Brano: [...] concentrati nella capitale.
M.Na.
Eubea
Negroponte. Isola greca dell'Egeo; divisa dall'Attica dallo stretto di Euripo, che in qualche punto misura appena 65 m, ha un'estensione di 3.788 kmq e 166.000 abitanti (1961). Il capoluogo dell’isola, Calcide (25.000 ab.) è unito al continente da un ponte girevole. Occupata dalle truppe italiane durante la seconda guerra mondiale, dopo l'8.9.1943 l'Eubea divenne un centro di resistenza contro i tedeschi.
La lotta armata
li locale presidio italiano era costituito dal 2° Reggimento bersaglieri, da un gruppo di artiglieria pesante da 149/35, dal 478° Battaglione costiero e da reparti del genio. Dopo la proclamazione dell'armistizio una sessantina di volontari, in maggioranza bersaglieri e artiglieri, guidati dal capitano Alfonso Bartolini, comandante della 7a Compagnia bersaglieri, insieme a un centinaio di partigiani greci attaccarono un caposaldo fortificato tedesco dominante l'unica strada che attraversa longitudinalmente l'isola, mentre sotto il controllo degli italiani si trovava [...]
[...]
li locale presidio italiano era costituito dal 2° Reggimento bersaglieri, da un gruppo di artiglieria pesante da 149/35, dal 478° Battaglione costiero e da reparti del genio. Dopo la proclamazione dell'armistizio una sessantina di volontari, in maggioranza bersaglieri e artiglieri, guidati dal capitano Alfonso Bartolini, comandante della 7a Compagnia bersaglieri, insieme a un centinaio di partigiani greci attaccarono un caposaldo fortificato tedesco dominante l'unica strada che attraversa longitudinalmente l'isola, mentre sotto il controllo degli italiani si trovava la stretta di Derveni, pochi chilometri più in basso. Malgrado il ripetuto intervento di formazioni aeree tedesche in appoggio al loro presidio, italiani e greci tennero le posizioni attorno al caposaldo nemico durante l'intera giornata dell'11, fino a quando una forte colonna corazzata sopraggiunta dal continente li costrinse a ritirarsi. Prima di abbandonare le posizioni e per fermare la colonna nemica, gli attaccanti fecero saltare la stretta di Derveni, da tempo minata, ma ciò non impedì ai tedeschi di occupare Calcide. Estremamente utili ai partigiani greci dell'E.L.A.S. (v.) furono le armi, le munizioni e i viveri che il presidio dell'Eubea distribuì nei giorni dell'armistizio. Dopo lo sfortunato combattimento di DerveniMantudion numerosi soldati italiani continuarono la lotta unendosi ai partigiani greci; tra gli altri, il tenente colonnello Archimede Novelli che divenne in seguito comandante dell’artiglieria di una divisione dell'E.L.A.S., i capitani Delio De Santis ed Ermanno Reatto che passarono nelle file dell’E.D.E.S. (Esercito greco democratico popolare). Mentre la maggior pa[...]
[...] furono le armi, le munizioni e i viveri che il presidio dell'Eubea distribuì nei giorni dell'armistizio. Dopo lo sfortunato combattimento di DerveniMantudion numerosi soldati italiani continuarono la lotta unendosi ai partigiani greci; tra gli altri, il tenente colonnello Archimede Novelli che divenne in seguito comandante dell’artiglieria di una divisione dell'E.L.A.S., i capitani Delio De Santis ed Ermanno Reatto che passarono nelle file dell’E.D.E.S. (Esercito greco democratico popolare). Mentre la maggior parte degli italiani raggiunse il continente, circa cinquanta di essi rimasero sull'isola come volontari del 7° Reggimento dell'E.L.A.S.. Tra questi si distinsero, oltre alla Medaglia d'oro Re
nato Bianchi (v.), due romani, il caporalmaggiore Otello D’Angelantonio e il sergente maggiore Mario Canali, del 2° Bersaglieri: catturati dai nazisti il 2.3.1944 a Psacnà, furono fucilati dopo atroci torture. Allo scopo di collegare e unire politicamente tutti gli italiani rimasti in Grecia, nel luglio 1944 fu costituito nell'isola di Eubea il[...]
[...] fu costituito nell'isola di Eubea il F.A.I. [Fronte antifascista italiano), organizzazione che durò fino alla liberazione del paese, iniziatasi con lo sbarco inglese del 5 ottobre.
Eureka, Operazione
Durante la seconda guerra mondiale, denominazione convenzionale dell’operazione militare posta in atto dagli Alleati per proteggere l’incontro di Teheran (v.), alla fine di novembre 1943, tra Churchill, Roosevelt e Stalin. Per l'occasione, i tedeschi progettarono un’operazione Antieureka, mirante a uccidere o a catturare i tre uomini di Stato o comunque a impedire lo svolgimento dell’importante Conferenza.
L'operazione « Antieureka »
Paracadutisti tedeschi avrebbero dovuto atterrare in località sicure nei pressi della frontiera turcoiraniana; al momento opportuno si sarebbero dovuti avvicinare nascostamente a Teheran e infine, organizzati in commandos, scattare da punti prestabiliti per raggiungere e colpire l’obiettivo. I nazisti sapevano che per proteggere i tre capi di Stato sarebbero stati mobilitati appositi reparti, ma contavano sulla sorpresa, speranzosi che nessuno avrebbe pensato a un attacco armato contro una conferenza intemazionale convocata a tanta distanza dalle frontiere dei Reich.
Una settimana prima dell'inizio della Conf[...]
[...]e infine, organizzati in commandos, scattare da punti prestabiliti per raggiungere e colpire l’obiettivo. I nazisti sapevano che per proteggere i tre capi di Stato sarebbero stati mobilitati appositi reparti, ma contavano sulla sorpresa, speranzosi che nessuno avrebbe pensato a un attacco armato contro una conferenza intemazionale convocata a tanta distanza dalle frontiere dei Reich.
Una settimana prima dell'inizio della Conferenza due aerei tedeschi del tipo Junker si avvicinarono in volo notturno ai confini dell’Iran trasportando i paracadutisti, ma i caccia sovietici, entrati prontamente in azione, abbatterono un apparecchio e costrinsero il secondo a fuggire verso la Turchia. Scoperto il piano tedesco, tutti gli agenti nazisti e i loro informatori assoldati a Teheran furono arrestati. Fallita l'operazione « Antieureka », i tedeschi desistettero da analoghi tentativi e la Conferenza di Teheran potè svolgersi indisturbata.
I particolari dell'impresa sono stati resi pubblici per la prima volta nel libro intitolato Il complotto contro Eureka (Mosca, 1968).
In un messaggio personale a Stalin, il
247