Brano: [...] capo del governo, di Emilio De Bono (direttore generale della Pubblica Sicurezza) e di Giovanni Marinelli, segretario amministrativo del Partito fascista. Nel corso del processo furono evocati le violenze, i ferimenti e gli assassinii di oppositori al fascismo, le sovvenzioni elargite ai sicari, le complicità degli ambienti governativi e del partito al potere. L’istruttoria penale contro la « Ceka » fascista fu coraggiosamente condotta da Mauro Del Giudice, dai magistrati Faggelia e Tancredi, e gli atti relativi occuparono ben 44 volumi. Ma il 19.11.1924 il procuratore generale Crisafulli, per ordine del ministro di Grazia e Giustizia Aldo Oviglio, sì rifiutò di permettere l’unione delle azioni giudiziarie in un unico procedimento. Seguì così una farsa di processo contro il generale De Bono dinanzi al Senato, che finì dopo sei mesi in una bolla di sapone. Tutti gli imputati membri della Ceka del Viminale furono ben presto posti in libertà. D’altra parte erano ormai pronte le « leggi eccezionali »: con la costituzione del Tribunale speciale, il [...]
[...]ola che invoca la libertà... ha avuto finora troppo larga licenza. Il fascismo è stato verso di lui troppo magnanimo, così come fu generoso verso gli altri delinquenti antinazionali che corrispondono ai nomi di Nitti, Albertini, don Sturzo, Modigliani, Serrati, Treves ed altri ».
Citando la deposizione resa dal detenuto Cesare Rossi, già capo di gabinetto di Mussolini alla Presidenza del Consiglio, il giudice istruttore al processo Matteotti, Del Giudice, attesta che Mussolini aveva confessato al Rossi il proposito di organizzare una banda di uomini disposti a tutto, dicen
dogli: « Cesarino, tu devi indicarmi fra i nostri fascisti la persona capace, per coraggio e senza scrupoli, di commettere qualunque cosa gli sarà ordinato di fare, alla quale persona bisognerà dare l’incarico di scegliere tra i fascisti facinorosi altre persone della stessa risma e comporre così una banda, pronta sempre ad agire in qualunque tempo e luogo d’Italia ». Il Rossi gli fece il nome di Amerigo Dumini. « Lo conosco anch'io — disse subito Mussolini,
— è la pe[...]
[...] coraggio e senza scrupoli, di commettere qualunque cosa gli sarà ordinato di fare, alla quale persona bisognerà dare l’incarico di scegliere tra i fascisti facinorosi altre persone della stessa risma e comporre così una banda, pronta sempre ad agire in qualunque tempo e luogo d’Italia ». Il Rossi gli fece il nome di Amerigo Dumini. « Lo conosco anch'io — disse subito Mussolini,
— è la persona adattissima per la bisogna ».
Bibliografia: M. Del Giudice (Procuratore generale della Cassazione), Cronistorie del processo Matteotti, Palermo, 1954; R. Marvasi, Echi del Terrore, Roma, 1946; A. Mi' suri, Ad bestiasi, Roma, 1944; P. Gobetti, Matteotti, Torino, 1924.
F.Ni.
Celetto, Pierino
Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Gemona del Friuli (Udine) nel 1924, caduto ad Attimis (Udine) il 29.9.1944.
Studente all'università di Trieste e insegnante alla scuola tecnicoindustriale dì Gemona, partecipò sin dall’8.9.1943 alla Resistenza. Arruolatosi in una formazione partigiana della Brigata « Osoppo », operò all’inizio nella zo[...]