Brano: [...]uasi tutta la sua carriera di giudice si svolse, per oltre quarantanni, in Piemonte. Pretore a Mongrando e a Cuorgnè, poi giudice a Ivrea e pretore a Torino (dove fu stupefacente la rapidità con cui redasse migliaia di sentenze all’anno, smaltendo un pauroso arretrato!); poi, dopo una breve parentesi come presidente del Tribunale di Piacenza, consigliere alla Corte d’appello di Torino. Infine, dopo aver presieduto per poco tempo una sezione alla Corte di Brescia, tornava a Torino, come presidente di una sezione civile della Corte d'appello.

Linearità antifascista

Quella di Peretti Griva fu una carriera piana, senza scosse, giustamente rapida — per le sue doti fuor del comune — ma non dovuta, come quella di altri colleghi, a singolari colpi di fortuna, a protezioni dall'alto, a benemerenze politiche. Perché Peretti Griva era — e tutti

lo sapevano — un magistrato diritto, inflessibile, coraggioso. Rifiutò l'iscrizione al partito fascista, dando del suo rifiuto una motivazione dignitosissima: egli non solo voleva essere, ma anche apparire, di f[...]