Brano: (Dalla nostra redazione)
FIRENZE. 18 Alle ore 16.50, dopo tre ore e mezzo di permanenza in Camera di consiglio, la Corte di Appello ha emesso una gravissima sentenza nel processo a carico dei compagni, on. Francesco Moranino. I giudici fiorentini, pur confermando nella entità della pena inflitta la sentenza emessa un anno fa dalla Core d'Assise, hanno aggravato la formulazione del verdetto di prima istanza, che già tanto scalpore suscitò negli ambienti democratici italiani. La sentenza di oggi, infatti, riconosce colpevole l'eroico partigiano «Gemisto» dei reati ascritti, con l'aggravante dell'art. 112 del C.P. (non riconosciuto nel primo processo), per aver agito in più di cinque persone. La Corte ha pertanto [...]
[...]confermando nella entità della pena inflitta la sentenza emessa un anno fa dalla Core d'Assise, hanno aggravato la formulazione del verdetto di prima istanza, che già tanto scalpore suscitò negli ambienti democratici italiani. La sentenza di oggi, infatti, riconosce colpevole l'eroico partigiano «Gemisto» dei reati ascritti, con l'aggravante dell'art. 112 del C.P. (non riconosciuto nel primo processo), per aver agito in più di cinque persone. La Corte ha pertanto condannato Moranino a 28 anni per l'uccisione di Santucci, Campassi, Francescani, Stassera e Stintone e a 25 anni per la esecuzione delle due donne, e complessivamente all'ergastolo che, per i benefici di legge previsti per i reati politici, è commutato in dieci anni di reclusione.
La conclusione del processo. che non ha voluto tener conto delle nuove dimostrazioni fornite sulla natura dei fatti chiaramente confìqurati come dure necessità della guerra partigiana, ha suscitato una grave e penosa impressione fra il numeroso pubblico che aveva attesa lo sentenza.
Prima che la Corte s[...]
[...]e delle due donne, e complessivamente all'ergastolo che, per i benefici di legge previsti per i reati politici, è commutato in dieci anni di reclusione.
La conclusione del processo. che non ha voluto tener conto delle nuove dimostrazioni fornite sulla natura dei fatti chiaramente confìqurati come dure necessità della guerra partigiana, ha suscitato una grave e penosa impressione fra il numeroso pubblico che aveva attesa lo sentenza.
Prima che la Corte si ritirasse in Carnera di consiglio, aveva presa lo parola l'avvocato sen. Gino Colla del collegio di difesa.
Se qui — ha esordito Colla — invece del deputato Francesco Moranino, le carte processuali ci parlassero
di un modesto comandante di squadra partigiana, credete voi che questo processo sarebbe salito al massimo interesse della cronaca giudiziaria e più ancora di quella politica? Credete voi che fatti sui quali aleggiasse un'ala più ampia di morte avrebbero destata una eco simile a questa che sentiamo, qualora di questi fatti fosse imputata altre persona che non fosse l'onorevole Moran[...]