Brano: [...]atici, San Marino divenne rifugio degli assassini fascisti operanti in Italia, che qui si sentivano più sicuri anche rispetto a ciò che restava della Giustizia italiana.
Nel 1926 venne soppresso il suffragio universale e “concesso” un voto « per fuoco » (cioè per famiglia). Gli ex popolari si trasformarono in Unione cattolica sanmarinese, volta a creare la « coscienza cristiana » nel popolo e a collaborare col Partito fascista sanmarinese. Il Consiglio grande generale riprese l'antica denominazione di « principe e sovrano », e ogni insegna che ricordasse il passato di libertà e democrazia fu rimossa, mentre veniva restaurata la “nobiltà”.
Per un lungo periodo le forze democratiche e popolari non riuscirono a ricostruire nella clandestinità una loro sia pur embrionale presenza, un obiettivo reso impossibile, oltre che dalla repressione, dall’emigrazione politica ed economica. Il primo riuscito tentativo in tal senso si ebbe nel 1941, quando alcuni emigrati politici (ex combattenti nell’esercito repubblicano spagnolo) furono “rimpatriati”. Nonost[...]
[...] quindi perpetuarne in qualche modo la presenza. Ma tali illusioni furono travolte dalla manifestazione popolare del 28 luglio in Piazza della Libertà, alla quale parteciparono 34000 persone. Il risultato fu lo scioglimento del Consiglio principe e sovrano, la nomina di un Consi
glio di reggenza e la convocazione dei comizi elettorali a suffragio universale (escluse le donne che, in San Marino, non avevano diritto di voto) per la elezione del Consiglio grande e generale.
Il Comitato della Libertà assunse caratteri assimilabili ai C.L.N. italiani. Del Consiglio di reggenza, fissato in 30 membri, fecero parte 6 socialisti, 4 indipendenti e 1 comunista, mentre gli altri 19 membri rispecchiavano, di fatto, il passato regime. Nella sua prima seduta il Consiglio di reggenza annullò (per vizio di incostituzionalità) il preesistente regime totalitario, quindi il Consiglio principe e sovrano, nonché tutti i decreti, le disposizioni, le nomine e i conferimenti succedutisi dall’1.4.1923 al 27.7.1943; infine indisse le elezioni per il 5.9.
1943. Queste [...]
[...]te ebbero luogo nella data indicata, ma il precipitare della situazione italiana fece tabula rasa dì quell’inizio di ricostruzione democratica.
Il dottor A. Casali dichiarerà il 28.10.1943: « [...] affinché nessun incidente possa mettere in dubbio la buona condotta del nostro piccolo ma leale Paese, la cui mentalità non fa contrasto col suo profondo sentimento di italianità, ci hanno determinato ad accogliere la proposta in base alla quale il Consiglio Grande e Generale sospende temporaneamente la propria attività ». In realtà si trattava di un vero e proprio colpo di stato, con il quale veniva restaurata la deprecata situazione creatasi subito dopo il 25 luglio.
Se, con un'operazione di puro trasformismo, all'indomani del 25.7.
1943 i reggenti sanmarinesi avevano tentato di salvare il fascismo, con le decisioni del 28 ottobre vennero create le condizioni per la sua ripresa al servizio delle forze di occupazione tedesche. A nulla serviva dichiarare « neutrale » la repubblica, poiché in effetti la popolazione doveva subire la presenza dei col[...]