Brano: [...]blemi della sopravvivenza che alla lotta armata. Nei primi mesi di occupazione tedesca ben poco si fece quindi a Venezia su questo piano e, il poco fatto, fu dovuto al G.A.P. (v.) cittadino, attivatosi verso la fine del 1943 intorno a un ex garibaldino della guerra di Spagna, Alfredo Vivian (uno dei non molti veneziani, in prevalenza comunisti e socialisti, che vi avevano partecipato), in sintonia con l'azione di altri gappisti nella zona di San Donà di Piave e Portogruaro.
A rendere più complicate le cose in questa prima fase della lotta armata, sopravvenne nel gennaio 1944 il momentaneo trasferimento a Venezia del C.L.N. regionale veneto che, fino a quel momento, aveva operato a Padova. Questo importante organismo, che avrebbe coordinato e diretto la Resistenza in tutta la regione, era nato alla fine di settembre 1943 e, di esso, avevano allora fatto parte Egidio Meneghetti (v.) e Silvio Trentin (tornato dalla Francia ai primi del mese) per il
P. d’A.f Concetto Marchesi (v.) per il P.C.I., Mario Saggin per la D.C. e Alessandro Candido per [...]
[...]ntri, sotto la spinta del P.C.I. e del P. d’A., era nato un Esecutivo militare regionale di indubbia matrice politica. Come consulente militare dell’Esecutivo, secondo un modello che si sarebbe imposto rapidamente anche in periferia, era stato scelto un ufficiale di marina di origine polacca, Jerzj Kulczycki Sass, che tutti chiamavano ucolonnello Sassi”. A Bavaria erano presenti i veneziani Lombroso e Giavi, Guido Bergamo, e Attilio Rizzo di San Donà di Piave. Il convegno rafforzò lo spirito unitario, tanto più che Sassi sì insediò a Venezia con l’intento di guidare da lì la Resistenza veneta. Ma operare clandestinamente a Venezia era molto difficile, tant e vero che intorno alla metà di dicembre il Comando militare, insediato a palazzo Arrivabene, fu sorpreso da un'irruzione dei tedeschi e Sassi dovette allontanarsi dal Veneto (sarà catturato, deportato a Fossoli (v.) e ivi fucilato il 12 luglio).
I primi mesi di lotta armata furono caratterizzati, a Venezia, da una netta divaricazione tra quanti si riconoscevano nella struttura militare unita[...]
[...] deportato a Fossoli (v.) e ivi fucilato il 12 luglio).
I primi mesi di lotta armata furono caratterizzati, a Venezia, da una netta divaricazione tra quanti si riconoscevano nella struttura militare unitaria che si andava costruendo, e quanti facevano invece affidamento sulla spontaneità. Tra i gruppi esistenti tra la fine del 1943 e i primi mesi del 1944, apparteneva alla prima categoria quello operante dall’ottobre 1943 nella zona di
San Donà di Piave al comando di Attilio Rizzo: assunse il nome di Brigata “Piave” ed era una formazione composta, oltre che da elementi militari (come lo stesso Rizzo), da patrioti cattolici e comunisti.
Alla seconda categoria appartenevano i gruppi che cominciarono a operare subito dopo I'8 settembre nel Portogruarese e in genere nel Veneto Orientale, in forme autonome. Erano gruppi spontaneamente sorti a Santo Stino di Livenza, Cinto Caomaggiore, Annone Veneto e Fossalta di Portogruaro. Essi furono contattati da Mario Balladelli (rappresentante del P.C.I. nel C.L.N. e nel Comando provinciale del C.V.L. di[...]
[...]rme autonome. Erano gruppi spontaneamente sorti a Santo Stino di Livenza, Cinto Caomaggiore, Annone Veneto e Fossalta di Portogruaro. Essi furono contattati da Mario Balladelli (rappresentante del P.C.I. nel C.L.N. e nel Comando provinciale del C.V.L. di Venezia, poi commissario politico della Brigata “Venezia” operante fra il Piave e il Tagliamento) e da Giuliano Lucchetta (aderente al P.C.I. clandestino, che rappresentò anche nel C.L.N. di San Donà di Piave, nella cui zona operò poi come comandante della stessa Brigata “Venezia”). Ugualmente vicini al P.C.I. furono: i gruppi sorti dall ‘ottobre 1943 nella zona di Chioggia; il Battaglione “Gramsci”, organizzato da Igino Borin e Nazzareno Vego tra Camponogara, Campagna Lupia e Boion, in colleqamento con le formazioni garibaldine del Padovano e del Cavarzerano. Nei primi mesi, questi gruppi erano male armati, di labile organizzazione e di consistenza modesta, come del resto l'intero movimento partigiano a quell’epoca.
Inoltre, essendo la provincia veneziana del tutto pianeggiante, il C.L.N. rite[...]