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Il segmento testuale Decima M è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 38

Brano: Decima M.A.S.

Un'impresa della Decima: giovane partigiano impiccato nel Novarese

di aprile si arrese senza sparare un colpo.

Dopo la Liberazione il principe Borghese venne processato come criminale di guerra, ma dopo breve periodo di prigione, fu lasciato libero di riprendere il suo posto nel movimento neofascista.

G.Bo.

Le imprese della « Decima »

Il processo iniziato a Roma l’8.2. 1948 contro Junio Valerio Borghese portò a conoscenza deM’opinione pubblica nazionale alcuni dei servizi più significativi resi dalla « Decima » agli invasori tedeschi.

Nella sentenza di rinvio a giudi[...]

[...]sero in realtà perpetrate dal Borghese e dai suoi uomini su mandato germanico. Si seppe inoltre che, dopo l'uccisione dei 12 giovani eseguita per ordine diretto del generale tedesco Valdemar Krumhar, l’abitato di Borgoticino fu fatto sgomberare e gli uomini della « Decima », da vere truppe mercenarie, poterono abbandonarsi al sistematico saccheggio.

A Castelletto Ticino (v.), dove il

2.11.1944, in seguito alla cattura di un ufficiale della Decima M.A.S., per rappresaglia furono trucidati 5 giovani garibaldini, I’Ungarelli volle che questi fossero fucilati alla schiena e uno per uno, in modo che gli ultimi assistessero alla morte dei primi. L’intera popolazione presente fu obbligata a partecipare allo « spettacolo punitivo ».

Via via che un partigiano cadeva, un ufficiale gli dava il colpo di grazia. All’inizio di quel massacro le vittime gridarono tutte insieme: « Viva l'Italia, viva i partigiani! ». Quando venne la sua volta, il giovane Luigi Barbieri (che era stato catturato in una baita, dove si trovava infermo) chiese: « Spa

r[...]

[...]otta partigiana. Successivamente il giorno 17 fummo condotti nei pressi della stazione di Vaimozzola e quindi il maggiore De Martino voleva fucilarci lungo i binari della linea ferroviaria: il capostazione però si oppose, per cui il De Martino ci fece portare su una coll inetta ».

Da notare che gli 8 partigiani fucilati non avevano nulla a che vedere con l’attacco di Vaimozzola (dov’era rimasto ucciso, qualche giorno prima, un ufficiale della Decima M.A. S.) e i fascisti lo sapevano bene, in quanto li avevano sorpresi e catturati sul Monte Barca, in una località distante parecchie giornate di marcia. Quell’uccisione rivestiva quindi carattere esclusivamente terroristico. Il 1920 marzo il Comando della Decima M.A.S. fece affiggere a La Spezia e provincia un truculento (quanto sgrammaticato) manifesto, firmato « Principe Valerio Borghese », nel quale annunciava la strage compiuta e, per colmo di impudenza, concludeva: « Noi non vogliamo lo spargimento di sangue italiano, nostra unica meta, nostro unico scopo, sono di battersi per l’onore e per la vittoria! ».

Sulla nobile morte di quei partigiani e del giovane che li guidava, (Ubaldo Cheirasco, studente del 3° anno di Chimica all’Università di Pisa), di fronte alla ottusa ferocia dei capi e dei gregari della Decima M. A.S., esiste la testimonianza[...]

[...] Valerio Borghese », nel quale annunciava la strage compiuta e, per colmo di impudenza, concludeva: « Noi non vogliamo lo spargimento di sangue italiano, nostra unica meta, nostro unico scopo, sono di battersi per l’onore e per la vittoria! ».

Sulla nobile morte di quei partigiani e del giovane che li guidava, (Ubaldo Cheirasco, studente del 3° anno di Chimica all’Università di Pisa), di fronte alla ottusa ferocia dei capi e dei gregari della Decima M. A.S., esiste la testimonianza commossa del sacerdote don Marco Mori di Pontremoli (« Cronache militari della Resistenza in Liguria », pag. 280).

Durante il processo di Roma furono rivelati i particolari delle torture inflitte dalla Decima M.A.S. ai prigionieri.

38



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 37

Brano: Decima M.A.S.

e nel 1921, antifascista e aventiniano nel 1924, nel novembre 1926 fu dichiarato decaduto dalla Camera fascista. Rimasto in disparte negli anni del fascismo, dopo la caduta del regime divenne sottosegretario ai Lavori pubblici, e poi ministro, nel primo e nel secondo governo Badoglio (16.9.1943 17.4.1944). Presidente del Partito democratico liberale, dopo la fusione col Partito liberale è stato eletto vicepresidente di questo secondo partito nonché presidente del suo gruppo parlamentare (1953). Deputato all’Assemblea Costituente, rieletto nel

1948, nel 1953 e nel 1958, è stato min[...]

[...]abinieri.

Partecipò alla prima guerra mondiale e fu decorato con medaglia d’argento. Combattente in Africa, nel

1942 fece parte della Commissione di armistizio con la Francia.

Dopo I’8.9.1943 fu attivo nella Resistenza romana, tra gli organizzatori della formazione partigiana di carabinieri che operò agli ordini del generale Filippo Caruso (v.). Arrestato in seguito a delazione, torturato in via Tasso, finì alle Fosse Ardeatine (v.).

Decima M.A.S.

X Mas, Decima. L’8.9.1943 il principe romano Junio Valerio Borghese (v.), comandante della X Flottiglia mezzi antisommergibili della Marina militare, si trovava nella base di questa fra Lerici e La Spezia; convocata l’assemblea degli equipaggi, annunciò la sua decisione di non arrendersi né agli angloamericani né ai tedeschi. Nacque così la nuoT va Decima M.A.S., che prestissimo rivelò le intime contraddizioni delle sue motivazioni sentimentali mostrando gli schemi tipici di quell’arditismo di « buona famiglia » che voleva conciliare la vocazione della violenza con l’ordine costituito: il 14 settembre Borghese stipulò un accordo con il Terzo Reich, mediatore il comandante di vascello Berninghaus. Al nucleo originario di cento marinai circa si aggiunsero un gruppo di sommergibilisti, poi veterani e volontari, e ben presto si raggiunse il numero di circa quattromila marò.

&X FLOTTKSUÀ NAS ò]

?ò mare I

non rendermi le mie navinon rendermi [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 274

Brano: [...]utocarrate tedesche in località Padivarma. Da ricordare infine la battaglia del Lago Santo (v.), del 1819.3.1945.

Lotta in città

A La Spezia, lo sciopero del 1" marzo 1944 riuscì pienamente; vi parteciparono i lavoratori della OtoMelara, della Termomeccanica, dei cantieri del Muggiano, dello Jutificio Montecatini, della Pertusola, e anche quelli della più importante officina dell’Arsenale M.M., nonostante fosse sorvegliata dai tedeschi. La Decima M.A.S. (v.) effettuò massicci arresti tra gli scioperanti, che in gran numero furono deportati: 220 spezzini non fecero ritorno dai campi di deportazione tedeschi. Alcuni mutamenti vennero portati alla composizione del C.L.N.: ad Anelito Barontini, trasferito a Genova per assumere l’incarico di commissario politico della VI Zona operativa ligure, subentrò Poggi, segretario della Federazione del P.C.I.. Quando questi venne ucciso dai nazifascisti a Follo, fu sostituito da Antonio Borgatti [Silvio), inviato da Genova.

A metà giugno, malgrado i trasferimenti e i cambiamenti avvenuti, la polizia[...]

[...]o, dove il 20 luglio furono uccisi 3 sacerdoti e 5 civili; e a Cereseto (Compiano), data alle fiamme nello stesso giorno. A Cereseto furono fucilati alcuni civili (tra cui Pio R a petti, Giovanni Rapetti, Eliseo Gonzaga) e deportati una trentina di giovani. Il 21 luglio, in località Poggio di Credarola, furono fucilati Gildo Negro e Giulio Serventi, catturati durante il rastrellamento.

L’8.10.1944, reparti fascisti della « Monte Rosa », della Decima M.A.S., delle Brigate nere e unità tedesche, per un complesso di 4.000 uomini, tentarono di circondare la Brigata « Vanni » e il Battaglione « Val di Vara », dislocati nella zona del Calicese. I combattimenti si protrassero per tre giorni. I partigiani persero 47 uomini tra morti e feriti, ma sfuggirono aH’accerchiamento. Nella battaglia si distinse Gerolamo Spezia: gravemente ferito, continuò a tenere la posizione sino a quando fu colpito a morte, permettendo la ritirata ai compagni (sarà decorato di medaglia d’oro al valor militare alla memoria).

I nazifascisti ripresero i rastrellamenti i[...]

[...]a «Gramsci» attaccarono l’intera zona da Padivarma a Carrodano, infliggendo perdite ai nazifascisti. Questi reagirono il 20 gennaio con un grande rastrellamento, avente l’obiettivo di distruggere tutta l’organizzazione partigiana della vallata del Magra. Parteciparono all’impresa reparti della VI Divisione di fanteria tedesca, alpini della « Monte Rosa », bersaglieri della Divisione « Italia », le Brigate nere di Carrara, La Spezia, Chiavari, la Decima M.A.S. e reparti mongoli, per un complesso di circa 20.000 uomini.

Manifestazione fascista a La Spezia per il giuramento alla repubblica di Salò (9.2.1944)

274



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 383

Brano: Sarzana

praticamente da tutte le direzioni) e per il rapporto di forze esistenti nella zona. Alla Spezia e in Lunigiana esisteva la base della Decima M.A.S. (v.) l’unico reparto della Marina militare che fin dall’8 settembre si era messo a disposizione dei tedeschi. Inoltre La Spezia era il principale porto militare della Repubblica sociale italiana, fortemente presidiato dai tedeschi che lo tennero sotto controllo fino all’ultimo momento. A tutto ciò si aggiungeva il fanatismo delle Brigate nere locali, comandate da capi sanguinari come Max Gallo alla Spezia e Michele Rago a Sarzana. Di qui uno sviluppo della lotta partigiana più lento e graduale rispetto ad altre zone meglio favorite dalle circostanze.

Come risulta da una relazione di G[...]

[...]evano parte A. Parducci, Magnolia, Sabbatini e altri, rimase invece al Trambacco.

Il 13 marzo, 12 partigiani attestati sul monte Barca (sopra Bagnone) furono catturati dalla Deci

ma M.A.S.. Si salvarono solo Montarese, G. Castagnola ed E. Parducci, mentre i loro 9 compagni saranno fucilati il 17 marzo. In quello stesso 13 marzo altri partigiani sarzanesi attaccarono un treno a Valmozzola (Borgotaro), uccidendo 7 fascisti e il tenente della Decima M.A.S. G. Carlotti. Il giorno precedente era stato attaccato il presidio della G.N.R. di Roccamurata (Borgotaro), ma l’impresa più riuscita fu compiuta, il 20 marzo, da

6 partigiani al comando di Flavio Bertone (Walter) che a Falcinello (Sarzana), con audacissima azione bloccarono lungo la linea ferroviaria e fecero in parte saltare un treno carico di munizioni.

Tra la fine di giugno e l’inizio del luglio 1944 i partigiani sarzanesi si avvicinarono ai monti sovrastanti la loro città e qui, fra l’agosto e il settembre, fu costituita la Brigata Garibaldi “U. Muccini” (v.).

Dopo una fase [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 39

Brano: [...]rreno e fino ad assumere la posizione a bilancia. Poi costoro, sempre a torso nudo, venivano frustati con un nerbo e poi venivano portate delle latte di benzina per sottoporli alla tortura del fuoco [...].

Gli interrogatori cominciavano alle ore venti e continuavano ininterrottamente fino alle tre del mattino ed io sentivo le grida di coloro che venivano interrogati, unite a colpi di pistola ».

Il carattere chiaramente delinquenziale della Decima M.A.S. cominciò a impensierire perfino le autorità collaborazioniste, per il supplementare discredito che la turbolenta formazione attirava sul già abbastanza odiato regime repubblichino.

In un « appunto per il duce » il prefetto di Milano Mario Bassi scriveva: « Continuano con costante preoccupazione le azioni illegali commesse dagli appartenenti alla X Mas. Furti, rapine, provocazioni gravi, fermi, perquisizioni, contegni scorretti in pubblico, rappresentano quasi la caratteristica speciale di questi militari. Anche il 12 novembre 1944, tra l’altro, verso le ore 20 quattro di essi si sono [...]

[...]imento « Legnano ». Cadde mortalmente ferito nel corso d’una rischiosa missione oltre le linee nemiche.

Decourdemanche, Daniel

N. a Parigi il 21.2.1910, ivi fucilato il 30.5.1942; patriota francese. Insegnante di liceo, noto con il nome di Jacques Decour come romanziere e saggista, fu redattore capo della rivista Commune. Militante comunista durante l'occupazione te

Junio Valerio Borghese passa in rassegna, in una caserma, reparti della Decima M.A.S.

ItfWlItff futili



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 5Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: [...]e, Eccidio di; Nuvoloni, Luigi; Olivero, Giorgio; Pievetta, Combattimenti di; Pigna, Battaglia di; Queirolo, Candido; Rio Gordale, Eccidi di; Rocchetta Nervina; San Remo.

Bigi Alvaro A.Bi.

San Giovanni Valdarno.

Bitossi Renato R.Bi.

Emigrazione.

Bitto Giovan Battista G.B.B.

Giust, Giuseppe.

Boatti Giorgio G.Boa.

Servizio informazioni militari.

Bobbio Norberto N.Bob.

Allason, Barbara.

Bocca Giorgio G.Bo.

Boves; Decima M.A.S..

Boccassi Carlo C.Bo.

Carini, Aldo.

Bogliari Francesco Fr.Bo.

Nobili Oro, Tito; Pani cale, Eccidio di; Perugia.



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 442

Brano: [...]lla polizia italiana che lo assegnò al confino per 5 anni (18.3.1941). Riacquistata la libertà con la caduta del fascismo, nell’agosto 1943 tornò al paese natio e si diede a ricostituire l'organizzazione comunista. Dopo I'8.9.1943 fu tra i primi e più attivi organizzatori della lotta partigiana in provincia di Treviso (v.), guidando per l'intero 1944 le formazioni di montagna. Nel gennaio 1945 fu catturato dai fascisti della Brigata nera e della Decima M.A.S.. Processato e condannato a morte, venne fucilato pochi giorni dopo nel cimitero di Pieve di Soligo.

Zanella, Urbano

N. a Cadoneghe (Padova) il 17.2. 1906; meccanico.

Attivo in seno a un’organizzazione comunista clandestina operante in provincia di Padova nel 193435, fu arrestato. Deferito al Tribunale speciale, il 17.4.1936 fu condannato a

8 anni di reclusione.

Rientrato a Padova dopo lunga carcerazione, aM'indomani dell’8.9.1943 prese parte alla Resistenza veneta, partigiano in una formazione garibaldina. Catturato durante un rastrellamento, fu inviato in un lager nazista[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 410

Brano: [...] rapporti in vista dell’ormai certo prolungarsi della guerra. Fu, quello di ottobre, un convegno improntato a reciproca cordialità ed entusiasmo, anche se le speranze da esso alimentate furono poi in buona parte deluse dal noto messaggio di Alexander (v.).

Arresti e persecuzioni

Nel dicembre 1944 il C.L.N. era nel pieno fervore della sua attività, quando venne travolto da una tempesta che poteva avere le più gravi conseguenze. Militi della Decima M.A.S. perquisirono la casa del presidente Gandin e, pur non trovandovi nulla di compromettente, lo arrestarono e lo tradussero a Venezia, a Ca' Littoria. Gandin aveva fatto in tempo a preavvisare del pericolo gli altri membri del C.L.N., ma la sua menomazione fisica non gli aveva permesso di mettersi personalmente in salvo. Tornasi, pure ricercato dai fascisti, fece invece in tempo a rifugiarsi a Venezia, ma là venne a sua volta arrestato. Zanon Dal Bo, che si era trasferito a Vit

torio Veneto dopo aver già subito un periodo di carcerazione a Venezia, dovette allontanarsi dal paese e starse[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 332

Brano: [...]n tristo figuro come Piero Cosmin, che già aveva fatto la sua parte all’epoca della resa dei conti nel processo di Verona del gennaio, fecero scoccare l'ora della lotta senza quartiere: i fascisti veneziani, tra i quali spiccavano individui come Waifro Zani, Umberto Pepi ed Emani Cafiero, per vendicare l’uccisione del famigerato maresciallo Bartolomeo Asara, cacciatore di uomini e procacciatore di reclute per Salò, nella notte sul

MMiti della Decima M.A.S. in Piazza San Marco nell'inverno 1944

332



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 645

Brano: SS Italiane

affiancato da effettivi della Gendarmerie tedesca, dalla Brigata Nera di Novara, dal Battaglione arditi “Venezia Giulia”, dal Battaglione “Folgore” e da due compagnie della Decima M.A.S..

Il 2 novembre Kesselring stese un bilancio complessivo delle operazioni, da cui risultavano i seguenti dati:

Operazioni su larga scala Perdite partigiane: morti 1539, prigionieri 1248, sospetti partigiani catturati 1973. Perdite nazifasciste: tedeschi morti 50, feriti 183, dispersi 4; italiani morti 33, feriti 186, dispersi 28.

Operazioni su piccola scala Perdite partigiane: morti 531, prigionieri 868, sospetti partigiani catturati 1101, famiglie di sospetti 3, giovani delle classi 19141927 soggetti a leva 1097.

Perdite nazifasciste: tedeschi morti 53, feriti 116, dispersi 4[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Decima M, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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