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Il segmento testuale Consiglio Giovanni Giolitti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 357

Brano: [...]. Venne così a dimostrarsi la forza assunta dal movimento socialista (che aveva la sua chiave di volta nella Camera del Lavoro) e a manifestarsi la ferma volontà delle masse popolari di por fine alle misere condizioni di vita in cui si trovavano. La vertenza sindacale (con grande allarme della borghesia cittadina) costituì un’impressionante prova di forza e potè essere repressa soltanto con l’intervento dell’esercito, ordinato dal presidente del Consiglio Giovanni Giolitti: ogni piazza del centro e del popolare quartiere di San Frediano fu occupata dalla cavalleria. Lo sciopero generale fu infine stroncato il 3 settembre. Dopo quel grande sciopero, gli esponenti della borghesia cittadina (dai cattolici ai liberali) decisero di unirsi in un solo fronte per combattere il Partito socialista. Nello stesso tempo, mentre tra i socialisti veniva affermandosi la corrente riformista, i cattolici cercarono di dar vita a un proprio movimento, nel tentativo (fallito da un punto di vista organizzativo, creò ugualmente seri problemi ai socialisti) di sottrarre una parte di l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 567

Brano: [...]zione dello stato nel giugno 1921.

Verso il fascismo assunse un atteggiamento tollerante: come capo del governo permise l’armamento delle squadracce e lo stabilirsi di collegamenti ad alto livello /tra ufficiali dell’esercito e gerarchi fascisti; consentì inoltre alla polizia di spalleggiare le violenze degli squadristi. Soltanto nel gennaio 1921, forse ritenendo che i socialisti fossero ormai sufficientemente indeboliti,

Il presidente del Consiglio Giovanni Giolitti (ottobre 1913)

Giolitti, Giovanni

dichiarò di voler imporre il disarmo ai Fasci nelle province emiliane. Tuttavia, quando la stampa della grande borghesia, dal Corriere della Sera al Giornale d’Italia, insorse contro quella « incomprensibile disposizione », Giolitti fece macchina indietro e del disarmo fascista non se ne parlò più.

Nel giugno 1924, dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti, Giolitti passò all’opposizione e attaccò apertamente alla Camera la politica del fascismo. Particolarmente ricordato è il suo intervento contro la legge che costituiva la nuova Camera delle corporazi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 246

Brano: [...]erra a fianco dell’Intesa. Della rivoluzione russa egli si era fatto peraltro esaltatore nel discorso pronunciato il 13.8.1917 al Politeama di Napoli.

Primo dopoguerra

Alle elezioni comunali tenutesi alla fine della prima guerra mondiale, rinnovatosi il successo popolare, Labriola fu eletto prosindaco, onde superare l’incompatibilità con l'incarico di parlamentare al quale fu rieletto nel 1919.

Quando, nel giugno 1920, il presidente del Consiglio Giovanni Giolitti cercò l’apertura a sinistra verso i socialisti (dai quali, compresi i turatiani, si ebbe un diniego), Labriola venne designato come ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, carica che conservò anche nella successiva legislatura col nuovo gabinetto Giolitti. Nelle forme consentite dalla sua posizione di ministro, nel settembre 1920 simpatizzò con l’occupazione delle fabbriche e si schierò poi decisamente contro il fascismo.

Quali che fossero le sue riserve sulla condotta di Giolitti, e poi del governo Bonomi, di fronte al fascismo l’antico « antistatalista » soreliano sostenne energi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 360

Brano: [...]ella Cirenaica (v. Colonialismo e anticolonialismo in Italia). Le sconfitte subite in Africa orientale sul terreno militare (v. Etiopia) e in Tunisia su quel

lo diplomatico (quando quella preda, assai ambita, era sfuggita al nascente imperialismo italiano ad opera della Francia), avevano esaltato, secondo l’espressione di Napoleone Colajanni, la « febbre coloniale » della borghesia italiana. Le forze più scioviniste e lo stesso presidente del Consiglio Giovanni Giolitti (v.) spingevano a stringere

i tempi, nella ricerca dei necessari accordi diplomatici in Europa e nella preparazione del corpo di spedizione destinato alla conquista libica, peraltro giudicata — e a ragione — assai facile.

La Libia comprendeva allora tre regioni: la Tripolitania, la Cirenaica (o Barka) e il Fezzan, che nominalmente dipendevano dal sultanato di Costantinopoli e quindi facevano parte dell'impero turco, ma in realtà avevano una vita separata ed erano quasi autonome: la Tripolitania, sotto l’autorità di un bey di nomina turca; la Cirenaica, sotto il predominio morale, religi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 534

Brano: Marcia su Roma

La miope intenzione del presidente del Consiglio Giovanni Giolitti (v.) di servirsi dei fascisti per stroncare le rivendicazioni dei lavoratori e demolirne le istituzioni, contando di riassorbire poi il movimento mussoliniano nell’ambito del sistema parlamentare come componente della destra tradizionale, diede via libera a un’ondata di violenze, saccheggi, distruzioni e assassini'! che, con l’omertà appunto dei pubblici poteri e l’aperta simpatia delle autorità locali e delle gerarchie militari, permise allo squadrismo di svilupparsi in tutto il Paese. La crescita dei Fasci e, con le elezioni politiche del 1921, l’ingresso in Parlamento di un gruppo di 35 de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 369

Brano: [...]nivano avvisati. Questa straordinaria organizzazione che, a Palermo e provincia, raccoglieva oltre 20.000 lavoratori (artigiani in città e contadini nei comuni rurali) vessati dai sistemi di tassazione dei municipi e dalla grave crisi agraria, oltre che da padroni e gabellotti spregiudicati, mise in allarme tutto l’apparato del Ministero degli Interni, dalle questure alle prefetture e àll’Ufficio centrale di Pubblica Sicurezza. Il presidente del Consiglio Giovanni Giolitti decise di spedire nell’isola un Ispettore di polizia perché riferisse sullo stato delle cose, e a partire dal maggio 1893 si ebbero arresti e processi.

I più temuti dalla polizia erano i Fasci di campagna che, guidati da Bernardino Verro e Nicolò Barbato, operavano nei latifondi del Corleonese e di Piana dei Greci. Dopo le provocazioni dei partiti filomunicipali e crispini, si arrivò all’instaurazione dello stato d’assedio del gennaio 1894 che, in pochi mesi, disgregò l’intero apparato organizzativo di quel grande movimento operaio e contadino della storia nazionale, di quel « primo atto d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 491

Brano: [...]voratori anarchici, repubblicani e socialisti rivoluzionari su posizioni classiste più avanzate.

Banco di prova deH'U.S.I. fu lo sciopero generale dell’agosto 1913: iniziato come sciopero degli addetti alle costruzioni ferroviarie, si pose l’obbiettivo di ottenere aumenti diversificati e favorevoli alle categorie più dequalificate e di far entrare il sindacato in fabbrica con il riconoscimento delle “commissioni permanenti”. Il presidente del Consiglio Giovanni Giolitti sollecitò gii industriali a non cedere e si giunse al “lodo arbitrale” affidato all’industriale milanese ingegnere Salmoiraghi. Il “lodo” riuscì addirittura a dimostrare che, alla Breda, le paghe erano troppo alte e che gli operai dovevano restituirne una parte per uniformarsi a quanto statuito contrattualmente. Questa sconfitta segnò a Sesto il declino deH’U.S.I. e la lenta ripresa della F.I.O.M..

In campo cattolico la realtà della grande fabbrica stentava a essere compresa. Tuttavia l'opera di Achille Grandi, a quel tempo dirigente della Lega del Lavoro di Monza, rendeva i “bianchi” magg[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 580

Brano: [...]io Salandra (v.) (che interpretava l’accordo con Vienna e Berlino come un baluardo contro la

Cartolina degli antiinterventisti dopo l’entrata in guerra dell'Italia (disegno di Scalarmi)

democrazia) erano favorevoli alla Triplice Alleanza.

Al neutralismo (v.) si ispiravano peraltro non solo i socialisti, ma anche gran parte dei cattolici (pur non desiderando il crollo di una potenza cattolica come l’Austria) e perfino l’ex presidente del Consiglio Giovanni Giolitti (v.), il quale temeva che il liberalismo classico non potesse sopravvivere a una guerra di quelle dimensioni.

A partire dal luglio 1914, in contrapposizione ai neutralisti venne tuttavia emergendo una schiera di interventisti (v.) favorevoli agli anglofrancesi, nelle cui fila si annoveravano personalità democratiche come Leonida Bissolati (v.), Gaetano Salvemini (v.), il cattolico Romolo Murri (v.) e il socialista trentino Cesare Battisti (a quell’epoca profugo in Italia) nonché gruppi di anarcosindacalisti e socialisti che vedevano nella guerra la miglior occasione per giungere a una rott[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Consiglio Giovanni Giolitti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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