Brano: [...]si un sicuro controllo di questa zona in funzione antisovietica e dei loro interessi imperialistici; e quelle americane, che invece non intendevano sottrarre forze all'operazione principale in Francia. Il compromesso tra queste posizioni venne raggiunto nell’agosto 1943, con la decisione di considerare lo scacchiere mediterraneo secondario rispetto all'operazione nella Manica (v. Overlord, Operazione).
Alla fine di agosto il re, Badoglio e il Comando Supremo avevano un quadro sufficientemente preciso, anche se non completo, delle intenzioni degli angloamericani. Questi erano disposti a riconoscere il governo Badoglio come valido interlocutore per la stipulazione dell'armistizio e ad effettuare a breve termine uno sbarco nel centro della Penisola, ma esigevano la resa incondizionata dell’Italia prima dello sbarco e ciò per l’ovvio motivo di evitare che tale operazione venisse in qualche modo ostacolata, oltre che dai tedeschi, dalle stesse truppe italiane. Per facilitare la trattativa, essi si resero disponibili a fare alcune concessioni politiche[...]
[...] vero che le autorità italiane si erano premurate di informarne gli stessi Comandi germanici.
Ma l'ordine più importante, cui si richiamano molti autori per dare una tinta “patriottica” all’operato dei responsabili italiani nel disastro dell'8 settembre, è la famigerata Memoria O.P. 44 (v.), preparata dallo Stato Maggiore dell'esercito tra il 22 agosto e il 2.9.1943.
Il testo di questo documento non esiste, perché tutte le copie inviate al Comando Supremo e ai Comandi periferici furono distrutte subito dopo la ricezione e perfino l’originale, che era stato conservato presso l’Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore dell’esercito, venne dato alle fiamme alle 6,30 del 9 settembre perché « in quel momento
premeva di non lasciar traccia di alcun pezzo di carta contenente notizie compromettenti ». (Gli ufficiali incaricati della consegna avevano il compito di ritirare come ricevuta l’ultima pagina della “Memoria”, ma anche queste parti del documento vennero distrutte il 9 settembre).
Sembra comunque accertato che la Memoria O.P. 44 desse disp[...]
[...]nel documento provocarono nei comandanti destinatari disorientamento e sconcerto (in Sardegna (v.) il generale Basso, comandante dell’isola, trattenne per tre giorni l’ufficiale incaricato della consegna del dispaccio, considerandolo una spia o un provocatore), o ne fornirono il pretesto.
In ogni caso la “Memoria” non era stata diramata alle unità stanziate in Albania, nel Montenegro, in Erzegovina e nelle isole dell’Egeo, che dipendevano dal Comando Supremo (il quale provvide a “orientare” i Comandi subordinati solamente il 6 settembre), e neppure ai presìdi territoriali (ad esclusione di Milano e Bologna), direttamente dipendenti dal Ministero della Guerra. Infine l’ordine di applicazione, che avrebbe dovuto mettere in moto la reazione generale delle truppe italiane contro gli attacchi dei tedeschi, per decisione di Badoglio e del generale Ambrosio non venne mai trasmesso.
Dopo la firma dell’armistizio “corto” e a parziale integrazione della Memoria O.P. 44, il 6 settembre furono preparati due altri documenti: Promemoria n. 1 e n. 2.
Il P[...]