Brano: [...] quindi la Brigata di Carli [Franco Quarleri (v.) ), che si insediò lungo la fascia collinare. Al colmo dell’estate le tre suddette Brigate costituirono una Divisione «Giustizia e Libertà » al comando di Massenzio Masia (v.), di cui presero poi il nome.

Tre Brigate Garibaldi operarono invece nell 'alta valle della Staffora (ma compiendo puntate in pianura, fino a Voghera) e nelle vallate affluenti, spingendosi a est fino a Torre degli Alberi, Costa Cavalieri e Fortunago, e a sud fino alle Capanne di Pei, sulla maggiore dorsale montuosa tra le province di Piacenza e Alessandria. Anche queste diedero ben presto vita a una Divisione che, intitolata alla memoria di Angelo Aliotta (v.), fu comandata da Domenico Mezzadra (v.), con Orfeo Land ini [Piero] come commissario politico.

La primogenita delle tre Brigate Garibaldi, la « Arturo Capettini » (v.) (nome dell’antifascista mortarese fucilato a Milano il 31.12.1943), fu comandata da Angelo Ansaldi [Primula Rossa), con commissario politico Carlo Lombardi (v.). Nel luglio si aggiunse la Brigata «Cres[...]

Brano: Pavia

di questo giovane partigiano nella battaglia dell'Aronchio (v.), fu guidata da Luchino Dal Verme (v.) e operò nelle zone di Torre degli Alberi, Costa Cavalieri, Fortunago.

Vi erano infine nel Pavese due Brigate Matteotti. La prima, guidata da Cesare Pozzi (v.), iniziò la propria attività disarmando il presidio fascista di Costa Montefedele e operò nella valle Oscuropasso. In essa confluì il gruppo autonomo « Pavia » guidato da Nanni Truffi. Più tardi nacque una seconda Brigata Matteotti e le due formazioni costituirono una Divisione, intitolata al nome del caduto Dario Barni [Armando) .

I vessilli ideologici inalberati da queste diverse formazioni non escludevano pluralità di opinioni politiche al loro interno. Le Brigate « Giustizia e Libertà[...]

Brano: [...]amenti ed esposti ai rigori di un inverno rigidissimo, cercarono riparo scavando nel terreno grandi buche (v.) con un foro d’entrata accuratamente occultato, per rifugiarsi durante le battute del nemico. Nondimeno in quei mesi il movimento partigiano subì dolorose perdite.

Nel febbraio 1945 il grosso delle forze nazifasciste abbandonò le montagne dell’Oltrepò, ma i partigiani continuarono a trovarsi impe

gnati in duri scontri a Vaiverde, a Costa Cavalieri e a Rocca de’ Giorgi (11 e 12 marzo) prima che Varzi potesse essere definitivamente liberata. Nello stesso tempo, attraverso un intenso lavoro, si pervenne a unificare le formazioni partigiane costituendo un Comando unico dell’Oltrepò, affidato a Italo Pietra (v.) e collegato alla VI Zona operativa.

Nei giorni della Liberazione il grosso delle formazioni partigiane dell’Oltrepò lasciarono Varzi, avendo ricevuto dal C.L.N.A.I. il compito di puntare su Milano, dove giunsero la sera del 27 aprile, prima che vi arrivassero gli americani della V Armata.

Bibliografia: Lucio Ceva, Una battagli[...]