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Il segmento testuale Comando di Brigata è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 8Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 102

Brano: te vano 5 chili di sale a chi faceva catturare un partigiano.

Il Comando di Brigata “ Lanciotto ” la Divisione “ Arno ” doveva costituirsi di lì a pochi giorni — aveva sede ai margini di quel gran prato sotto “ L’uomo di sasso ” (così chiamato il posto dove avevamo le capanne del Comando) che, al di là nel versante di Cetica, si stende molle e quasi infinito nella groppa di Pratomagno.

Quel tardo mattino di Giugno, un po* afoso e fiacco, non preludeva ad avvenimenti di rilievo: tutto all’intorno era cheto e calmo, e forse gli unici rumori percepibili erano il perenne sciaguattio della sorgente vicina ed il ritmico agitarsi delle fronde dei faggi, mentre ogni tanto, in lon[...]

[...]o sguardo, andirivieni di pattuglie, corvèè di partigiani con fastelli di legna e recipienti per acqua; e poi, ancora inoltrandosi, non sarebbe stato raro trovare qualche vasta capanna di pali e frasche dove, legati per la cavezza, alcuni muli e cavalli intenti a ruminate ti avrebbero guardato con quel loro consueto sguardo bonario, e ancora altre capanne coperte di piote di terra e adorne di armi le più varie.

Quel mattino le tre capanne del Comando di Brigata erano deserte: giù al fosso gli unici ad infastidire la quiete della natura erano forse i due cucinieri: il Maresciallo e il Brigadiere che tagliavano grossi pezzi di manzo su uri desco rudimentale; Potente e gli altri del Comando, compresi i medici Dido e Pino erano andati in direzioni diverse per compiti speciali, io, riihasto con le tre sentinelle di turno alle capanne, girellavo pigramente attorno in quei pressi spingendomi ogni tanto ai margini di quel gran prato. Ero assorto in pensieri sul perché, il giorno prima, apparecchi da caccia inglesi avevano mitragliato una nostra pattuglia [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 265

Brano: [...]cipale, a diretto contatto con la sede dell’attuale municipio; e infine dello scarso affidamento che, in base a precedenti esperienze, si poteva fare sul concorso attivo della popolazione locale.

L’organico delI’81 a Brigata era di circa 330 uomini, su 3 battaglioni comprendente ognuno 3 plotoni di 30 uomini, a lor volta divisi in 3 squadre, più 1 Squadra Comando per ogni battaglione e 1 plotone di arditiguastatori alle dirette dipendenze del Comando di Brigata. L’armamento era costituito da 1 mitragliatrice, da 23 mitragliatori per ogni plotone e dalle armi individuali (mitra, moschetto o fucile, bombe a mano, pistole, baionette). Muni

Fara



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 266

Brano: Fara, Battaglia di

zioni in quantità discreta. Nessuna arma pesante.

Il presidio fascista di Fara comprendeva soltanto una trentina di camicie nere, comandate dal capitano Famà e da alcuni ufficiali subalterni, ma all’esiguità del numero facevano riscontro un armamento massiccio e solidi apprestamenti difensivi (reticolati, cavalli di Frisia, bunker in muratura, feritoie).

Il piano di attacco

Dopo gli accertamenti assunti in loco, il Comando di Brigata potè definire il piano tattico nei seguenti dettagli operativi:

a) Attacco per l’ora x del giorno y, da effettuarsi con un plotone scelto (30 uomini) del I Battaglione al comando di Edgardo Tosetti (Baffetti), rinforzato da una squadra di arditiguastatori di 10 uomini al comando di Carlo Cerutti [Bufalo]. Questi ultimi, durante la notte, passando attraverso le fognature e i cortili interni degli edifici contigui, avrebbero dovuto salire sul fabbricato adibito a presidio. Giunti silenziosamente sul tetto, all’ora prestabilita i guastatori avrebbero aperto il fuoco sul faro che illuminava a [...]

[...]nte colpito aH’addome. Soccorso dai compagni, rifiutò di abbandonare il suo posto e si spense di lì a poco, colpito una seconda volta mentre sparava la sua ultima raffica. Colpito al braccio e alla mano sinistra fu Edgardo Tosetti, comandante del reparto d’assalto, e più tardi venne ferito al braccio anche il partigiano Dolfin.

Alle 9,30, per mezzo di una staffetta, il comandante del II Battaglione attestato sulle colline di Briona informò il Comando di brigata di trovarsi in contatto balistico con una forte colonna motorizzata nazifascista proveniente da Novara. Gli fu ordinato di/tenere impegnata con il battaglione il più possibile la colonna nemica, per ritardarne al massimo la marcia.

Da quel momento, data l’impossibiiità di prevedere per quanto i| Il Battaglione sarebbe stato in grado di impedire l’afflusso dei rinforzi nemici, la situazione dei garibaldini a Fara cominciò a farsi preoccupante.

I fascisti assediati non cantavano più, ma le difese murarie continuavano a resistere. Nonostante alcu ne perdite subite, il presidio rifiutava la[...]

[...] Battaglione sarebbe stato in grado di impedire l’afflusso dei rinforzi nemici, la situazione dei garibaldini a Fara cominciò a farsi preoccupante.

I fascisti assediati non cantavano più, ma le difese murarie continuavano a resistere. Nonostante alcu ne perdite subite, il presidio rifiutava la resa, quantunque i garibaldini usassero un bazooka giunto con una squadra del Biellese volontariamente aggregatasi alla battaglia.

La vittoria

Il Comando di brigata si vide così costretto a ricorrere a un mezzo risolutivo già predisposto, ma che non avrebbe voluto usare per evitare danni alla popolazione civile: si trattava di un gigantesco ordigno consistente in una bombola per ossigeno riempita di dinamite plastica e con detonatori multipli, collegati da una miccia detonante, il tutto innescato con una corta miccia a tempo.

Sgomberate le abitazioni circostanti, il pesante ordigno fu portato sul tetto dell'edificio assediato e, per l’ultima volta, venne intimata ai fascisti la resa. Prima che scadesse il tempo concesso per la definitiva decisione, da[...]

[...]concesso per la definitiva decisione, dalla feritoia di un fortino venne sventolato uno straccio bianco: era finalmente la résa., Erano circa le 10,30 quando, a uno a uno, dal presidio fascista uscirono una ventina di uomini laceri e pallidi, alcuni dei quali più o meno gravemente feriti. Altri, morti o agonizzanti, giacevano aN’interno. Ma tra essi mancavano il capitano Famà e il brigadiere Perugino, eclissatisi fin dalla sera precedente.

Il Comando di brigata, dopo aver

266



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 284

Brano: Lavagnini Spartaco, Divisione

Zona operativa della Brigata « Spartaco Lavagnini » nel 1944

mente basse rispetto alle pesanti perdite subite dal nemico.

I boschi intorno a Monticiano e soprattutto quelli di Monte Quoio e del Belagaio, le pinete di Pornella, Tocchi e Fogari, salvo le brevi parentesi delle « Carline » (tra Grosseto e Pisa) e del Bogatto (Montanino), ospitarono via via il Comando di Brigata. Nelle stesse zone operarono il I Distaccamento « Borgianni e Boschi » comandato da Pasquale Plantera (Serpente) e il III Distaccamento « Aldo Mari » comandato da Enzo Galli [Giannino). Le altre unità della Brigata furono dislocate, rispettivamente, nelle seguenti zone:

II Distaccamento « Gentile e Savoi », comandato da Remo Barlucchi (Porthos) e da Giorgio Marrocchesi, a Sovicille;

IV Distaccamento « Carlo Pisacane », comandato da Giovanni Nenzi [Patria), a Montalcino e a Murlo;

V Distaccamento « Giuggioli e Parri », comandato da Ruggero Petrini (Silvio), a Torniella, Casal di Pari [...]

[...]i Distaccamento « Boccheggiano », comandato da Ideale Tognoni, a Montieri;

IX Distaccamento « G.A.P. Val d’EIsa », composto da squadre comandate da Azelio Lami, Minghi, Treves Prilli, Mario Baroncini e altri, a Poggibonsi, San Gimignano e Colle Val d'Elsa.

La vita nei distaccamenti

Con la costituzione dei vari distaccamenti sorsero molti problemi nella vita della formazione. Si trattava anzitutto di tenere costantemente collegati con il Comando di brigata reparti lontani tra loro varie decine di chilometri e dispersi in zone impervie. E bisognava coordinare l’attività di tutti i distaccamenti, assicurando in ognuno di essi quella disciplina e quei criteri organizzativi che avevano costituito la forza della formazione originaria. Insieme all’attività svolta a tal fine dal comandante « Viro », dal commissario politico « Gastone » e dal capo di stato maggiore Adolfo Giusti (il quale provvedeva, fra l'altro, a istruire gli uomini sull'uso delle armi e degli esplosivi), importantis

sima fu l’organizzazione del servizio sanitario, assicurata con [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 740

Brano: [...]iane

La 14a Brigata Garibaldi « Remo », articolata in 5 battaglioni operanti in altrettanti settori della II Zona militare, al momento della Liberazione inquadrava 1.490 tra partigiani e patrioti. Essa ebbe in tutto 124 caduti. Mirandola ne ebbe 30, più 9 fuori zona.

A componenti della Brigata furono conferite: una medaglia d’oro al valor militare, alla partigiana Gina Borellini (v.) ; 9 medaglie d’argerrto e una medaglia di bronzo.

Del Comando di Brigata fecero consecutivamente parte: come comandanti, Arturo Gavellotti, Rino Gasperini (caduto e decorato di medaglia d’argento alla memoria) e il capitano Giuseppe Ferraresi; come commissari politici, Oreste Gelmini e Tullio Paltrinieri.

I 5 battaglioni ebbero, rispettivamente come comandanti e commissari: Luigi Nardo e Adolfo Pollastri, Luigi Corazzari e Rino Fini,

Cesar ino Buganza e Asiago Tanferri, Arturo Bellodi e Rino Gavioli, Ones Chi II etti e Francesco Bergamini.

O.Ge.

Mirotti, Aldo

N. a Casalpusterlengo (Milano) il 27.4.1902; esercente. Attivo antifascista, nel 1933 fu co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 271

Brano: [...] Un gruppo di 65 uomini della « Oreste », passato al contrattacco, riuscì però con rapida azione ad aver ragione delle forze nemiche, pur superiori per numero e armamento, infliggendo loro gravi perdite in morti, feriti e prigionieri. Nel corso del combattimento cadeva, nelle file partigiane, il sovietico Fiodor Poletaev (v.), cui sarà conferita la medaglia d’oro al v.m..

Una dettagliata descrizione dei combattimenti si ha dalla relazione del Comando di brigata, che riportiamo qui! integralmente: « 58a Brigata Garibaldi "Oreste’" — Ordine del giorno n. 84 — Sede Comando, li 21. 2.1945.

Azioni compiute. Verso le ore 8.30 del giorno 2.2.1945 una pattuglia nemica composta di una dozzina di uomini si apprestava a passare il ponte di Pertuso diretta verso Cantalupo. Avvistata dalla pattuglia del Distaccamento "Vestone" che dava l’allarme al campo, mentre essi si dirigevano verso l'interno arrivavano al ponte di Pertuso altri 5 camion di tedeschi, anch’es

si diretti verso Cantalupo. I partigiani del Distaccamento "Vestone”, secondo gli ordini del Co[...]

[...]o. I partigiani del Distaccamento "Vestone”, secondo gli ordini del Comando Brigata, invece di sparare dalle loro posizioni dominanti sui tedeschi avanzanti li lasciavano entrare nell’interno dello schieramento ed iniziavano il fuoco sulle retroguardie procurando al nemico un morto e 6 feriti, che i tedeschi riuscirono a portare subito verso Borghetto.

Mentre il Distaccamento "Vestone" si piazzava in modo da tagliare la ritirata al nemico, il Comando di Brigata concentrava sul luogo una squadra del Distaccamento "N. Franchi" e due squadre del Distaccamento "Castiglione", a cui si univano alcuni elementi del Distaccamento della Brigata "Arzani" comandata da Tremos. Nel pomeriggio il nemico cominciò ad avanzare verso Cabella, ma arrivato a 200 metri dal ponte di San Nazzaro fu falciato dal fuoco dei nostri che lo costringevano a ritirarsi e a trincerarsi fra le case di Cantalupo. Nonostante la furiosa reazione i nostri completavano l’accerchiamento del paese; durante questa manovra cadeva colpito al cuore il partigiano Fiodor del Distaccamento "N. Fra[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 117

Brano: [...]nto metri dall’accam pamento. Sembrava non sospettassero di nulla.

Si deliberò rapidamente di aspettarli al varco e levarli di mezzo, anche per quei due che la sera prima non eran tornati da prendere la farina.

Si organizza la cosa, si mandano staffette alla seconda Compagnia “ Faliero Pucci ” che stava in cima a un altro cocuzzolo boscoso a dieci minuti, per metterla a conoscienza di quello che stava per succedere, io vado ad avvertire il Comando di Brigata e Otto si sposta con Libero e una ventina di uomini per liquidare i tedeschi appena usciti di casa.

Arrivo al comando, avverto, sbadigliano un po’ perché era cosa di normale amministrazione e mi dicono di tenerli al corrente in seguito. Indi mi avvertono che vanno a conferire con una Squadra d’azione delTAntella accampata a pochi chilometri.

Torno e trovo Otto appostato in un campo di grano che guardava la viottola del contadino. I tedeschi si vedevano distintamente a duecento metri sull’aia, ma non si poteva tirare perché erano frammischiati a donne e bambini dei contadini. Mi parvero [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Comando di Brigata, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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