Brano: [...]iliazioni e vessazioni. Molti di essi furono torturati e uccisi dalle S.S. o addetti a lavori degradanti (per esempio, fare le pulizie nel bordello del campo) e alla sala crematoria. Nel 1941. in

seguito a interventi del Vaticano, si notarono alcuni miglioramenti Il comandante del lager ricevette tra l’altro l'ordine di costruire presso le baracche dei preti una cappella per la celebrazione della Messa. In quella stessa cappella il vescovo di ClermontFerrand, anch’egli deportato, nel 1944 ordinò sacerdote il diacono Kars Jesner, della diocesi di Miinster, il quale si trovava in fin di vita. Tutta quella cerimonia si svolse segretamente: gli arredi sacri vennero arrangiati dai prigionieri, l’anello e la croce furono prodotti dai coatti che lavoravano nelle officine Messerschmitt, la sottana e il mantello vennero ricuperati nel guardaroba del campo tra il bottino del ghetto di Varsavia, gli olii sacri furono introdotti clandestinamente nel lager dal cardinale Faulhaber di Monaco.

Ancora a don Liggeri si deve la toccante descrizione di una Messa [...]

Brano: [...] sotto il regime di Vichy operava inizialmente il movimento Libertà. Nel corso della lotta questo assunse la denominazione di Movimento di liberazione nazionale e infine quella definitiva di Combat, fondendosi col movimento Vérité, nel quale militavano numerosi cattolici. « Combat » era guidato da un comitato comprendente Georges Bidault (v.) e altri dirigenti [Frenay, Bertin Chevance, Claude Bourdet, De Menthon, P.H. Teitgen, Rémy Roure).

A ClermontFerrand (Alvernia) l'ex ufficiale di marina E. D'Astier de la Vigerie e il generale Corni llionMoliner furono alla testa del movimento Dernière Colonne che, a un certo momento, si propose di riunire comunisti, socialisti, sindacalisti della C.G.T. e dei sindacati cristiani (Confédération Francaise des Travailleurs Chrétiens). Nel primo comitato esecutivo del nuovo movimento, cui fu dato il nome di Liberation, entrarono Forgues e Lacoste (C.G.T.), Vienot e Laurent (P.S.) f e Poimboeuf (C.G.T.C.).

Sin dal novembre 1940 era intanto sorto a Lione il movimento FranceLiberté, i cui aderenti venivano rec[...]

Brano: Lombardi, Gino

la Resistenza locale una grande leva di combattenti, tanto che un intero battaglione formato da minatori di SaintÉtienne partecipò alla battaglia per la liberazione di Parigi. Nei due dipartimenti combatterono anche numerosi italiani. Tra i caduti si ricordano: Francesco Burione, Angelo Diana (operante nel maquis di ClermontFerrand, fucilato a SaintÉtienne l’1.4.1944) ; Michele Lauricella (siciliano, operante a SaintÉtienne, catturato dalla polizia di Vichy e fucilato, con Zingoni e due partigiani francesi) ; Giuseppe Lauriricella, padre di Michele, deportato e morto a Dachau; Patriarca, Fingali (non meglio identificato) e Francesco Reveredo, tutti e tre caduti in combattimento; Duilio Zano, un operaio ventenne di Roanne, già partigiano e combattente, catturato e poi liberato dal carcere dai compagni, rientrato nelle formazioni e infine caduto in combattimento nel maggio 1944. Diedero la vita nelle formazioni dell’Alta [...]