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Il segmento testuale Domenico Viotto è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 14Entità Multimediali , di cui in selezione 11 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 427

Brano: [...]elvicino. Il processo si concluse con la condanna di Domenico Marchioro (v.) a 15 anni di reclusione, Pietro Pietrobelli (15 anni), Giuseppe Zordan (7 anni), Alfredo Bologna (6 anni e 8 mesi, ma morirà in carcere), Giuseppe Cauduro e Riccardo Walter (entrambi a 3 anni), Ernesto Lapo (4 mesi), Antonio Ballardin. Ai vicentini Emilio Zola, Antonio Peruffo e Ottorino Volpe furono inflitte pene dai 3 ai 5 anni. Pietro Tresso, Ange

lo Pietrobelli e Domenico Viotto vennero assolti.

Primo dopoguerra

Al termine del sanguinoso conflitto che tanto le era costato, la città si vide riconosciuti i sacrifici sopportati con l’assegnazione di una Croce di guerra al valor militare, decorazione che il 10.6.1920 verrà ufficialmente consegnata dal generale Pecori Giraldi al sindaco di Schio, durante una cerimonia svoltasi nella Piazza dei Signori a Vicenza. Ma la popolazione non aveva dimenticato le pene sofferte e, negli anni successivi al 1918, il malcontento popolare si estese qui come altrove. Il rincaro intollerabile dei generi alimentari e la crescente di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 391

Brano: [...]quale erano intanto confluiti in massa gli ex combattenti di orientamento ghislandiano), tanto che molti militanti furono costretti a emigrare in Francia o negli Stati Uniti.

Tuttavia i fascisti incontrarono forti ostacoli nell’opera di “normalizzazione” e l’organizzazione socialista continuò a funzionare, tanto che in quello stesso mese di agosto si svolse in un fienile sopra Cevo (in località Presseri) un convegno alla presenza del deputato Domenico Viotto (v.).

Il 24.1.1925 il prefetto di Brescia dispose l’immediato scioglimento delle Sezioni aderenti alla Federazione provinciale del P.S.I., ma nella tarda estate gli stessi rapporti stesi dalla Sottoprefettura di Breno dovevano riconoscere che in Valsaviore si era provveduto alla ricostituzione della rete organizzativa socialista e che, nei confronti del regime, permaneva una diffusa ostilità popolare.

Nell'aprile 1926 le autorità di P.S. arrestarono 31 socialisti valligiani, mentre altri 11 riuscirono a darsi alla latitanza. Successivamente gli imputati furono deferiti (insieme un altro[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 586

Brano: [...]e alla lotta politica prima dell' avvento del fascismo, ma portò nella professione di avvocato, esercitata a Milano negli anni del regime, uno spirito di intransigenza morale che ne faceva un naturale avversario del fascismo.

Nel 1942 egli fu, nel capoluogo lombardo, tra i promotori delle riunioni clandestine che dettero poi luogo alla fondazione del Movimento di Unità Proletaria, sotto la guida principalmente di Lelio Basso, Roberto Veratti, Domenico Viotto, Lucio Luzzatto, Corrado Bonfantini.

Dopo la morte di Roberto Veratti, avvenuta quasi improvvisamente per setticemia a Milano il 24.11. 1943, fu Ottaviano Pieraccini a ereditarne le responsabilità e la presenza politica:

« Ovunque presente: nel Comitato di Liberazione dell’AIta Italia, nell’esecutivo del Partito, nella preparazione difficile e rischiosissima della stampa clandestina. Organizzatore ed animatore dello sciopero del marzo, quello che rimarrà la più eroica manifestazione di forza e di volontà del proletariato italiano nel periodo del terrore nazifascista ». (dal Corriere d'i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 837

Brano: [...]tinità il 10.

1.1943 a Milano, dopo circa un anno di colloqui e discussioni preparatorie, da un gruppo abbastanza numeroso di socialisti provenienti in maggioranza dal P.S.I., ma anche dal P.C.I., o senza partito.

Fra i partecipanti alla riunione costitutiva, che ebbero un ruolo di primo piano nel corso della breve vita del M.U.P., furono soprattutto Lelio Basso, Ermanno Bartei li ni (poi assassinato dai nazisti a Dachau), Roberto Verattì, Domenico Viotto e Lucio Luzzatto di Milano;

Filippo Acciarini e Ogliaro di Torino (morti poi in campo di concentramento) ; Giuseppe Bentivogli e Paolo Fabbri (uccisi nel corso della lotta antifascista in Italia) e Gianguido Borghese di Bologna; Corrado Bonfantini di Novara; Carlo Andreoni e Giuseppe Romita di Roma, e altri ancora.

Fondamenti ideologici

Il M.U.P. esprimeva il tentativo di superare le passate divisioni del movimento operaio fra socialisti e comunisti, ritenendo che la storia avesse posto all’ordine del giorno una concreta lotta per la trasformazione socialista della società, non nel s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 708

Brano: Milano

Partito d’Azione (v.). Anche i gruppi cattolici milanesi, presentendo la imminente fine del regime, cominciarono a prendere contatto tra loro per gettare le basi organizzative della Democrazia cristiana (v.). Sintomi di rinnovamento si manifestarono anche nelle file del movimento socialista: un gruppo guidato da Lelio Basso, Domenico Viotto, Lucio Luzzatto e Corrado Bonfantini, diede vita al Movimento di unità proletaria (M.U.P.), avanzando nuove istanze di rinnovamento nei confronti della classe dirigente prefascista. Verso la fine del 1942 il fronte antifascista si rafforzò con la creazione di un comitato unitario tra P.C.I., P.d’A. e M.U.P..

Gli scioperi del marzo 1943

Agli inizi del 1943 il regime entrò nella sua crisi definitiva: ai danni e ai lutti delle incursioni aeree, si aggiungeva un fortissimo aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, che rese insostenibili le condizioni di vita dei lavoratori. La lotta[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 707

Brano: [...]posto a curare una rivista « culturale », dimostravano la necessità di una ripresa della battaglia antifascista caratterizzata da un preciso contenuto di classe.

Nei primi mesi del 1934 nacquero a Milano il Centro interno socialista e il Fronte unico antifascista, al quale vennero invitati a collaborare giellisti, comunisti, anarchici e repubblicani. Tra i socialisti vi aderirono Lelio Basso, Lucio Luzzatto, Marco Riccardi, Umberto Recalcati, Domenico Viotto, Aligi Sassu, Antonio Pesenti, Alcide Malagugini, Bruno Maffi; tra i comunisti, Franco Antolini e Mario Venanzi. Aderirono al Fronte anche alcuni repubblicani e neoliberali.

La nuova iniziativa ebbe notevole risonanza e la sua presenza favorì in modo determinante la ripresa della lotta antifascista a Milano. Tra i nuovi militanti è da ricordare il giovane Raffaele De Grada (v.) che, dopo aver organizzato gruppi antifascisti studenteschi, assicurava ora il collegamento tra il Fronte e gli ambienti intellettuali lombardi.

Il Centro interno socialista fu duramente colpito dalle persecuzion[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 610

Brano: [...]i, Alfredo Canevari, Per rotti, Lizzadri) e dal Movimento di unità proletaria (v. M.U.P.), venne sancita la costituzione del Partito socialista italiano di unità proletaria (P.S.I.U.P.). Fu inoltre eletta una Direzione nazionale, di cui entrarono a far parte Pietro Nenni (segretario), Sandro Pertini e Carlo Andreoni (vicesegretari; il secondo verrà poi sostituito da Giuseppe Saragat), Rodolfo Morandi, Oreste Lizzadri, Bruno Buozzi, Paolo Fabbri, Domenico Viotto, Lelio Basso, Lucio Luzzatto, Giuseppe Romita, Giuliano Vassalli, Mario Zagari, Achille Corona, Tullio Vecchietti, Vezio Crisafulli. Nei 45 giorni del governo Badoglio questa Direzione partecipò all’attività semilegale del movimento antifascista nel Comitato delle Opposizioni.

Inizio della lotta armata

Quando, subito dopo T8.9.1943, le speranze di una immediata liberazione svanirono e i partiti antifasci

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 82

Brano: [...]i decaduti

Partito Sardo d’Azione (2 deputati): Emilio Lussu, Pietro Mastino.

Partito Socialista Italiano (21 deputati): Filippo Amedeo, Giovanni Bacci, Romeo Campanini, Rossardo Capocchi, Bruno Cassinelli, Giulio Cavina, Paolo Conca, Diego Del Bello, Luigi Fabbri, Angelo Galeno, Dante Gallani, Leonello Grossi, Costantino Lazzari, Arnaldo Lucci, Pietro Mancini, Riccardo Momigliano, Angelo Noseda, Tito Nobili, Giuseppe Romita, Arturo Velia, Domenico Viotto.

Partito Socialista Unitario (23 deputati): Gregorio Agnini, Gino Baldesi, Pietro Bellotti, Alessandro Bocconi, Bruno Buozzi, Emilio Caldara, Giuseppe Canepa, Giovanni Cosattini, Mariano Costa, Enrico Gonzales, Ferdinando Innamorati, Arturo Labriola, Emilio Lopardi, Nino Mazzoni, Giuseppe Emanuele Modigliani, Oddi no Morgari, Elia Musatti, Camillo Prampolini, Antonio Priolo, Francesco Rossi, Mario Todeschini, Claudio Treves, Filippo Turati.

De Rosa, Fernando

N. a Milano il 7.10.1908, caduto a Cabeza Leja (Madrid) l'11.9.1936; studente in lettere.

Figlio di un artigiano meridionale[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 358

Brano: [...] con difficoltà e ritardo in un ambiente particolarmente difficile (nel 1917, contava appena 521 iscritti; 996 nel 1919, e 2.950 nel 1920), potè mandare due rappresentanti in Parlamento, per là prima volta, soltanto nel 1919. Si trattava di Giuseppe Bianchi (uno dei dirigenti della Confederazione generale del lavoro) e di Arturo Maestri, candidato locale, nativo di Calcinato, che ebbero circa 6.000 voti di preferenza ciascuno. Nel 1921 fu eletto Domenico Viotto, che il fascismo dichiarerà poi decaduto nel novembre 1926.

Nel febbraio 1919 si registrarono nella bassa bresciana imponenti scioperi di contadini, salariati e braccianti; e agitazioni di massa degli operai della città, contro il caro vita, per fronteggiare le quali le autorità inviarono reparti militari che fraternizzarono con i lavoratori. Nel 192021 il movimento socialista locale ricevette impulso e si estese uniformemente in tutta la provincia, quando vi confluirono folti gruppi di ex combattenti, delusi e amareggiati dall’inganno interventista. Nelle elezioni del 1919 i combattenti a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 256

Brano: [...]grazione ed in cui andava esaurendosi la possibilità concreta di un ruolo autonomo del socialismo nella lotta antifascista e nelle prospettive postfasciste. Internato in un campo di concentramento dal 1939 al 1940, allorquando fu rimesso in libertà riallacciò i contatti con i compagni milanesi, in vista di un lavoro organizzativo che preparasse le condizioni per la rinascita del Partito socialista. Ma, in quest’opera (cui collaborarono per primi Domenico Viotto e Corrado Bonfantini), fu preminente l’indirizzo che guardava non già alla riedizione del vecchio Partito socialista, sibbene — come egli stesso ebbe a dire — all’esigenza di un partito capace di « trasformare l’antifascismo generico in forza creatrice e rinnovatrice », non ri


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Domenico Viotto, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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