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Il segmento testuale Comitato di Liberazione Nazionale è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 21Entità Multimediali , di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 144

Brano: [...]ocratici. La cricca hitleriana e fascista sente venire la propria fine e vuole trascinare nella rovina estrema le ultime forze che restano e, con esse, il popolo e la nazione. È una lotta inutile ormai per i nazifascisti, è un suicidio collettivo. Una sola via di scampo e di salvezza resta ancora a quanti hanno tradito la patria, servito i tedeschi, sostenuto il fascismo: abbassare le armi, consegnarle alle formazioni patriottiche, arrendersi al Comitato di Liberazione Nazionale. Arrendersi o perire! È l’intimazione che dev’essere fatta a tutte le forze nazifasciste, a quelle tedesche come a quelle italiane, a quelle volontarie fasciste come a quelle coscritte del cosiddetto esercito repubblicano.

Sia ben chiaro per tutti che chi non si arrende sarà sterminato, chi sarà colto con le armi in mano sarà fucilato. Solo chi abbandona volontariamente le fila del tradimento, consegna le armi — quante più armi può — ai patrioti, avrà salva la vita, se non si sarà macchiato personalmente di gravi delitti contro il movimento di liberazione nazionale. Quanti si arrendono dov[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 86

Brano: ... Nel pomeriggio del 9 settembre a Roma, dopo che si seppe della fuga del re e di Badoglio, i membri del comitato delle opposizioni decisero di costituirsi in Comitato di Liberazione Nazionale (C.L.N.).

Qualche giorno dopo il comitato interpartiti fiorentino seguirà l’esempio romano: enascerà così il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale (C.T.L.N.). Ma nel frattempo era già intervenuto sul campo della lotta.

Il popolo di Firenze, alla notizia dell’armistizio, dette sfogo all’esultanza, esultanza incosciente in quanto non voleva tenery conto che l’impreparazione diplomatica e militare del governo centrale apriva la porta alla guerra civile e ad un’altra guerra (assia più spietata) contro il tedesco. Ma se il cronista registra “ l’esplosione di gioia commossa, di festività [...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 8Prefazione/premessa/introduzione con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: [...]
Finirono per riconoscere l’operato del C.T.L.N\ e riconobbero, come atti di governo, tutte le decisioni prese nel periodo della lotta clandestina e quindi anche le nomine alle cariche cittadine.

E il C.T.L.N. sarebbe rimasto in carica, come organo rappresentativo della città, fino a che non ci sarebbero state elezioni libere. Ora, questo è nella storia italiana un fatto importantissimo, perché è la prima volta che gli alleati riconoscono un Comitato di Liberazione Nazionale; riconoscono ufficialmente, come atti legali, gli atti compiuti dalla Resistenza e da ora in avanti la liberazione delle città italiane verrà su questo modulo: “ Prima la città insorge e poi arrivano gli alleati ”.

Il merito di questa soluzione sta proprio nella politica unitaria del C.T.L.N. — di cui non piccolo merito spetta a Enzo Enriquez Agnoletti — e in genere di tutta la Resistenza.

Farri suole ricordare con commozione che mentre a Parigi liberata gli alleati trovarono i manifesti di tutti i partiti inneggianti al loro arrivo, a Milano invece, il 25 aprile, un unico manifesto fir[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 307

Brano: [...], sul patto di Monaco, sulle cause della seconda guerra mondiale e così via. Ogni distaccamento aveva il proprio giornale murale, al quale i partigiani collaboravano.

Appena costituito, il 14.1.1944 il Comando di brigata inviò al C.L.N. il seguente messaggio: « In occasione della costituzione della Brigata d’assalto Garibaldi ” Biella ” il nostro Comando, fedele interprete dei sentimenti di tutti i garibaldini, invia un saluto entusiastico al Comitato di Liberazione Nazionale, che riconosce come sola autorità politica e militare capace di guidare e condurre il popolo italiano nella sua lotta per la conquista della libertà, dell'indipendenza e della democrazia popolare, che si otterranno esclusivamente cacciando i tedeschi dal nostro suolo e annientando i traditori fascisti. E tale lotta impegna il C.L.N. a chiamare tutto il popolo italiano affinché nuove forze vengano a raggiungere le nostre file. L’interesse nazionale sarà salvaguardato; l’onore italiano, macchiato dalla vergogna nazista, ristabilito se tutto il popolo italiano dimostrerà combattendo a fianco del[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 318

Brano: [...]le fin ià. I carabinieri non le volevano mollare e si coise a strapparle. I nemici le avevano e si cominciò la guerriglia per toglierle loro (...). Dal primo giorno Bulow fu tra gli organizzatori e fra i combattenti. Cadde Gordini che lasciò il nome alla Brigata, cadde Sintoni, garibaldino di Spagna, caddero die

ci e dieci altri. E i distaccamenti rinfittivano (...). Quando parve imminente il passaggio dalla guerriglia all’azione generale, il Comitato di Liberazione Nazionale di Ravenna e il C.V.L. dell’Emilia e Romagna vollero Bulow come comandante della piazza di Ravenna. Strano ” Comando di piazza nella piazza c’erano i tedeschi, coi carri, coi cannoni; c’era la poliziottaglia fascista. E strano comandante! Bulow seppe che gli Alleati consigliavano i partigiani a limitarsi al sabotaggio, che le operazioni in grande stile erano considerate imprudenti.

E allora andò sulla costa, si imbarcò su una paranzella da pescatori, passò al largo della costa tenuta dai due eserciti di fronte, e andò lui a spiegare agli Alleati comestavano le cose. E poiché il generale in[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 606

Brano: Comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia

incontrare la reazione delle truppe tedesche, che, nel frattempo, erano calate numerose nella penisola. In tal modo, fin da allora, il Comitato di Milano aveva assunto una funzione di guida nel quadro della nuova democrazia italiana ed aveva mostrato di sapersi concretamente porre i problemi relativi.

Dal C.L.N. milanese al C.L.N.A.I.

L’8 settembre, così, giunse per gli esponenti politici milanesi non del tutto inatteso e non fu molto difficile il passaggio dal piano dell’attività politica al piano della lotta armata contro i nazifascisti.

Ben presto il C.L.N. del[...]

[...] agire in tale senso ed a prendere anche decisioni che impegnavano tutta la Resistenza nel suo complesso, come quando aveva, nella seconda metà di gennaio, approvato una mozione in cui affermava che non vi sarebbe stato « posto domani da noi per un regime di reazione edulcorata e neppure per una democrazia zoppa. Il nostro sistema politico, sociale ed economico non potrà essere se non di democrazia schietta ed effettiva. Del governo di domani il Comitato di Liberazione Nazionale è oggi una prefigurazione ». Subito dopo, il 15 febbraio, prendeva un solenne impegno di fronte alla classe operaia sulle effettive distruzioni di ogni paternalismo di tipo fascista che aveva escluso per lunghi anni le classi popolari dal governo del paese; e proclamava la volontà di fondare « una nuova democrazia popolare che tragga forza ed autorità unicamente dal popoio. Così si creerà un nuovo regime di giustizia sociale che aprirà finalmente al popolo le vie del progresso civile, di un lavoro libero e fecondo, di una nuova umanità ».

L’attività legislativa e di governo

Con queste p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 607

Brano: Comitato di liberazione nazionale dell'Alta Italia

La delegazione del C.L.N.A.I. incontratasi con i rappresentanti degli Alleati a Caserta nel dicembre 1944. Da destra: Ferruccio Parri, il generale Maitland Wilson, Gian Carlo Pajetta, Alfredo Pizzoni, Edgardo Sogno

fasciste nelle loro file. E quando nel maggio riprese l’offensiva alleata, che portò alla liberazione di Roma (4 giugno) e alla fine di agosto a quella di Firenze, il C.L.N.A.I. trovò in questa favorevole situazione una spinta per una intensa attività legislativa: infatti esso approvò tutta una serie di decreti che miravano non solo a favorire la lotta partig[...]

[...]o in un momento in cui « consoli e ambasciatori tedeschi, comandanti delle SS, sbirri e carnefici delle varie polizie di Mussolini, moltiplicavano i Joro tentativi di approcci per trattare di compromessi e di tregue ». A questi eventuali cedimenti, il C.L.N.A.I. rispondeva esortando a non dare alcun credito alle manovre del nemico: « Per la salvezza e per l’avvenire d'Italia, perché la Patria possa sedere fiera nel consesso dei popoli liberi, il Comitato di Liberazione Nazionale vi ha chiamato e vi chjama a tendere le vostre forze nella lotta per l'insurrezione nazionale». In tal modo, anche perché il C.V.L. prese a sua volta una decisa posizione affermando che la lotta partigiana non era un lusso o un capriccio per il popolo italiano bensì una necessità

per difendere il proprio patrimonio materiale, politico e morale, le conseguenze negative del proclama Alexander poterono essere contenute.

Rapporti con Alleati e governo

Certo, l’inverno 194445 fu molto duro per gli uomini c|ie vivevano sulle montagne e che avevano sperato nella fine della guerra, e fu duro[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 350

Brano: [...]rne. Tuttavia in alcuni casi i Comandi partigiani ritennero opportuno dare a questi documenti, puramente simbolici, un aspetto realistico che potesse apparire convincente anche sul piano tecnico.

In Liguria, per esempio, la III Brigata Garibaldi « Cichero » mise in circolazione vere e proprie banconote, per quanto rudimentali, in tagli da 100 e da 1.000 lire. Si trattava di cartoncini bianchi di cm 13x8 recanti ai quattro margini la scritta « Comitato di Liberazione Nazionale »; in alto, « III Divisione garibaldina ” Cichero " Brigate 3a, 5a e 6a della Liguria »; nel mezzo, « VALE LIRE CENTO » e sotto « 100 Lire »; e infine, più in piccolo, « Pagabili dal libero governo italiano alla fine della guerra ». Seguiva un numero progressivo, impresso a timbro con inchiostro nero. Alla sinistra figurava la firma « Il Comandante Bisagno » e alla destra « Il Commissario Lucio ». Sul retro si poteva infine leggere « Accettare questo buono significa aver fede in un'Italia indipendente dai tedeschi e libera dal fascismo ».

Nel Canavese furono diffusi, dal Comando piemontese[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 10

Brano: [...]i G.A.P. di Padova; Giuseppe Armaroli (Verdi), commissario di Brigata; Athos Druidi, commissario politico di battaglione della Divisione « Nannetti »; Carlo Cicchetti, partigiano della Divisione « Belluno »; Euro Antonioni, vicecommissario del Gruppo Brigate « Gramsci ».

Il riconoscimento ufficiale

L’8.8.1944 il Gruppo Brigate « Nannetti » fu riconosciuto « Divisione » con il seguente verbale:

« Corpo Volontari della Libertà Aderente al Comitato di Liberazione Nazionale

Comando Divisione d’Assalto Garibaldi « Nino Nannetti »

N. 71 di prot. Z.O. li 2.8.1944 Oggetto: Promozione del Gruppo Brigate d’Assalto « Nino Nannetti » a Divisione Garibaldi dello stesso nome.

Il giorno 2 agosto 1944 alla presenza dei rappresentanti del Comando Militare Regionale Veneto, nelle persone di Ascanio e di Gianni,\e alla presenza di Ascanio (Attilio Gombià)x quale responsabile della Delegazione Triveneta delle Brigate Garibaldi, si è addivenuti alla promozione a Divisione del Comando Gruppo Brigate d’Assalto « Nino Nannetti ».

Tenuto conto del numero delle azioni com[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 308

Brano: [...]istenza, come difatti fece in Lombardia, dove divenne comandante delle Fiamme Verdi (v.).

3 Il terzo partito che intervenne fin dall’inizio, convogliando anche e inalveando energie e iniziative del mondo cattolico, fu la Democrazia cristiana. Anzitutto essa si fece presente nel campo politico e in quello assistenziale. Nei 45 giorni di Badoglio essa contribuì col P.C.I. e il P.d’A. alla trasformazione del « Comitato partiti antifascisti » in Comitato di Liberazione Nazionale, con responsabilità di governo clandestino locale. Nei primi mesi le sedute di questo C.L.N. e del suo Esecutivo militare si tennero sempre in ambienti cattolici che, per prudenza cospirativa, si avvicendavano costantemente.

Nel settore assistenziale la D.C. fu addirittura preceduta dalle iniziative assunte, anche con organizzazione diocesana, dal clero e dal laicato di Azione Cattolica. Il mondo cattolico con a capo i vescovi e il clero, specie i parroci, scrisse pagine che fanno onore alle comunità ecclesiali del Friuli nell'assistenza ai treni, alle frotte di fuggiaschi, ai prigionieri [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Comitato di Liberazione Nazionale, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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