Brano: Fara, Battaglia di
zioni in quantità discreta. Nessuna arma pesante.
Il presidio fascista di Fara comprendeva soltanto una trentina di camicie nere, comandate dal capitano Famà e da alcuni ufficiali subalterni, ma all’esiguità del numero facevano riscontro un armamento massiccio e solidi apprestamenti difensivi (reticolati, cavalli di Frisia, bunker in muratura, feritoie).
Il piano di attacco
Dopo gli accertamenti assunti in loco, il Comando di Brigata potè definire il piano tattico nei seguenti dettagli operativi:
a) Attacco per l’ora x del giorno y, da effettuarsi con un plotone scelto (30 uomini) del I Battaglione al comando di Edgardo Tosetti (Baffetti), rinforzato da una squadra di arditiguastatori di 10 uomini al comando di Carlo Cerutti [Bufalo]. Questi ultimi, durante la notte, passando attraverso le fognature e i cortili interni degli edifici contigui, avrebbero dovuto salire sul fabbricato adibito a presidio. Giunti silenziosamente sul tetto, all’ora prestabilita i guastatori avrebbero aperto il fuoco sul faro che illuminava a [...]
[...]nte colpito aH’addome. Soccorso dai compagni, rifiutò di abbandonare il suo posto e si spense di lì a poco, colpito una seconda volta mentre sparava la sua ultima raffica. Colpito al braccio e alla mano sinistra fu Edgardo Tosetti, comandante del reparto d’assalto, e più tardi venne ferito al braccio anche il partigiano Dolfin.
Alle 9,30, per mezzo di una staffetta, il comandante del II Battaglione attestato sulle colline di Briona informò il Comando di brigata di trovarsi in contatto balistico con una forte colonna motorizzata nazifascista proveniente da Novara. Gli fu ordinato di/tenere impegnata con il battaglione il più possibile la colonna nemica, per ritardarne al massimo la marcia.
Da quel momento, data l’impossibiiità di prevedere per quanto i| Il Battaglione sarebbe stato in grado di impedire l’afflusso dei rinforzi nemici, la situazione dei garibaldini a Fara cominciò a farsi preoccupante.
I fascisti assediati non cantavano più, ma le difese murarie continuavano a resistere. Nonostante alcu ne perdite subite, il presidio rifiutava la[...]
[...] Battaglione sarebbe stato in grado di impedire l’afflusso dei rinforzi nemici, la situazione dei garibaldini a Fara cominciò a farsi preoccupante.
I fascisti assediati non cantavano più, ma le difese murarie continuavano a resistere. Nonostante alcu ne perdite subite, il presidio rifiutava la resa, quantunque i garibaldini usassero un bazooka giunto con una squadra del Biellese volontariamente aggregatasi alla battaglia.
La vittoria
Il Comando di brigata si vide così costretto a ricorrere a un mezzo risolutivo già predisposto, ma che non avrebbe voluto usare per evitare danni alla popolazione civile: si trattava di un gigantesco ordigno consistente in una bombola per ossigeno riempita di dinamite plastica e con detonatori multipli, collegati da una miccia detonante, il tutto innescato con una corta miccia a tempo.
Sgomberate le abitazioni circostanti, il pesante ordigno fu portato sul tetto dell'edificio assediato e, per l’ultima volta, venne intimata ai fascisti la resa. Prima che scadesse il tempo concesso per la definitiva decisione, da[...]
[...]concesso per la definitiva decisione, dalla feritoia di un fortino venne sventolato uno straccio bianco: era finalmente la résa., Erano circa le 10,30 quando, a uno a uno, dal presidio fascista uscirono una ventina di uomini laceri e pallidi, alcuni dei quali più o meno gravemente feriti. Altri, morti o agonizzanti, giacevano aN’interno. Ma tra essi mancavano il capitano Famà e il brigadiere Perugino, eclissatisi fin dalla sera precedente.
Il Comando di brigata, dopo aver
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