conversazione di Tullio Cianetti, Ezio Maria Gray, Alessandro Pavolini e pochi altri, non si ebbero più « commenti » ufficiali di sorta,
li 19.7.1943, sei giorni prima del crollo del regime, il professore Fulvio Palmieri incautamente proclamò dai microfoni dell'E.I.A.R.: « Qualunque sia la sorte, per così dire mec
La sede romana dell’E.I.A.R. occupata dai tedeschi (settembre 1943)
canica, della guerra, noi siamo per ora sempre più convinti e più certi che ci battiamo per una causa di giustizia ».
Dopo T8.9.1943, occupata l’Italia dai tedeschi e diviso il territorio nazionale, in parte liberato dagli angloamericani e in parte sotto il dominio nazista, ciò che restava degli impianti radiofonici (distrutti per il 90 per cento dai bombardamenti), passò in mano alle autorità militari. Quando Mussolini, liberato dai tedeschi, il 18.9.1943 volle ripresentarsi alla ribalta, dovette farlo parlando dalla radio di Monaco di Baviera.
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[...] l’Italia dai tedeschi e diviso il territorio nazionale, in parte liberato dagli angloamericani e in parte sotto il dominio nazista, ciò che restava degli impianti radiofonici (distrutti per il 90 per cento dai bombardamenti), passò in mano alle autorità militari. Quando Mussolini, liberato dai tedeschi, il 18.9.1943 volle ripresentarsi alla ribalta, dovette farlo parlando dalla radio di Monaco di Baviera.
Il 21.2.1945, nell’Italia liberata l’E.I.A.R. si trasformò nella R.A.I. e passò alle dipendenze del ministro delle Poste e telecomunicazioni.
Lo « spettro »
Il 6.10.1941, durante la consueta trasmissione serale di Mario Appelius si inserì improvvisamente nella stessa lunghezza d'onda, con grande sorpresa dei radioascoltatori, una voce estranea, di provenienza ignota e tuttavia perfettamente comprensibile, che con tono fermo e con la massima disinvoltura si mise a discutere con l’Appelius. Gli ascoltatori e lo stesso oratore fascista rimasero allibiti. In realtà si trattava della voce di Luigi Poi ano (l’attuale senatore comunista) [...]